Titolo: There is a light (that never goes out)
Personaggi: Homura Akemi/Mami Tomoe
Genere: Romantico
Avvertimenti: Shoujo ai
Tipologia: Flashfiction
Wordcount: 612
Rating: PG 13/Giallo
Note: Per la Staffetta in Piscina, il Santa Fest e la 500 themes.
Mami.
Mami, Mami, Mami.
È un suono dolce, delicato, morbido. Sono costretta a unire le labbra per pronunciare il tuo nome.
Mami, occhi luminosi e un consiglio sempre sulle labbra.
Mi sono convinta che questa volta non sarei tornata indietro: avevo te, tutto il resto poteva scomparire. La notte di Walpurgis era solo una paura lontana - ancora una volta.
Mami - una farfalla.
Ti ho chiesto perché. Hai riso e ti sei sfiorata i capelli con le dita. Le tue mani sono piccole e bianche; quelle di un’amante, non di un guerriera. È quello che sei davvero, ma io l’ho capito troppo tardi.
Ti avvicini a me e ridi. Lasci che le tue labbra scoprano i denti - dovresti farlo più spesso, hai un sorriso splendido. Mi togli gli occhiali e mi baci, come fanno le ragazze grandi. È un bacio piccolo e leggero, una piuma - come te - una farfalla che vola via.
Mi guardi come se stessi aspettando qualcosa. “Le trecce, Homura-chan,” sussurri al mio orecchio.
“Va bene.” Le sciolgo, lascio i capelli liberi di prendere vita sotto le tue carezze. Dici sempre che sei l’unica che mi può vedere così. Pensi che io sia bella. Mi fai sentire speciale, amata, splendida.
Mami. Un grido, lacrime che scorrono lungo le guance. Devo tornare indietro, anche se questo significherà perdere ciò che sei stata per me in queste poche settimane.
“Tu lo sapevi?” mi chiedi una volta. Ti guardo confusa. “Che diventeremo streghe,” continua.
“No, certo che no.”
“Se potessi tornare indietro, decideresti di essere una Puella Magi comunque?”
“Io sì. È Madoka che devo salvare.”
Mami, non capisci. Dici che è il nostro destino, non possiamo farci niente. Madoka diventerà la più potente delle Puellae Magi e poi delle streghe.
“Ma io la fermerò, Mami. Non importa quante volte dovrò tornare indietro.”
Annuisci. Non sembri molto convinta.
“Com’ero io?”
“Ogni volta sei diversa. È la prima volta che hai questo tatuaggio.”
“Oh.” Tocchi con la mano destra la piccola farfalla sulla schiena. “Non l’avrei mai detto. Ormai è parte di me.”
“Perché proprio una farfalla?” ti chiedo di nuovo.
“Non lo so. Perché è bella, però devi fare attenzione. Potrebbe volare via da un momento all’altro.”
“Sei tu,” ti sussurro, “ma io non ti lascerò andare.” È il nostro ultimo bacio.
Abbiamo dormito insieme soltanto due notti - poche ore, rubate al nostro dovere. Mi piace il modo in cui mi stringi, mi baci, mi fai sentire al sicuro. Quando sono con te mi sento protetta. So che non devo avere paura del buio, perché tu sei con me.
Mi mancano i tuoi capelli. Mi manca passare la mano tra le onde dei tuoi boccoli biondi. Quando ti ho chiesto se potessi averne una ciocca hai riso e detto di no, ma poi hai cambiato idea. È tutto quello che ho di te: una ciocca di capelli e un cuore spezzato. Ho promesso che l’avrei portata con me ogni momento - e l’ho fatto. Quando devo tornare indietro ancora una volta stringo i tuoi capelli tra le dita e mi sembra che tu - sì, tu, non le mille altre Mami - sia ancora con me.
Senza di te non so dove sarei. Mi hai insegnato tutto quello che so. Combattere, amare, tornare indietro e combattere di nuovo. Non credo che potrei continuare a farlo, se non avessi la speranza che mi hai donato tu, Mami - sguardo attento, luce dei miei occhi. Mami, luminosa come il sole che compare dietro le nuvole dopo una giornata di pioggia.
Mami, ti devo dire addio. Madoka è morta - ho fatto di tutto per impedirlo, abbiamo fatto l’impossibile - devo tornare indietro. Serberò il tuo ricordo nel mio cuore per sempre. Sei una luce che non si spegnerà mai, nemmeno nelle notti più scure.