Titolo: Warning Contest
Personaggi: Vari ed eventuali
Rating: NC17
Avvisi: segnalati all'inizio di ogni drabble
Parole: 1.609 complessive (
contatore)
Note: le drabble sono state scritte per il
Warning Contest indetto questo inverno da
s0emme0s (il mio primo contest, quello che ha segnato la rovina della sottoscritta per mano della contestite acuta XD). Con mia somma gioia e sorpresa mi sono classificata II (la prima è stata
miki_tr quindi era inevitabile arrivare secondi XD).
La lista di personaggi che avevo scelto era questa:
1. Regulus Black
2. Sirius Black
3. Albus Dumbledore
4. Severus Snape
5. Draco Malfoy
6. Lucius Malfoy
7. Ted Lupin
8. Remus Lupin
9. Gellert Grindelwald
10. James Sirius Potter
Iniziamo? Iniziamo v_v
1) [What if?], 6 e 10 (sostituito con 8), Lucius Malfoy e Remus Lupin, 160 parole, PG
“Così la spia saresti tu?” Domandò il Mangiamorte, osservandolo attentamente. I Lupi Mannari erano così stupidi: possibile che non si rendessero conto che il Signore Oscuro voleva solo utilizzarli? Certamente non avrebbe concesso loro nessun privilegio e diritto una volta vinta quella guerra.
Lupin non rispose, limitandosi a sostenere il suo sguardo con una fierezza che così poco si addiceva al patetico uomo che era.
Lucius trattenne a stento una smorfia sdegnosa. “E per quale motivo lo faresti?”
L’altro sibilò qualcosa di indecifrabile, e Malfoy vide una scintilla pericolosa guizzare sul fondo dei suoi occhi nocciola. “Non penso che ti riguardi, Malfoy.” Aggiunse, con voce smaccatamente controllata e gentile. La scintilla s’era già smorzata.
“Sei remissivo per essere un licantropo.” Notò, sollevando un sopracciglio. “Di solito siete, con rispetto parlando, decisamente più bestiali.” Fece una smorfia ironica, ma l’altro lo inchiodò con lo sguardo affilato e pericoloso che aveva visto un momento prima.
“Oh, ci sono modi e modi d’essere bestiali.” Insinuò Lupin, sorridendo famelico.
2) [Prompt, Odore di marcio], 2, Sirius Black, 166 parole, PG-13 (Warnings extra: dark, linguaggio)
Tutto nella sua cella odorava di marcio.
Gli stracci sui quali dormiva erano bagnaticci fin dal primo giorno che aveva messo piede lì dentro (quanto tempo prima? Anni, probabilmente), e c’era una famiglia di pidocchi che c’era morta dentro; le pareti costantemente umide e ammuffite emanavano un odore di morte e pazzia che inevitabilmente t’entrava nei polmoni, rendendoti altrettanto morto e pazzo. La merda che facevano passare per cibo era altrettanto maleodorante, ma dopo un po’ anche quell’odore diventava normale; ci si abituava anche ai lamenti e alle grida degli altri prigionieri, ma nulla riusciva a farlo abituare all’odore di marcio che gli riempiva la bocca, come se i suoi stessi denti si stessero putrefacendo.
Azkaban era un posto orribile, infernale, e gli aggettivi non bastavano a descriverlo; ma non solo per i Dissennatori, per l’isolamento, per il freddo, per il male che ti consumava da dentro; era soprattutto il marciume che lo infestava, quel marciume di cui nessuno parlava, che rendeva quella prigione un luogo di disperazione.
3) [Threesome], 4, 9 e 1, Severus Snape, Gellert Grindelwald e Regulus Black, 165 parole, R (Warnings extra: What if?, Esibizionismo&Voyeurismo, PWP)
“Spingilo contro il muro. Mordilo, ma senza fargli male: sai quanto è delicato, il nostro Piccolo Re.”
La voce di Gellert non tradiva mai nulla, eppure il suo sguardo era sempre attento, sempre puntato sui corpi giovani che osservava. Amava vedere la freddezza di Severus - il suo pupillo, il giovane più scaltro e intelligente che gli fosse mai capitato d’incontrare durante il suo lungo impero - sciogliersi in passione davanti alle labbra morbide e rosse di Regulus. Amava vedere il modo in cui riusciva a far gemere il ragazzo più giovane, semplicemente sfiorandogli la pelle, mordendogli il collo pallido. Amava vederli spingersi l’uno verso l’altro, mentre si guardavano fra ciglia socchiuse e tremolanti; amava lo sguardo di pura malizia e sottomissione che gli lanciava Regulus, nell’esatto momento in cui raggiungeva l’orgasmo.
Tutto quello gli ricordava vagamente il modo in cui aveva amato anche lui, tanti anni prima, in modo totale e travolgente, eppure con quella scintilla di razionalità che gli aveva permesso, alla fine, di vincere.
4) [Missing Moment], 3, Albus Silente(/Gellert Grindelwald), 138 parole, G (Warning extra: slash)
Non tutti i mali vengono per nuocere.
Lo credeva fermamente, lo aveva sempre creduto, anche in quel primo, meraviglioso incontro di tanti anni prima. Gli era bastato guardarlo negli occhi per capire che Gellert sarebbe stato la sua rovina, eppure era talmente ubriaco di lui che non aveva nemmeno tentato di salvarsi.
Tuttavia, nel momento dello scontro finale, quella certezza aveva iniziato a vacillare, sotto lo sguardo folle del vecchio amante, davanti ai suoi deliri d’onnipotenza e, soprattutto, di fronte a quel delirio d’amore di cui sembrava vittima.
“Puoi ancora tornare sui tuoi passi, Albus! Insieme abbiamo il mondo ai nostri piedi, nelle nostre mani!” Gridava, guardandolo con adorante pazzia.
“Non sono qui per essere tuo complice, Gellert. Sono qui per mettere fine a questa follia.”
“E allora preparati a morire.”
Ma nemmeno allora gli occhi delusi di Grindelwald lo guardarono con meno amore.
5) [Hurt/Confort], 5 e 4, Draco Malfoy e Severus Snape, 193 parole, G (Warning extra: missing moment del VI libro)
“Non ho bisogno del tuo aiuto!” Strepitò per l’ennesima volta il giovane Mangiamorte, con gli occhi pieni di terrore ed il viso pallido. Era stanco di tutta quella pressione che gravava sulle sue spalle, era stanco di sentirsi un perfetto incapace ogni volta che Snape gli offriva aiuto. Era un ragazzino, era vero, ma questo non voleva dire che non potesse soddisfare la richiesta del Signore Oscuro.
Lanciò un’occhiata furiosa all’insegnante di Pozioni e si sentì piccolo, stupido ed inutile sotto il suo sguardo duro e gelido.
“Posso… Posso farcela da solo.” Balbettò, mortificato.
“Non penso che tu non sia capace. Ma credo che sia davvero stupido rifiutare aiuto da chi non ti chiederà nulla in cambio.” Disse Snape, dopo un tempo imprecisato, durante il quale tutte le paure e le ansie di Draco si erano aggrovigliate al centro del suo petto, rischiando di venire fuori sottoforma di lacrime. Strinse i pugni, allora, concentrandosi sulla prima parte di quell’affermazione: Snape lo riteneva capace.
Bastava.
“Ce la farò.” Dichiarò, aspettando la reazione dell’uomo.
Il Mangiamorte non disse nulla, fece solo un impercettibile cenno della testa, brusco e secco, per poi voltarsi, allontanandosi velocemente.
“Ce la farò.” Ripeté Draco, con maggior sicurezza.
6) [Romance], 9, Gellert Grindelwald(/Albus Silente), 168 parole, G (Warning extra: MM, Slash)
Se si domandava com’era successo, a volte Grindelwald non riusciva a capacitarsene. Perché era accaduto in un secondo, in così poco tempo che, nell’attimo in cui se n’era accorto, aveva avuto la convinzione che fosse sempre stato lì.
La prima volta che aveva visto Albus ciò che l’aveva colpito non era stata l’intelligenza dei suoi occhi chiari; non era stato nemmeno il sorriso piccolo, discreto, ma aperto, mentre guardava la piccola Ariana raccogliere mele da un albero; non erano stati nemmeno i gesti affettuosi, eleganti anche in una carezza maldestra. Era stato, ad ammaliarlo, il rosso fuoco dei suoi capelli lunghi e sciolti, che sembravano essere un tutt’uno col sole del tramonto, come se lui stesso fosse l’astro pronto a calarsi oltre l’orizzonte.
Tutto quello che c’era stato dopo, i sogni condivisi, l’impressione d’aver trovato non un compagno, non un amante, ma l’altra metà della sua anima, era una sorta di benedizione; un amore che sembrava nato piano piano, in verità, era solo stato uno sciocco amore a prima vista.
7) [Het], 1, Regulus Black, 163 parole, G (Warning extra: incest)
La prima volta che Regulus si era accorto d’essere innamorato aveva undici anni. Beh, la sua era un po’ una cotta infantile che c’era sempre stata, perché sua cugina Narcissa era bellissima sin da bambina e con lui era sempre stata buona e gentile. Giocava con lui, lo consolava quando Sirius o Bellatrix gli facevano qualche brutto scherzo e gli teneva la mano quando si sentiva insicuro. Gli adulti dicevano che aveva un innato ‘istinto materno’, ma lui non aveva la minima idea di cosa volesse dire; sapeva solo che adorava sua cugina.
A undici anni Regulus si rese improvvisamente conto che quell’adorazione infantile era una vera e propria infatuazione; e lo scoprì nel peggiore dei modi la sera del fidanzamento ufficiale di Narcissa con Lucius Malfoy. Un’ondata di furia investì il ragazzino, facendogli stringere i pugni sotto il tavolo e facendogli arrossare il viso.
La prima volta che Regulus si accorse d’essere innamorato fu anche quella in cui ebbe la sua prima delusione d’amore.
8) [Horror], 10, James Sirius Potter, 127 parole, PG (Warning extra: Death fic)
Spesso, nei suoi sogni, vedeva occhi rossi che brillavano nel buio della notte; un lampo di luce verde che all’improvviso baluginava nell’ingresso tetro di una casa sconosciuta. Veniva colpito in pieno petto continuando a vedere gli occhi rossi del suo assassino e poi il suo corpo disteso a terra. Freddo, morto. L’angoscia lo bloccava, gli spezzava il respiro e gridava, solo per accorgersi che non c’era aria nei suoi polmoni, che effettivamente non aveva nemmeno dei polmoni per respirare.
Altre volte vedeva solo un arco nel buio ed un impalpabile velo di fumo che lo chiamava a sé; correva, cercando di allontanarsi, ma il velo lo avvolgeva e lui… semplicemente scivolava all’indietro, sparendo tra gemiti e sussurri di anime in tormento.
Scene di altre vite, scene di morti altrui.
9) [Death fic], 7 e 3, Ted Lupin e Albus Silente, 187 parole, G (Warning extra: introspettivo)
Se c’era un posto ad Hogwarts che Ted evitava con tutto sé stesso, quello era il luogo dov’era sepolto Silente.
Ogni volta che vi si avvicinava un senso di ingiustizia e angoscia lo assaliva; non conosceva il vecchio mago se non attraverso i racconti di Harry, quelli di Hermione e Ron, i libri di storia, ma era abbastanza grande da riuscire a farsi una sua idea dell’uomo. Quando vedeva quel sepolcro la tristezza spesso s’impossessava di lui, ricordandogli tutte le persone che erano morte nell’ultima guerra magica - i suoi genitori in primo luogo. Pensava ai mille sacrifici che quell’uomo aveva fatto e che spesso aveva costretto altri a fare; pensava, a volte, che giocasse a fare il gran burattinaio, che giocasse con le vite altrui. Eppure era ricordato come un eroe, come il Più Potente Mago dell’ultimo secolo.
Con la morte, rifletteva distrattamente abbassando il capo, come se si vergognasse dei suoi pensieri, le persone vengono ricordate solo per le cose buone che hanno fatto; gli egoismi, le colpe e le debolezze vengono lasciate nel dimenticatoio, perché ricordare l’umanità del morto, a volte, significa precludergli l’eternità della memoria.
10) [Gen], 2 e 10, Sirius Black e James Sirius Potter, 151 parole, G
Adorava la moto voltante di suo padre.
Hagrid gliel’aveva regalata per il matrimonio, ma era ancora più vecchia: suo padre gli aveva detto che in verità quella moto era appartenuta a Sirius Black, il suo padrino, e l’uomo a cui doveva il suo secondo nome. James era particolarmente orgoglioso di quel nome: Sirius era anche la stella più luminosa del cielo e, beh, lo faceva sentire speciale.
Poi aveva sentito un sacco di storie su quel tale, Sirius Black, e gli piaceva da morire.
Era figo, soprattutto agli occhi di un ragazzino di dieci anni con una naturale propensione a combinare danni e casini di qualsiasi genere e grandezza.
E poi come poteva non essere figo uno che era scappato di casa a sedici anni e che aveva una fantastica moto volante?
James considerò quella domanda con soddisfazione, mentre saliva sul mostro di metallo e fingeva di farla partire.
Un giorno avrebbero volato insieme, ne era sicuro.
Note finali: Se volete leggere i meravigliosi giudizi di
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