Titolo: Pioggia dolorosa
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Yamada Ryosuke x Chinen Yuri
Rating: NC17
Avvertenze: Slash, Death!Fic
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Ma Yamada non era l'unico ad essere nel torto. No, anche Chinen aveva sbagliato, continuando a portare avanti una tesi che non stava né in cielo né in terra.
Note: Scritta per la
khorakhane_ita con il prompt “Passerà questo dolore così come passa questa pioggia sottile”.
WordCount: 2087@
fiumidiparole **
Era arrabbiato Yamada. Era fuori di sé e non poteva assolutamente credere a tutto quello che gli stava succedendo.
E' vero. Aveva sbagliato. Aveva torto quella volta, come mai gli era capitato. A volte Chinen si arrabbiava assolutamente a caso, senza alcuna buona ragione, ma quella volta la ragione ce l'aveva e anche tanta.
Ma Yamada non era l'unico ad essere nel torto. No, anche Chinen aveva sbagliato, continuando a portare avanti una tesi che non stava né in cielo né in terra.
Erano rientrati in casa di Yuri che urlavano. Yamada si era sbattuto la porta alle spalle con una rabbia che non pensava di poter mai provare.
Guardava Chinen e sentiva solo rabbia. Né comprensione, né odio, né altro. Rabbia. Rabbia allo stato puro.
E l'altro non faceva altro che gettare benzina sul fuoco.
Per evitare di sentirlo parlare, parlare, parlare, parlare ancora, lo afferrò per le spalle, sbattendolo al muro. Lo zittì, baciandolo violentemente, mentre le sue mani si stringevano con forza sulle sue braccia.
Sentì la lingua di Yuri prima respingerlo, poi rispondere a quel bacio che di passionale aveva ben poco. Era più una lotta, una guerra fra di loro.
Yamada sfilò la camicia da dentro i pantaloni, aprendola strappandogli i bottoni. Gli toccò la pelle calda, perché era lui ad averne un impellente bisogno e l'idea di far godere Chinen non era nemmeno contemplata nella sua mente. Non voleva fare altro che sentirlo, mentre le sue dita lo toccavano con sempre più forza, quasi facendogli male.
Il più piccolo gemeva nella sua bocca, rimanendo comunque inerme fra il corpo del fidanzato, premuto contro il suo e il muro.
Yamada accennò un sorriso. Sapeva che a Yuri piaceva quel suo lato violento, quasi animalesco.
E si chiese perché, perché non riusciva ad apprezzare quel lato romantico e affettuoso che Yamada poteva dargli. Non se ne curò.
Se ne era preoccupato anche troppo a lungo e ormai aveva capito che usare troppa premuta con Chinen non portava a nulla.
Lo toccò con ancora più violenza e quando volta il gemito arrivò più forte al suo orecchio. Artigliò la sua schiena, graffiandolo, mordendogli la pelle nuda del collo e della spalla, mentre sentiva le loro erezioni che si sfioravano, dure e compresse nei pantaloni. Il più grande lo afferrò per il polso, trascinandolo in camera da letto, spingendolo sul materasso e montandogli sopra.
Riprese a morderlo, a baciarlo e a toccarlo, beandosi di quei gemiti. Gli prese il mento in una mano, costringendolo a guardarlo in faccia, senza mollare la presa fino a che Yuri non aprì gli occhi, guardandolo con quella sua solita aria di sufficienza misto a disgusto che gli rivolgeva sempre, ogni volta che finivano a fare sesso.
La sua mano scivolò fra i suoi capelli, afferrandoli con violenza, tirandogli indietro la testa e leccandogli il sudore dal collo, assaporando quel sapore della pelle di cui ormai era drogato.
Gli slacciò i pantaloni, tirandoli giù, togliendoli come se ne andasse della sua vita.
Yamada era eccitato e si odiava per quella eccitazione. Si odiava perché nonostante tutto non riusciva a stargli lontano, perché il suo orgoglio e la sua dignità gli urlavano di allontanarsi, di smetterla di farsi usare come valvola di sfogo, come un pupazzo di peluche che lui chiamava solo quando aveva voglia di fare sesso.
Era stanco di essere un giocattolo nelle sue mani, stanco di vederlo gemere mentre pensava ad altre persone, stanco di dargli tutto sé stesso per non ricevere nulla in cambio.
Ma quella stanchezza non lo fermò nemmeno quella volta. Si gettò di nuovo su di lui, strusciandosi e mordendogli la pelle del petto, lasciandogli i segni, forse quasi facendolo sanguinare.
Ma Yuri non si lamentò nemmeno un secondo. Rimaneva fermo nel letto, a farsi scopare, come ogni santissima volta.
Yamada non si prese nemmeno la briga di prepararlo a dovere. Sfilò le dita da dentro di lui dopo una frettolosa preparazione, iniziando a penetrarlo. Il più grande passò le braccia sotto le gambe dell'altro, premendole contro il suo corpo, accertandosi che Chinen sentisse ogni singolo centimetro della sua erezione che spingeva dentro di lui. La smorfia era leggermente contrariata, forse dolorosa, si ritrovò a sperare Yamada. Sperava di fargli male.
Rimase fermo in quella posizione per un po' una volta entrato del tutto dentro di lui e di nuovo gli strattonò la testa da un lato, lasciandogli libera la visuale del collo martoriato, ferito dai suoi denti e dalle sue unghie.
Sorrise ancora, in maniera più crudele, iniziando a spingere lentamente dentro il corpo bollente di Chinen, sentendo ogni tremito del corpo, ogni sussulto e ogni gemito.
Spinse lentamente, sperando di vedere Yuri aprire gli occhi e guardarlo. Ma ciò non accadde. Gli prese di nuovo il volto in una mano, premendo le dita sulla mandibola fino a che il dolore non fu troppo e non lo guardò.
« Muoviti invece di perdere tempo. » sibilò il più piccolo.
Yamada diede una spinta violenta, facendolo gemere e Yuri ridacchiò. Piegò leggermente la testa da un lato, poi lo fissò di nuovo.
« Yuyan mi scopa meglio, lo sai Ryosuke? » sussurrò piano, freddo « Lui... riesce a farmi, urlare, cosa che tu non sei in grado di fare. » bisbigliò.
Il più grande si fermò per un secondo, come se fosse attutire per bene il colpo di quelle parole. Accennò un sorriso anche lui, più per difesa che per altro.
« Beh, a questo punto devo dire che anche Nakajima ci fa fare. » accostò la sua bocca all'orecchio di Chinen « Lui almeno mi fa godere per davvero quando me lo prende in bocca. » ghignò, prima di azzannare ancora una volta il collo di Yuri.
Il ragazzo sotto di lui si agitò, nervoso, per quelle parole e cercò di scostarlo da sopra di sé, senza riuscirci. Yamada spinse un'altra volta dentro di lui, tenendogli fermi i polsi e buttandosi su di lui con tutto il suo corpo.
Spinse ancora, più lentamente, per assaporare il corpo caldo di Chinen contro il suo. Ghignò di nuovo. Si mosse piano, ascoltando il respiro di Chinen farsi più roco, ascoltando i suoi gemiti soffocati, come se improvvisamente non volesse più farsi sentire da lui.
Sospirò dal piacere quando uscì ed entrò dentro di lui con una sola spinta, ignorando il suo gemito, un misto di piacere e sofferenza.
« Ryosuke, alzati subito! » esclamò a mezza voce Yuri, aprendo lentamente gli occhi e fissandolo « Non ti voglio. »
« Vuoi andare da Yuya? » chiese Yamada, osservando a sua volta
« Sì! Sì! Voglio andare da lui. Adesso. Lui... lui è mille volte più bravo di te. »
« Ma questo non ti ha impedito di fare anche sesso con me, sbaglio? » continuò a spingere, forzando il suo corpo per non aumentare la velocità.
Video lo sguardo di Yuri vacillare per qualche secondo, poi tornò fermo.
« Da quanto sai che io e Yuya andiamo a letto insieme? »
« Da sempre Yuri. L'ho sempre saputo. Facevi sesso con lui prima di metterti con me e hai continuato a farlo, anche quando stavamo insieme. Ti ho sempre sentito addosso quella puzza nauseante di sesso, del suo sesso su di te. » gli graffiò improvvisamente la pelle del petto, facendo penetrare le sue unghie dentro di lui.
Chinen urlò dal dolore e provò a ribellarsi, di nuovo senza riuscirci. Nonostante tutto Yamada era molto più forte di lui.
« E allora perché stai facendo questa patetica scena da fidanzato tradito? » ringhiò il più piccolo « Perché hai continuato a stare con me per tutti questi mesi nonostante tutto? »
Yamada interruppe le spinte, fissandolo con sguardo vuoto. Le sue mani erano appoggiate accanto alla testa di Chinen, i muscoli del corpo tesi, il suo membro ancora dentro il suo corpo, che fremeva comunque dal piacere.
Perché, gli chiedeva? Perché avesse fatto finta di nulla. Si sentì perso per un istante, era sempre stato molto chiaro con quello che avrebbe dovuto essere il suo fidanzato.
« Come... io... Yuri, ti amo. » balbettò sfiorandogli i graffi sul petto, come se glieli avesse fatti qualcun'altro.
Yuri esibì un sorriso sprezzante e il più grande pensava di esserci abituato. Invece no. Lo ferì ancora di più, più di quello che pensava.
« Mi ami? » rise « Mi ami? Sei un folle Ryosuke. Hai sempre saputo che per me non contavi nulla, che eri solo uno sfogo, qualcuno da cui farmi scopare quando Yuya era impegnato. »
Yamada si morse un labbro a sangue.
« Yuya invece mi ama. Mi ama, così come tu non potrai mai fare in vita tua. Mi ama così tanto che... »
« Che infatti sta con Hikaru! » urlò Yamada, con la voce che gli tremava.
Riprese a spingere dentro di lui, cercando di ignorare il dolore che sentiva dentro al petto, cercando di ignorare quelle parole che gli vorticavano nella mente. Serrò gli occhi, perdendo improvvisamente il desiderio di vederlo.
« Menti! » replicò Yuri, furioso « Menti, lui lo sta per lasciare. E' solo un momento. Mi ama e io amo lui. Me lo dice sempre, tutte le volte, dopo che abbiamo fatto sesso. Sempre. Mi ama e tu sei solo invidioso di noi. »
Yamada serrò con ancora più forza gli occhi, spingendo sempre più velocemente dentro di lui, ascoltando solo quelle briciole di gemiti che Yuri si faceva involontariamente sfuggire. Nonostante tutto, stava godendo.
Venne dentro di lui come un fiume in piena. Si sentiva svuotato, sia fisicamente che mentalmente. Non avrebbe retto ancora quella conversazione.
Si accasciò su di lui, accostando di nuovo la bocca al suo orecchio.
« Tu sei solo un buco facile per lui. Nulla di più. Mente, perché è più semplice portarti a letto. Sei solo la sua puttana personale. » fermò lo schiaffo, immobilizzandogli di nuovo i polsi sul materasso « Sei una squallida puttana che si fa scopare ogni volta che vuole Yuya. Non ti ama. Non ti ha mai amato e non ti amerà mai. » urlò a voce sempre più alta.
Vide gli occhi di Chinen pieni di lacrime ma stranamente, piuttosto che farsi impietosire, si infuriò ancora di più.
« Bugiardo. Me lo ripete sempre, quando mi abbraccia, quando mi coccola. Me lo ripete in continuazione. “Ti amo Yuri. Ti amo.” »
Il più grande alzò la testa, fissandolo, le guance rigate dalle lacrime, mentre scuoteva lentamente la testa, mentre Yuri non faceva che ripete sempre la stessa frase.
« Yuri, io vi ho visto spesso fare sesso. Nei bagni, nelle stanze d'albergo, negli spogliatoi. Tu e lui fate sesso come animali e... non ti ha mai detto nulla di tutto questo. Tu... te lo sei inventato e lo sappiamo tutti e due. Tu dentro di te lo sai che stai mentendo. E' tutto nella tua testa. Ti dici che Yuya ti ama perché così ti senti meno squallido. »
Chinen aveva finalmente iniziato a piangere, scuoteva la testa, sussurrava qualcosa di sconnesso ma Yamada aveva smesso di cercare di comprenderlo.
Si sentiva deluso, amareggiato e... privato di ogni cosa.
Le uniche parole che Yuri mormorava erano “Mi ama, mi ama e tu per me per non sei nulla.”
Le ripeteva come un mantra, all'infinito, incurante di Yamada ancora sopra di lui, incurante dei graffi delle sue unghie, incurante di ogni cosa che non fosse la sua convinzione e il suo cercare di convincersi che le parole di Ryosuke fossero false.
Yamada appoggiò di nuovo la faccia contro il suo collo, bagnandolo di lacrime, annusò per l'ultima volta la sua pelle, che odorava del suo odore e non di quello di Yuya, sfiorò le sue spalle, le braccia, fino al petto, così piccolo e delicato.
Le sue dita risalirono lungo il volto, poi, improvvisamente le sue mani si artigliarono intorno al suo collo, stringendo, stringendo sempre di più fino a che il corpo di Chinen non smise di ribellarsi, fino a che non rimase inerme, privo di vita sotto di lui.
Non andava bene. Non andava per niente bene.
Si rivestì, le mani che gli tremavano, i sensi ancora concentrati su Yuri.
Non andava bene. Non andava per niente bene.
Aprì il cassetto, prese un coltello, si stese accanto all'uomo che amava e, che, era certo, adesso lo amava a sua volta e si tagliò le vene.
Passerà, si ripeteva, passerà il dolore che sentiva. Passerà per sempre, continuava a dirsi, così come sarebbe passata la sottile pioggia che aveva iniziato a cadere su Tokyo.
Passerà, si disse ancora. Per sempre, sussurrò fra sé e sé.
Rimase fermo, immobile, fino a che anche il suo corpo non morì.
Accanto a Chinen. Accanto all'unico uomo della sua esistenza.
Fine.