Titolo: “Sanagi” (Crisalide)
Fandom: Hey! Say! JUMP
Personaggi: Chinen Yuri, Takaki Yuya, Inoo Kei, Yabu Kota, Yaotome Hikaru
Pairing: Takachii, Inoobu, Hikachii
Warnings: Slash, Non-con, Death!Fic, AU, Underage, Violence
Word Count: 21.113
fiumidiparoleRating: NC-17
Prompt: 466. “Imitazioni di una vita.”
NdA: Storia scritta per la challenge
bigbangitalia, per il set AU della
think_angst e per la
500themes_ita. La storia è un sequel di
“Yami wo ukeire futatabii asa kuru”, di
simph8. Sempre di
simph8 è il gift alla storia, il fanmix “The birth of a butterfly”, che potete scaricare
qui (bellissimo fanmix, aggiungerei. Grazie <3).
07 - Owari no nai Tabi
“Anche quando rinascerò, abbracciami”
[Moon, KAT-TUN]
Kei guardò oltre la finestra della sua stanza, e sorrise.
Si incamminò lentamente nei corridoi, fino a quando non raggiunse la terrazza.
Diede un’occhiata veloce alle persone intorno a sé, come per tranquillizzarsi. Era tutta gente che conosceva, erano suoi amici. Non aveva paura, non di loro.
Sapeva che nessuno gli avrebbe fatto del male.
C’era una leggera brezza, ma non gli dava troppo fastidio. Era in attesa, e non si sarebbe mosso di lì ancora per un bel po’.
Si sedette su una delle panchine, incrociando le gambe e fissando un punto imprecisato dell’orizzonte.
Gli piaceva quel posto, gli piaceva l’aria che si respirava.
C’era anche un giardino.
Rimase fermo senza far nulla per parecchio tempo, solo a guardarsi intorno, quando improvvisamente si sentì chiamare.
Yuri e Yuya camminavano nella sua direzione, e il più piccolo lo salutò con un gesto della mano, mentre l’altro aveva la sua solita espressione infastidita, come se fosse stato costretto a trovarsi lì.
Ma a Kei non importava più di tanto. Era felice di vederli.
“Ciao!” disse loro, sorridendo, mentre Yuri si chinava a baciarlo su una guancia e Takaki gli faceva un cenno con la testa.
“Ciao, Kei. Come va oggi?” gli chiese il più piccolo, sedendoglisi accanto.
Inoo scosse le spalle.
“Bene. C’è il sole oggi, sono contento. Ieri pioveva, e non sono potuto uscire, mi sono annoiato a morte. Però poi ho visto un drama nuovo in tv insieme a tutti gli altri, e mi è piaciuto parecchio.” annuì fra sé e sé, poi riprese. “E una delle signore che stanno qui mi ha anche portato i dango, ieri. Lo sa che mi piacciono, anche se ha detto che non avrebbe dovuto. Credo che abbia un debole per me.” spiegò loro, ridacchiando.
“E non comprendo il perché.” disse Yuya, piano, guadagnandosi una gomitata nelle costole da Chinen.
Kei ridacchiò, scrollando le spalle.
“Dice che le sono simpatico. Ma lo so che tu non condividi, non importa.” rispose, tranquillo, rivolgendosi poi a Yuri. “E a voi come va? Che cosa avete fatto di bello in questi giorni?” chiese, con occhi curiosi.
L’altro ridacchiò, piano, lanciando un’occhiata a Yuya.
“Ieri siamo stati dal medico per la visita di controllo della sua ferita. E lui ha litigato con il sensei perché gli aveva promesso che non sarebbe rimasta la cicatrice, e invece è ancora lì. Io gliel’ho detto che dopo solo sei mesi è normale, e gliel’ha detto anche il sensei, ma lo sai com’è fatto.” aggiunse, come se Takaki non fosse lì con loro. “Io trovo che non gli stia male, sembra quasi uno yakuza serio con quella addosso. Ma lo sai quant’è vanitoso, no?” concluse, schivando per un pelo il colpo che Yuya gli stava dando con una mano sulla testa.
Kei nel frattempo rideva, di cuore.
Gli piaceva vedere Yuri sorridere. Da quando l’aveva conosciuto, non succedeva spesso, mentre da qualche mese lo vedeva sempre allegro. E sempre con Yuya.
Non aveva fatto troppe domande, non era necessario per capire come andassero le cose fra loro.
Sospirò, contento.
“Se aspettate un po’...” iniziò a dire poi, seguendo come sempre il filo dei propri pensieri. “magari incontrate Ko. Deve venire a trovarmi, è da un po’ che non lo vedo.” disse loro, lo sguardo perso nuovamente nel vuoto.
Scorse i due lanciarsi un’occhiata che non riuscì a comprendere, prima che il più grande gli rispondesse.
“Non ho la minima intenzione di aspettarlo, Kei. Mi sono già annoiato. Non volevo neanche venire a dire il vero, ma Yuri mi ci ha trascinato.” disse, con tono che a Kei parve forzatamente acido.
“Sì, Kei-chan. Ora dobbiamo andare, pranziamo fuori oggi.” aggiunse Chinen, piano, e all’altro parve di scorgere un luccichio strano nei suoi occhi.
Si salutarono, velocemente.
Non duravano mai troppo le loro visite quando c’era anche Yuya, ma a lui non dispiaceva.
Era felice che andassero a trovarlo, non importava quanto si trattenessero.
Mentre si allontanavano, rimase a guardarli, e dopo che ebbero fatto pochi metri vide Yuya allungare il braccio verso il più piccolo, prendendogli una mano nella sua.
Erano imitazioni di una vita, come prototipi di un immaginario perfetto, di quelli delle favole, in cui il mostro diventava improvvisamente il buono, e tutti vivevano felici e contenti.
Imitazioni di una vita.
Sorrise, felice.
Quando fosse arrivato, l’avrebbe raccontato a Kota.
Ne sarebbe stato felice, era sicuro.
Magari, anche loro avrebbero avuto un bambino, un giorno.
E forse anche un gatto.
Ridacchiò.
Avrebbe dovuto dire a Kota che Yuya, a differenza sua, poteva sicuramente permettersi una casa con il giardino.