Titolo: Rompicapo
Autore:
xel1980 (Illustrazione di
laurazel ♥)
Fandom: Sherlock Holmes
Personaggi: Sherlock Holmes, John H. Watson
Pairing: Nessuno
Rating: PG
Genere: Oddei, non lo so! xD
Beta:
laurazelParole: 682
Note: Scritta per il February Challenge di
holmes_ita. Da collocarsi durante STUD, all'inizio del Capitolo 2, all'incirca. Liberamente ispirata alla prima puntata della serie TV Russa (che consiglio sempre a tutti).
Riassunto: Una mattina decisi di seguirlo.
Disclaimer: Ovviamente Holmes e Watson sono del grande Conan Doyle...
Una mattina decisi di seguirlo.
Iniziavo a sentirmi meglio e il restare rinchiuso da solo, nel nostro nuovo e ancora non del tutto familiare appartamento, stava diventando piuttosto opprimente.
Il mio coinquilino, intanto, era già diventato a tutti gli effetti il mio rompicapo preferito, e decisi quindi di scoprire qualcosa in più su di lui.
Ammetto, pur vergognandomene, che nei giorni precedenti, approfittando della sua assenza, non ero riuscito a trattenermi dal frugare fra le sue carte: l'intento ancora quello di capire quale fosse il suo mestiere. Avrei certo potuto domandarglielo, del resto la conversazione con il mio compagno non era mai troppo difficile, ma la mia riservatezza me lo impediva.
Onestamente, poi, era più divertente scoprirlo da solo.
Quello che trovai in quei registri, però, non mi fu di molto conforto: ritagli, rapporti scritti a mano, fotografie di strani brutti ceffi: in quelle pagine c'era forse l'intero scibile criminale d'Inghilterra, e non solo. Il sospetto che potesse usare quegli insegnamenti a fini criminali egli stesso, si insinuava troppo spesso nella mia mente, tenendomi sveglio per ore ad ascoltare nel silenzio i suoi spostamenti all'interno dell'appartamento, come se da un momento all'altro potesse saltar fuori dal buio e soffocarmi con un cuscino perché sapevo troppo!
La mattina in genere ridevo di me stesso per aver anche solo immaginato qualcosa di simile, ma per evitare che quel remoto sospetto mi perseguitasse nel sonno più dei ricordi di guerra, quella mattina mi svegliai di buon ora e mi approntai per uscire al suo seguito.
Adottai tutta la cautela tipica del mio addestramento militare e mi limitai ad appostarmi a distanza nell'osservarlo. Lo vidi comprare il giornale del mattino da uno strillone, fermarsi circa mezz'ora dal barbiere, prendere un caffè al bar, parlare con dei ragazzini disadattati (ai quali, ritengo, abbia fatto anche l'elemosina) e poi recarsi con passo moderatamente lento verso Soho, fischiettando e canticchiando fra sé. Niente che non si addicesse ad un gentiluomo.
Una volta lì, però, si fermò a parlare con diversa gente dal dubbio aspetto (donne di strada, energumeni con la faccia segnata da cicatrici), entrò ed uscì da banchi di pegno, misere botteghe artigiane, pub mal frequentati, sottoscala fatiscenti, fumerie d'oppio e più di una volta mi sembrò fosse anche sul punto di scoprirmi, così che, quando il mio fisico provato non riuscì più a tollerare la tensione e il senso di colpa, rinunciai a proseguire; fermai una vettura di piazza e mi feci riportare alla svelta a casa.
Nel tragitto ebbi modo di ripensare alla recente passeggiata e agli strani conoscenti del mio coinquilino Sherlock Holmes e, ahimè, si fece più solida nella mia mente l'immagine dell'insospettabile e geniale criminale, che gli si addiceva in modo davvero inquietante, ma la scacciai via ancora una volta, archiviandola come il frutto della mia romanzesca e frustrata immaginazione.
Quando il mio misterioso compagno rincasò, una mezz'ora dopo di me, io ero rinchiuso nella mia stanza a fingere di dormire, come ero uso fare, fino a tardi.
Quando ne venni fuori, trovai Holmes seduto su quella che era già la sua poltrona, le ginocchia al petto e il giornale aperto davanti agli occhi. “Buongiorno, signor Holmes.” gli dissi.
“Buongiorno, dottore.” rispose lui, senza staccare gli occhi dai caratteri stampati “Le è piaciuto quello che ha visto, oggi?” aggiunse.
Mi irrigidii, ma mantenni il mio contegno. “Mi sono svegliato ora, in verità.” risposi.
Lui mi guardò con un sorriso sarcastico. “In tal caso, ben svegliato!” e tornò alla lettura.
Oh, accidenti. Se n'era di certo accorto.
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Dopo aver frugato nei miei archivi (con molta cura nel riporre tutto approssimativamente dov'era), il dottor Watson ha pensato bene di pedinarmi, questa mattina. Ho deciso di camminare piano per permettergli di tenere il passo, ma a causa di questo diversivo, non sono riuscito a incontrare un testimone chiave che cercavo da giorni. In un altro caso sarei stato molto nervoso al riguardo, ma trovo la curiosità del dottore così stranamente gratificante che invece spero di riuscire a coinvolgerlo presto nella mia attività. Potrei fare di lui un collaboratore, o chissà, forse un apprendista.
Scusate, ma che bello è questo disegno? (>o<) La mia fic inutile non se lo meritava! (>o<)