“Posso aiutarla?” chiese il commesso con un sorriso professionale.
Amanda gli rivolse un sorriso ben più ampio, entusiasta: “Il mio fidanzato e io andiamo a convivere. - annunciò - Sto cercando nuovi lampadari per il nostro appartamento.” “E’ venuta nel posto giusto.” Rispose il commesso, allargando le braccia a indicare tutto il negozio come conferma alle sue parole. I cristalli delle migliaia di lampadari appesi ad ogni centimetro del soffitto scintillavano in tutti i loro colori, le appliques, le abat-jours e i lampioncini da esterno facevano bella mostra di sé da muri, ripiani e riproduzioni di giardini con moquette al posto dell’erba. Amanda tremò d’anticipazione.
‘E’ come la nostra relazione: un sacco di cose colorate e luccicanti stanno per entrare a far parte delle nostre vite!’ Raggiante, seguì il commesso nella zona giorno.
“Per la cucina cosa avevate in mente?” le chiese. “La cucina è moderna, in acciaio…”
Anche il loro rapporto era moderno: credevano nel loro legame anche se non era ammantato dalla tradizione. E i loro figli avrebbero portato il doppio cognome. Non che avessero mai parlato di figli, ma era sottinteso, no? O forse era il caso di affrontare apertamente l’argomento? Scosse la testa e tornò a prestare attenzione al commesso. ‘Non c’è fretta, tanto…’
Il commesso - Paolo, diceva il suo cartellino - parlava di appliques: “C’è ne vorrebbe una ad ogni estremità del corridoio, per non arrivare al fondo al buio e dover cercare gli interruttori delle camere a tentoni.”
Ecco, esatto, la loro era una relazione in divenire, che non si sapeva dove sarebbe approdata. La convivenza era il primo passo, gli altri erano avvolti nell’ombra. Sarebbero dovuti procedere per tentativi e probabilmente avrebbero urtato contro gli spigoli delle rispettive abitudini. E il suo fidanzato era così meticoloso! Certo, facendo l’architetto era ovvio che fosse ordinato, forse anche un po’ puntiglioso…
”Signora? Che ne dice?” Paolo la guardava con aria d’attesa. “Oh, è fantastico.” Il commesso aprì e chiuse la bocca, guardandosi intorno: “Ehm, vediamo qualcosa per la camera da letto?”
Amanda fissò estasiata un lampadario di cristallo rosso. Sarebbe stato benissimo nella loro camera! Ma chissà se loro sarebbero stati benissimo sotto quella luce…se avesse dovuto descrivere la loro vita sessuale con un colore non avrebbe usato proprio il rosso. Magari l’arancio. O il rosa pesca.
Il commesso la guardò alzare una mano e accarezzare con rammarico uno dei bracci del lampadario: “Le piace? Le sembra adatto?” Amanda mandò un sospiro un po’ amareggiato: “No, non credo. Siamo più classici. Comuni. Diciamo pure banali.” Paolo si schiarì la voce, incerto. Continuò la sua esposizione, ma la sua cliente sembrava sempre meno interessata: le luci del bagno raccolsero niente più che uno sbuffo sarcastico (‘…i pesci voleranno prima che io rimetta piede in quella baracca sul lago!’), la lampada che proponeva per il soggiorno, invece, un genuino sguardo d’odio (‘Stupido cibo etnico!’). Perché capitavano tutti a lui i clienti difficili? Quando arrivarono alle soluzioni per lo studio stava ormai sudando freddo: “Per lo studio, ho pensato a dei faretti…si possono, ehm, orientare in diverse direzioni e…” La sua cliente fissava cupa una lampada da tavolo.
‘Be’, eccoci qui: sono incastrata, ormai gli ho chiesto di convivere, e se gli dico che ci ho ripensato cosa dirà, e sarà terreno che non recupererò mai più, e…che faccio adesso?’
Paolo cercò disperatamente un modo per farsi ascoltare: “Ehm, guardi - disse, arrampicandosi sugli specchi - guardi che bella luce bianca fanno, senza abbagliare” e accese i faretti.
Amanda, il viso inondato di luce, tornò all’improvviso a sorridere. Era molto semplice quello che avrebbe fatto. Fissò Paolo dritto negli occhi: “Ho deciso. Lo mollo” “Ah, bene.” fece Paolo, senza sapere di cosa si stesse parlando, e azzardò anche lui un sorriso.
Amanda rivolse la sua attenzione ai faretti: “Ha ragione, non abbagliano affatto. Sa una cosa? Li prendo. E prendo anche il lampadario rosso.”