E siccome quella che no no no assolutament enon tonerò a lavorare qui, c'è un'atmosfera soffocante, non ce la faccio, finisco questo mese e me ne vado, alla fine non se ne va, con conseguente inculata e licenziamento (magari, ma sono in prova, quindi niente liquidazione ...)mio, direi che posto. Con la voglia di uccidere nel cuore e nelle zampette dotate di pollice opponibile ... nascondete i coltelli <3
TITOLO: siccome non c'è ancora, NINOSCOPIO rimane (è una storia lunga)
AUTRICE: Jinny
GENERE: Drammatico ... credo >__>
PAIRINGS: Matsumiya, Sakuraiba
RATINGS: nc-17 causa argomenti
DISCLAIMERS: Non possiedo nessun Arashi, nessun Johnny, nemmeno Johnny Depp, purtroppo, e continuare a ricordarlo di certo non migliora il mio umore!
THANKS: a Harin e Vampiretta che as usual si sono sorbite il mattonazzo in anteprima (a loro l'arduo compito di spiecare NinoSCOPIO U__U)
NOTE: Mi scuso col povero Riidaa che è rimasto un po' in disparte in questa storia ...
GIA' POSTATI:
Uno Due Kazunari guardò nervosamente Jun, che lo aspettava già nello studio. Aveva avuto dalla polizia l’ordine tassativo di dire al giovane della sua famiglia, ed ora non ne aveva il coraggio … inspirò profondamente ed entrò nella stanza. Jun lo seguì con lo sguardo quando iniziò a camminare avanti ed indietro. Kazunari si fermò, a disagio. Gli occhi di Jun gli facevano uno strano effetto, perché, nonostante quello che ormai era certo avesse passato, erano rimasti di una purezza disarmante.
<< Devo darti una brutta notizia … in questi giorni abbiamo cercato la tua famiglia, perché pareva che avessero smesso di cercarti e … è perché sono morti … la tua famiglia non era particolarmente fortunata già in partenza, visto che i tuoi non avevano fratelli ed erano entrambi orfani … avevano solo te … e adesso … tua madre ha avuto un attacco di cuore otto anni fa, tuo padre un incidente poco dopo …>>
Silenzio. Jun si limitò a guardarlo, come al solito
<< Te li ricordi i tuoi?>> chiese allora Kazunari. Jun scosse leggermente la testa, mentre gli occhi gli diventavano tristi. Kazunari sospirò e gli si sedette di fronte
<< Vogliamo solo capire cosa ti sia successo … ed aiutarti a non avere più paura delle persone … >>
Jun abbassò il viso
<< Jun, tu … ti ricordi come si parla?>> gli chiese Kazunari, colpito in pieno da un ricordo che sperava di aver cancellato. Jun alzò il viso. Muoveva in fretta gli occhi, e Kazunari si passò le mani sul viso
<< Sai scrivere il tuo nome e i numeri, ma non sai più parlare … >> mormorò. Jun abbassò il viso, tremando. Kazunari gli prese le mani, aspettandosi morsi e graffi. Ma Jun, chiaramente, aveva abbastanza fiducia in lui da lasciarsi toccare. L’aveva sentito urlare se gli infermieri per sbaglio lo sfioravano. Ma Jun ora era aggrappato alle sue mani.
<< Ci lavoreremo … >> disse. Jun alzò lo sguardo ed annuì, con un leggero sorriso. Kazunari gli sorrise di rimando
<< Bravo ragazzo.>> gli disse.
<< Che vuol dire che non sa più parlare?>> chiese Sho
<< Vuol dire che dopo essere rimasto chiuso in uno sgabuzzino per vent’anni senza avere nessuno con cui parlare, adesso non si ricorda più come si fa.>> rispose Kazunari. Sho si girò a guardarlo
<< E come sai che è rimasto chiuso in uno sgabuzzino?>> chiese. Kazunari si rese conto di aver parlato senza pensare. Masaki quella sera non c’era, e lui aveva parlato come se ci fosse …
<< Beh … oh, al diavolo, ormai credo di poterti considerare un amico … io … dieci anni fa ero come Jun … a cinque anni sono sparito, e a quindici mi hanno ritrovato che vagavo in una strada, senza documenti, vestito leggero, senza scarpe. Avevo paura di tutti e … beh, mi sembra un po’ strano che sia una coincidenza … io sono stato cacciato dopo dieci anni … Jun dopo venti … adesso sto cercando di ricordare delle cose che non so se riuscirò a ricordare o meno … e soprattutto non credo di volerle ricordare, ma … c’è la possibilità che Jun non sia stato solo … e non sarà l’ultimo … Ohno ha ragione, bisogna scoprire cos’è successo e … e fermarlo … >>
Sho lo stava guardando.
<< Sei rimasto segregato per dieci anni, Nino … >>
Kazunari fece una smorfia
<< Adesso non riesco ad affrontare il mondo esterno … l’anno scorso ho avuto un attacco di panico in un negozio … tu sei arrivato quest’anno, ma … io sono ancora anche un paziente, in realtà … dov’è Masa? Qui finisce che parlo troppo e non mi ferma …>>
<< Ma-chan è … chiuso in camera sua … oggi è strano … adesso vado a vedere come sta … io … non so cosa gli sia successo in passato, e … ho deciso che se non vuole parlarmene ha i suoi motivi, quindi … non ho intenzione di andare a leggere il suo fascicolo. Ma non ho nemmeno intenzione di lasciarlo solo quand’è chiaro che non sta bene … Nino … dici che è strano prendersi una cotta per un collega?>>
Kazunari sorrise
<< Non c’è niente di strano. L’avevo già capito, tra l’altro … continui a fargli complimenti … ma è tonto …>>
Sho annuì, con un sospiro mesto. Kazunari gli batté una mano sulla spalla
<< Bene, vai dalla tua principessa. Io mi faccio mandare le cartelle cliniche della mia …>>
Sho alzò le sopracciglia
<< Non ti starai prendendo una cotta per il paziente? >>
Kazunari si accigliò. Poi sbuffò
<< Non credo, no … solo … i suoi occhi mi mettono a disagio e … credo di capirlo … e … beh, forse un pochino … non lo so, e questo non va bene …>>
Sho gli posò una mano sulla spalla
<< Tranquillo, Nino. Appena lui riuscirà a parlare, ti chiarirai di sicuro. No?>>
Kazunari annuì, e si avviò al proprio studio, mentre Sho, invece, si dirigeva verso il dormitorio. Se Masaki si era chiuso in camera, Sho avrebbe passato dei brutti momenti. Quando Masaki si chiudeva in camera, voleva dire che bisognava stargli lontani … dannazione, era preoccupato … ma doveva capire cosa fosse successo a Jun, perché quello che aveva ricordato lo stava facendo stare in ansia … arrivato nel proprio studio, prese in mano il fascicolo di Jun. Mancavano le cartelle dell’ospedale … non c’erano mai state. Perché non le avevano messe? Prese il telefono. Era ancora presto, e sapeva chi probabilmente aveva avuto in cura Jun. Al quarto squillo, una voce gentile rispose
<< Salve, sono il dottor Ninomiya dell’istituto psichiatrico Kamio … mi servirebbe parlare con il dottor Nagase …>>
<< Un attimo solo, glie lo passo …>> disse la voce gentile. Dopo poco, Nagase prese il telefono
<< Nino, dimmi …>>
<< Hanno passato a me il caso di Matsumoto …>>
Ci fu un attimo di silenzio, e Kazunari sentì chiaramente la porta che veniva chiusa. Poi un sospiro
<< Temevo sarebbe successo …>>
<< Jun è stato li, prima di arrivare da me, giusto?>>
<< Doveva averlo Aiba … conoscendo te, non avrebbe dovuto avere problemi a capire …>>
<< Aiba in questo periodo è decisamente sottosopra, e ha dato i numeri … l’hanno messo alla terapia di coppia, e adesso è ancora più sottosopra …>>
<< Oh, che brutta situazione …>>
<< Dov’è la cartella di Matsumoto? Quella vostra, intendo … perché io non ho nulla se non età, nome e stato in cui l’ha trovato la polizia. E Ohno con il fiato sul collo …>>
L’uomo dall’altra parte sospirò
<< Ero il medico più giovane qui, quando sei arrivato … mi sono laureato presto … e tu eri di poco più piccolo di me … quanti ricordi … quando graffiavi e mordevi perché non volevi che ti cambiassimo le medicazioni … sai, mi sei tornato in mente quando Matsumoto è arrivato qui … >>
<< Io per fortuna ho cancellato quel periodo.>> disse Kazunari << Quindi, per cortesia, vorrei che tipo adesso mi mandassi un fax con le informazioni. Grazie.>> detto questo, riagganciò. In quel momento, l’interfono suonò.
<< Si?>>
<< Sono in camera di Masaki. Vieni.>> disse Sho. Kazunari sospirò. Che c’era, ora?