Seconda parte two shot natalizia

Jan 14, 2007 21:01



Ecco a voi la seconda e ultima parte di The Perfect Gift.

Buona lettura.

^_^

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The Perfect Gift

Prima parte

Seconda parte

Ron entrò nel negozio di profumi. Per un po’ vagò incerto tra gli scaffali, chiedendosi se davvero voleva regalare un profumo ad Hermione.

Poi una commessa giovane e piuttosto carina gli venne incontro.

“Posso aiutarti?” disse gentile.

Ron sorrise un po’ imbarazzato.

“Bè... ehm... sto cercando un profumo... è per un regalo.”

“Hai già un’idea precisa?” fece lei.

“Veramente... ehm, no...” Ron si schiarì la voce. “A dire la verità è la prima volta che entro in un negozio di profumi!”

La commessa gli sorrise con calore e lo rassicurò. “Non preoccuparti, troveremo la cosa giusta. “E’ per la tua ragazza?”

Ron se ne uscì con una risatina nervosa. “Oh, no... cioè... è per una ragazza, ma non è la mia ragazza!”

“Va bene” disse la commessa, senza indagare oltre.

Ron gliene fu grato.

Seguì la commessa fino ad uno scaffale su cui erano posate tantissime bottigliette colorate, dalle forme più strane.

“Questa è la nostra miglior collezione di profumi per ragazza” disse lei con un enorme sorriso (ma non la smetteva mai di sorridere quella?). “Dimmi... Lei che tipo è?”

“Come scusa?” chiese Ron. Tutta questa storia stava diventando assurda e lui cominciava a sentire caldo.

Si tolse la sciarpa.

“Devi dirmi che tipo è la ragazza a cui vuoi regalare il profumo, così possiamo trovarne uno adatto a lei!” esclamò la commessa.

“Oh, va bene” fece Ron, e poi pensò che era meglio precisare subito una cosa. “Però, sai... io... ehm... non vorrei spendere troppo... è... è solo un pensiero!” riuscì a concludere piuttosto imbarazzato. Ma poi, visto che la commessa non faceva una piega e gli rivolse invece un ulteriore grande sorriso, come a dire che non c’era problema, si tranquillizzò e pensò a rispondere alla domanda.

“Allora... Devo dirti com’è la mia amica?” chiese più per prendere tempo che per altro.

La commessa annuì.

“Bè, sai, è... lei è piuttosto permalosa...” disse Ron aggrottando un po’ le sopraciglia. “Anzi, a dire il vero certe volte è davvero insopportabile, e poi muore dalla voglia di fare la maestrina, quando la lasci fare! E’ anche autoritaria ed è una grandissima secchiona. Veramente secchiona, se sai cosa intendo! Riesce a difendere anche il professore più carogna che c’è, te l’assicuro!” esclamò con fervore ricordando alcuni episodi avvenuti negli anni precedenti.

La commessa ridacchiò con lui e gli fece cenno di continuare.

Ron rimase un po’ in silenzio a pensare. Gli venne in mente che Hermione non girava mai senza portare almeno una decina di grossi libri appesi sulla schiena e che amava starsene in biblioteca e leggere volumi immensi a cui nessuno mai si sarebbe avvicinato, a meno che non fosse costretto sotto minaccia di un Crucio.

Sorrise.

“In realtà poi non è davvero una cosa negativa, l’essere secchiona, intendo. E’ che a lei piace studiare e le piacciono molto i libri. Adora praticamente tutti i libri, dovresti vederla, è peggio di Madama Pince! Madama Pince è la bibliotecaria di Hogwarts” aggiunse a mo’ di spiegazione.

La commessa annuì, facendogli capire che sapeva a chi si riferiva.

“Lei, sai, si appassiona tantissimo a quello che fa” riprese Ron “e cerca sempre di farlo nel migliore dei modi. E quando si mette in testa una cosa, anche la cosa più stupida del mondo, che poi lei non è che sia stupida, ma certe volte ha delle idee balzane che proprio non sai da dove le sono venute fuori, ma se crede di fare la cosa giusta, non c’è niente e nessuno che possa farle cambiare idea!”

La commessa rise un po’ a questa affermazione, ma non lo interruppe.

Ron cercò di ricordare com’era Hermione durante le lezioni, mentre prendeva appunti o quando studiavano, in Sala Comune. Non ci aveva mai pensato prima, ma gli piaceva guardarla mentre se ne stava tutta concentrata a risolvere qualche complicatissimo problema che lui non avrebbe mai capito.

“E’... forte” disse. Non gli veniva in mente un termine più adatto. Forte. Sotto tutti i punti di vista.

“Forte” ripeté la commessa. “E’ molto intelligente, vero?”

“E’ un vero piccolo genio!” esclamò Ron con un moto di orgoglio “E’ davvero in gamba e sarebbe capace di mettere nel sacco chiunque. Credimi, è meglio non averla come nemica!” ridacchiò pensando a come la sua amica era riuscita a tenere a bada Rita Skeeter l’anno precedente.

“Bene, ok, questo restringe di parecchio il campo” disse la commessa guardando le bottigliette di profumo come se riuscisse a vedervi qualcosa che lui invece non era in grado di distinguere. “E’ bella?” chiese ancora la ragazza senza guardarlo.

Senza sapere perché, Ron si ritrovò ad arrossire.

Certo che era bella, anche se lei, forse, non se ne rendeva neppure conto.

Ron ricordava bene come tutti erano rimasti a bocca aperta al Ballo del Ceppo dell’anno precedente. Lui stesso era rimasto senza fiato. Anzi, ad essere sinceri, ultimamente gli succedeva piuttosto spesso di rimanere senza fiato quando aveva Hermione vicina, e per di più nei momenti più assurdi.

Non ci aveva mai fatto caso.

Ron annuì. “Sì, è bella” disse grattandosi la testa per l’imbarazzo. “E se proprio vuole sa essere anche molto dolce...” sussurrò quasi più a se stesso che alla commessa.

La ragazza sembrò soddisfatta e dopo aver cercato qualcosa con gli occhi e una mano alzata allungò il braccio e prese una boccetta azzurra dalla forma allungata.

La svitò e gliela porse.

“Penso che questo sia il profumo che stai cercando” disse.

Ron prese in mano la boccetta, un po’ incerto e se la portò al naso.

Aspirò.

Un aroma molto piacevole lo avvolse. Era fruttato, anche se non avrebbe saputo dire che tipo di frutto fosse. Ed era dolce, ma senza esagerare.

“E’ un profumo deciso, vero?” chiese ad un tratto la commessa.

Ron la guardò. Era evidente che quella ragazza sapeva fare bene il suo lavoro.

“Sì, lo è” rispose Ron.

Fece per restituire il profumo alla commessa, ma lei lo fermò con un gesto della mano.

“No, annusa ancora, prova a pensare se le starebbe bene addosso.”

Questa era una richiesta davvero strana, pensò Ron, che si limitò a fare come diceva la ragazza. Portò di nuovo la bottiglietta al naso e aspirò. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio sul profumo e, senza sapere come, immagini di Hermione presero a formarsi nella sua mente.

Hermione in biblioteca a studiare, mentre sgridava lui ed Harry che non facevano altro che bisbigliare e ridacchiare tra loro.

Hermione che alzava la mano durante le lezioni per rispondere alle domande del professore.

Hermione che gli urlava contro in Sala Comune, tutta rossa in viso.

Hermione che gli sorrideva per chissà che un motivo.

Hermione che rideva senza ritegno seduta al tavolo dei Grifondoro in Sala Grande.

Hermione in lacrime buttata su un vecchio divano consunto.

Rivide Hermione al Ballo del Ceppo, bellissima nel suo vestito color pervica e stranamente non era Krum quello di cui stringeva il braccio, ma lui.

L’immagine mutò, il vestito di Hermione era scuro e lei danzava con Ron in una grande sala affollata, ridendo per qualcosa che lui doveva averle detto.

Ron aprì gli occhi e guardò la commessa, stupito.

Lei si limitò a sorridere a prendere in mano la bottiglietta che Ron le porgeva.

“Hai visto qualcosa, immagino.”

Ron annuì. “Cos’era? Il futuro? O il passato? Oppure...”

“Nulla di tutto ciò” lo interruppe la commessa. “E’ soltanto un profumo, ma come ogni altra cosa nel nostro mondo contiene magia e se tu sei riuscito a vedere la ragazza a cui stavi pensando, allora vuol dire che è davvero il profumo adatto a lei.”

La commessa mise la bottiglietta che aveva in mano in una piccola scatolina azzurra e riprese a parlare. “Vedi, chi crea il profumo lo fa immaginando un certo tipo di persona, con delle caratteristiche molto particolari, per cui difficilmente uno stesso profumo andrà bene per molte persone. Ce ne sono certi che si adattano ad una persona soltanto anche se non sono stati creati appositamente per lei. Succede quando il mago che lo crea pensa ad una persona davvero speciale.”

Ron non aveva mai sentito parlare di una cosa del genere... “E se uno compra un profumo che non va bene?”

“Bè, lo può fare, ma non gli starà mai bene addosso, non sarò mai davvero il suo profumo, quello con cui gli altri lo riconosceranno” rispose la ragazza. “Ogni persona è speciale a suo modo, anche se a volte non riesce a capirlo lei stessa. Il profumo giusto ha la capacità di sottolineare le sue doti e perciò riesce a renderla più sicura di sé. Ed è un po’ come se quella persona diventasse più attraente anche per gli altri... Capisci cosa intendo?”

Il motivo per cui indossa sempre quegli orecchini è perché la fanno sentire speciale!

Non ti sembra molto felice?

“Credo di sì” annuì Ron.

Stavolta fu lui a sorridere.

Era il regalo giusto.

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Quella sera in Sala Comune, Ron si trattenne più del solito a giocare a scacchi magici con Harry.

Hermione per un po’ fece loro compagnia, appollaiata sul divano a leggere un libro dal titolo molto difficile, poi li salutò dicendo che era stanca e andò a dormire.

Ron la seguì con lo sguardo fin quando non scomparve dietro la porta che portava ai dormitori femminili. In quel momento il re di Harry fece un verso di giubilo mentre il suo si accasciava sulla scacchiera e Ron riportò la sua attenzione sul gioco.

“Me l’hai fatta, eh?” disse guardando il suo amico.

“Ti sei distratto. Ne ho solo approfittato” disse Harry alzando le spalle con noncuranza, ma con un piccolo sorriso. “Senti, sono piuttosto stanco anch’io, la giornata è stata lunga. Che ne dici se ce andiamo a nanna?”

Ron annuì ed iniziò a raccogliere i pezzi degli scacchi, pensando che quella giornata era stata davvero molto lunga. Ma anche stranamente soddisfacente, in qualche modo, si disse ricordando quello che gli era successo in profumeria.

Mentre Harry iniziava a salire in dormitorio, gettò uno sguardo alla poltrona su cui sedeva Ginny, impegnata in una fitta conversazione con due compagne di corso.

“Non dovresti andare a dormire, tu?” le chiese Ron.

Ginny abbandonò la conversazione con le sue amiche per rivolgergli uno sguardo davvero poco amichevole, ma poi si alzò e lo raggiunse.

Per un momento Ron temette che volesse dirgli di farsi gli affaracci suoi, come capitava spesso, ma quando Ginny parlò il suo tono non era affatto arrabbiato.

“Hai fatto spese, alla fine oggi?” chiese.

“Oh” fece Ron e stranamente si sentì piuttosto in imbarazzo. “Bè, sì, ho comprato qualcosa.”

Ginny gli rivolse uno sguardo eloquente. Era chiaro che moriva dalla voglia di sapere cosa aveva regalato ad Hermione.

Ron alzò un sopracciglio e sorrise.

Ovviamente, non le avrebbe detto niente.

“Devo dire che la chiacchierata con te mi è stata di grande aiuto” disse. “Sono riuscito a trovare il regalo giusto da fare ad Hermione e non ho nemmeno speso un mucchio di soldi, anche se... bè, devo ammettere che le Api Frizzole mi sarebbero costate di meno!”

Ginny annuì.

“Comunque, sono davvero soddisfatto, sai? Grazie mille sorellina” e le scoccò un sonoro bacio sulla fronte. Poi si avviò verso la porta del suo dormitorio.

“Ehi!” fece Ginny seguendolo. “Non mi dici nient’altro?”

“No. Perché, cos’altro dovrei dirti?” chiese Ron con sguardo interrogativo.

“Ron! Non fare lo stupido! Lo sai cosa voglio sapere!” sbottò Ginny, per niente contenta.

“No, ti sbagli. Cos’è che vuoi sapere?” fece lui con aria fintamente ingenua.

Ginny strinse gli occhi. “Il regalo” sibilò. “Il regalo di Hermione. Cosa le hai preso?”

“Oh quello!” esclamò Ron, come se avesse capito solo in quel momento. Fece una piccola risatina, portandosi la mano sul cuore, come faceva spesso sua madre quando parlava con qualcuno. Ormai erano arrivati alla porta del suo dormitorio.

Posò una mano sulla maniglia.

“Per quello” disse sorridendo con cattiveria, “penso proprio che dovrai aspettare Natale per saperlo!”

Ginny spalancò la bocca, poi lo guardò arrabbiata.

“Non puoi farlo!” sibilò, ma Ron aprì la porta del dormitorio e con un gran sorriso entrò e se la richiuse alla spalle.

Oh  sì che posso...

Mentre cominciava a salire i gradini sentì sua sorella chiamarlo con un epiteto non troppo affettuoso dall’altra parte della porta. Ron ridacchiò e si ritrovò a pensare che sì, quella giornata era stata lunga e stancante, ma a suo modo fruttuosa.

Sotto tutti i punti di vista.

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