ATTENZIONE! Post a rating R, riferimenti a pratiche esplicite
Come tutti dovrebbero sapere,alla base della comunicazione si trova il linguaggio, sia esso verbale o meno.
Come scrittori, quello a cui diamo più peso è quello verbale, perciò è da questo che partirò per spiegare il significato dei termini in modo che vengano utilizzati correttamente.
1 - TERMINOLOGIA
Innanzitutto: che vuol dire BDSM?
BDSM è l’acronimo per 3 coppie di pratiche: Bondage&Discipline, Domination&Submission, Sadism&Masochism.
Ognuna di queste coppie non è nettamente divisa dalle altre poiché non hanno confini chiari dove finisce una e inizia l’altra, anzi, sono state unite in questo modo proprio per simboleggiare il loro stretto rapporto.
Ma andiamo con ordine:
- Bondage: l’arte del limitare il movimento e talvolta immobilizzare qualcuno. Consiste nella pratica di costringere qualcuno con corde, lacci, catene e chi più ne ha più ne metta. Si va da posizioni e legami semplici (come l’ammanettamento alla testata del letto) a posizioni molto più complicate con nomi specifici (ad esempio uno shibari
);
- Discipline: la disciplina. Consiste nell’insegnare i comportamenti corretti e quelli errati a qualcuno, in modo che diventi il più “perfetto” possibile. Durante l’insegnamento generalmente vengono utilizzate punizioni (a discrezione dell’educatore anche premi) come metodi educativi;
- Domination&Submission: dominazione e sottomissione. Uno non può prescindere dall’altro, per questo vengono sempre trattati in coppia. Come è logico, un/a Dominante “comanda” il/la sottomesso/a e ha il potere di fargli (nei limiti consentiti) tutto ciò che vuole, che sia fargli/le indossare un grembiulino e lavare i piatti o legarlo/a al letto e sculacciarlo/a;
- Sadism&Masochism: sadismo e masochismo. Anche in questo caso, non può esserci uno senza l’altro (all’interno del BDSM). Il sadismo è godere del dolore altrui, mentre in controparte il masochismo è godere del proprio dolore. Di conseguenza, a un sadico, per esempio, piacerà sculacciare un masochista, che a sua volta proverà piacere nell’essere sculacciato.
Questi quattro punti li ho spiegati per primi in quanto sono i pilastri che reggono questa realtà.
Dopo questi, per comodità, segue un ordine alfabetico dei termini più importanti seguiti da una breve spiegazione, a mo’ di dizionario.
- Aftercare: è il momento, dopo la fine di una scena, in cui i Dom si assicurano che tutti i participanti stiano bene e aiutano chi ne ha bisogno a riprendersi;
- Ageplay: gioco dell’età. I partecipanti fingono che almeno uno di loro sia un bambino, la cui età può andare da pochi mesi ad alcuni anni;
- Body Worship: adorazione del corpo. È una pratica molto intima, che un sub deve guadagnarsi attraverso fedeltà e obbedienza;
- Branding: è la procedura attraverso cui un/a Dom marchia (brand) il/la sub come sua proprietà;
- Collaring: è una cerimonia molto importante in cui il sub riceve dal/la proprio/a Dom il collare, simbolo per eccellenza di appartenenza;
- Dresscode: il codice per i vestiti. Principalmente nei locali e nei ritrovi, c’è un codice di vestiti accettabili e quindi che si possono indossare. È come per le feste in maschera, se il tema è i pirati non puoi vestirti da cowboy;
- Dungeon Monitor: essenzialmente, è il buttafuori. È una persona che controlla che nel locale vada tutto bene e mantiene l’ordine dove ce n’è bisogno;
- Edgeplay: giochi sul limite. Sono delle pratiche particolari che possono essere molto pericolose (soffocamento, sanguinamento) e di conseguenza praticate solo da pochi. Questi edgeplay non rispondono a SSC, ma a RACK;
- Fetish: passione, che può sfociare nell’ossessione, per un certo oggetto o una certa pratica;
- Goreani: sottogenere del BDSM basato sui romanzi ambientati a Gor di John Norman;
- Kink: termine per definire le pratiche “non tradizionali”, come appunto quelle del BDSM;
- Limiti: possono essere di natura fisica o psicologica, infrangibili o superabili in certe condizioni. Tutti hanno il diritto di averne;
- Master&Slave: questi e tutti i possibili sostituti sono appellativi che vengono usati più spesso nell’ambito di un rapporto duraturo che di un rapporto occasionale;
- Pissing/Watersport: pratica che coinvolge l’urinare addosso o in bocca a qualcuno;
- RACK: Risk Aware Consensual Kink. Kink Consensuale a Rischio Noto. Come sempre, il consensuale non può mancare, ma invece di essere sicuro e sano è a rischio noto. I partecipanti sanno esattamente cosa rischiano e si comportano di conseguenza per ridurre tali rischi al minimo;
- Rapeplay (chiamato anche Ravishment Play): gioco dello stupro. Al contrario degli altri roleplay, su questo ci sono fior fior di dibattiti. Alcuni lo considerano un normale roleplay, altri un edgeplay;
- Roleplay: giochi di ruolo. Sono scene in cui i participanti recitano una parte concordata (insegnante e allievo, padrone e cameriera…);
- Safeword: parola di sicurezza. È un termine o un gesto che permette a ogni partecipante di fermare la scena e tirarsene fuori;
- Scat: pratica che coinvolgere il defecare addosso o in bocca a qualcuno;
- Sensation Play: giochi delle sensazioni. Si tratta di giochi in cui i sensi vengono manipolati in diversi modi (ad esempio con le differenze di temperatura);
- SSC: Safe, Sane and Consensual. È la regola base di ogni tipico rapporto BDSM, cioè sicuro, sano e consensuale;
- Subspace: è un luogo mentale che il sub può raggiungere durante le scene che lo estrania parzialmente o totalmente da quello che sta succedendo;
- Top/Dom, bottom/sub, switch: sono diversi ruoli che possono essere assunti;
- Trampling: è la pratica di camminare addosso a qualcuno. Si può fare a piedi nudi o con addosso le scarpe. Le Dom più esperte possono usare i tacchi a spillo, ma solo sulla schiena per evitare danni ai tessuti molli;
- Vanilla: è il termine utilizzato per definire i rapporti tradizionali, poiché la vaniglia ha un gusto e un profumo delicato.
A seconda delle persone, ci si può riferire al proprio partner con soprannomi (ad esempio un Dominante viene chiamato Sir) e c’è chi utilizza un linguaggio servile (o di comando, in base al ruolo che ha) e chi non utilizza un linguaggio diverso dal solito.
Altrettanto importante e non trascurabile, è il linguaggio non verbale, costituito da simboli, gesti e atteggiamenti.
Poiché i gesti e gli atteggiamenti sono universali indipendentemente dal contesto, tratterò solo i simboli.
2 - SIMBOLISMO
- Trischele:
Si tratta di un simbolo celtico modificato appositamente, da cui prende il nome. Ha una certa diffusione, in particolare online;
- Anello d’O:
Tratto dal romanzo “Histoire d’O”, in cui la protagonista riceve questo anello come segno di servitù;
- Bandiera dei Leather Pride:
Così come la comunità LGBT ha la sua bandiera, anche la comunità BDSM ne ha una da sventolare durante la manifestazione equivalente al Gay Pride detta appunto Leather Pride;
- Collare:
Simbolo di appartenenza per eccezione, i sub lo indossano con orgoglio;
- Frusta:
E’ il simbolo di dominazione più conosciuto, definibile un classico del BDSM. Va maneggiata con cura e solo da persone esperte;
- Abiti di pelle, PVC, latex o rubber:
Il cuoio ha sempre avuto il suo fascino, per il suo modo di avvolgere il corpo, morbidamente ed esaltandone le curve. I suoi cugini sintetici l’hanno in larga parte sostituito principalmente per via del loro prezzo molto inferiore;
- Dresscode:
Come ho già scritto sopra, è il codice di vestiario. Lo inserisco anche nel linguaggio non verbale perché è uno dei modi per riconoscere gli ambienti BDSM e i loro partecipanti.
Il dresscode non serve solo a far piacere alla vista, ma è anche un modo per riconoscersi, esaltare la scena del locale o della manifestazione, sentirsi a proprio agio in mezzo ad altri vestiti col tuo stesso stile. Fa anche sentire protetti, perché nessuno giudica pazzo o malato qualcun altro, all’interno di questi luoghi di ritrovo, perciò nessuno può fare del male fisico o psicologico, ad esempio tramite ricatto.
Il dresscode non significa che bisogna per forza essere vestiti, anzi: la nudità davanti a molti spettatori è molto umiliante, perciò diversi sub, anche venendo vestiti, potrebbero ritrovarsi nudi ad un certo punto;
- Hanky code:
Hanky sta per handkerchief, cioè fazzoletto. Letteralmente significa codice dei fazzoletti ed è piuttosto diffuso. In base al colore e alla posizione ha un significato diverso. Ad esempio, un fazzoletto posto sul lato sinistro del corpo (o legato attorno al collo col nodo verso destra) significa che nella pratica simboleggiata dal colore del fazzoletto, chi lo porta è un dominante. Se si trova sul lato destro, al contrario, chi lo porta è un sottomesso.
Ogni colore o tipo di fantasia simboleggia una pratica precisa: ad esempio, il blu sta a simboleggiare il sesso anale.
(collegamento alla tabella di wikipedia inglese) Questa tabellina in inglese raccoglie molti dei colori e del loro significato, se volete una traduzione potete tranquillamente chiedere.
Queste sono le basi della terminologia e del simbolismo del BDSM, fatene buon uso e se avete bisogno di chiarimenti basta chiedere, io e
tommykaine siamo a disposizione.