Ultimo capitolo...
TITOLO: Remember
AUTORE: Jinny
GENERE: Au, Angst (e chi l'avrebbe mai detto!)
FANDOM: Arashi (e chi l'avrebbe mai detto!!)
PAIRING: Sakumoto ^^
RATING: pg-17
DISCLAIMERS: Questi due non mi appartegono, ma, non smetterò mai di citarvi (varie lettrici/scrittrici) si appartengono!!
NOTE: non ho idea di come mi sia venuta in mente questa XD
GIA' "PUBBLICATE":
1 2 3 4 5 6 7 Jun aprì la porta. Aveva dormito e pianto per tutto il giorno, e si sentiva uno straccio. Guardò la persona che aveva davanti. Un giornalista. Lo stesso che aveva cercato più volte di intervistarlo dopo che Hiro aveva ammazzato tutti e si era ucciso.
Che vuole ancora?>> chiese, in tono aspro
<< Sembra un fantasma, Matsumoto san…>> disse il giornalista
<< Magari lo fossi, così eviterei di trovarmi davanti persone come lei.>> disse Jun, rimanendo in piedi sulla porta, fermo.
<< La sua vicina è morta un mese dopo essersi riconciliata con lei. Qualche dichiarazione sulla maledizione dei Matsumoto?>> chiese il giornalista. Jun spalancò gli occhi
<< Cosa?…>> chiese, con un filo di voce
<< Ah… non lo sapeva? Yoshida san è morta… un attacco cardiaco durante la notte… era malata da anni…>> disse il giornalista. Jun si morse forte le labbra e sbatté la porta. Ignorò il campanello che continuava a suonare e corse in giardino. La casa della signora Yoshida era chiusa. Vide una delle figlie del fratello aggirarsi tristemente. Lei lo vide e si avvicinò
<< Smettila di avvicinarti alle persone, Matsumoto. Smettila! Il tuo destino è di rimanere solo, non cercare di cambiarlo! Le persone intorno a te muoiono. Fai un favore a tutti, sparisci.>> detto questo, la donna si allontanò. Jun la chiamò.
<< Posso almeno venire al funerale?…>> supplicò, quando lei si girò
<< Se ti fai vedere, chiamo la polizia.>> rispose la donna. Jun chinò il capo. Non seppe per quanto rimase fermo. Abbastanza per sentire il collo indolenzito. Rientrò in casa. Stava tremando. Non ce la faceva. Non da solo…
Sho guardò il display. Era almeno un mese che non vedeva quel numero…
<< Chi è, papà?>> chiesero le bambine, in coro. Sho sorrise
<< Un amico importante >> disse, e rispose. Sentì dei singhiozzi, dall’altra parte
<< Jun… che c’è?…>> chiese, ma non ricevette altra risposta che singhiozzi più disperati.
<< Arrivo.>> disse Sho. Guardò le proprie figlie. Poi guardò Mika
<< fila. Ci penso io. L’ho sentito piangere fin qua… >> disse la donna. Sho, però, era titubante
<< Sho, vi siete lasciati male, ma… lui ha bisogno di te. Devi mettertelo in testa. Se non vuoi che faccia qualche stronzata, devi correre la e fargli capire che sei tornato. Tira fuori le palle, Sakurai! L’uomo da cui ho divorziato era uno smidollato, ma quello che ho trovato dopo l’incidente era l’uomo di cui mi ero innamorata! E anche Jun si è innamorato di quell’uomo, quindi adesso quell’uomo deve alzare i tacchi ed andare a salvare la sua principessa. >>
<< Hai detto “stronzate” mamma…>>
<< E “ palle”…>> dissero le gemelline, anche se in realtà si stavano chiedendo perchè loro padre doveva andare a salvare un ragazzo vestito da principessa.
Sho suonò il campanello almeno otto volte. Quasi non riconobbe il ragazzo che gli aprì la porta. Il viso di Jun era scavato, gli occhi, già grandi, sembravano occuparlo quasi interamente. I vestiti pendevano, larghissimi. E la sua pelle aveva una strana tonalità tendente al grigio
<< Sei già un fantasma? Sono arrivato tardi?>> chiese Sho. Il mento di Jun tremò, mentre lui scuoteva la testa. Sho lo spinse all’interno, con dolcezza. Lo prese tra le braccia, senza nessuno sforzo e, sempre tenendolo in braccio, si sedette sul divano del soggiorno, accarezzandogli i capelli. Jun non aveva più la forza per piangere ancora. Sho lo guardò. Lo sguardo era ancora limpido e puro, nonostante tutto.
<< Jun… che ti è successo, stavolta?>> gli chiese. Ma Jun non rispose. Accese la televisione. Un giornalista parlava della maledizione dei Matsumoto, del fatto che la vicina di Jun fosse morta ad un mese dalla riconciliazione, del fatto che tutti quelli che si avvicinavano a Jun tendevano a morire. Jun si prese la testa tra le mani
<< Lo sai che è una balla, vero?>> gli chiese Sho. Ma Jun scosse la testa
<< Jun, Yoshida san era cardiopatica. Grave. E da molto tempo. Non si sa bene come sia arrivata a quell’età! L’unica vera maledizione dei Matsumoto, semmai, sono io. Aver trattato in quel modo tuo fratello, gli ha scatenato qualcosa di terribile… tu non centri, lo sai?>>
Jun scosse di nuovo la testa. Sho lo costrinse a guardarlo negli occhi.
<< Dove sei finito Jun? Ti vedo ancora, ma sei così lontano, piccolo…>>
Jun gli si aggrappò, nascondendogli il viso nella maglia. Non riusciva a parlare. Sho lo sentiva fragile, tra le sue braccia. Aveva paura a stringerlo troppo, come la prima volta.
<< Stavolta non mandarmi via. Perché sono qui per salvare la mia principessa, ok?>> disse Sho. Jun gli rivolse uno sguardo interrogativo.
<< Ah, un discorso di Mika…>> disse Sho. Jun fece un tentativo di sorriso, che però assomigliava molto di più ad una smorfia. Poi svenne.
Sho guardò Jun che apriva gli occhi, lentamente, come se avesse paura di guardarsi intorno.
<< Ciao.>> disse Sho, sorridendo dolcemente. Jun lo guardò, senza capire che stesse succedendo. Sho gli prese una mano tra le sue, e Jun si sentì meglio
<< Mi hai fatto prendere una paura tremenda… sei svenuto all’improvviso e, visto quant’eri pallido, ho avuto paura che fossi morto…>> Sho sentì le lacrime rigargli il volto, mentre lo diceva. Jun continuò a guardarlo
<< I medici dicono che sei denutrito e disidratato… che volevi fare, eh?… lasciarsi morire di fame non è una soluzione… e poi adesso ci sono io… no, non fare quella faccia. Non me ne andrò. Anche se mi manderai via, io rimarrò qui a tenerti la mano finchè non ti sentirai meglio.>> disse Sho. Jun lo guardò. Sembrava chiedesse se poteva sperare davvero, se poteva sperare ancora. Sho si chinò e lo baciò. Fu un bacio dolcissimo. Jun sentì le lacrime di Sho sul proprio viso
<< Non piangere Sho-chan…>> mormorò. Sho gli sorrise ed iniziò ad accarezzargli la fronte. Jun serrò gli occhi e gli strinse la mano, poi iniziò a singhiozzare. Si sentiva malissimo, voleva solo nascondersi in un angolo buio finchè il cuore avesse smesso di fargli male, finchè non avesse avuto la forza di respirare senza sentirsi annegare. Finché una mano non fosse arrivata a tirarlo fuori dal dolore. E quella mano era arrivata. Insieme all’angoscia, lasciò passare anche la gioia. Voleva cacciarla via, evitare di illudersi, ma non ne aveva più la forza. Sho lo strinse dolcemente a se, e lo cullò, finchè non si fu calmato.
<< Ti amo, Jun.>> disse Sho. Jun si girò a guardarlo negli occhi, e lesse che quelle parole erano vere. Lo baciò, senza riuscire a controllarsi
<< Non andartene mai più… nemmeno se ti mando via… >> disse Jun, poi si morse le labbra
<< Non mi schiodo. E se mi mandi via, faccio il mitilo, mi aggrappo e non ti liberi più di me.>> disse Sho. Jun rise. Poi si rannicchiò tra quelle braccia, sentendosi protetto. Si addormentò sorridendo. Sho lo mise sdraiato e lo baciò ancora. Guardò Mika, che l’aveva raggiunto con le bambine
<< Oh, dorme… volevano conoscerlo…>> disse Mika.
<< Com’è bello…>> disse Mikage.
<< Però non è vestito da principessa…>> disse Sachiko.
<< Il tuo discorso della principessa tende a confondere, sai?>> disse Sho a Mika
<< Beh, è il primo confronto che m’è saltato in mente!>> si difese, ridendo. Sho sorrise, mentre le tre uscivano. Sho si sistemò sulla poltrona, osservando Jun che dormiva, con la paura che potesse scomparire da un momento all’altro. Chiuse gli occhi senza nemmeno accorgersene. Quando si svegliò, Jun, perfettamente vestito, lo guardava, con espressione divertita, seduto sul letto
<< Sei così carino, quando dormi.>> disse, in tono dolcissimo. Sho gli sorrise. Si sentiva felice. Jun gli parlava di nuovo. E gli sorrideva.
<< E adesso perchè piangi? I principi azzurri non piangono!>> disse Jun
<< Mi sono commosso… tu… tu stai sorridendo, e non c’è una cosa così bella in tutto il mondo. Il tuo sorriso… sono felice, ecco…>>
Jun arrossì
<< Scemotto.>> disse, alzandosi ed avvicinandosi alla poltrona. Sho scattò in piedi e lo abbracciò stretto.
<< Così mi stritoli…>> rise Jun. Sho lo lasciò andare e lo guardò mettersi a posto il ciuffo
<< Ecco la mia diva che si sistema.>> disse. Poi gli si inginocchiò davanti. Jun spalancò gli occhi
<< Ti prego, perdonami. Ti ho fatto soffrire. Moltissimo. Perdonami…>>
Jun lo fece alzare
<< Obiettivamente… il passato è passato. Sta li, non lo possiamo cambiare. Mio fratello ha sempre avuto sbalzi d’umore incredibili… era depresso, in maniera piuttosto… beh, grave… io negli ultimi sei anni praticamente non lo conoscevo. C’era questo essere che girava per casa e a scuola con la mia stessa faccia, ma mi spaventava a morte. Ne ero terrorizzato. Probabilmente tu non hai avuto paura dell’impegno di per se, ma… dell’impegno con lui. A livello inconscio. Non si può consciamente aver paura di Hiro… è solo un’ipotesi…>>
<< Non saprei che dirti… in quel periodo ero confuso già di mio, posso averlo lasciato per migliaia di motivi che non conosco… altre teorie?>>
<< Che dopo l’incidente tu sia diventato il vero Sho, quello di cui mi sono innamorato… e mi piace anche questa… sei stato sincero, mi hai detto tutto. Hai avuto un periodo di confusione, quando hai recuperato la memoria… io ti ho allontanato quando avresti avuto bisogno di me, ma sei tornato… sono felice che tu sia qui. Adesso che l’ho detto, non oso immaginare cosa potrà succedere, ma mi sento felice…e voglio addormentarmi tra le tue braccia per moltissimo tempo.>>
<< E sarà così, piccolo.>> disse Sho, abbracciandolo stretto.
E mantenne la promessa.