Fic: Matematicamente

Jul 11, 2011 19:43

Titolo: Matematicamente
Autore: el_defe
Beta: lisachanoando
Fandom: RPF (eredi del) Calcio
Personaggi: Leandro Milito, Sophia Motta, Thiago Motta
Rating: 14+
Warning: future!fic, het
Conteggio Parole: 476 (FDP)
Note: Salve, qui parla il solito defe e questa è la mia quattrocentesima fan fiction. *ride* Estate del 2026, va', prima che mi si gonfi troppo l'ego. Tanti auguri ammè, tanti auguri ammè.
Prompt: Notte prima degli esami, matematica @ it100
Disclaimer: Questa fanfiction non è a scopo di lucro, non vuole offendere o essere lesiva nei confronti delle persone reali descritte, né pretende di dare un ritratto veritiero di eventi o personalità.


Matematicamente

«Okay, questo non mi tornerà mai.» Leandro lascia cadere la penna e appoggia la testa sulle braccia indolenzite per la prolungata posizione immobile che ha mantenuto per tutta la giornata da che sono tornati dalla prima prova, immerso in diagrammi, e-reader, lavagnette olografiche e i cinque fascicoli di stampate diligentemente compilati nell’ultimo anno e mezzo di scuola; si sente addosso l’occhiata stanca e furiosa di Sophia, da qualche parte al di là del cumulo di fogli, e alza una mano per avere tregua da lei. «Non so cosa farci, Fì, meglio di così non si può, voglio solo dormire.»

«Dormire. Ha.» Sophia succhia l’estremità della penna soprappensiero nello sforzo di ricordarsi una formula e comincia a scarabocchiare i termini giusti prima di continuare a esprimere la propria disapprovazione. «Non hai dormito ieri notte, perché dovresti farlo adesso?»

«Perché sono stremato?» Leandro fa ruotare il pollice sullo schermo dell’olotelefono, soltanto per scoprire che il padre continua ad averlo staccato da quando l’ha chiamato prima di cena. «Maledizione. Okay, il fine settimana lo passi da me, è la terza sera di fila che mi abbandona.»

«Che novità. Sai già dov’è il tuo pigiama.» Sophia fa spallucce, poi trascina la sedia fino ad accostarla a quella di Leandro. «Spiegami questo» dice, mostrandogli un esercizio incompiuto.

«Non ho voglia» piagnucola in risposta.

«Leo, non l’ho capito neanche io, dai.» Gli sventola il foglio di fronte al naso. «Sto andando in crisi. Non può venire fuori una derivata così spaventosa.»

Leandro fissa i passaggi per una decina di secondi. «Ma no, quando derivi quest’altro termine, usi l’altra formula, così si semplifica. Viene più semplice.» Prende una penna e scarabocchia un altro passaggio, cancellando un paio di quelli precedenti. «Così» dice semplicemente.

«Grazie.» Gli scocca un bacio sulla guancia, fugace, prima di terminare l’esercizio, ma sobbalza quando lui le posa una mano sul braccio.

«Hai sbagliato apposta.» Leandro le accarezza uno zigomo, improvvisamente rosso in volto almeno quanto lo è Sophia. «Perché l’hai fatto?»

«Eri isterico, dovevo calmarti.» Il sorriso di Sophia si spezza per la sorpresa quando Leandro ricambia il suo bacio, posandogliene uno sulla bocca: i suoi occhi si fanno grandi e smarriti, e fissano il volto di Leandro teso e, adesso, un po’ pallido, spaventato dalla mancanza di reazione da parte sua. Non fa in tempo a dischiudere le labbra, però, che l’olotelefono sulla scrivania comincia a ronzare all’improvviso, spaventandoli a morte come se i rispettivi genitori fossero entrati all’improvviso in quel salotto; la voce di Diego risuona poco dopo nella stanza, facendo a suo figlio e a Sophia gli auguri di prammatica per il giorno dopo. Quando stacca la chiamata, il silenzio e l’imbarazzo tornano a gravare su di loro come un macigno.

«Dobbiamo rimetterci a studiare» propone Sophia, facendo scattare le dita in un gesto nervoso.

«Sì. Er...» si guarda intorno, nervoso. «Ci mettiamo sui divani? Se ci addormentiamo stiamo comodi.»

Sophia torna ad arrossire. «Sì» mormora, sorridendo agitata.

FINE

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