I Kennedy, Martin Luther King, Gandhi.
Gli anni sessanta, il movimento per i diritti civili, le marce per la pace.
La memoria di Auschwitz.
Gorbaciov, Clinton, Al Gore, Obama.
L'Africa, il volontariato, un po' di terzomondismo.
La cultura, la comunicazione, un po' di internet.
Il grande cinema americano, il grande cinema italiano, Sordi, Fellini,
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Intanto amen
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Ma no, verranno a dirmi che si può essere di sinistra idolatrando la De Filippi, schifando i vini sotto i 50 euro e proclamando che Saviano deve smetterla di rompere il cazzo
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Achille
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massi
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ne rido ancora ora.
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Per fortuna a tutto c'è rimedio.
Più che offesa, mi hai depressa.
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I Gracchi, Spartaco, Toro Seduto.
Il XIX secolo, il movimento sindacale, gli scioperi quando non c'era il diritto di sciopero.
La memoria della crociata contro i Catari.
Carlo Marx, Henri David Thoreau, George Bernanos, George Orwell.
Bertolt Brecht, l'Opera da tre soldi, la Corte dei Miracoli.
L'invenzione del fuoco, l'invenzione della ruota, la riscoperta di Piero Ciampi.
Checov, il grande cinema americano, Bazin, Truffaut e Anna Karina.
La canzone napoletana, i Jefferson Airplane, Caparezza.
Il calcio, Roma-Inter 6-2, Robertopruzzo, il gol di Turone.
I Fratelli Karamazov, L'orrore di Dunwich.
Impastato. Pasolini.
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mai a pensare a Veltroni come ad una personaggio dallo spiccato
contenuto politico.
La maggior parte del suo lavoro negli ultimi anni, sino alla caduta,
io l'ho percepito come un lavoro di immagine(del resto si fa così
la politica moderna), come un qualcuno che ha capito e imitato
il modello moderno americano basato sullo storytelling, sul racconto
che suscita emozione e non sui fatti e sul contenuto.
Pur criticandone i metodi, sono disposto ad ammettere che se avesse
raggiunto il potere, forse avrebbe fatto meno danni di chi invece
quel potere oggi lo detiene. Ma sostanzialmente non mi fido di nessuno
che sostituisca i fatti e i contenuti alle emozioni, se voglio
emozioni mi leggo un libro, ascolto una canzone o guardo un film,
non vado in cabina elettorale.
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e sul buonsenso e poco sull'ideale. E' un mio limite immagino, dato dal fatto
che la materia stessa non è cosa che mi appassioni. Però immagino che senza
passione per la politica non esisterebbero personaggi in grado di
incarnare i desideri e le aspirazioni di gruppi di individui, forse tutto
sarebbe statico e senza un reale progresso sociale.
Forse senza emozione, il tutto si ridurrebbe a guerre tra gruppi di potere,
uomini che entrano in politica per incapacità di avere successo altrove,
per inseguire degli interessi personali o per raggiungere il potere fine
a se stesso. Ci rifletterò.
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emozioni? pouah, ecchessiamo in una canzone di giorgia? l'emozione politica è l'oppio dell'elettorato.
altrimenti davvero l'analisi politica diviene obsoleta e si entra nel dominio del gossip e della cicciosimpatia, gino ha le mutande aranciogranata e al mare mangia il pesce, mentre bruno, bruno è uno di noi, è federalista e quindi abolisce l'unica tassa locale,è liberale e istituisce 'na banca pubblica. vai bruno.
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