Un anno di TianShan 1° parte

Mar 23, 2019 13:52


*Fandom: 19 days
*Personaggi: He Tian, Mo Guan Shan
*Prompt: Missione di Salvataggio - Drabble
*Iniziativa: Cow-t9 sesta settimana M3


Neve

Faceva freddo a Hangzhou quel giorno: il sole però scaldava un po' e Mo Guan Shan quel giorno aveva deciso di uscire di casa non ben vestito.

Durante il corso della giornata aveva iniziato a nevicare e sulle strade si era formato un bel manto bianco. Mo odiava il tempo quel giorno, con la giacca leggera che aveva indossato quel giorno ora aveva anche fin troppo freddo.

"Piccolo Mo, tieni questa." Tian sapeva benissimo che Mo aveva freddo, anche se non lo dava a vedere. Gli mise la propria giacca attorno alle spalle, restando con la divisa scolastica.

"Non me ne faccio un cazzo della tua giacca! Non ho freddo. Riprenditela bastardo." Mo però era visibilmente arrossito a quel gesto, eppure non voleva darla vinta al moro super ricco. Se la tolse e gliela lanciò, ma poco dopo la sentì di nuovo addosso.

"Piccolo Mo non arrabbiarti così tanto. Non mi ammalerò, mentre sarebbe un peccato se fossi tu a prenderti l'influenza o la febbre."

Per evitare che il rosso togliesse di nuovo la giacca gli aveva messo un braccio attorno alle spalle. Mo sbuffò pesantemente, guardandolo molto male: anche se non lo mostrava... quel gesto gli faceva molto piacere.



Gioco da tavolo

"Passa da me questa sera alle otto, piccolo Mo. Ti aspetto per prepararmi la cena e fare un gioco divertente."

Quelle parole erano ciò che quel bastardo di He Tian gli aveva detto quella mattina, durante la pausa, a scuola. Mo gli aveva, come sempre, urlato dietro che non si sarebbe presentato, ma ora che erano le otto meno cinque era lì davanti a casa sua in attesa che quel bastardo gli aprisse la porta.

Il motivo per cui era lì? Sapeva benissimo che il moro lo avrebbe importunato non poco se non si fosse presentato e voleva evitare molte seccature, soprattutto perché sua madre era a casa leggermente ammalata e non aveva voluto disturbarla.

"Finalmente ti sei degnato di aprire, stupido Tian! Perché..."

Non fu in grado di finire la domanda dato che, abbassando lo sguardo, notò come l'altro avesse ancora il corpo leggermente bagnato e un solo asciugamano a coprire le parti basse. Arrossì subito e tolse lo sguardo mentre il moro lo lasciava entrare senza rispondere.

Mo si servì da solo mentre Tian andava a vestirsi: prese il solito grembiule e iniziò a preparare dei noodles, non avendo voglia di fare cose troppo complicate.

Quando tutto fu pronto mangiarono in completo silenzio, cosa molto strana da parte di Tian, ma a Mo non importava molto: meno sentiva la sua voce irritante meglio era. Alla fine misero via assieme i piatti e, mentre Mo li puliva, Tian prese il gioco.

"Giochiamo a poker, o meglio: una versione alternativa, piccolo Mo, lo strip poker."

Mo si girò di scatto, guardando malissimo Tian. Non sapeva giocare a poker, il che significava che in breve tempo si sarebbe ritrovato nudo davanti a Tian.

"Cosa ti salta in mente bastardo? Non se ne parla proprio. Io a questa versione non ci voglio giocare!"

Inutile dire che non molto tempo dopo erano seduti entrambi sul divano, il gioco davanti a loro con un Mo più spaesato di un uomo nel bel mezzo del deserto.

"Hai perso, piccolo Mo, ora devi toglierti i pantaloni."

Era andata continuamente così: ogni volta che perdeva era costretto a togliere una parte di ciò che indossava, fino ai pantaloni. Tutto quello era estremamente imbarazzante e Tian l'avrebbe sicuramente pagata per quell'affronto, in un modo o nell'altro.

Ah, quanto lo odiava... qualsiasi cosa facesse lo irritava profondamente e ancora non gli era del tutto chiaro come mai avesse accettato.


Montagna
L'inverno era arrivato, con lui anche le vacanze scolastiche durante il periodo Natalizio e Mo era stato invitato da Tian a passare qualche giorno con lui in montagna. Quel ragazzo era super ricco e, a quanto sembrava, la sua famiglia aveva anche una casa in montagna vicino a uno dei più importanti impianti sciistici.

Non riusciva a spiegarsi come il moro fosse sempre in grado di convincerlo ad andare con lui, ma in quel momento stavano raggiungendo la baita con un fuoristrada.

"Non mi portare mai più quassù."

Mo era seduto davanti e non si sentiva bene per i tornanti.



Famiglia

"Se a volte esco prima da scuola è perché..."

Tian non gli aveva chiesto nulla, ma Mo era più che sicuro che fosse curioso a riguardo. Aveva sempre visto sua madre, ma non sapeva niente riguardo suo padre e Mo finalmente si era deciso ad aprirsi a riguardo.

"Sai, quando vieni a casa mia trovi sempre e solo mia madre perché..." Mo iniziò a riformulare la frase, sospirando appena. Non sapeva come dirglielo anche se si sentiva pronto ad affrontare la questione. "Mio padre è in prigione da quando ho sette anni. Per otto lunghi anni non ha voluto che lo andassi a trovare, ma di punto in bianco un giorno ha chiesto a mia madre di portarmi da lui."

Quelle parole gli costavano davvero molto, eppure era arrivato davvero il momento di parlare con lui di certe cose. Sentì le braccia possenti di Tian andare a cingergli le spalle e lui non ebbe nemmeno la forza di reagire. Lo lasciò semplicemente fare. Anche se lo odiava, in quel momento aveva bisogno del suo appoggio e non importavano gli screzi che avevano sempre avuto.

"Non sappiamo ancora quando uscirà, se mai succederà. Per lo meno io non ne sono al corrente, forse mia mamma ne ha idea."

Dato che Tian sembrava non voler parlare, Mo continuò con il suo racconto, crogiolandosi in quella stretta così forte. Avrebbe apprezzato se l'altro avesse commentato qualcosa, però anche solo quell'abbraccio gli tirava su un po' il morale.

Tian dal canto suo non sapeva bene cosa dire, non gli andava di parlare della sua situazione familiare, però era vicino al suo piccolo Mo.

"Mi dispiace piccolo Mo. Se c'è qualcosa che posso fare per aiutare te e tua madre... non esitare a chiedere. Lascia da parte il tuo orgoglio, voglio solo darvi una mano."


Amore

Erano mesi che Tian si era confessato e Mo non gli aveva dato ancora nessuna risposta. Ora che era finalmente sceso a patti con i suoi sentimenti, era davvero pronto a dirgli che ricambiava i suoi sentimenti. Aveva capito che ciò che provava per il moro era amore, era faticoso ammetterlo dato come lo ha sempre trattato, però...

"Ti amo anch'io He Tian."

Disse quelle parole lentamente, il viso totalmente rosso per l'imbarazzo. Tian non poteva credere alle sue orecchie: il suo Guan Shan aveva davvero appena confessato una cosa simile o stava sognando? Per esserne sicuro lo baciò con passione sulle labbra e, se Mo non lo avrebbe allontanato allora era tutto vero. Come aveva sperato, il rosso non oppose alcuna resistenza e anzi schiuse le labbra per far passare la lingua nella sua bocca.

Quello sì che si poteva definire un signor bacio. Lo aveva bramato da molto tempo e finalmente eccolo lì a reclamarlo come sua appartenenza.

"Grazie per queste stupende parole, piccolo Mo."

Osò solamente dire appena staccarono le loro labbra per riprendere fiato. Non poteva sentirsi meglio in quel momento: finalmente il suo amore era ricambiato ed era certo che Mo non lo odiasse più.


Letto a baldacchino
"Mh, piccolo Mo..." Tian e Guan Shan stavano assieme da ormai tanto tempo, eppure Tian non ne voleva sapere di smettere di chiamarlo in quel modo.

"Cosa vuoi? Sono occupato a fare delle cose per il lavoro." Nonostante non avessero problemi di soldi grazie a Tian, Mo continuava imperterrito a lavorare, soprattutto per aiutare la madre.

"Dobbiamo andare a scegliere un letto nuovo: ne voglio uno particolare per noi. Quello che abbiamo attualmente é molto anonimo. Per favore piccolo Mo."

Le ultime parole le aveva pronunciate con quel tono provocante e allo stesso tempo sensuale che sapeva sarebbe funzionato benissimo con lui. Mo ogni volta cercava di resistere, ma falliva miseramente e si arrendeva all'evidenza che certe volte gli era impossibile dirgli di no. Lo sguardo gli cadde sul computer e il lavoro che lo reclamava... poteva finire in fretta e poi accompagnare Tian dopotutto, no?

"Va bene, fammi finire questa cosa e poi possiamo andare a cercare il nuovo letto."

Aveva ceduto sì, come ormai succedeva fin troppo spesso. Appena finì si cambiò e uscirono di casa, salirono in macchina e Tian guidò fino al negozio apposito. Era davvero grande e la scelta di letti era molto vasta: non sarebbe stato facile scegliere.

Tian ad un certo punto lo prese per il braccio e lo trascinò senza remore verso un letto a baldacchino. A Mo quel design sembrava molto strano, per lo meno per niente orientale. Non sembrava però così male dopotutto.

"Cosa ne dici di questo tipo? Possiamo farci un'idea se un letto simile può andare bene." Il moro guardò il consorte con una certa aspettativa, curioso di scoprire cosa ne pensasse.

"È... strano, ma mi piace."

Quelle parole bastarono: era quello giusto per loro e potevano tornarsene a casa soddisfatti. Erano stati d'accordo su qualcosa: evento raro.



Stregone

Il sonno di Mo quella notte era piuttosto agitato. Era andato a dormire alla solita ora, ma fin da subito, quando era caduto tra le braccia di Morfeo, aveva iniziato ad avere un incubo. Non si spiegava per quale motivo stesse sognando proprio quel bastardo che tanto odiava... poteva forse essere che il suo corpo gli stava mandando dei messaggi?

Continuava a rigirarsi nelle coperte con la fronte imperlata dal sudore, mentre nell'incubo il moro era uno stregone. Indossava un lungo mantello nero, aveva un libro di incantesimi in mano e non era per niente rassicurante.

"Muahahaha piccolo Mo, ora diventerai completamente mio...!"

La risata malvagia di Tian gli risuonava nelle orecchie e nella testa, cercava di scappare ma ovunque andasse Tian lo trovava sempre. Ciò che era più inquietante era che Tian sussurrava parole a lui incomprensibili e... non voleva ritrovarsi a doverlo amare con la forza.

Alla fine si ritrovò un un vicolo cieco: non vi era nessuna possibilità di scappare, ovunque guardasse e passare oltre Tian era impossibile.

"Ora ti innamorerai -"

Mo si svegliò all'improvviso con il fiato corto: ritrovarsi nelle familiari mura di casa lo calmava, non avrebbe più guardato Tian allo stesso modo ormai.


Nemico
Il peggior nemico di He Tian era She Li. Non si potevano sopportare dalla prima volta che si erano visti alle superiori e, per fortuna, non frequentavano la stessa classe.

Rispetto a She Li, Tian era il più bello della scuola, letteralmente il più secchione, ma soprattutto... aveva certe conoscenze, ad esempio suo fratello, molto pericolose. Da quando poi il coetaneo aveva preso di mira il suo piccolo Mo solo perché non si era fatto incastrare al posto del suo amico... le cose tra di loro erano peggiorate sempre di più.

Nessuno dei due poteva sopportare la vista dell'altro ragazzo.



Palafitta

"Piccolo Mo sei pronto? Fei Long e Huan Yong li ho già preparati io, manchi solo tu."

He Tian, Guan Shan e i loro gemelli dovevano partire quello stesso giorno per una settimana di puro relax sulle rive del lago delle Mille Isole nell'area di Qiandaohu. Era estate, la stagione perfetta per passare il tempo lì in tutta tranquillità, ed era proprio ciò di cui tutti e quattro avevano bisogno.

Non avevano prenotato hotel dato che i gemelli erano piccoli, avevano appena un anno e mezzo, bensì avevano trovato da affittare una palafitta. Quella era una casa in sospensione sull'acqua, senza però il rischio concreto che i bimbi potessero caderci dentro rischiando di affogare. Era stato Mo a bocciare qualsiasi hotel dato che sarebbero sicuramente stati molto rumorosi la sera e i loro gemellini avevano bisogno di assoluto silenzio per poter dormire. La palafitta rappresentava al meglio ciò che avevano per molto tempo durante la dura ricerca per un posto adatto a loro.

"Arrivo, mettili in macchina intanto."

Guan Shan stava finendo le valige, mentre il moro per lo meno si occupava dei gemelli.

Li raggiunse appena cinque minuti caricando tutto nel baule, sedendosi infine sul sedile del passeggero dopo aver controllato che i gemelli stessero riposando: almeno il viaggio sarebbe stato tranquillo se loro dormivano.

Durò due ore intense dove avevano per lo più ascoltato della musica e parlato del più e del meno, prima che fossero arrivati alla palafitta che avevano prenotato: era bella grandicella, consisteva di una cucina, bagno, due stanze da lotto e un salotto con terrazza che dava direttamente la vista sul lago su cui era stata costruita. Il paesaggio da lì era letteralmente mozzafiato e Tian si riteneva fortunato.

"Grazie per aver scelto un posto simile."

Gli si avvicinò e lo baciò con dolcezza.


Essere in ritardo
"Mo Guan Shan, devo assentarmi per un'ora, lascio te a capo del supermercato. Lo so che finirai  in ritardo rispetto al normale. Mi dispiace, ti pago un'ora intera in più anche se sarà solo mezz'ora di lavoro extra."

Alla donna di mezza età per cui lavorava Mo un po' dispiaceva doverlo far trattenere oltre il suo normale orario di lavoro, ma non poteva fare altro, era costretta ad arrangiarsi in quel modo.

"Non ci sono problemi zietta, non ti preoccupare: il supermercato sarà in buone mani."

Non era di certo la prima volta che veniva lasciato da solo lì a gestire tutto e se la cavava ormai egregiamente. Si sentiva sempre gratificato dalla fiducia che la signora riponeva in lui. Era sempre stato un ragazzo onesto, non si sarebbe di certo messo nei guai e aveva messo la testa apposto soprattutto per la madre.

Preso dal lavoro dimenticò completamente di avvisare He Tian e alla fine non si stupì quando lo vide arrivare al supermercato. Sospirò appena e gli si avvicinò, osservandolo.

"Sono in ritardo, lo so. La zietta mi ha chiesto di fare mezz'ora in più perché doveva sbrigare una faccenda molto importante e poteva lasciare solo a me il negozio. Stacco tra un quarto d'ora se tutto va bene, poi possiamo andare."

Perché si doveva scusare? Il lavoro era lavoro dopotutto e di certo non aveva potuto dire di no solo a causa dell'appuntamento che aveva con il moro.

"Sei sempre così disponibile a lavorare anche extra, fai bene. Aspetto qui fuori, non ci sono problemi piccolo Mo, a tra poco."

Quel piccolo inconveniente non avrebbe rovinato la serata che aveva pensato solo per loro due: cena in un ristorante di medio lusso, poi avrebbero osservato assieme i fuochi d'artificio da una collina non troppo lontano da lì.



Intruso

Le lezioni per quel giorno erano finalmente finite, Mo ne era era sollevato, ma ciò significava solo una cosa: sarebbe dovuto rientrare a casa con quel bastardo che rispondeva al nome di He Tian. Sua madre aveva convinto il moro affinché passassero il pomeriggio a studiare assieme e la cosa non faceva altro che irritare Mo.

La madre non aveva voluto saperne delle sue lamentele e ora se lo doveva scarrozzare fino a casa.

"Allora piccolo Mo, sei pronto per studiare assieme?" La voce di Tian, che per Mo era irritante, arrivò chiara e vicina alle sue orecchie, troppo vicina.

"Non ne ho alcuna voglia, ma sono obbligato a quanto pare. Guai a te però se osi metterti strane idee in mente. Vieni solo per studiare, poi sparisci, niente cena da me, ci siamo capiti bene?" Non lo voleva troppo in casa, voleva i suoi spazi.

"Va bene, va bene."

Rispose He Tian con un sospiro sconsolato mentre erano in metropolitana. Restarono in silenzio per il resto del viaggio e appena arrivarono al suo appartamento, Mo notò subito che qualcosa non quadrava. Con la mano tremante abbassò la maniglia della porta e aprì con la massima attenzione, mordicchiandosi un labbro. Non era da sua madre lasciare la porta socchiusa, nemmeno quando usciva per uno o due minuti.

Appena mise piede nell'appartamento la notò distesa sul divano, con uno sguardo a dir poco spaventato. Mo le si avvicinò velocemente e la aiutò a mettersi a sedere.

"Mamma... cos'è successo? Bastardo, porta un bicchiere d'acqua!"

Non si era nemmeno girato a guardarlo: era sicuro che fosse ancora sulla soglia della porta, mentre lui era corso subito vicino alla madre.

"Sono stata... assalita, ma sto bene. Non hanno portato via nulla. Grazie caro."

La donna prese l'acqua che Tian le stava porgendo e ne prese qualche sorso, cercando di calmarsi. Nonostante ciò che diceva era ancora totalmente scossa, ma era andato tutto bene alla fin fine.

"Ti hanno picchiata? Cosa è successo?"

A Mo non piaceva quando sua madre faceva così. Certe cose non le doveva prendere alla leggera e al solo pensiero che potesse essere stato uno dei tizi che tempo prima lo aveva assalito... gli vennero i brividi.

"Guan Shan, non ti preoccupare, okay?"

Non voleva parlare di certe cose davanti al compagno di scuola del figlio. Erano problemi loro e non voleva farli sapere ad altre persone che erano estranee a tutti i fatti.

"Zietta se ci sono problemi possiamo portarti in ospedale. Guan Shan dopotutto ha ragione e non sembri avere una buona cera. Non mi voglio impicciare nei vostri problemi, se ne avete, solo... aiutare."

Tian intervenne nel loro discorso e purtroppo ormai era troppo tardi per cercare il colpevole: chissà dove era in quel momento, ma mentre salivano non aveva notato nessuno di sospetto. Se però lei era ferita o era stata picchiata era meglio portarla a fare un controllo, non si può mai sapere.

"Siete entrambi molto gentili ma non serve, dico sul serio, vi ringrazio."



Cuscino

"Caro, fermati a dormire qui da noi, è troppo pericoloso se torni a casa da solo con questo tempaccio. Puoi dormire in stanza con Guan Shan, vero?"

Fuori stava imperversando una vera e propria tempesta e, anche se Mo lo avrebbe volentieri spedito a casa a calci in culo, non poteva o si sarebbe sentito leggermente in colpa.

"Certo che non può dormire in camera mia, mamma!"

Cercò di sottolineare il non, ma evidentemente non venne recepito né dal coetaneo, né dalla madre. Non voleva dividere il letto con lui, perché diavolo doveva? Non era possibile.

Sbuffò e lo portò in camera sua, preparandogli il materasso sul pavimento.

"Non sono comodo a dormire sul pavimento piccolo Mo. Fammi dormire nel letto con te. Non mordo, te lo posso assicurare."

Tian sapeva più che bene che per il rosso la cosa non andava affatto bene, ma non voleva affatto dormire scomodo, per quanto un materasso o un futon gli avrebbe impedito di dormire direttamente a terra.

"Non esiste, sognatelo."

Mo per enfatizzare prese il cuscino e glielo buttò in faccia, colpendolo senza forza alcuna, ma Tian ghignò.

"Vuoi forse sfidarmi a una battaglia di cuscini? Accetto."

Per enfatizzare le parole che gli aveva appena rivolto si portò sul letto e lo colpì più volte con il cuscino che aveva in mano, mentre il rosso cercava di parare i colpi con le mani. Scivolò giù dal letto e recuperò un secondo cuscino, con cui finalmente fu in grado di rispondere ai colpi di Tian. Dovevano mettersi a dormire, ma chi ne aveva voglia? Picchiarlo in quel modo era molto divertente oltre che stancante: si sarebbe addormentato in pochissimo tempo, dimenticandosi della presenza dell'altro nella stessa stanza.

All'improvviso Mo si ritrovò sotto di lui e Tian si limitò a mettersi comodo, sorridendo trionfante.

19 days, tianshan

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