Eccoci qua alla fine.
4° contest di
harriet_yuuko e io vi propongo una side story sul Sunflower
Harriet_serian Tutti i diritti su Gilly sono riservati, nessun Amir è stato molestato per la realizzazione di questa Fanfic. (anche perchè per farsi molestare da Gilly bisogna essere bravi)
E speriamo di non essere andati troppo OCC.
Violet child
Ombre, vivono in quella città, passano di lì e poi si dileguano, ma a volte si fermano più del necessario, a volte devono aspettare qualcosa, e gli serve un luogo sicuro.
Amir aprì la porta del teatro con un leggero timore, non sapeva perché, ma era convinto che quel luogo meritasse una certa venerazione, o almeno un po' di rispetto, e la cosa lo metteva sempre in ansia quando doveva andarci da solo. Era come se ogni volta il teatro gli volesse comunicare qualche incredibile verità, ma lo faceva con enigmi e strani personaggi. Già, ad ogni spettacolo Amir aveva la sensazione di raccogliere sempre più pezzi di quel pazzesco puzzle, senza tuttavia riuscire a metterne insieme nemmeno uno, e non era nemmeno sicuro che la cosa lo interessasse davvero. Forse tutto quello che voleva era essere lasciato in pace dagli spiriti del teatro, o chi per loro. Sospirò, non era il caso di farsi prendere dallo sconforto di mattina presto, aveva del lavoro da fare e non sarebbero state quelle preoccupazione a impedirgli di compiere il suo dovere.
Si fece strada lungo i camerini controllando che fosse tutto apposto e completò il giro arrivando in platea.
Improvvisamente una strana forma di colore viole attirò la sua attenzione.
Amir si mosse velocemente verso la prima fila al centro per controllare e quello che trovò lo lasciò di stucco.
Una piccola bambina dai capelli viola sedeva in prima fila osservando il palco vuoto, i suoi capelli erano raccolti in due codini tenuti su da dei nastri anch'essi viola, ma più scuri, mentre indossava un vestito color lillà e un paio di scarpette dello stesso colore che dondolavano insieme alle gambe avanti e in dietro come in trepida attesa di qualcosa. Non era molto alta, la macchia di colore erano probabilmente stati i suoi capelli che sporgevano dal poggiatesta.
“Ciao.” disse Amir, non sapeva bene come comportarsi con quella bimba apparsa dal nulla, per lui non poteva avere più di dodici o tredici anni.
La bimba si voltò di scatto verso di lui, i suoi occhi viola parevano scrutarlo attentamente.
“Ciao.” ripete Amir, avrebbe voluto aggiungere bimba viola, ma non gli parve il caso “Tu chi sei?”
“Gilly, e tu?” rispose la bimba.
“Io? Io sono Amir.”
“Ciao Amir!” disse lei sorridendo entusiasta.
Amir rimase di nuovo sconcertato, tutte le persone strane che aveva incontrato in quei giorni gli avevano dato una sensazione di mistero e tristezza, ma quella bambina sembrava l'incarnazione della gioia e della spensieratezza.
“Ciao Gilly.” disse Amir salutandola una terza volta “Che cosa ci fai qui?”
“Guardo lo spettacolo.” rispose lei come se fosse una cosa ovvia.
“Ma, non c'è nessuno spettacolo ora.” disse Amir dubbioso.
“Certo che c'è, è un teatro, c'è sempre uno spettacolo, solo che ogni spettacolo ha un pubblico diverso.”
Amir si voltò verso il palco, ma continuava a non vedere niente.
“Quindi sei qui per vedere lo spettacolo?” chiese rivolgendosi di nuovo verso Gilly.
“Oh no, sto aspettando.”
“Aspettando?
"Si, devo tornare a casa, quindi aspetto che mi vengano a prendere.”
Amir, pareva ancora più confuso.
“Se vuoi posso accompagnarti io.”
Gilly si voltò verso di lui guardandolo ancora con quello sguardo curioso ”No, non puoi, non sai dove devo andare.”
“Bè, se ha l'indirizzo posso...”
“Non c'è un indirizzo o almeno uno che potresti capire, il posto dove devo andare è distante, fuori dalla città, alla fine della strada.”
“Quale strada?” chiese Amir.
“Ma non posso andarci da sola.” riprese Gilly ignorandolo.
Amir sospirò “Puoi almeno dirmi come hai fatto ad entrare?” voleva togliersi almeno uno dei dubbi che lo affliggevano da quando era entrato li dentro.
“Mi ha dato il permesso la zia.” rispose Gilly continuando a guardare verso il palco “Mi ha sempre detto che se ci fosse stato bisogno potevo rifugiarmi qui.”
“Rifugiarti?”
“Si.” Gilly si voltò di nuovo verso Amir “Io non sono brava ad adattarmi ai posti, nonostante tutte le volte che sono venuta a Londra non riesco ad armonizzarmi con la città, ma avevo delle cose importanti da fare qui, sai prima stavo a casa della zia, ma ora lei non c'è più.” disse con una leggere nota di tristezza nella voce, poi però la sua voce riprese quel tono gioviale “Per fortuna che dopo sono potuta venire qui, prima non potevo.”
“Eri troppo piccola?” Amir si senti molto stupido a fare quella domanda anche se non sapeva perché.
Gilly si voltò verso di lui “No, non potevo venire qui al Sunflower.” disse Gilly come se quel concetto fosse ovvio “Io non potevo entrare quando era della zia, ma dopo ci sono riuscita. Mi piace pensare che l'abbia fatto anche per me.” aggiunse.
“In che senso?” Amir iniziava davvero a non capire il senso di quella conversazione, era come se la bambina parlasse di due teatri diversi nello stesso tempo.
Gilly lo guardò stupita, probabilmente se gli avesse chiesto se la neve era bianca non avrebbe ottenuto lo stesso risultato, la risposta poteva davvero essere tanto scontata?
Amir provò una sensazione di disagio mentre gli occhi della bimba erano fissi su di lui, senza un battito di palpebre, come se volessero scrutare il suo animo; poi Gilly si alzo di scatto.
“Sono venuti a prendermi, devo andare.” disse sorridendo.
Amir si guardo intorno per vedere chi fosse arrivato, ma non vide nessuno e quando torno a posare lo sguardo sulla sedia della bimba lei era scomparsa lasciandosi dietro uno dei suoi nastrini viola.
Amir lo raccolse sovrappensiero, forse aveva approfittato della sua disattenzione era uscita dall'entrata secondaria, forse sapeva che le persone erano arrivate perché le era suonato il cellulare, anche se lui non aveva sentito alcuno squillo, mise in tasca il nastro viola con l'intenzione di restituirlo alla legittima proprietaria se mai l'avesse incontrata di nuovo.
Amir ricominciò il suo giro, di solito queste apparizioni lo lasciavano sconcertato, ma stavolta era diverso, per essere uno dei suoi misteriosi incontri Gilly aveva una incredibile voglia di vivere e un'entusiasmo che aveva percepito chiaramente, alla fine quell'incontro gli aveva rallegrato la giornata.
“Amir cos'hai?” chiese Bennett quella sera durante la cena “Mi sembri distratto.”
“Niente signor Bennett, stavo pensando all'incontro di oggi.”
“Che incontro?” chiese Bennett incuriosito.
“Ecco oggi al teatro è venuta una bambina, ha detto di chiamarsi Gilly, lei la conosce magari? Diceva di venire spesso al Sunflower.”
“Gilly hai detto, ora che ci penso il nome non mi è nuovo, ma certo mene aveva parlato Arthur, la bambina viola.” disse Bennett divertito.
“Bambina viola?”
“Si l'aveva soprannominata così, era la nipote di Esther se non sbaglio.”
Bambina viola, in effetti il soprannome era abbastanza azzeccato, ma ad Amir non piaceva i sopranomi, per uno come lui abituato a tenere le distanze erano una forma di...
“Un momento.” disse Amir come se si fosse reso conto di qualcosa. “La nipote di Esther Wilmore? In effetti aveva detto che il teatro era di sua zia.”
“Si, sono abbastanza sicuro che il nome fosse Gilly, non era la sua vera nipote, credo l'avesse adottata o qualcosa di simile.”
Amir lo osservo sconcertato.
“Qualche problema Amir?”
“No, solo che, non credo che l'età corrisponda, probabilmente è un'altra persona.”
“Chissà, magari le bambine viola non sono così rare come pensiamo.” concluse Bennet divertito.
Amir parve infastidito dalla poca attenzione che il suo capo poneva verso quegli avvenimenti.
“Se dovessi rivederla che devo fare?” chiese alla fine.
“Non lo so, mi rimetto al tuo giudizio, per ora ha sempre funzionato, giusto?” rispose Bennet.
Amir sospirò mentre per l'ennesima volta gli venivano appaltate tutte le responsabilità.
Più tardi quella sera Amir osservava il nastro viola lasciato dalla bambina “Se vuoi, puoi tornare quando vuoi.” disse al nastro, sentendosi improvvisamente un po' stupido a parlare con un pezzo di stoffa, eppure fu sicuro di sentir rispondere grazie da qualche parte, ma forse era solo il vento.
Credo che il termine bambina viola sia molto azzeccato per Gilly.
Tema scelto: 4. Forestiero che cerchi la dimensione insondabile:
la troverai fuori città, alla fine della strada
Mi sarebbe piaciuto prendere uno dei temi per il Premio Speciale Ma chi me l'ha fatto fare?, ma per quanto ci provassi, mi parevano tutte delle forzature, quindi meglio fare senza.