[Fanfic] One fluid gesture, like stepping back in time

Sep 13, 2010 12:04

Titolo: One fluid gesture, like stepping back in time
Fandom: DC Comics - Lovvoverse
Beta: namidayume
Personaggi: Allan Wilson, Ibn Al Xu’ffasch; nominata Lena Luthor
Pairing: riferimenti a Ibn/Lena, Allan/Lena, Allan/Mar’i
Rating: G
Conteggio Parole: 669 (FDP)
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori (noi, in alcuni casi *saluta*), che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note:
• Nel 2029, dopo che i Centri sono stati chiusi e distrutti, Ibn e Lena vanno a letto insieme, in seguito ad un avvicinamento che è avvenuto durante la reclusione e che io un giorno riuscirò a scrivere. Qualche mese più tardi, si diffonde la notizia che il Presidente Luthor è nuovamente incinta (di Lionel): Ibn fa due più due e inizia a sudare freddo. XD
Allan intanto ha saputo di quanto avvenuto tra i due grazie al modo in cui il siero gli amplifica i poteri (permettendogli di avere vere e proprie visioni dei ricordi/pensieri di qualcuno con cui viene in contatto fisico). Ci sono riferimenti a We know where we go di Nami, se volete.
• Ambientata quindi verso la metà del 2029 [ timeline], quando Lena è a circa cinque mesi di gravidanza.
• Titolo da Teenage Angst dei Placebo.
• Il resto a fine fic. XD


One fluid gesture, like stepping back in time

Avverte la sua presenza ancor prima che il suo collega glielo faccia notare, ma solo allora Allan si decide ad alzare la testa e guardarlo. Ibn è fermo immobile all’esterno del laboratorio, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, lo sguardo rivolto verso un punto imprecisato del corridoio. È la prima volta che lo vede dalla Liberazione - in un modo che non sia attraverso i ricordi di Lena, almeno - e la prima cosa che si ritrova a provare è rabbia, perché in fondo conosce perfettamente il motivo per cui Ibn è andato a cercarlo - la sua presenza lì è un’ulteriore conferma.

Respirando a fondo, forzandosi di reprimere quello scatto nervoso, di non farlo precipitare in uno scoppio che non potrebbe controllare, si toglie i guanti, abbandona il camice ed esce dal laboratorio.
«Non qui,» è il saluto che rivolge all’altro, per poi passargli oltre e dirigersi verso il cortile, certo che Wayne lo segua. Solo quando sono fuori si gira finalmente a guardarlo.

L’espressione di Ibn è seria, neutrale, ma le emozioni che prova parlano al suo posto; il senso di colpa avvolge Allan come una cappa scura e aumenta la sua collera perché assomiglia ad un’ammissione. Sta bene attento a tenere le distanze, a non sfiorare l’altro nemmeno per errore - vedere quelle immagini una volta gli è bastato.

Si schiarisce la gola e incrocia le braccia al petto. «Dimmi pure,» lo esorta. Potrebbe dargli subito la risposta che sta cercando, potrebbe levarselo di torno in un battito di ciglia - e dimenticarlo -, ma c’è una soddisfazione di fondo nel vederlo esitare, nel sentirlo così palesemente a disagio, che fa appello a tutte le questioni irrisolte che si sono lasciati indietro, a tutte le ferite che Ibn gli ha causato.

L’uomo si passa una mano fra i capelli e sposta lo sguardo altrove, lungo i filari di alberi che li circondano. «Ho saputo che Lena è incinta,» comincia, tornando ad affondare le mani nelle tasche. Gli lancia un’occhiata provando invano a capire cosa gli stia passando per la testa, ma Allan resta in silenzio e assolutamente immobile.

«Io…» riprende, senza concludere nulla. Il suo senso di colpa vira in un’ansia che sa quasi di panico e la coscienza di Allan - quel briciolo che ne rimane - ha un fremito, lo spinge nuovamente a cambiare rotta.

Espira - dicendosi che, in fondo, nonostante tutto, nonostante il siero, nonostante Lena, non è ancora diventato il mostro che credeva - e parla, fissandolo in viso. «Vuoi sapere se il bambino è tuo?»
Ibn sobbalza e ricambia il suo sguardo. Annuisce lentamente, probabilmente temendo la domanda, la risposta e, sopra ogni cosa, la reazione che ne verrà.

«Non lo è,» replica Allan, sorridendo appena. «Ho percepito dentro di lui il marchio che lascia il sangue di Trigon. È mio.»

Avverte immediatamente il sollievo che si irradia da Ibn, ma non gliene fa una colpa, intuendo le sue ragioni alla perfezione. Trascorrono qualche attimo in silenzio, quasi nel tentativo - vano - di comprendersi, poi Ibn parla ancora.

«Quello che c’è stato tra me e Lena…» comincia. Delle sue scuse, Allan non sa che farsene: ci sarebbero milioni di motivi per cui Ibn dovrebbe chiedergli perdono, milioni di ragioni che lui starebbe ad ascoltare quasi con gratitudine, tuttavia la relazione con Lena non è una di quelle. In merito, Allan non vuole sentire nemmeno una parola.

«È successo a causa mia,» lo interrompe; sul suo viso non c’è più la minima traccia di sorriso, ma solo tratti duri e seri. «Esattamente come ciò che c’era tra me e Mar’i succedeva a causa tua.»

L’altro incassa il colpo - rimorso - e, abbassando il capo, annuisce - rassegnazione. Improvvisamente, non hanno più niente da dirsi; il tempo ha risucchiato tutte le parole che non hanno mai pronunciato e le ha rese irraggiungibili, estranee: per recuperarle è troppo tardi e resta solo una cosa da fare.

«Grazie,» mormora Ibn, incerto della sua stessa voce.

«Addio,» lo saluta Allan, guardandolo andarsene, un po’ sovrappensiero. Solo qualche tempo dopo comprende quanto fosse giusta, per loro, quella parola.

Note, parte seconda:
• Allora. XD Tutto ciò mi è venuto in mente mentre sistemavo la timeline e le schede e bon, quando ne ho parlato con Nami l’idea del crack potenziale di tutto ciò ci ha flashate. XD Infatti questa fic doveva essere molto più leggera e crack, poi Allan e Ibn si sono messi a fare i soliti emo ed è venuta fuori questa cosa angstissima. =_=
• Tanto per la cronaca, la verità è che Lena era già incinta di almeno una settimana quando è andata a letto con Ibn, ma ancora non lo sapeva. XD E, quando lo scopre, inizia chiaramente a sudare freddo. ♥ La cosa meravigliosa è che, sebbene Allan senta l’impronta di Trigon già verso i quattro-cinque mesi di gravidanza, non glielo dice. XD Lena si fingerà sicura riguardo alla paternità, ma il dubbio in realtà le rimarrà per un paio d’anni, finché Leonard non le annuncia che Lionel ha iniziato a mostrare i poteri. XD
Oh, poi un giorno Wendy scoprirà tutto e tempesterà Lionel di prese in giro sulla sua possibile parentela con Selina Wayne. *_*_*_* (<- Capite quando parlavo delle potenzialità crack? XD)
• Finito con gli spiegoni assurdi, sì. XDDDD

autore: cialy, * fic, cronologia: 2023/2030, pg: ibn al xu'ffasch, verse: lovvoverse, pg: allan wilson

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