Bene bene bene, poi vado alla ricerca dell'inps, così sarò una fancazzista, ehhm, disoccupata a tempo pieno (e giovedì vado dal medico, se il raffreddore non mi soffoca prima XD)
Intanto vi lascio il terzo capitolo, buuahhahahahahahahaha!!!
TITOLO: Esp
AUORE: Jinny
GENERE: AU. Direi ...venato di angst (con brio, ovviamente), malinconico, con una spruzzata di polpettone scolastico e di action qui e li ...
FANDOM: Principalmente Arashi, ma non ci sono solo loro (muhahahahaha)
PAIRINGS: adesso non ve li dico, ciccaaa
RATINGS: Ma facciamo pg-17
DISCLAIMERS: Nessun Johnny mi appartiene. E la cosa mi porterà al suicidio, un giorno (ma non oggi)
NOTE: Nata dalla solita sclerata notturna per cercare di addormentarmi ...
THANKS: a Vampiretta e Harin che, come sempre, si sono sorbite tuuuutto il malloppo. A Vampiretta perchè c'è una sua frase XD A Harin perchè ... credo lo si scoprirà, muhahahahaha (io inizio a postare, mod, fai un paio di calcoli ... si, insomma, hai tempo XDDDD)
GIA' POSTATE:
Prologo 1 2 WARNING: Un personaggio si conporterà da uomo (cioè male) in questo capitolo
Kazunari si stiracchiò. Non aveva voglia di alzarsi, andare a lezione, fare esercitazioni. Erano passati due mesi, ma non riusciva ancora a controllarsi. Aveva rischiato di fare del male agli altri in più di un’occasione, e la cosa lo tormentava. L’unico che non si rifugiava dietro la barriera di Sho era Masaki, e questo rendeva Kazunari ancora più nervoso. Nagase sensei l’aveva preso da parte, il giorno prima, chiedendogli come avesse convinto Masaki a partecipare alle esercitazioni, ma… lui non ne aveva idea. Dal terzo giorno dal suo arrivo, Masaki aveva iniziato a rimanere nell’aula fino alla fine delle esercitazioni. Continuava ad usare solo il blocco, ma era in aula, cosa che, gli aveva confessato Jun in classe, era molto strana
<< Aiba di solito entra, ci saluta e se ne va, ma da quando ci sei tu…>> gli aveva detto. Kazunari sbuffò, si alzò e si infilò in bagno. Non aveva idea del perché Masaki avesse iniziato a venire alle esercitazioni da quando lui era arrivato. E non aveva idea del perché lui si preoccupasse tanto per Masaki… gli dava anche fastidio che Jun avesse così tanta confidenza con lui. Aveva tentato di dar fuoco a Sho un giorno che aveva trattato Masaki con aria particolarmente superiore
<< Non può essere…>> mormorò, giunto in classe. Jun lo guardò, poi si lasciò cadere sulla sedia accanto alla sua
<< Può essere. Può essere. Scusa, ma è un mese che ti arrovelli… io ho già messo ordine nei tuoi pensieri, credo sia ora che lo faccia anche tu… non guardarmi così, non guardo mica volontariamente! Sei tu che sei agitato e urli, mentalmente…>>
Kazunari sbuffò
<< Con te è impossibile stare tranquilli! O hai le barriere protettive, o leggi tutto…>>
<< Non lo faccio apposta…>> si difese Jun, imbronciandosi
<< Pensa a non farlo, punto e basta! Apposta o no, è comunque fastidioso.>>
<< Dici così solo perché ti piace Masa, ma non ti piace prendere in considerazione l’idea che possa piacerti un ragazzo.>> disse Jun, guardandolo dritto negli occhi. Kazunari si calmò immediatamente. Gli occhi di Jun gli facevano quell’effetto. Lo facevano su tutti… Jun arrossì
<< Di nuovo?!>>
<< Scusa! Non lo so controllare, ok?>> disse Jun, cercando di distogliere lo sguardo
<< Comunque, credo dovresti parlare ad Aiba… Credo gli farebbe bene avere qualcuno che gli stia così vicino…>>
e così, finite le lezioni, quella sera, Kazunari prese il coraggio. Dopotutto erano passati già due mesi. Conosceva abbastanza bene Masaki, ora. Forse perché, in effetti, lo osservava in maniera ossessiva sempre… gli chiese di seguirlo in terrazzo. Lanciò uno sguardo a Jun. Uno sguardo che significava “se leggi ti do fuoco”. Jun parve recepire e si allontanò, portando Sho e Satoshi con se.
<< Di cosa volevi parlarmi?>> chiese Masaki, quando arrivarono sul terrazzo. Kazunari si girò, stupito.
<< Non ho detto che volevo parlarti…>> mormorò
<< Beh, non hai voluto gli altri tre intorno, ne deduco che tu voglia dirmi qualcosa. E… qualcosa di abbastanza importante, credo…>>
Kazunari rimase interdetto. Si mosse, spostando il peso da un piede all’altro, a disagio. Non sapeva bene come affrontare l’argomento. Decise di prenderla larga
<< Sai, non ho mai avuto amici, prima di venire qui..>> iniziò << Quando vai a fuoco, la gente tende a spaventarsi… mi chiamavano Oni… qui, invece, mi trovo molto bene… e ho addirittura degli amici… lo credevo impossibile, fino a due mesi fa. Ma… beh, Jun il primo giorno si è quasi commosso perché gli ho parlato in classe… Toshi è sempre perso nel suo mondo, ma sono sicuro che se avessimo bisogno di lui, non avremmo nemmeno bisogno di chiamarlo…>>
<< Toshi è un tesoro.>> convenne Masaki, sorridendo e sedendosi con la schiena appoggiata al muro. Kazunari si mise in piedi di fronte a lui, appoggiandosi alla balaustra ed annuì
<< Poi c’è Sho, e adesso che non è più scorbutico tende ad essere divertente… e poi…>> si fermò, scrutando il viso di Masaki, acceso dalla curiosità. E da qualcos’altro, ma Kazunari non riusciva a definirlo… inspirò profondamente
<< E poi ci sei tu.>> disse. Arrossì violentemente, mentre Masaki corrugava leggermente la fronte, cercando di seguire il filo del discorso
<< Sei sempre allegro, se ti abbatti, è solo per mezzo secondo, poi torni a sorridere, e hai un sorriso così caldo… fai sempre del tuo meglio, e, beh… mi dai la carica…>>
Masaki lo osservava, in silenzio. Kazunari vide che aveva capito che stava solo girando intorno a quello che voleva dire davvero. Sospirò, senza riuscire ad andare avanti, ma continuò a guardare Masaki negli occhi.
<< Arriverò al punto. In questi due mesi, ti ho osservato molto. Sempre. Troppo. Ma… per me sei una specie di calamita… se sorridi, sorrido di rimando, se sei imbronciato, metto il broncio anch’io… quando ti vedo triste, mi sembra tutto grigio… insomma… temo che… temo che tu mi piaccia…>> era riuscito a dirlo… si morse le labbra, incredulo. Masaki lo guardò, poi abbassò il viso, mordendosi le labbra a sua volta. Si alzò ed iniziò a camminare avanti ed indietro.
<< Masa…>>
Masaki si fermò e si girò a guardarlo. Sembrava angosciato
<< Nino, tu non mi conosci… >>
<< Beh, ci conosciamo solo da due mesi, e poi non è necessario che tu mi ricambi…>>
<< Lasciami parlare! Accidenti!>>
Kazunari abbassò il viso, in segno di scuse. Masaki glie lo fece alzare, posandogli un dito sotto il mento.
<< Quando dico che non mi conosci, non intendo quello che vedi tutti i giorni. In passato ho fatto una cosa… una cosa davvero brutta e… beh…>>
<< Senti, io ho ammazzato sette persone, non venire a parlare a me di cose brutte.>> disse Kazunari, sentendosi improvvisamente infuriato. Masaki gli sorrise dolcemente, poi scosse la testa, sempre sorridendo
<< Sette…>> mormorò
<< Che c’è, adesso ti faccio schifo, vero? Non vuoi considerarmi nemmeno un amico… ho dato fuoco alla scuola, e sono morti sette miei compagni… è stato un incidente, ok? Io… ero molto stanco, e confuso, ed arrabbiato, e non sono riuscito a fermare il fuoco… ad essere sincero, non so nemmeno se ci ho provato a fermarlo… io…>>
<< Puoi contarli, Nino!>> lo interruppe Masaki, guardandolo. Aveva ripreso a camminare avanti ed indietro, ma ora era fermo. Kazunari si sentì male, vedendo l’espressione angosciata di Masaki. Gli si avvicinò e gli prese le mani. Masaki chiuse gli occhi ed abbassò il viso, svincolandosi dalla presa di Kazunari
<< Tu non mi conosci.>> ripeté, allontanandosi e rientrando nell’edificio. Kazunari rimase fermo dov’era. Poi, pian piano, si rese conto di essere rimasto solo, e si sentì molto male. Si portò le mani al viso, sorprendendosi di trovarvi le lacrime. Si sedette a terra e si abbandonò ai singhiozzi, stringendosi le braccia attorno al corpo, per cercare di frenare la paura di essere rimasto solo di nuovo. Quando smise di piangere, era molto buio, e faceva molto freddo. Si alzò in piedi e si diresse verso l’interno. Ma qualcuno doveva aver già chiuso la porta. Iniziò a bussare, ma, giustamente, a quell’ora nessuno era più in quell’ala dell’edificio. Si concentrò, cercando Jun. Sapeva che se si fosse concentrato abbastanza, Jun l’avrebbe captato. O almeno lo sperava. Riprendendo a piangere, si accasciò contro la porta. Quasi non si accorse delle braccia che lo stringevano, aiutandolo a fare le scale e ad attraversare i corridoi deserti. Quando si rese conto di cosa stesse succedendo, era già a letto. Jun gli rivolse un’occhiata severa
<< Mi hai fatto preoccupare da morire.>> gli disse. Kazunari fece per chiedergli scusa, ma Jun gli mise un dito sulle labbra
<< Non sforzarti di parlare. Scusa, senza volerlo, ho visto quello che è successo prima. Dev’essere stato davvero brutto. Per tutti due… mi dispiace… sono stato io a dirti di parlargli… visto com’è sempre, non pensavo avrebbe reso il tutto così cupo… mi dispiace…>>
Kazunari gli sorrise
<< Tranquillo, Junji. Le cose si sistemeranno.>> disse. Poi si addormentò di botto.