Titolo: In spite of all... I love you
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Arioka Daiki x Yamada Ryosuke
Rating: NC17
Avvertenze: Slash,
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Aveva accettato di stare con Yamada, nonostante fosse consapevole che l'altro non lo amava.
Note: Scritta per la community
khorakhane_ita con il prompt “Non disse niente e lo seguì.”
WordCount: 1363 @
fiumidiparole *°*
Daiki era fuori con Kei quando gli arrivò quella mail da parte di Yamada. Gli rispose, con poca convinzione. Non sapeva esattamente che cosa aspettarsi quando avevano deciso di stare insieme, sapeva solo che lui era stanco di vederlo triste e Yamada era stanco di soffrire a causa di Chinen.
Sapeva che tutto quello era solo un piano di Yamada per far ingelosire Chinen. Sapeva che il più piccolo sperava che un giorno Chinen gli bussasse alla porta e gli dicesse che dovevano troncare quella relazione perché Ryosuke era solo suo.
Daiki dal canto suo viveva con il terrore che tutto quello potesse accadere.
Guardò Kei, che stava mandando a sua volta una mail. Avrebbe voluto essere come lui, almeno per qualche ora.
Kei amava Yabu e lo desiderava come il primo giorno. Si amavano di un amore sincero, nonostante le continue paranoie di Yabu sul fare attenzione al lavoro. Ma Kei lo guardava e ridacchiava. Lo prendeva in giro per tutte quelle esagerate attenzioni, ma, fondamentalmente, lo ignorava.
O almeno, questo era quello che faceva intendere. Probabilmente ci stava male, anche se alla fine aveva imparato a convivere con un ragazzo del genere.
Daiki si disse che per amore si fanno davvero cose strane.
E lui stesso ne era la prova. Aveva accettato di stare con Yamada, nonostante fosse consapevole che l'altro non lo amava. Era importante per il più piccolo, un amico fidato, un qualcuno con cui parlare di tutto.
Ma non lo amava.
E si chiedeva Daiki, quotidianamente, come Yamada potesse vivere in quella maniera. Come potesse svegliarsi nel loro letto, dopo aver fatto sesso. Come potesse alzarsi, sorridergli, fare la vita di sempre. E come, la sera stessa, riuscisse a tornare a casa e a dormire tranquillo, sapendo che il giorno in cui Chinen si sarebbe fatto avanti, sarebbe potuto non arrivare mai.
Se lo chiedeva, era un tarlo che gli distruggeva la mente, ma alla fine era troppo codardo per chiedere spiegazioni.
Aveva Yamada al suo fianco. Valeva davvero mandare all'aria tutto quello solo per delle paranoie personali?
Tornò a guardare Kei, ancora intento a scrivere la mail. Ridacchiava ogni tanto.
Lui non aveva gettato all'aria la sua relazione solo perché Yabu, a suo avviso, era un visionario.
Ma forse Kei se ne era fatto una ragione perché c'era davvero un amore da salvaguardare.
Come poteva chiamare “amore” quello fra lui e Yamada, quando era solo ad amarlo?
L'unica differenza da prima era che se lo portava a letto, che erano un po' più vicini a lavoro o durante i programmi.
Che parte del tempo libero lo passavano insieme.
Ma per il resto gli sembrava che nulla fosse cambiato. Yamada gli parlava come prima e lo trattava esattamente come prima.
Kei si alzò improvvisamente in piedi, mentre dal volto emanava solo gioia.
« Che succede? » domandò Daiki contagiato dalla sua felicità.
« Sono riuscito a convincere Ko - chan a fare una gita insieme. Andremo a Yokohama. Per il nostro anniversario. »
Daiki lo fissò allibito. Doveva aver fatto davvero un'opera di convincimento colossale per trascinarlo fuori casa a fare i fidanzati. Ma rimase in silenzio perché Kei era troppo felice e non voleva parlargli di cose che lo avrebbero solo rattristato.
Si alzò a sua volta in piedi e gli diede una pacca sulla spalla.
« Allora ti lascio andare. Dovrai preparare la valigia, vero? »
« Sì. » Kei lo abbracciò e gli sorrise « Spero... che i tuoi problemi con Yama - chan si risolvano in fretta. » gli disse a voce un po' più bassa.
Daiki sorrise, mascherando il proprio tentennamento.
« Certo, ci proverò. Ora vai, prima che Yabu - kun cambi idea. »
L'altro annuì e, salutandolo con la mano, andò via e con lui se ne andò anche la poca felicità di Daiki.
**
Era appena arrivato a casa Daiki trovò Yamada seduto sul divano che fissava la televisione. Daiki non disse nulla, mentre sentiva che quel vuoto dentro al petto che pensava di poter colmare stando con Ryosuke, apriva ancora di più la voragine nel suo cuore.
Stava male nel vederlo così distante eppure così vicino. Ma non sapeva che altro fare per legarlo di più a lui e per farsi finalmente notare, perché Yamada lo vedesse finalmente come un fidanzato e non solo come un amico da cui si faceva portare a letto.
Scosse la testa, senza però fare niente, come al solito.
Si avvicinò a lui e Yamada spostò la testa dal televisore e a lui e gli sorrise. Un sorriso tirato, come i soliti che rivolgeva solo a lui.
« Sono a casa. » si limitò a dire Daiki spostando la testa per non vedere la tristezza di Yamada.
« Bentornato. » mormorò l'altro alzandosi in piedi.
Il più piccolo si avvicinò a lui e lo baciò. Daiki si fece trasportare da quelle labbra che tanto amava e lo strinse a sé, stringendogli le mani sui fianchi, facendoli aderire ai propri.
Yamada ansimò leggermente nella sua bocca e Daiki decise che avrebbe pensato a tutto dopo.
Lo afferrò per un braccio e lo trascinò dentro la stanza da letto. Yamada lo seguì senza dire nulla e si fece gettare sul letto.
Daiki si avventò nuovamente sul suo collo, toccandolo e iniziando a spogliarlo. Yamada a sua volta prese a toccarlo, gli tolse la felpa e poi armeggiò con i suoi pantaloni.
Il più grande lo toccava quasi con rabbia perché non poteva credere che tutto quello che Yamada gli stava facendo era meccanico. Si odiava perché glielo permetteva.
Le mani del più piccolo gli toccarono la pelle nuda del petto e Daiki reclinò leggermente la testa, permettendogli di morderlo, leccarlo e succhiarlo.
Le sue braccia circondarono il corpo di Yamada stringendolo ancora di più a sé. Avrebbe voluto di più.
Le unghie di Yamada si artigliarono nelle sue spalle, facendogli male, ma non gli interessava. Finì di spogliare Yamada, fino a che non se lo ritrovò completamente nudo sotto di lui.
Senza troppi preamboli glielo prese in bocca, iniziando a succhiare con la stessa foga e la stessa rabbia con cui lo aveva toccato fino a pochi attimi prima.
Sentiva le mani di Yamada tirargli i capelli, spingergli la testa ancora di più sulla propria erezione e lui non oppose resistenza.
Voleva continuare a sentire la sua pelle calda sotto le sue dita, non gli importava quasi fosse le conseguenze.
Yamada gli venne in bocca con un gemito ancora più forte. Daiki alzò lo sguardo e lo vide sudato e ansimante.
Prese del lubrificante, lo preparò senza troppa convinzione e poi lo penetrò. Ansimò, mentre entrava e usciva dal corpo bollente di Yamada, mentre sentiva le mani del più piccolo toccarlo, graffiarlo.
Quando uscì dal suo corpo e si gettò al suo fianco, Daiki sentì come se qualcosa fosse appena scomparso da dentro di lui.
Quella sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe fatto sesso con Yamada. Sarebbe stata l'ultima volta che lo avrebbe visto vagare per casa, che lo avrebbe visto triste.
Sperava che da quel giorno, potesse vederlo solo felice, nulla di più.
« Spero che tu sia felice con Chinen. »
L'altro non lo guardò, continuando a fissare il soffitto. Annuì, lentamente.
« Non avrei voluto farti soffrire. » mormorò il più piccolo.
« Non mentirmi Yamada. » rise malinconico l'altro « Sei venuto da me solo per far ingelosire Chinen. Di quello che provavo io non te ne è mai importato nulla. » commentò amaramente.
Yamada si alzò a sedere, fissandolo.
« Non è vero, io... »
« Vattene per favore. Adesso che tu e Chinen state insieme... non abbiamo più niente da spartire. »
« Ma io... »
« Per favore Ryosuke. » lo interruppe Daiki « Vai via. »
Yamada lo accontentò e, in silenzio si rivestì. Finì di prendere le ultime cose dal salotto, quello stesso salotto che poco prima aveva visto senza le cose di Yamada, e poi udì la porta di casa chiudersi dietro di lui.
Daiki rimase immobile nel letto a fissare il muro. Non avrebbe pianto perché aveva sempre saputo che sarebbe finita presto fra lui e Yamada.
Aveva sperato che iniziasse a volergli almeno un po' di bene, ma così non era successo.
Lo aveva seguito, senza dire nulla, senza protestare, senza provare un po' di amor proprio.
E aveva fallito, esattamente come si aspettava.
Socchiuse gli occhi e sperò che il giorno dopo arrivasse il più tardi possibile.
Fine.