Un giorno il gruppo di Londra si trova a dover fare una gita forzata sull'orient express, una gita in cui succedono molte cose, alcune eclatanti come un omicidio, altre meno, come una "partita a scacchi".
Scacco alla regina
C'è sempre un momento in ogni avventura in cui gli eroi possono semplicemente mettersi seduti e rilassarsi, dimenticare tutte le cose terribili che sono accadute e quelle che devono ancora accadere. Un momento in cui preoccupazioni e strategie vengono semplicemente dimenticate per un attimo. Per Gilly era uno di quei momenti, poteva infatti dimenticare tutto ciò che era successo in quel viaggio e limitarsi ad osservare il proprio avversario.
“Muovo per primo.” disse Samuel mentre prendendo un pedone bianco dalla scacchiera e posizionandolo due caselle avanti.
Gilly osservò la mossa poco convinta, e replicò posizionando il pedone davanti a quello di Samuel.
“Sei brava.” commentò il ragazzo, Gilly lo guardo stupita, non gli sembrava una mossa particolarmente interessante.
Samuel mosse la donna in posizione alta a destra, Gilly osservò ancora più confusa, poi capì.
“Brava un cavolo, fai il furbo, ma quest'apertura la conosco.” disse la bambina mandando avanti un altro pedone ad intercettare la strada della regina. “Non sono così sprovveduta da farmi fregare dallo scacco del barbiere.” continuò soddisfatta: non era esperta di scacchi, ma sapeva che l'apertura di Samuel era pericolosa perché metteva la regina in pericolo.
“Ora la tua regina è nei guai.” gongolò Gilly
“Conosci la partita perfetta?” disse Samuel.
“La cosa?”
“E' una partita giocata nel 1851 tra Adolf Anderssen e Lionel Kieseritzky proprio a Londra, è chiamata anche l'immortale di Anderssen ed è tuttora considerata la partita perfetta.”
“Ok, sai la storia degli sacchi, ma non credo che ti aiuterà a riprenderti da questa situazione.”
“Come vuoi, ricordati che essere arrogante ti servirà fino ad un certo punto, negli scacchi puoi nascondere le tue intenzioni, ma non i pezzi, puoi bluffare solo fino ad un certo punto.”
Gilly lo guardò irritata, non era arrogante, era lui che si era messo in quella situazione perché l'aveva sottovalutata.
“Continuiamo.” disse Gilly.
La partita andò avanti per un po' con scambi tra i due finché Gilly sembro portarsi in vantaggio dopo aver preso la regina di Samuel.
“Niente più regina per te.” lo canzonò Gilly, ma Samuel continuava a sorridere.
Un paio di mosse successive e Gilly si prese anche i due alfieri.
“Samuel, tu sei sicuro di saper giocare, vero?”
Lui continuava a sorridere, mentre Gilly gli mangiava una delle torri, poi ci fu una svolta.
“Cavallo in D6.” disse Samuel.
“Scacco al re, interessante, ma io adesso...” poi Gilly si fermo “... no magari così....” altra pausa “...oppure...” altra pausa.
“E' scacco matto.” la rassicurò Samuel.
“Ma stavo vincendo.”
“Davvero, e da cosa l'avevi dedotto?”
“Avevo più pezzi di te, e poi ti avevo tolto i pezzi più importanti e poi...”
“Guarda la scacchiera.”
Gilly tornò ad osservarla, era vero che lei aveva più pezzi, ma erano stati proprio alcuni di quei pezzi a imprigionare il suo re.
“A volte i propri compagni ci possono portare alla rovina.” sentenziò Samuel.
“C'è una morale in questo?”
“Solo che devi fare attenzione al quadro generale, ed essere più umile, e che non necessariamente avere i pezzi migliori significa avere la situazione migliore.”
“E' quella storia della partita perfetta?”
“Si, Anderssen vinse la partita dopo aver sacrificato la regina ed entrambe le torri per attirare il suo avversario in una trappola e dargli scacco matto.”
Gilly sospirò ”Devo esserti sembrata molto stupida.” disse abbattuta.
Samuel smise di mettere a posto le pedine e la osservò “No, voglio dire, se in una partita tra campioni uno dei due può cadere in trappola non vedo perché dovresti deprimerti tu, certo io non sono certo all'altezza di Anderssen, ma alla fine, non sei cascata nell'apertura del barbiere, di sicuro hai almeno le basi.” rispose tornando a sorridere. “Ti manca semplicemente un po' di pratica nel gioco. Se vuoi posso darti lezioni.”
Gilly valutò la cosa “Vedremo, è da parecchio che giochi?”
“Un po', mi hanno sempre affascinato gli scacchi, sono una metafora su come possiamo usare ciò che ci circonda a nostro vantaggio, ma anche su come quelle stesse cose possano esserci di intralcio.”
Gilly sorrise “Quindi alla fine c'era una metafora.”
“A quanto pare.” rispose Samuel ridendo, poi riprese “Sai, nel nostro circolo scacchistico c'era una regola.”
“Quale regola?”
“Tu sai che il bianco ha un piccolo vantaggio perché parte per primo. Ecco, la regola era che se si giocava a scacchi a casa di qualcuno, il padrone di casa aveva diritto ad usare i pezzi bianchi, per simulare il vantaggio di giocare in casa.”
“Interessante.”
“Ma, se l'ospite riusciva a vincere nonostante lo svantaggio, allora aveva diritto a portarsi via il re bianco.”
“Perché?”
“Come simbolo di aver espugnato la casa del proprietario.”
“Ma senza re non si può giocare.”
“Esattamente, fino a che il proprietario non riusciva a riconquistare “l'onore” della sua scacchiera, non poteva usarla.”
“Wow, ricordami di non giocare a scacchi con te a casa mia, non credo le zie gradirebbero di trovarsi con un re in meno.”
Samuel si alzò per mettere a posto gli scacchi “Nel tuo caso, se ne avessi la possibilità, mi porterei molto più volentieri a casa la regina.” disse mentre si avvicinava allo scaffale dei giochi.
Gilly rimase ferma interrogandosi se Samuel avesse perso la regina della sua scacchiera da qualche parte, e sul perché gli sarebbe interessata quella di casa sua.
Wow per essere un'avventura di Gilly questa storia manca di Mikado e di misteriosi doppi sensi...muahahaha.
Nota: Si questa storia è canon.