Pairing: Andrea Stramaccioni/Antonio Cassano
Rating:Verde,verdissiiiiimo.
Note: AU!pre-slash
Non ho idea di come mi sia uscita,Andrea è un ligio direttore di banca e Antonio è un panettiere che sogna di diventare calciatore
Andrea Stramaccioni ha sempre avuto una vita apparentemente perfetta,un lavoro gratificante,una bella moglie con tutte le curve al posto giusto e una casa grande e accogliente.Certo, la carriera di un direttore di banca non è proprio la più emozionante, ma non poteva lamentarsi, a soli trentasette anni aveva raggiunto il posto di dirigente, e pochi possono vantarsi di aver raggiunto questo traguardo così giovani.Fin dall'adolescenza la vita di Andrea fu...come dire...regolare, il liceo classico, l''università, la laurea, il lavoro e il matrimonio.Tutto sui binari, mai un errore.
Antonio Cassano aveva una vita un po' sbandata, voleva fare il calciatore,aveva sempre voluto farlo. Nonstante l'età che aveva, perchè insomma, a trent'anni non sei più un bambino, non gli importava di molte cose a parte il calcio.Antonio faceva il panettiere "un lavoro di passaggio" diceva lui, che però andava avanti da sei anni ormai.Si alzava alle quattro per andare al panificio, stravolto perchè la sera prima aveva passato due ore al campetto ad umiliare i suoi amici e poi poco altro.
La mattina alle otto Andrea doveva sempre essere già in macchina con la sua giacca e la sua cravatta ben stirate e se trovava traffico gli partivan le peggio ingiurie, Antonio usciva per consegnare il pane fra uno sbadiglio e l'altro e così i giorni trascorrevano tranquilli.Ma alcune mattine sono fatte per sconvolgere i piani.
E Andrea si trovò a bestemmiare perchè la tangenziale era piena di turisti e di sicuro sarebbe arrivato in ritardo, non aveva nemmeno bevuto il caffè perciò era davvero intrattabile.
Antonio era stato mandato dal suo capo in banca per lasciare un assegno e stava dividendo l'ascensore con un uomo che aveva la faccia più tesa di una corda -è quasi divertente- pensò Antonio guardandolo ma l'ascensore si bloccò bruscamente.
Il panico.
Andrea lo sapeva che quella sarebbe stata una giornata di merda ma così era davvero troppo, in più l'uomo vicino a lui sembrava così tranquillo! "Bhe?Cosa facciamo?"chiese schiacciando il bottone dell'allarme convulsamente
"Niente,aspettiamo"
"No,forse lei non ha capito ma io non posso perdere una mattinata qui!"sbraitò Andrea inferocito.
"Calma!Le mattine non servono a niente!Comunque piacere,Antonio"disse allungando la mano,Andrea voleva strozzarlo "Io sono Andrea e ho da lavorare!"
"Anchio devo lavorare,ma così ho una valida scusa per non farlo-si sedette sul pavimento indicando lo spazio vicino a se- si sieda dotto' che qui la vedo lunga!"
Andrea si passò le mani sul viso e scivolò a terra sbuffando disperato,Antonio lo guardò con un sorrisino "Dovrebbe allentare la cravatta e respirare un po', perchè sennò le viene un ictus"
"Ma a lei non frega davvero niente?"
"La prego,mi dia del tu,comunque di tante cose mi importa,solo non di queste,e vede io vivo meglio di lei,mi dica,quand'è l'ultima volta che si è levato la giacca e si è lasciato andare"
Andrea si voltò e lo guardò per la prima volta seriamente,aveva i lineamenti duri,i capelli a spazzola castani,un piumino,dei jeans e le orecchie bucate da due orecchini abbastanza pacchiani a suo avviso, insomma era tutto il suo opposto; e alla fine Andrea neanche rispose, perchè davvero non se lo ricordava.
Antonio gli si posizionò davanti e lo fissò dritto negli occhi: "Dimmi se indovino...non sei un impiegato, a loro non frega così tanto del lavoro, stai pensando che senza di te l'ufficio sarà nel caos, la tua segretaria disperata e le quote della borsa in caduta..-Andrea annuì- invece quando arriverai sarà tutto in ordine e tu ti sei stressato per niente"
"Non capisci,io sono il direttore di questa banca!" rispose Andrea scuotendosì dal trans,gli occhi del ragazzo lo avevano ipnotizzato
"E quindi?"
"Quindi...quin"cercò di controbattere Andrea
"Quindi niente,-si avvicinò all''altro e gli allentò la cravatta-calmati e rilassati,c'è qualcosa che ti piace,una passione qualcosa?"
"Io..bho il calcio?"
"Vedi che abbiamo qualcosa in comune allora!"
Iniziarono a chiaccherare, a ridere e Andrea non si sentiva così libero da anni, quel ragazzo così strano lo faceva sentire completamente a suo agio e nemmeno lui sapeva spiegarsi il perchè, in più lo trovava bello, bello a modo suo, non esteticamente, ma nella sua interezza.
Il ding dell'ascensore li riportò alla realtà, la corsa riprese e i due si alzarono, le porte si aprirono rivelando una segretaria visibilmente preoccupata "Direttore sta bene!?"
Andrea annuì e la liquidò con un cenno.
"Bhe direi che è tutto apposto no?" disse il ragazzo aggiustandosi la sciarpa
"Si,si bhe"rispose Andrea imbarazzato
Antonio gli si avvicinò e gli sistemò la cravatta riannodandola adeguatamente e Andrea voleva morire, perchè il respiro di quel ragazzo sul collo e le mani che lo sfioravano erano troppo da sopportare.
Antonio fece un cenno con la mano e si voltò per andarsene
"Aspetta....ti andrebbe di andare a prendere un caffè?"
Il ragazzo si voltò e gli sorrise divertito "E il lavoro?"
"Può aspettare, le mattine non servono a niente"