Nell'ultimo giorno di festa di questo inizio anno vi propongo la mia nuova storia, un missing moment di Harry Potter e l'Ordine della Fenice di ambientazione natalizia.
Come al solito sono i piccoli gesti che mi colpiscono, e da un piccolo gesto la mia fantasia ha preso, anche in questo caso, le mosse.
In quel libro, come tutti i kickers sanno benissimo, il regalo di Natale che Ron fa ad Hermione non è il solito pacco di caramelle comprato da Mielendia, ma un inaspettato profumo.
Si alzarono e si vestirono. Per la casa si sentivano varie voci che si scambiavano gli auguri. Mentre scendevano le scale incontrarono Hermione.
“Grazie per il libro, Harry” disse allegra. “Desideravo Nuova Numerologia da una vita! E quel profumo è davvero particolare, grazie, Ron”.
“Non c’è di che” rispose Ron [...]
(J. K. Rowling, Harry Potter e l'Ordine della Fenice, ediz. Italiana, p. 476)
Bè, questa cosa mi è sembrata importante. Un regalo del genere mostra come, nella testa di Ron, qualcosa sia cambiato nel suo modo di pensare ad Hermione. Mi è piaciuto immaginare questo combiamento nel breve racconto che vi propongo, sperando di tutto cuore che sia di vostro gradimento.
Buona lettura e, anche se in ritardo, buon inizio d'anno a tutti ^_^
Fandom: HP
Titolo: The Perfect Gift
Parring: R/Hr, obviously.
Rating: G
Warning: Ron PoV.
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The Perfect Gift
Parte Prima
Come c’era da aspettarsi, le strade di Hogsmeade erano piena di gente.
La neve dei giorni passati si era ammonticchiata ai lati della via pricipale e ricopriva ancora in parte i tetti dei negozi. Tirava un vento forte e gelido, ma questo non aveva scoraggiato le decine e decine di persone che percorrevano la strada selciata, tenendo ben stretto tra le mani il bavero del mantello.
Da soli, in coppia oppure in gruppetti compatti, erano tutti molto impegnati ad esaminare attentamente le vetrine sfavillanti, colorate e attraenti dei negozi.
I negozi sembravano fare a gara nel proporre “offerte imperdibili” ai passanti, perfino il negozio di animali all'angolo prometteva “ragni giganti del Nepal e ippogrifi giapponesi a prezzi mai visti.”
Ron lesse il cartello esterrefatto. “Chi mai vorrebbe in casa un ragno gigante?” esclamò “A parte Hagrid, ovviamente.”
Hermione ridacchiò da dietro la sciarpa che le nascondeva metà del volto.
“Bè, a qualcuno potrebbero piacere, Ron, e poi è quasi Natale, la gente ama fare i regali più strani!”
Ron rabbrividì. “Merlino che follia! Spero che a nessuno venga mai in mente di regalarne uno a me!”
“Che dite se andiamo un po’ ai Tre Manici di Scopa?” propose Harry, al suo fianco. “Prenderemo qualcosa di caldo e non rischieremo di essere travolti dallo shopping natalizio!”
“Per me va bene” rispose Hermione sfregandosi le mani coperte da grossi guanti scuri “ma prima devo fare un salto in libreria e in un altro paio di posti. Possiamo vederci dopo, magari, se non vi va di venire.”
“Hermione, non c’è bisogno che fingi per liberarti di noi, lo sappiamo che devi comprare i nostri regali di Natale!” disse Ron, senza riuscire a trattenere un sorriso. “Solo, per favore, evita di regalarmi un libro, non lo sopporterei!”
“Stai diventando un po’ troppo esigente, Ron!” rispose Hermione “Niente ragni, né libri... se continui così i tuoi migliori amici non sapranno cosa regalarti il prossimo Natale!”
Ron le fece una smorfia e lei scosse la testa, divertita.
“Comunque” riprese “fossi in te non sarei così sicuro di ricevere un regalo da parte mia quest’anno... Dipende da come ti comporterai!”
Ron stava per ribattere, ma Hermione si allontanò in fretta urlando che si sarebbero rivisti un’ora dopo ai Tre Manici di Scopa, e sparì tra la folla.
“Allora” disse Ron dopo un po’ “ci diamo allo shopping natalizio anche noi o preferisci rinunciare?”
Harry alzò le spalle. “Immagino che non avremo un’altra occasione di venire ad Hogsmeade prima di Natale, per cui penso proprio che mi darò da fare adesso.”
“D’accordo” sospirò Ron, ma senza troppo entusiasmo. “E shopping sia. Ci vediamo dopo.”
Harry lo salutò e si allontanò.
Rimasto solo Ron diede un’occhiata in giro.
A pochi metri da lui una signora grassottella sbuffò esasperata di fronte a quello che evidentemente giudicava un prezzo eccessivo per un calderone in oro.
“Sarà anche oro, mio caro Randall” stava dicendo al commesso, un ometto dal naso adunco, “ma serve pur sempre per mescolare pozioni!”
“Mi creda, signora Dipity, non troverà da nessuna parte un prezzo più vantaggioso del nostro per un regalo del genere!”
Ron si incamminò chiedendosi chi mai avrebbe speso venticinque galeoni (questo era il prezzo che strillava a ripetizione il cartello giallo e rosso affisso fuori dal negozio) per un calderone in oro.
Decise di fare un salto da Mielandia e poi da Zonko, sicuro che lì avrebbe trovato qualcosa da regalare ad Harry ed Hermione. Arrivato da Mielandia, però, si rese conto che ci sarebbe voluto molto più tempo del previsto, vista la lunga coda di gente che si era formata davanti alle casse. Stava già pensando di andarsene quando sentì qualcuno che lo chiamava.
“Ginny!” esclamò e la raggiunse. “Cosa ci fai qui da sola?” le chiese mettendosi ad osservare gli scaffali davanti a cui sua sorella si era fermata.
“Lo stesso che fai tu, immagino. Cerco qualche regalo di Natale. Ecco, che ne dici di questo?” domandò porgendogli un enorme pacco di Cioccorane. “Potrei regalartelo per Natale.”
“O potrei regalarlo io a te” rispose Ron, prendendo il sacchetto colorato in mano. “Oppure ad Harry. No, credo di averglielo già regalato...”
Ginny gli mostrò un altro sacchetto pieno di strane caramelle bluastre che si contorcevano.
Ron fece una faccia schifata. “Quello per chi sarebbe?”
“Caramelle Rivoltabudella, Fred e George apprezzeranno!” rispose Ginny con un sorrisino furbo.
“Già, non ne dubito” disse Ron accigliato. “Ti ho mai detto che stai diventando tremendamente simile a loro?”
Ginny alzò le spalle con noncuranza, mentre lui afferrava una confezione gigante di Api Frizzole.
“Queste almeno non sono pericolose, credo che le prenderò.
“A chi le regalerai?” chiese Ginny.
“Non so, magari ad Hermione, so che le piacciono.”
Ginny fece un verso non ben definibile.
Ron la guardò.
“Cosa vuol dire ‘Mm-mh’?”
“Oh, niente. Pensavo.”
Ron le fece un cenno del capo, in attesa che proseguisse, ma Ginny non parlò.
“Ginny, devo ricorrere alla Legilimantia?”
“Come se ne fossi capace!” sbuffò lei.
“Non è questo il punto” disse Ron, piccato. “Cos’è che volevi dire?”
“Bè, non dovrei essere io a dirtelo veramente...” iniziò. “Dovresti pensarci tu, ecco.”
“Ginny, non prendere tempo!” la interruppe Ron. “Dovrei pensare io a cosa?”
“Oh, dannazione, Ron! Hermione!”
Ron la guardò confuso. “Hermione?” ripeté.
“Già, Hermione, Hermione. Le vuoi regalare un pacco di Api Frizzole!” esclamò Ginny, come se fosse una cosa di pessimo gusto.
“E allora? Cosa c’è di male?” le chiese Ron con un’alzata di spalle. “Ci siamo sempre fatti regali del genere a Natale: caramelle, dolci di vario tipo, e anche con Harry. Loro lo sanno che io... che noi... insomma, lo sanno che non possiamo permetterci cose più costose” concluse con le orecchie leggermente arrossate.
“Questo non c’entra, Ron. Non ti sto dicendo che non devi regalare delle caramelle ad Hermione perché costano poco.”
“Non sono semplici caramelle. E comunque so che le piacciono. A Natale bisogna regalare qualcosa che piace, no?”
“Sì, d’accordo, ma, insomma... sono sempre dolci di poco conto! E come hai detto tu, ve li siete sempre regalati. Voi fare alla tua migliore amica lo stesso genere di regalo che le hai fatto quando aveva undici anni?”
Ron era ancora più confuso. Con tutta la buona volontà non riusciva proprio a capire dove Ginny volesse andare a parare. Hermione era la sua migliore amica e lui le avrebbe regalato un palazzo intero se avesse potuto, ma non poteva, e ad ogni modo a lei probabilmente non sarebbe importato.
Le cose tra loro non andavano sempre bene e ultimamente litigavano più del solito, ma Ron sapeva lei gli voleva bene e per quanto l’anno prima fossero successe delle cose che lo avevano fatto molto riflettere sul loro rapporto e sul tipo di affetto che lo legava alla ragazza, Ron sapeva che si trattava di un affetto profondo. C’era forse bisogno di un regalo costoso per dimostrarlo?
“Ginny, non ti capisco” ammise infine. “Davvero. Non credo che sia il prezzo del regalo che faccio ai miei amici a dimostrare il mio affetto per loro” aggiunse, cercando di non sbilanciarsi.
“Lo so e sono d’accordo. E’ solo che... oh, come diavolo te lo spiego?” esclamò Ginny torturandosi la sciarpa che indossava. Per un po’ non parlò, guardandosi in giro, poi d’un tratto si illuminò e afferrò Ron per un braccio, costringendolo a voltarsi alla sua destra.
“Guarda” disse con un cenno della testa.
Ron osservò le due ragazze che Ginny gli stava indicando. Le conosceva, erano di Corvonero, dello stesso anno di sua sorella.
“La bionda è Girardine Skandall e l’altra è Sophia Mac Taylor, di Corvonero, IV anno. Seguono alcuni corsi con me” spiegò Ginny.
Ron annuì.
“Qualche giorno fa Girardine è arrivata in aula tutta contenta con indosso gli orecchini che porta adesso. Li vedi?”
Ron guardò con più attenzione e li vide. Non erano molto vistosi, due piccole roselline colorate attaccate ai lobi grazie ad un sottile filo di metallo.
“E allora?”
“Allora li aveva ricevuti in dono quella mattina per il suo compleanno, da parte del suo ragazzo. E dovevi vedere come era eccitata, li ha tenuti per tutto il giorno e da allora li porta sempre. Non ti sembra molto felice?”
Ron guardò di nuovo la ragazza con gli orecchini. Aveva effettivamente un’aria felice. Sembrava essere perfettamente in pace col mondo.
“Sì” rispose “ma cosa c’entra questo con-”
“Mio caro fratellino” lo interruppe Ginny “questo cosa vuol dire secondo te?”
Ron spostò lo sguardo dalle due ragazze (che li avevano notati e si stavano allontanando) a sua sorella.
“Che vuol dire? Non so, che le piacciono molto i suoi orecchini nuovi?”
“Risposta sbagliata!” esclamò Ginny. “Ma c’era da aspettarselo! No, il motivo per cui indossa sempre quegli orecchini è perché la fanno sentire speciale!”
Ginny rimase zitta, per accentuare l’effetto di quello che aveva appena detto e Ron alzò un sopracciglio.
“Mi stai dicendo che dovrei fare ad Hermione un regalo che la faccia sentire speciale?” chiese.
“Esatto!” confermò Ginny con un sorriso enorme. “Sapevo che ci saresti arrivato, dopotutto sei pur sempre mio fratello!”
“Ma... Ginny... Insomma, non è mica la stessa cosa! Hermione ed io siamo amici, che motivo avrei per-” ma si interruppe, perché Ginny aveva assunto un cipiglio che la faceva somigliare molto a sua madre quando iniziava ad arrabbiarsi.
“Il fatto che siate... amici, come tu dici” riprese Ginny sottolineando la parola ‘amici’, “non ti impedisce di farle un regalo che non sia il classico buon vecchio pacchetto di dolci, apprezzabile, certo, ma anche molto comodo, no?”
“Comodo?” ridacchiò Ron “Come sarebbe a dire comodo?”
“Sarebbe a dire che non è compromettente, fratellino.”
Ron smise di ridere. Aprì un paio di volte la bocca per dire qualcosa, ma di fronte al sorriso trionfante di sua sorella decise che era meglio rimanersene zitto.
Per un po’ nessuno dei due disse altro. Ron posò la confezione di Api Frizzole che aveva in mano, ne prese una bella grossa di Gelatine Tuttigusti + 1 da regalare ad Harry e fecero la fila alla cassa. Ognuno pagò i suoi dolci e infine uscirono in strada. Ron fece un cenno di saluto a Ginny, dicendole che si sarebbero rivisti ad Hogwarts, ma lei parlò di nuovo prima di allontanarsi.
“Non c’è bisogno che tu sia il suo ragazzo per farla sentire speciale, sai? E poi nel vostro caso non fa praticamente differenza. Devi solo rischiare un po’ di più, Ron.”
La faceva facile lei. Cosa ne poteva sapere? E poi rischiare... per cosa? Non era nemmeno sicuro di cosa lo legasse ad Hermione...
Riprese a camminare per Diagon Alley, cercando di non finire in mezzo a qualche ingorgo da cui sarebbe uscito difficilmente. Controllò l’orologio. Mezz’ora all’appuntamento con Harry ed Hermione.
Hermione.
Qualcosa che la facesse sentire speciale. Questo escludeva i dolci, gli scherzi di Zonko (che comunque lei non avrebbe apprezzato) e anche i libri a ben pensarci.
Cosa allora? Orecchini? Per carità, non voleva mica copiare il ragazzo di quella Girardine come si chiamava! E poi quello era un regalo da fidanzati. E lui ed Hermione non erano fidanzati. Però...
Ad un tratto la sua attenzione fu attratta da un enorme cartello pubblicitario illuminato. “Fate sentire la vostra donna una dea” recitava la scritta intermittente. Ron guardò meglio. Era un negozio di profumi e articoli simili.
Stranamente gli tornò alla mente un episodio accaduto l’anno prima, più o meno nello stesso periodo. Si trovavano nella loro Sala Comune. Lui ed Harry avevano un disperato bisogno di trovare una compagna per il Ballo del Ceppo, ma nessuno dei due era stato fortunato. Poi era arrivata Hermione. Bè, non ci aveva mai pensato prima, ma all’improvviso realizzò che anche lei era una ragazza e che quindi poteva accompagnare uno dei due al ballo. Glielo aveva detto e, ovviamente, lei si era infuriata.
“Solo perché tu ci hai messo tre anni per accorgertene, Ron, non vuol dire che nessun altro ha capito che sono una ragazza!” *
L’aveva capito, in realtà. L’aveva sempre tenuto presente, non è che fosse cieco, dopotutto. Semplicemente per lui, fino a quel momento, Hermione non era stata una ragazza in quel senso. Era la sua migliore amica, non una con cui si poteva andare ad un ballo. O uscire insieme. O regalare un profumo.
Sospirò.
A quanto pare molte cose erano cambiate...
* Tratto da J. K. Rowling, Harry Potter e il Calice di Fuoco, ediz. Italiana, p. 343.
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Tra qualche giorno la seconda e ultima parte ^_-
PS:
Seconda Parte