Titolo: L’unica cosa che conta
Fandom: Hey!Say!Jump
Pairing: Takaki Yuya x Arioka Daiki ; Takaki Yuya x Chinen Yuri
Rating: NC17
Avvertenze: Slash
Disclaimer: I personaggi non sono miei, tutti i diritti riservati e i fatti narrati sono frutto della mia fantasia. La storia non è scritta con scopo di lucro.
Riassunto: Yuri ha smesso di ridere. E il mondo intorno a lui ha del tutto perso importanza perché lo sta baciando ed è una cosa giusta.
Note: Scritta per la
24ore con il prompt “Tarli” e per la
diecielode con il prompt “And when it changed, you didn’t know you belong.”
WordCount: 1203
fiumidiparole **
E’ successo quasi per gioco. Un po’ per scommessa, una di quelle cose che si fa quando sei ubriaco e non ti rendi conto del luogo in cui ti trovi o delle persone dalle quali sei circondato.
La bottiglia vuota gira e gira, talmente veloce che non riesci quasi nemmeno a seguirne il collo, fino a quando questo non si punta su Yuri, che aveva bevuto quanto, se non più di te.
Yuya si avvicina a lui. Si dice che è stato abbastanza fortunato nello scegliere “bacio” e non “verità” a quel turno. Non vuole parlarci, non vuole starci tanto intorno. Perché Yuri lo ha sempre un po’ messo a disagio e lui non sa mai come comportarsi.
Lo prende lentamente per le spalle, cercando di inquadrare la sua figura che non fa altro che ridere, e ridere, e ridere e Yuya allora lo bacia.
Sente le sue labbra morbide, delicate, quasi da ragazza e sente anche che finalmente Yuri ha smesso di ridere. E il mondo intorno a lui ha del tutto perso importanza perché lo sta baciando ed è una cosa giusta.
Perché è la cosa giusta da fare, in un sabato sera, dopo un concerto massacrante, quando si è ubriachi fradici e quando, forse, è l’unica cosa che sogni da fare da così tanti mesi che nei hai perso il conto.
E Yuri che non ti scaccia via dopo i primi due secondi di bacio è bello. E’ bello perché lo senti che muove le sue labbra, le schiude leggermente e poi continua il bacio. Senti la punta della sua lingua contro le tue labbra e tu allora le apri, perché sono davvero molte le notti in cui sogni quel momento e per un solo secondo ti sembra di essere tornato sobrio.
Poi Yuri si allontana. Ti guarda e poi scoppia a ridere e tu vieni catapultato di nuovo con i piedi per terra, immerso nel casino della stanza e dell’odore di alcool, troppo forte per essere sopportato.
La sua risata di penetra nel cervello, rendendoti quasi ridicolo. Ridi anche tu, improvvisamente più cosciente di poco prima.
E ti guardi intorno, cercando un solo appiglio disponibile per fuggire da tutto quello. Lo vedi, è Daiki. Il tuo fidanzato, l’uomo che ami, quello che desideri ogni notte anche se di tanto in tanto assume le sembianze si Chinen nei tuoi sogni.
Lo afferri per mano e scappi via, trascinandotelo dietro. Non lo senti ridere, ma in fondo hai smesso di ridere anche tu, il cuore che ti batte troppo forte per essere contenuto e ti chiudi in un bagno, Daiki contro la porta che accusa ogni colpo, ogni bacio, ogni carezza e rimane inerme fra le tue braccia.
Non senti più le risate moleste dei tuoi amici e ti senti finalmente bene. Perché è con Daiki che ti dovresti sentire bene, ogni giorni. Perché lo ami e faresti di tutto per renderlo felice.
Lo baci, ancora e ancora e ancora, mordendogli le labbra, il collo, le spalle, succhiando e leccando ogni centimetro della sua pelle scura, curandoti solo dei suoi gemiti e del calore del suo corpo.
Lo volti, la faccia contro il muro e lo spogli, le mani che ti tremano, con nelle orecchie solo della sua voce urgente, i suoi sospiri, il tuo nome soffocato nella mano. Lo prepari, lo tocchi, sfiori la sua erezione, per poi prendere la tua e spingerti delicatamente dentro di lui, per sentirti avvolto da un calore che forse di era mancato. E sai che non è il momento giusto per chiederti perché hai aspettato tanto per prendertelo se ti era mancato così tanto.
Ti spingi del tutto dentro di lui e lo senti muoversi contro di te, mentre cerchi avidamente di più e afferri la sua erezione in una mano, muovendola rapidamente, mentre continui a spingere e a spingere, senza riuscire a fermarti.
Gli mordi il collo, succhiando la pelle intrappolata fra i tuoi denti e il sapore della sua pelle è così buono che vorresti non staccarti mai da lui.
Lo vedi afferrare e stringere gli stipiti laterali della porta per trovare un appiglio, per reggersi di fronte alla furia che sembrava aver invaso la mente di Yuya.
Yuya torna con i piedi per terra solo quando sente Daiki venire nella sua mano, con un gemito roco e il suo nome esclamato a voce alta e allora Yuya non resistette più, svuotandosi a sua volta dentro il corpo bollente e morbido del fidanzato, sussurrando il suo nome nell’orecchio.
Esci da lui, titubante, perché ti senti improvvisamente vuoto, come se tutto quello che ti avesse riempito fino a quel momento fosse solo il corpo di Daiki. Ti accasci contro il muro, scivolando a terra, quasi subito imitato dal tuo fidanzato, che poi si accoccola contro di te, fra le tue braccia.
Continua a non parlare e tu sai che in fondo non c’è niente da dire. Perché lo senti piccolo fra le tue braccia e ti senti un mostro perché non è lui che vorresti in quel momento.
Ma socchiudi gli occhi e non dici nulla. Perché non c’è nulla da dire, non c’è nulla da fare.
Vorresti Yuri, tutto per te, invece sei costretto a guardarlo felice con una persona che non sei tu e ti senti male. Vorresti toccare il suo corpo, stringere le sue spalle, baciare ancora e ancora le sue labbra e spingerti dentro di lui, come hai appena fatto con Daiki.
Ma sai che non è possibile.
Sai che quelli solo dei tarli causati da troppo alcool, da un orario improbabile per essere già ubriachi e anche se senti che qualcosa dentro di te è cambiato e non capisci più a chi appartieni, sai che non puoi fare nulla.
Perché, forse, ami Daiki e senti tutto il suo amore, giorno dopo giorno. Sai che tu gli vuoi bene e che non vorresti mai vederlo triste, mai vederlo piangere e non vuoi che lo faccia proprio a causa tua.
Quindi afferri tutti i tuoi tarli, i tuoi dubbi delle dieci di sera causati da troppo sakè e stringi con più forza Daiki a te, come se fosse ormai la tua unica ancora di salvezza.
Lui alza leggermente la testa e ti bacia, come per togliere dalla tua bocca il sapore e la tenerezza delle labbra di Yuri.
E tu ti lasci baciare, anche se non senti nulla, anche se non provi la stessa stretta allo stomaco che hai sentito solo una manciata di minuti prima e non riesci a sentire il brivido di piacere che ti scivola sotto pelle, come è riuscito a farti provare Yuri.
Ricambi quel bacio, forse anche te per tentare di cancellare quel tocco così piacevole e che hai aspettato per tanto tempo.
Perché forse, se lo dimentichi, puoi tornare ad essere felice con Daiki, come lo sei sempre stato.
Ma forse lo sai già che non è possibile. Ma Daiki continua a baciarti, ancora e ancora e tu ti abbandoni contro il muro, il suo corpo eccitato premuto contro il tuo e tu tocchi ancora la sua pelle calda e umida di sudore e lo prendi ancora e ancora e ancora.
Perché se lo fai gemere, forse riuscirai finalmente a scacciare dalla tua testa i gemiti di Yuri.
Perché se lo rendi felice, forse riuscirai di nuovo ad innamorarti di lui.
E Daiki è l’unica cosa che hai e che potrai mai avere.
Fine