Titolo: We were born to lose
Fandom: DC Comics
Beta:
izzieannePersonaggi: Tim Drake, Selina Kyle
Rating: PG13
Parole: 311
Note:
el_defe mi aveva chiesto una Tim/Selina. Io più o meno ci ho provato, ed è uscito fuori ciò. Ci riproverò, ecco ;_;
- E' ambientata in Batman R.I.P. [SPOILER]
Brucie è probabilmente morto, la città è un macello e Dick e Timmy devono caversela da soli.
Selina ha da poco dato la figlia in affidamento - con l'aiuto di Bruce - e perso la possibilità di smettere di indossare il costume, quando la ragazza da lei scelta per diventare la nuova Catwoman è scappata in seguito ad un omicidio commesso davanti ai suoi occhi.
[Fine Spoiler]
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e non vengono usati, poveri cuccioli innocenti, a scopo di lucro, ma solo per puro sadico divertimento.
Selina ha un sacco di problemi. Tra una figlia che si è ritrovata costretta ad abbandonare, la città di Gotham da proteggere, la polizia da tenere a bada, le varie ragazze a cui ha più o meno involontariamente distrutto la vita e un costume che non riesce in alcun modo ad abbandonare - e Dio sa quanto ci ha provato -, trova persino il tempo per creare nuove complicazioni. L’influenza del Pipistrello e la sua banda era peggiore di quanto credesse, a quanto pare.
Ci pensa nel momento stesso in cui bacia Robin, lo fa per tranquillizzarlo, per dirgli che non succederà niente, che l’ennesima fine del mondo si risolverà con un nulla di fatto, per fargli capire che, comunque sia, va tutto benissimo, alla perfezione. Una sberla avrebbe avuto lo stesso effetto, sì, ma le sberle sono un’esclusiva di Bruce.
Quando lo allontana - tenendogli i capelli - si limita a fissarlo senza dire una parola. Le guance rosse e il respiro mozzato le confermano per l’ennesima volta che quello è solo un ragazzino, che ancora non è pronto per prendere il mantello, precisamente come Dick. È l’ennesima conferma che non c’è nessun Batman.
«Io,» sibila: «Non capisco perché voi idioti cerchiate di essere come lui quando potreste essere migliori di lui.»
Perché ci manca. La risposta è proprio lì, dietro la maschera, negli occhi di un moccioso che ha appena perso la sua figura paterna - di nuovo. Si allontana di qualche passo, continuando a fissarlo con severità, come se fosse colpa sua, quando, finalmente, parla.
«Devi aiutarci.»
Quel “devi” suona più come una supplica che come un ordine.
«Non possiamo farcela. Non possiamo farcela da soli.»
Selina ha un sacco di problemi. Guarda la città sotto di loro, l’oscurità opprimente che invade tutto.
Selina ha davvero un sacco di problemi. Uno in più, alla fine, non può fare una così grande differenza.