[Supernatural] Blessed by nature (4/6)

Nov 23, 2011 12:33

Titolo: Blessed by nature
Autore: koorime_yu
Fandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Castiel, Dean e Sam Winchester
Rating: Nc17+ *fischietta*
Charapter: 4/6
Beta: hikaruryu
Words: 16.784 (fiumidiparole)
Genere: erotico, introspettivo, PWP
Warning: slash, menate mentali ed isteria made in Winchester sesso molto descrittivo - tanto descrittivo. No, davvero tanto tanto descrittivo.
Summary: Dean si rende conto, con sgomento, di avere una leggera cotta per Castiel. Quando questi comparirà chiedendo loro una mano e Sam finirà conseguentemente in ospedale, Dean si troverà ad affrontare la sua cotta per l'angelo e scoprirà che Jimmy Novak è stato "benedetto dalla natura".
Note: You want the best, you got the best! The hottest fic in the world: Namasté! \O/ *la fucilano*
Un bacino a chi riconosce la citazione ♥
Ehm... non so che dire. Cioè, alcuni di voi aspettano questa fic da... boh, un casino di tempo, ormai XD quindi vorrei solo lasciarvi e farvela leggere, ma sento di dover prima fare qualche ringraziamento:
- a hikaruryu, prima di tutto, perché prima ancora che betarsela, si è ciucciata me e i miei scleri durante tutto il periodo di stesura;
- a sepherim_ml, che mi ha spucciato e confortato per tutto il tempo, cercando di convincermi che non faceva schifo;
- a minnow90, che l’ha claimata su bigbangitalia e ha prodotto le meravigliose vignette che troverete fuse con il racconto (e per cui dovete amarla. No, sul serio, AMATELA *ride e ama*). E c’è sicuramente qualcun altro che mi sto dimenticando, perdonatemi /o\ - c’è, infatti:
- a neera_pendragon che mi ha dato una mano con l’html per inserire le anteprime delle varie vignette (cliccateci su e amatele) *sbacia*
- a tutto il resto del mondo che mi ha supportato, spucciato e aiutato in qualunque modo, anche solo patpattandomi.
Comunque, tutta questa fic è nata a causa di Misha Collins e delle sue performance (qui in italiano). Da lì a immaginare Castiel con lo stesso problema il passo è stato breve. Brevissimo. E Dean ci è finito per mezzo, perché è una whore come al solito.
Il fatto che fosse nata come one-shot di massimo 3k e che mi sia poi sfuggita di mano, raggiungendo le 16k, è un’altra storia. Una storia di cui mi porto ancora dietro gli strascichi.
Ma basta indugi, andate a leggere e non dimenticate di insultarmi prima di chiudere la pagina \O/

DISCLAIMER: vorrei tanto possedere Castiel, ma no, né lui né nessun altro mi appartiene .__. Neanche Dean, no *sigh*

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Dean gli afferrò la nuca e se lo tirò contro nello stesso attimo in cui Castiel colmò la misera distanza tra loro; gli si schiacciò addosso, spingendolo spalle al muro, e lo baciò esattamente come l’ultima volta, prosciugandogli  le facoltà intellettive e qualunque altra stronzata fosse superflua - il che comprendeva anche l’ossigeno, a quanto pareva.
-Wow.- ansimò, staccandosi da lui. -Questo è stato... - La testa impattò contro il muro con un tonfo, mentre sbatteva le palpebre nel tentativo di schiaristi la vista. -Wow.- concluse, prendendo un respiro profondo per ossigenare di nuovo il proprio cervello. Durò poco, perché Castiel si avventò ancora una volta su di lui, che si ritrovò a dorso nudo e senza alcuna certezza di come la maglia gli fosse stata sfilata - era abbastanza certo che ce l’avesse ancora quando avevano ripreso a baciarsi e lo era altrettanto di non averlo interrotto o alzato le braccia, per quel che ne sapeva.
Il mistero della maglia passò però in secondo piano quando l’angelo rilasciò un gemito bollente - sottoforma del suo nome - direttamente nel sul orecchio, dandogli quella piccola spinta che gli serviva per prendere in mano le redini del gioco.
Lo spinse via con abbastanza forza da convincerlo a spostarsi di qualche passo ed osservò l’incertezza nascere e tremolare su quel viso pallido e stravolto. Gli occhi - grandi, luminosi e liquidi grazie all’eccitazione - presero una piega di delusione che si accompagnava perfettamente a quella di sconforto delle labbra - rosse, gonfie e fottutamente invitanti. Cristo, quelle labbra erano la cosa più erotica e lasciva che avesse mai visto, e il fatto che appartenessero a un vergine non faceva altro che aumentare il livello di sensualità di cui erano intrise.
-Io...- cominciò l’angelo in evidente difficoltà, ma il cacciatore lo interruppe bruscamente, tornando con gli occhi nei suoi.
-Sta’ zitto.-
Si allontanò dal muro e si fermò a meno di un soffio dall’altro, i toraci che si sfioravano appena. Il respiro di Castiel tremolò quando le sue mani scivolarono in una carezza sulle spalle, portandosi via trench e giacca, che caddero ai loro piedi con un fruscio. Fu poi il turno della cravatta, che venne sciolta e lasciata penzolare ai lati del colletto sgualcito.
A Dean scappò un sorriso nel vederlo deglutire con nervosismo dopo una lieve carezza di polpastrelli, prima che scendessero a liberare i bottoncini dalle rispettive asole e scoprissero sempre più pelle pallida che pretendeva la sua attenzione. Quando fu a metà dell’opera, fece un mezzo passo ancora e poggiò la bocca sulla curva tenera del collo, ricevendo un sospiro e un mugolio in risposta. Castiel si artigliò alle sue braccia quando lo graffiò appena con i denti, prima di lenire con labbra e lingua, mentre con le mani risaliva lungo il petto e lo liberava anche della camicia. L’angelo lasciò ricadere la testa all’indietro, dandogli libero accesso al collo, arricciandosi nel suo abbraccio e trattenendolo per la nuca.
Dean sorrise contro la sua pelle arrossata, scivolando con le labbra a seguire la linea delle clavicole e poi risalire fin sotto il mento, che morse giocosamente.
-Dean...- ansimò l’amante, gli occhi socchiuso rivolti al cielo, e lui espirò bruscamente, stringendo la presa sui suoi fianchi. Cristo, poteva eccitarsi più di quello che era solo a causa di quella voce? Evidentemente sì, secondo il suo pene dolorosamente eretto. Combatté l’istinto di strusciarsi o aprirsi i pantaloni e toccarsi - tanto più che probabilmente gli sarebbero volute giusto due carezze per venire, viste le sue pietose condizioni - e sospinse quel corpo fremente verso il suo letto, invitandolo a stendercisi sopra prima di arrampicarsi a sua volta accanto a lui.
-Fermo così.- ordinò, premendogli una mano al centro del petto per tenerlo giù. Poi, con un sorrisetto consolidato da anni di esperienza, la fece scivolare in una lenta carezza fino al bordo dei pantaloni e li sbottonò in un gesto sbrigativo, ritrovandosi ancora una volta di fronte al problema che tanto lo aveva assillato in quelle settimane.
Si passò lentamente la lingua sulle labbra, in un gesto inconscio di nervosismo, mentre spingeva la stoffa verso il basso, premunendosi poi di liberarlo di tutto ciò che ancora lo copriva, scarpe e calze comprese.
Calciò le sue a far loro compagnia, insieme ai suoi jeans, prima di tornare sul letto e su quel corpo gloriosamente nudo. Gli occhi di Castiel rimasero per tutto il tempo fissi su di lui, scandagliandolo con tanta insistenza che ebbe quasi la sensazione che in realtà gli stesse guardando l’anima - e fu strano, ma per una volta non gli sembrò quella cosa marcia e amorfa che si portava dietro dall’Inferno. Rabbrividì, nonostante tutto, ma non fu spiacevole e anzi la sua erezione ebbe uno spasmo e bagnò appena la stoffa dei boxer che ancora la costringeva.
Dean ignorò il desiderio che scorreva nelle proprie vene e si concentrò invece su quello del corpo sotto di lui, fremente d’aspettativa.
Si chinò e gli posò un bacio asciutto al centro del petto, percependo chiaramente il brivido che procurò. Sorrise e si spostò più su, sulla carne tenera del collo, che risalì con tocchi fugaci di labbra fino a ricongiungersi con quelle dell’angelo, che lo attendevano frementi.
A Castiel piacevano i baci ed era evidente da come vi rispondeva subito con entusiasmo, spingendosi con smania contro di lui, inclinando il viso nel tentativo di approfondirli e renderli subito più intimi, finendo per renderli molto bagnati e per nulla armoniosi. Erano più uno scontro per la supremazia che un incontro tra amanti, ma forse proprio per questo Dean sentiva quella scarica di adrenalina serpeggiargli lungo la schiena e minacciare il suo sistema nervoso di trasformarlo in un ammasso di punti erogeni.
Stava cominciando a venire a patti con il fatto che il suo corpo sembrava apprezzare ampiamente quella vena autoritaria, che l’angelo lo afferrò per i fianchi e lo trascinò sulla schiena, rotolandogli poi sopra e spingendo i fianchi contro i suoi. Gli morse la bocca, scivolando con le mani lungo i fianchi, stringendo, graffiando e pizzicando lì dov’era più sensibile, afferrandogli la carne e strusciandosi su di lui in un continuo rincorrere di sensazioni e reazioni, osservandolo a occhi socchiusi gettare la testa indietro e ansimare il suo nome.
Castiel non gli diede tempo di far altro e si avventò di nuovo sulla sua bocca, schiacciandolo sotto di sé e togliendogli così ogni possibilità di muoversi.
Figlio di puttana prepotente, pensò - o meglio, l’avrebbe fatto se i suoi ormoni non si fossero messi a fare la ola, infrangendosi a ondate contro i suoi neuroni. Sam lo aveva sempre preso in giro, dicendogli che ce ne fossero al massimo due e che non si parlassero da tempo, ma in quel momento, con la lingua dell’amante a scivolargli sulla mascella, le mani a toccarlo e il pene a sfregarsi in modo perfetto contro il suo, pensò che probabilmente erano morti annegati. O stavano scopando come ricci - e non gli sembrava neanche un’idea tanto bizzarra.
-Dean...- lo chiamò quella voce fottutamente erotica, e lui sentì distintamente il suo pene colare altro liquido pre-orgasmico. Temette quasi di venire quando sentì le mani di Castiel raggiungere l’elastico dei boxer che ancora indossava - Perché, poi? Cristo, il suo cervello non funzionava davvero in modo normale - e spingerli appena all’ingiù, in una tacita richiesta.
-Mpfh...- ansimò lui, sentendo un’enorme fiammata di piacere ed eccitazione risalirgli dalle viscere, incapace di articolare qualcosa di più complesso. E come avrebbe potuto se quel maledetto angelo continuava a muoversi in quel modo su di lui? Non lo sapeva che in certe situazioni bisognava lasciare all’altra persona abbastanza sangue affinché pensasse? - e, Dio, dove diavolo aveva imparato a muoversi così? E soprattutto quando, visto che meno di tre settimane prima non aveva saputo neanche dove mettere le mani. Adesso invece sembrava capace di suonarlo come se fosse una chitarra e lui Slash in persona, neanche possedesse la cartina del suo intero corpo e l’avesse studiata per anni.
-Dean?- lo richiamò e questa volta la nota d’incertezza lo spinse ad aprire gli occhi e specchiarsi in quelli enormi, liquidi e completamente aperti dell’angelo nudo sopra di sé. Sembrava così spaesato in quel momento, con i capelli stravolti e le labbra così rosse e gonfie da sembrare dei dolcetti di Halloween, che per un attimo si chiese se fosse davvero lo stesso uomo che fino a qualche istante prima lo aveva vinto completamente, impedendogli persino di respirare. C’era una tale esitazione nei suoi occhi che faceva fatica a far coincidere con la decisione navigata che prima aveva governato ogni suo gesto.
Fu per questo che quando sentì la mano tremare sul suo fianco, seppe che stava per ritirarsi e la coprì con la sua, trattenendola. Incatenò lo sguardo a quello sorpreso e speranzoso dell’amico - amante, Castiel era il suo amante - e le spinse verso il basso, alzando i fianchi affinché l’indumento scivolasse agilmente oltre la curva del sedere.
Castiel trattenne il fiato e lasciò scorrere gli occhi sul suo petto, e più giù ancora, oltre le ossa iliache, seguendo la discesa del cotone lungo le gambe e abbandonandolo una volta sfilato dai piedi. Tornò con le mani sulla sua pelle, risalendo con carezze esplorative lungo le cosce, osservando con genuina curiosità l’erezione gonfia e arrossata che svettava dal pube. Passò le dita tra i peli ispidi, inclinando la testa con curiosità, passando poi allo studio tattile del pene, su cui si soffermò con molta più accuratezza.


Dean ingoiò un gemito e un’imprecazione, e tentò di resistere alle ondate di piacere che si dipanavano dal suo ventre e rimanere fermo sotto quelle carezze esplorative. Era la prima volta di Castiel, quindi era lui a dover dettare i tempi - ma Cristo, era quasi una tortura!
Ringraziò quindi mentalmente Dio - o chi per lui - quando la mano dell’angelo lo avvolse e lo massaggiò in prova.
Dean prese un respiro tremulo e si umettò le labbra, rilasciando poi il fiato in un blando tentativo di rimanere concentrato ed essere una guida per il compagno. Ma, Dio, era così difficile quando aveva le sue mani addosso e i suoi occhi che continuavano ad osservarlo rapiti, affamati di lui; li sentiva bruciare sulla pelle e sensibilizzarla al punto che, poi, tutte le sue carezze lo portavano pericolosamente vicino all’orgasmo. Ogni. Singola. Volta.
Socchiuse gli occhi, mordendosi il labbro inferiore e guardò, attraverso l’intricata ragnatela delle ciglia, la figura che troneggiava su di lui, nuda e possente - e dire che, oggettivamente, lui lo era di più - e ansimò, osservando l’espressione concentrata dipinta su quei lineamenti cesellati, su cui spiccavano le labbra morbide, rosse per l’azione perpetua dei denti e della lingua.
L’attimo dopo dovette abbassare le palpebre, vinto da un’ondata di piacere che lo investì e gli fece puntare i piedi sul materassi, quando Castiel incrociò il suo sguardo e si chinò su di lui, invadendogli la bocca e coprendolo con il suo corpo, strusciandosi e mozzandogli  definitivamente il fiato. La mano aumentò il ritmo delle carezze, in accordo con le spinte del bacino contro il suo fianco, e Dean gemette, stringendolo tra le braccia, infilandogli le dita tra i capelli e tirando, inclinandogli la testa e prendendo il comando del bacio, spingendosi nella sua mano per rincorrere l’orgasmo ormai a un passo da lui. Lo raggiunse con un ringhio gutturale, tendendosi e annegando l’ansito di piacere in quella bocca, che morse fino a farla gemere.
A occhi chiusi e con la mente deliziosamente vuota, Dean sospirò, addolcendo l’abbraccio in cui ancora stringeva l’amico - amante. Era definitivamente il suo amante - e gli concesse un bacio morbido, quasi in scusa per quel piccolo maltrattamento.
Castiel trasse un sospiro in risposta e si sistemò per bene contro di lui, incastrando il viso nel suo collo, su cui depositò qualche altro bacio. Dean rise per il solletico, ma non si scostò, limitandosi a pizzicargli un fianco per intimargli di stare fermo. La mano la lasciò lì, sulla pelle tiepida e le ossa sporgenti, rilassandosi sotto le carezze dei polpastrelli che ridisegnavano sul suo petto il tatuaggio anti-possessione.
L’angelo era ancora dolorosamente eccitato, eppure sembrava non avere alcun pensiero in quel momento, come se non fosse sua l’erezione - enorme  - che sentiva premergli contro lo stomaco.
Era in momenti come quelli che si ricordava che quello tra le sue braccia non era davvero un uomo, ma un essere millenario per cui le necessità umane - mangiare, dormire, respirare, fare sesso - non erano che passatempi di poca importanza.
E questo pensiero lo riportò al mistero del giorno: cosa e come aveva trasformato Mr. Verginità e Purezza in un ottimo professore in pornologia applicata?
Era divertente e allo stesso tempo assurdo e quasi impensabile - soprattutto perché era successo tutto in quelle tre settimane, mentre lui si raccapezzava tra porno gay, lubrificanti e cacce al tesoro con la sua stessa prostata.
-Dove diavolo hai imparato?- domandò, incapace di trattenersi e ricevendo in risposta prima un comico agitarsi dell’angelo contro il suo fianco, e poi una risposta risoluta totalmente in contrasto con l’imbarazzo emanato dal corpo.
-Non sei l’unico ad aver fatto qualche ricerca.-
Nella sua mente si formano immagini di Castiel che consultava libri - il Kamasutra - e andava in giro a fare le domande più disparate e intime a dei perfetti sconosciuti. La bocca minacciò di spaccarglisi per quanto si tese in un sorriso interessato immaginandolo entrare in un bordello per chiedere consiglio a delle professioniste. Quello sì che avrebbe spiegato tutto!
-Non è nulla del genere.- rispose però il soggetto dei suoi pensieri, investendolo con il suo tipico sguardo innocente e limpido. Il cacciatore aggrottò le sopracciglia, inarcandole poi sorpreso.
-Ehi, che diavolo, mi leggi nella mente?-
-Non ne ho bisogno.- rispose l’altro guardandolo con serietà, tanto che il cacciatore rifuggì con gli occhi. Non ne ho bisogno perché ti conosco, perché ti ho visto l’anima e so come sei fatto.
Dean sviò con il viso, sentendo il peso di quella realtà tornare a schiacciarlo. Non era facile vivere con la consapevolezza che esistesse qualcuno che conoscesse tutto di lui - soprattutto se quel qualcuno era l’angelo tra le sue braccia.
Cercò di non pensarci, preferendo invece concentrarsi sull’argomento principale della conversazione.
-Hai fatto ricerche, Cas?- domandò, sogghignando. Questa volta fu il turno dell’altro di sviare lo sguardo, ma il cacciatore gli prese il viso tra le dita, impedendogli così la fuga e godendosi il rossore e il nervosismo che si allargarono sulle sue guance.
-Volevo essere preparato.- spiegò l’amico, agitandosi appena, in imbarazzo. -Essere pronto per quando sarebbe successo di nuovo, così ho chiesto consiglio.- Tentennò, abbassando gli occhi per un attimo, prima di riportarli in quelli dell’altro e continuare -A Balthazar.-
Dean rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva e si tirò a su a sedere, ricambiandolo con uno sguardo sconcertato.
-Balthazar? Quell’angelo Balthazar?-


-Ce n’è uno solo, quindi sì, immagino sia lui.-
Il ragazzo passò una mano tra i capelli e sulla nuca, portandosela poi davanti la bocca e lasciandola lì, innervosito. Non gli piaceva che qualcuno fosse a conoscenza della loro relazione, soprattutto se era quella piaga di Balthazar. Già se lo vedeva a ridere e ammiccare, facendo più battutine di quanto già non facesse sulla sua vita sessuale. Un pensiero improvviso gli attraversò la mente e lui pensò bene di tirare il lenzuolo a coprire le sue parti intime nel caso l’angelo fosse nei paraggi - e notasse la differenza con Castiel.
-Dean?-
-Non è qui, vero?- gli chiese con un pizzico di apprensione. L’angelo aggrottò le sopracciglia, confuso, ma poi si concentrò controllando che fossero soli.
-Non lo percepisco.- disse, facendogli tirare un sospiro di sollievo -Ma non significa che non si stia nascondendo da me.-
Dean imprecò e l’altro inclinò la testa, incuriosito.
-Qual è il problema?-
-Nessuno.- sospirò lui, scuotendo la testa e tornando a stendersi. Aspettò che l’altro fosse tornato ad accoccolarsi - no, no, gli uomini non si accoccolano, gli uomini si stendono intimamente - contro di lui, e gli passò il braccio attorno alle spalle, lasciandosi andare a un’espressione contrariata. -Non salto di gioia all’idea che quello stronzo sappia che...- Stiamo insieme -Facciamo sesso.-
-Non gli ho detto nulla del genere.- lo spiazzò però Castiel, alzando il viso verso il suo -Gli ho solo chiesto quali fossero i... meccanismi del sesso.-
Nella sua mente si formò l’immagine di un Balthazar professore che spiegava, attraverso il susseguirsi di diapositive pornografiche, le dinamiche dei rapporti sessuali a un Castiel alunno, che prendeva diligentemente appunti. Se lo figurava perfettamente annuire serissimo e concentrato, inclinando però quella sua testolina piumata davanti a qualche inquadratura particolarmente avvincente o... confusionaria.


Un’immagine esilarante - e tenera, ma non l’avrebbe mai ammesso. Mai. - ma poco realistica, conoscendo il soggetto.
-Fammi indovinare, ti ha portato in un bordello per farti avere un’esperienza di prima mano?- domando, divertito. Dopotutto era quello che aveva fatto lui stesso quando, a suo tempo, aveva scoperto l’estremo candore del suo angelico amico.
Castiel annuì e poi arrossì, agitandosi ancora una volta contro il suo fianco.
-All’inizio sì, ma quando gli ho detto che mi bastava la teoria... mi ha portato da un’altra parte.- La pausa fu strategica, anche se non volutamente, e fece impennare la sua curiosità a mille, al punto che quando l’angelo riprese a parlare, lui pendeva letteralmente dalle sue labbra. E forse sarebbe stato meglio se non fosse stato così.
-Al numero 12 di Town Street, il 18 Novembre 1996.- disse infine.

pairing: dean/castiel, fanfiction, world: supernatural, slash

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