Sono veramente pessima, mi riprometto di scrivere e poi non lo faccio ç____ç oppure lo faccio ma comincio altre cose come mio solito, quindi per oggi ho deciso di postare sperando come sempre che poi mi decida perlomeno a scrivere un pò di più, però ancora un paio di settimane di esami e potrò finalmente ritenermi in vacanza e a quel punto scriverò a più non posso così avrete tantissime cose da leggere.
Ed ora divertitevi con questo capitolo, o almeno spero^^
Titolo: You love my...blood?
Fandom: Arashi
Genere: AU, angst con brio (gentilmente suggerito da Jinny XD)
Raiting: Pg-13
Pairing: Aimoto (ebbene si ancora niente sakumoto)
Desclaimer: non sono miei ma si prestano "volentieri" a lavorare per me XD
Capitoli precedenti:
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4 Capitolo 5
-TADAIMA!!!!- urlò entrando dentro casa.
-Masaki non urlare!- lo ammonì Jun; -e poi chi saluti? Non c’è nessuno a casa-
-Lo so ma… sono contento e mi è venuto naturale- disse lui con un enorme sorriso sul viso.
Jun sospirò, era tutto il giorno che aveva quel sorriso stampato in faccia e la cosa aveva anche creato qualche problema, tutte le ragazze agli studi non facevano che guardarlo sorridendo anche loro inebetite, sembrava come se quel sorriso fosse contagioso, nel pomeriggio durante il servizio fotografico il fotografo aveva persino chiesto a Masaki se aveva mai pensato di fare il modello.
E pensare che quello che doveva ricevere attenzioni doveva essere lui!
Invece Masaki quel giorno lo aveva eclissato semplicemente con quel sorriso ebete sulla faccia, vero anche che lui per tutto il tempo non aveva fatto altro che riflettere, e non solo su cosa aveva visto fare a Masaki, ma anche su quello che lui gli aveva chiesto la sera prima, infatti quando era entrato nel camerino, era andato lì solo per scusarsi per il suo comportamento della sera prima e alla fine non lo aveva più fatto.
-A proposito, prima ero venuto per scusarmi per ieri sera, ti ho risposto male scusami, solo che è una cosa di cui non voglio parlare- disse mentre appendeva la giacca all’appendiabiti nell’ingresso.
-Non ti preoccupare, anzi scusami tu, sono io che non riesco a tenere la bocca chiusa, ero curioso e ho parlato prima di impedirmi di farlo- rispose.
Ritirando fuori quell’argomento però tornò il silenzio, Jun si mosse piano verso la cucina e si lavò le mani al lavandino, Masaki lo vedeva teso, chissà perché quell’argomento lo rendeva sempre così nervoso.
-Jun-Jun ho una fame da morire, credo di non riuscire a resistere un minuto in più- disse avvicinandosi a lui e fece come per abbracciarlo, ma Jun prontamente si girò e si scansò facendo intruppare Masaki contro il lavandino.
-Itai!- piagnucolò Masaki massaggiandosi la pancia che aveva sbattuto sul bordo della cucina.
-Ehi non ti azzardare sai!- disse minacciandolo con una paletta, -ho detto che puoi rimanere, ma di certo non divento la tua cena-
Masaki ridacchio della reazione di Jun, poi lo rassicurò dicendo:
-Per quanto riguarda “quella fame” starò apposto per qualche giorno; ma il mio stomaco reclama la cenaaaa. Dai Jun-Jun prepara qualcosa sto per morire dalla fame- disse saltellandogli vicino.
-Ok, ok togliti di dosso però e smettila di chiamarmi Jun-Jun- lo ammonì.
-Ok Junji!- disse allontanandosi verso il salone.
-Neanche Junji!- gli gridò dietro.
-Che fame!- esclamò Masaki sedendosi a tavola.
Mangiarono per un po’ in silenzio, con solo qualche apprezzamento rumoroso di Masaki, Jun stava ancora pensando a tutto quello che era successo quella mattina, non avrebbe mai pensato che potesse esistere qualcosa del genere, doveva ammettere che un po’ era spaventato, aveva visto gli occhi scuri di Masaki, i suoi denti, le labbra sporche di sangue, tutto ciò lo metteva un po’ a disagio, ma il suo sguardo triste e perso mentre diceva che se ne sarebbe andato… non aveva avuto il coraggio di lasciarlo andare via, era una persona tanto gentile, non riusciva a credere che poteva far male a qualcuno.
-Se vuoi chiedermi qualcosa fallo, non c’è problema- disse d’un tratto Masaki facendolo sobbalzare.
-Eh?-
-Ti vedo pensieroso, fammi pure delle domande se vuoi- ripeté Masaki.
Jun rimase ancora qualche istante in silenzio, poi fece la prima domanda…
-Da quanto sei...-
-Un vampiro?- concluse Masaki per lui.
-Si… scusami, ma vampiro è una cosa che mi suona tanto come un mostro, mentre tu non lo sembri affatto- disse subito Jun.
-Beh, per la gente normale questo sono- rispose; - avevo 15 anni quando è successo, il vampirismo si è manifestato insieme allo sviluppo; non è una malattia dove puoi andare dal medico e farti dire cosa fare per guarire, come ti ho detto non se ne può parlare con nessuno, è qualcosa che alla società è stata nascosta, e nessuno di noi vuole essere additato come tale, ti immagini il panico che si creerebbe se la gente lo venisse a sapere? Verremmo emarginati! Ma alla fine siamo persone normali come le altre- mentre parlava era davvero il suo cuore a dire quelle parole, sapeva che in pochi accettavano la verità e di conseguenza ci si ritrovava a stare soli, costretti a muoversi spesso.
-Perché non si sa niente di questa malattia?- chiese poi Jun.
-Appena mi trasformai per la prima volta, incontrai un uomo, era anziano, viveva in strada, ed anche lui era come me; mi disse che non dovevo dirlo a nessuno, che era una sorta di regola. Credo che sia così un po’ da sempre, non a caso i vampiri sono una legenda, e l’obiettivo è farla rimanere tale-
Jun annuì anche se non capiva bene il motivo di quel segreto, ma forse non lo sapeva neanche Masaki, era così e lui l’avrebbe rispettata.
-Posso farti un altra domanda?- chiese poi Jun.
Masaki fece segno di si e Jun continuò...
-Come funziona? Cioè come capisci che hai bisogno di sangue? E come fai a trovare qualcuno? Cioè... non so come spiegarmi-
-Credo di aver capito- disse Masaki; -come me ne accorgo è semplice... ho fame, e quando ho quel tipo di fame i miei sensi si fanno più acuti, generalmente tendo a resistere più che posso per evitare di fare del male, ma facendo così posso anche diventare più pericoloso, perchè improvvisamente posso perdere il controllo e pensare solo al sangue; e se la persona che mi sta più vicino ha l’odore che hai tu, potrei anche arrivare ad uccidere-
A quelle parole Jun sbarrò gli occhi terrorizzato e Masaki si accorse subito dell’errore che aveva appena fatto.
-O..odore?- balbettò Jun in un sussurrò.
-Non volevo spaventarti scusa!- disse subito preoccupato; -Tu hai un odore molto buono, è come se il tuo sangue fosse il mio preferito, ma ti giuro non ti farò del male. Sto facendo in modo di nutrirmi più spesso proprio per evitare che sia tentato dal tuo odore- disse infine per rassicurarlo.
-Ok si, forse adesso sono un pò spaventato, cioè tu praticamente mi potresti vedere come cibo-
-Vabbene meglio che te lo dica subito così mi cacci via se vuoi, si ti ho visto come cibo! E non una sola volta, quando mi hai scambiato per il tuo assistente, io ero lì perchè l’altro mio io quello “cattivo” ti trovava la preda più succulenta, fortunatamente per te, rimango sempre io anche quando sono preda della fame e la mia sbadataggine mi ha fatto sbattere contro il tavolo e riprendere il controllo; però quella sera non è andata alla stessa maniera, non ho saputo controllarmi e ti ho morso-
Jun lo guardava spaventato, credeva di aver fatto solo uno strano sogno quella notte, ma invece a quanto sembrava non era affatto così...
-Me ne sarei subito andato se non fosse stato che dopo mi sentivo strano, di solito mi gira la testa solo per qualche istante, ma è stato strano e di botto sono svenuto- spiegò.
-Il... il sonnifero, io avevo preso un sonnifero quella sera- disse Jun.
Ora era tutto più chiaro, ecco perchè Jun non si era svegliato minimamete, ed ecco il motivo del suo svenimento, il sonnifero era in circolo nel sangue di Jun e Masaki ne aveva subito l’effetto.
-Pensa che scemo, il mostro abbattuto da un sonnifero- ridacchiò prendendosi in giro; ma Jun non rise, rimase serio a guardarlo, gli occhi fissi e quasi privi di espressione.
-J..Jun?- lo chiamò.
-Scusa, ci devo pensare per un pò- rispose.
Masaki si fece improvvisamente serio.
-Non ce nè bisogno, capisco quello che provi, proverei anche io la stessa cosa credo; me ne vado non preoccuparti- disse poi fece per alzarsi ed andarsene, ma Jun si alzò e lo fermò trattenedolo per un braccio.
-No! Rimani! Solo che... per stasera, lasciami schiarire le idee-
Masaki lo studiò per qualche secondo, poi disse:
-Ok, rimarrò per questa notte, ma se... se domani sei ancora spaventato, me ne vado, perchè non voglio farti vivere nel terrore che io possa attaccarti-
Jun annuì e lasciò il braccio di Masaki.
-Ora vado a letto, puoi rimettere apposto tu la cucina?- gli chiese e Masaki annuì sorridendogli.
-Grazie per la cena e buona notte- disse mentre Jun si avviava verso la sua stanza.
-Buona notte- rispose Jun chiudendo poi la porta, Masaki attese qualche istante pensando di sentire la chiave girare, ma non successe, Jun non si era chiuso a chiave e quello in qualche modo gli faceva sperare che forse lo avrebbe accettato per quello che era, ma se non fosse stato così... beh se ne sarebbe andato perchè anche il solo fatto che Jun fino a quel momento non lo avesse cacciato via lo aveva reso davvero felice e di sicuro non lo avrebbe scordato mai.