Traduzione: La stanza vuota [J2] - 3/9 (part 2)

Dec 19, 2011 22:02

Titolo: The Empty Room - La stanza vuota 
Autore: germanjj
Genere: RPS, Angst (tanto, tantissimo angst), Drama, hurt/comfort
Pairing e personaggi: Jensen/Jared (J2), Chad M. Murray, Michael Rosenbaum, Tom Welling in questo capitolo.
Rating: NC17
Warning: slash (ma no, ma davvero?), bottom!Jared

parte 1
- capitolo 3 (parte 2) - Jared nemmeno sapeva perché era lì. Non conosceva questi tizi. Eccetto l’aver girato qualche volta con Tom e una strana visita all’ospedale da entrambi quando ancora era…non del tutto in sé, non erano mai usciti insieme o parlato molto.
Ma Jared si ritrovò comunque sul divano di Tom, a prendersi cura della sua terza o quarta o quinta birra a giocare ad Halo contro Mike, che commentava ogni mossa e gli urlava contro come un pazzo. Si ritrovò a divertirsi. A sentirsi bene.
«Hey, ti ho portato un’altra birra» Tom interruppe Jared per un momento e lui si allungò e prese la bottiglia che gli veniva offerta.
«Mike?» chiamò Tom, ma Mike non alzò lo sguardo, la lingua fuori dalla bocca in un gesto di concentrazione.
«Mettila sul tavolo.»
Cercando di vedere lo schermo attraverso i movimenti agitati di Mike, ‘è peggio di me’ pensò Jared, entrambi alzarono lo sguardo verso Tom quando lui non si mosse.
«Hm» fece, con un’espressione pensierosa.
«Che c’è, Tommy? Hai dimenticato come si fa a portare la bottiglia alla bocca?» disse Mike con un ghigno.
«Ho portato quattro bottiglie.» rispose Tom e aggiunse «ma noi siamo solo in tre.»
«Gesù» fece Mike, mentre Jared iniziava a ridere «a volte la tua intelligenza mi spaventa.»
Mike sembrava serio e Tom gli stava lanciando uno sguardo feroce, mentre Jared gettò la testa all’indietro e rise come se fosse la cosa più buffa che avesse mai sentito. Non riusciva a ricordare l’ultima volta che si era divertito così tanto. Sapeva che era ingiusto e cattivo nei confronti di Chad, ma Chad sembrava sempre così preoccupato nelle ultime settimane e Jared si sentì finalmente libero di respirare per un momento.
«Dai, Rosey, continuiamo con il gioco» disse a Mike, riprendendo posizione.
«Rosey?» chiese Mike con un sopracciglio alzato.«Bello, da dove diavolo ti è uscito quel nome?»
Per un breve secondo Jared ebbe paura di aver oltrepassato qualcosa, ma poi Mike sorrise e batté un colpo sul ginocchio di Jared. «Puoi assolutamente chiamarmi come vuoi, stronzetto. Okay, continuiamo con questo e poi ti mostro come prendere a calci qualche culo. Tom, mi blocchi la visuale, bello!»

~

«Pssshht» fa, tirandomi il colletto e il suo sorriso è così luminoso che i suoi occhi scintillano e posso vedere come prova a non ridacchiare ed è la cosa più tenera e ridicola che abbia mai visto.
«Rosey ci ucciderà quando si sveglia, bello. Non posso credere che abbia continuato a dormire mentre gli veniva rasata la testa.» Si morde la lingua e mi trascina giù per il corridoio. Non so nemmeno dove vuole che andiamo, forse solo via dal salotto dove Mike è praticamente svenuto sul divano. Con la testa pelata. Di nuovo.
Rido con lui più piano che posso, poi scontriamo una cassettiera o qualcos’altro che è in mezzo all’entrata e quando gli vado addosso, non faccio altro che alzare il braccio e trascinarlo in un abbraccio. Lui non mi spinge via e non dice niente, anzi ricambia l’abbraccio e lascia andare un sospiro.
Lo sento tutto intorno a me. Il suo caldo, familiare profumo nel naso e il suo petto mi tocca con ogni minuscolo movimento, ad ogni risatina, con ogni battito del suo cuore.
È così bello che voglio accoccolarmi di più, seppellire il mio viso nel suo collo e stringerlo per sempre.
È un pensiero strano e dovrebbe spaventarmi ma tutto quello a cui riesco a pensare è quanto sto bene nelle sue braccia. Finché non si muove. Più vicino.
Sposta la mano sulla mia vita, solo un po’, ma la mia maglietta si alza e la sua mano ci si infila sotto: un tocco caldo sulla mia pelle.
Prendo un respiro profondo, nemmeno consapevole del brivido che corre su per il mio corpo finchè non lo sento andare avanti.
Posso sentire il mio cuore pompare così forte che sono sicuro lo senta anche lui.
Sono bloccato. Completamente bloccato sul posto, trattengo il respiro.
Si muove ancora.
Così lentamente che posso sentire ogni centimetro della sua pelle calda e ispida scivolare contro la mia guancia. Il suo cuore corre come il mio e lui prende respiri profondi e ognuno di questi mi sfiora la pelle e mi fa il solletico.
Le sue labbra mi solleticano la guancia e gli occhi chiusi.
Sta a lui ora fare la prima mossa, deve essere così perché io sono terrorizzato. È un uomo, un uomo cazzo, e il mio migliore amico e … dio, voglio che lo faccia. Desidero che faccia tutto ciò che vuole.
E lo fa. Si sposta ancora qualche centimetro finché le sue labbra soffici e piene accarezzano le mie.

Stiamo così per dio solo sa quanto, entrambi sorpresi, entrambi shockati da quello che stiamo facendo. Le nostre labbra si stanno solo toccando, niente di più.
Ma poi lui preme di più. Nemmeno un centimetro, solo un piccolo movimento e preme le sue labbra contro le mie. Un leggero gemito sfugge alla sua gola e posso sentirlo vibrare attraverso il mio corpo e non è ne più ne un bacio maledettamente reale.
So che non sto reagendo, non sto reagendo in nessun modo e forse dovrei, forse dovrei mostrargli che va bene, che è quello che voglio. Ma non ci riesco. Il mio corpo e la mia mente sono sconnessi e non riesco ancora a passare oltre al fatto che mi ha appena baciato e che io lo volevo.
Così rompe il contatto e fa un piccolo passo indietro. Non tanto, i nostri nasi si stanno comunque quasi toccando, poi alza gli occhi per incontrare i miei e se non sapessi da prima di essere innamorato di lui, lo saprei adesso.
I suoi occhi mi dicono tutto. La paura, la confusione, la voglia, l’amore. I suoi cercano una reazione nei miei e io voglio dire qualcosa, lo voglio, ma poi arriva un urlo dal salotto e non ne ho l’occasione.

~
Jared aprì gli occhi e non sapeva se l’urlo era stato nel sogno o se arrivava da Mike lì, nella realtà, Mike che stava sul divano e gli urlava contro.
Jared non riusciva a sentirlo. Ma poteva vedere la sua bocca muoversi, la sua faccia rossa e spaventata e confusa. Tom era al suo fianco, spostando occhiate da Mike a Jared e viceversa. Aveva un telefono stretto in mano, chiaramente pronto a chiamare aiuto.
«Jared! Jared!» furono le prime parole che riuscirono ad arrivargli.
«Sto bene.» rispose, sapendo che probabilmente era una cosa stupida da dire dopo tutto questo.
«Fanculo!» gli urlò Mike ma Jared avrebbe giurato che era più che altro sollievo.
«Mi dispiace, mi sono addormentato» spiegò debolmente.
Tom e Mike si scambiarono un’occhiata scettica.
«Bello, per un secondo, ho pensato che avremmo dovuto portarti all’ospedale di nuovo.» gli disse Mike.
«Già, per la seconda volta cazzo! Abbiamo provato a svegliarti per gli ultimi minuti. Non sembrava nemmeno che respirassi.»
Jared si limitò ad annuire. Certo che respirava. Lo faceva sempre. Svegliarsi dai sogni non lo uccideva davvero. Faceva solo male. Faceva male così tanto.
«Vado a casa.» Jared si alzò dal divano, barcollando un po’ per essersi alzato così in fretta.
«Sicuro che non vuoi vedere un dottore?» Tom gli parlò per la prima volta da quando si era svegliato. «Tanto per essere sicuri, amico.»
Jared scosse la testa, dirigendosi verso le sue scarpe. «Nah, amico, sono solo affaticato. Ho solo bisogno di tornare a casa e nel mio letto, tutto qui.»
«Non penso sia una buona idea» disse Mike e per essere piuttosto ubriaco, suonò sorprendentemente sobrio. «Penso davvero che dovresti stare qui fino a domattina.»
A Jared era chiaro che Mike e Tom erano veramente preoccupati per lui.
‘E non mi conoscono nemmeno bene’ pensò di nuovo.
«No, amico. Grazie davvero. Ma voglio solo andare a casa.» E detto questo fu fuori di casa, il cellulare in mano per chiamare un taxi prima ancora che la porta dietro di lui si chiudesse.

Jared irruppe nel corridoio, i suoi cani lo salutarono felici ma sentirono subito che qualcosa non andava con il loro papà. Li accarezzò dolcemente, prima Sadie, poi Harley, e poi si tolse le scarpe distrattamente e buttò la giacca in un angolo.
Aveva già fatto tre gradini quando improvvisamente si fermò.
Senza pensarci, senza pensare a niente in realtà, tornò giù e aprì la porta della stanza vuota. Harley e Sadie furono da lui in un secondo, erano già corsi dentro mentre Jared ancora esitava.
Prendendo un respiro profondo seguì i suoi cani ed entrò nella stanza.
Sembrò…diversa. Almeno diversa dalle altre stanze in quella casa. Come se qualcosa che avrebbe dovuto essere lì dentro semplicemente…non ci fosse.
Jared si sedette sul pavimento, proprio nel mezzo, così da poter vedere fuori dalla porta e non molto tempo dopo, Sadie si accucciò alla sua sinistra, Harley alla sua destra.
Come se lo stessero proteggendo.
Come se sapessero che si sentiva perso e solo.

L’improvviso rumore della suoneria scosse tutti e tre.
Jared sentì incredibilmente in colpa quando controllò il numero sul display e scoprì che era Chad.
«Jared, sono io.» disse la voce bassa dall’altro capo.
«Hey» rispose Jared debolmente.
«Ascolta, amico, sono stato un coglione.Intendo uno stupido, davvero davvero stupido, coglione.Ora possiamo saltare il punto in cui io mi scuso e tu ti scusi e mi dici cosa diavolo ti sta succedendo? Michael Rosenbaum mi ha appena chiamato, amico! Rosenbaum! Non lo conosco nemmeno quel tizio! Non riesco nemmeno ad immaginare come abbia avuto il mio numero.»
«Chad, io…» Jared stava cercando le parole adatte, stava cercando di trovare un modo per spiegare questo casino.
«Jared, bello, dai. Mi stai spaventando, amico.»
Lui prese un repiro profondo, chiuse gli occhi e si sdraiò sul pavimento. «Non è il mio migliore amico,» iniziò Jared, sapendo che Chad avrebbe capito di chi stava parlando. «Non è per niente solo un amico. Lui è il mio…lui è…io sono…»
«Cos’è? Il tuo amante? Il tuo ragazzo?» La voce di Chad suonò diversa.
«Sì…forse?»
Ci fu una lunga pausa finchè Chad finalmente disse qualcosa.
«Vuoi che lo sia?»
«Sì. Assolutamente.»
«Bello, pensi davvero che avrei problemi se tu tutto d’un tratto cominciassi a leccare dei cazzi?» replicò Chad, sembrando davvero offeso. «E dai, dammi un po’ di fiducia!»
Jared sospirò e si passò la mano sul viso. «Non lo so. Dio, non so più niente. Mi sono innamorato di un ragazzo che è in un dannato sogno, Chad. In un sogno! Non potrò mai e poi mai averlo!»
Chad si schiarì la voce «JT, per la cronaca? Farò finta di non aver mai detto quello che sto per dire.» Jared poté sentirlo prendere un respiro profondo e se non si fosse sentito così vulnerabile e perso e…strano in quel momento, avrebbe riso per il modo in cui Chad si sentiva così imbarazzato a parlare di sentimenti.
«Jared, tu sei un ragazzo fantastico. E forse anche attraente. Non lo so perché a me piacciono solo le tette, e tante. Puoi avere ogni ragazzo gay là fuori e forse anche un paio di etero. Avrai il tuo ‘e vissero felici e contenti‘ che stai sognando da anni. Credimi.»
Jared sorrise e desiderò di essere tutto affettuoso e poter abbracciare il suo migliore amico come un pazzo.
Solo per metterlo in imbarazzo. Solo per dirgli ‘grazie e anche io ti voglio bene.’
Invece gli disse la verità, quella che giaceva nel suo cuore «Non voglio nessun altro che non sia lui.»
«Jared…» fece Chad, e suonò disperato.
«A volte, vorrei non svegliarmi più.» sussurrò Jared e rabbrividì come se la verità di quelle parole l’avesse colpito. «Così da poter stare con lui per sempre.»
Potè sentire Chad prendere un respiro deciso dall’altra parte.
«Jared, ora tu mi ascolti molto attentamente.» La voce di Chad cambiò così radicalmente che Jared all’improvviso si rese conto che Chad era davvero un attore. Non c’era la minima possibilità che potesse disobbedire a quel tono.
«Tu chiami la tua dogsitter e le dici di prendere i tuoi cani immediatamente. Poi fai le valigie e vai all’aereoporto e prendi il primo volo per L.A.  Non mi interessa quando arrivi, dimmi solo quando atterri e sarò lì. E da adesso fino a quando il tuo culo non è sul mio divano mi chiami ogni ora. Hai capito?»
«Chad, cosa?» Jared si mise seduto, la confusione che gli si leggeva in faccia. Finchè non capì quello di cui stava parlando Chad. «Dio, non voglio farmi del male!»
«Che diavolo devo pensare quando spari certe stronzate?» esplose Chad, «Bello, puoi leggere qualsiasi fottuto libro sul suicidio su questo cazzo di pianeta! Quello che hai appena detto? È il primo segnale che tu stai cercando il prossimo ponte per saltare!»
«No Chad, dio, no!» Jared sentì il senso di colpa scorrergli addosso. Non aveva mai avuto intenzione di preoccupare così tanto il suo amico, non aveva nemmeno pensato a come fosse suonato a Chad quello che avrebbe detto. «Te lo prometto. Ti prometto che non farò mai niente del genere. Chad, per favore credimi, non lo farei mai!»
«Promettimelo.» chiese Chad, un tono duro come la roccia.
«Te lo prometto.» sussurrò Jared, e poi, più forte «Chad ti prometto che farò del male a me stesso di proposito.»
«Bene. Bene.»
Jared rabbrividì al suono della voce di Chad, scossa e senza fiato. E tutto era a causa sua.
«Mi dispiace Chad. Mi dispiace tanto. Sei il mio migliore amico, stai facendo così tanto per me e io sono…Non te lo meriti.»
«Cazzo se non me lo merito.» sparò, suonando un po’ più Chad ora. «Ma ascolta, non stavo scherzando. Dovresti venire qui. Prenderti una pausa dalle riprese. Non stai bene. Dovresti venire qui, prendere un po’ di sole, vedere qualcos’altro invece che la vecchia, piovosa Vancouver.»
Jared non rispose subito. Si guardò intorno nella stanza, niente se non muri vuoti e un pavimento freddo, e la sensazione di non poter lasciare quel posto, lasciarlo in quel momento, lo spaventò.
«Parlerò con Eric» rispose finalmente. «Vediamo cosa dice. Forse posso prendermi un paio di giorni.»

Jensen -

Me lo lascio dietro, tutto rannicchiato su se stesso, che non si muove e fissa il nulla.
Come sta facendo da ore.
È paura quella che mi spinge fuori dalla stanza.
Perché non è Jared là dentro.
C’è qualcosa di così strano in lui, che mi fa tremare le mani mentre afferro la porcellana fredda del lavandino del bagno e le lacrime mi scorrono sul viso.
Ma torno indietro.
E quando avvolgo le braccia intorno a lui e affondo nel suo calore, so che Jared è ancora lì dentro e prego Dio di riaverlo indietro.

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pairing: jared/jensen, actor: jared padalecki, traduzione, actor: jensen ackles, fic: la stanza vuota

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