Titolo: Blessed by nature
Autore:
koorime_yuFandom: Supernatural
Pairing/Personaggi: Castiel, Dean e Sam Winchester
Rating: Nc17+ *fischietta*
Charapter: 6/6
Beta:
hikaruryuWords: 16.784 (
fiumidiparole)
Genere: erotico, introspettivo, PWP
Warning: slash, menate mentali ed isteria made in Winchester sesso molto descrittivo - tanto descrittivo. No, davvero tanto tanto descrittivo.
Summary: Dean si rende conto, con sgomento, di avere una leggera cotta per Castiel. Quando questi comparirà chiedendo loro una mano e Sam finirà conseguentemente in ospedale, Dean si troverà ad affrontare la sua cotta per l'angelo e scoprirà che Jimmy Novak è stato "benedetto dalla natura".
Note: You want the best, you got the best! The hottest fic in the world: Namasté! \O/ *la fucilano*
Un bacino a chi riconosce la citazione ♥
Ehm... non so che dire. Cioè, alcuni di voi aspettano questa fic da... boh, un casino di tempo, ormai XD quindi vorrei solo lasciarvi e farvela leggere, ma sento di dover prima fare qualche ringraziamento:
- a
hikaruryu, prima di tutto, perché prima ancora che betarsela, si è ciucciata me e i miei scleri durante tutto il periodo di stesura;
- a
sepherim_ml, che mi ha spucciato e confortato per tutto il tempo, cercando di convincermi che non faceva schifo;
- a
minnow90, che l’ha claimata su
bigbangitalia e ha prodotto le meravigliose vignette che troverete fuse con il racconto (e per cui dovete amarla. No, sul serio, AMATELA *ride e ama*). E c’è sicuramente qualcun altro che mi sto dimenticando, perdonatemi /o\ - c’è, infatti:
- a
neera_pendragon che mi ha dato una mano con l’html per inserire le anteprime delle varie vignette (cliccateci su e amatele) *sbacia*
- a tutto il resto del mondo che mi ha supportato, spucciato e aiutato in qualunque modo, anche solo patpattandomi.
Comunque, tutta questa fic è nata a causa di Misha Collins e
delle sue performance (
qui in italiano). Da lì a immaginare Castiel con lo stesso problema il passo è stato breve. Brevissimo. E Dean ci è finito per mezzo, perché è una whore come al solito.
Il fatto che fosse nata come one-shot di massimo 3k e che mi sia poi sfuggita di mano, raggiungendo le 16k, è un’altra storia. Una storia di cui mi porto ancora dietro gli strascichi.
Ma basta indugi, andate a leggere e non dimenticate di insultarmi prima di chiudere la pagina \O/
DISCLAIMER: vorrei tanto possedere Castiel, ma no, né lui né nessun altro mi appartiene .__. Neanche Dean, no *sigh*
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Castiel non era venuto.
Se ne rese conto in un attimo di lucidità, con il viso nascosto nel suo collo, mentre riprendeva coscienza di sé e dei contorni fisici del suo corpo. Lui aveva avuto un orgasmo che gli aveva quasi fatto lacrimare gli occhi, e quello aveva ancora il cazzo duro su per il suo culo.
Era impossibile.
Divenne più che possibile - e reale - quando l'altro serrò la presa su di lui e tentò una timida spinta, quasi a chiedergli il permesso. Gli venne da ridere in modo isterico. Invece, uscì dal suo nascondiglio e lo guardò negli occhi, con intensità.
-Sto cominciando a prenderla sul personale, sai?- disse, sentendosi la gola grattare. Nonostante l'eccitazione ormai impossibile da nascondere, l'angelo gli diede la sua massima attenzione e inclinò la testa con curiosità, non capendo di cosa stesse parlando.
La risata tornò prepotentemente a minacciargli la gola, ma il cacciatore si trattenne e arricciò le labbra in un ghignetto. -Questo.- disse, muovendosi appena sull’erezione e facendolo sibilare e serrare la presa sui suoi fianchi. -Ah, allora, ti fa effetto eh?- rise, ripetendo il gesto, godendosi l’ansito strozzato dell’amante e le sue mani che risalivano fino alle sue scapole.
L’istante dopo era gambe all’aria, con Castiel che lo sovrastava, e non sapeva come ci era arrivato.
Sbatté le palpebre, cercando di ricordare l’attimo in cui la sua schiena aveva impattato - o avrebbe dovuto farlo - contro il materasso.
Ma tutto passò in secondo piano quando la prima spinta arrivò, mozzandogli il fiato e facendogli tendere il collo all'indietro. Castiel gli artigliò i fianchi e spinse ancora, rilasciando un basso gemito che sembrò nascere dal centro del suo petto e scaricarsi sui nervi ormai provati del cacciatore, che chiuse gli occhi e si morse le labbra. Lasciò che l'amante dettasse il ritmo - lento e profondo, alternato a spinte secche e ancora più penetranti - godendosi il piacere che, a sprazzi, lo coglieva, facendolo rabbrividire; poggiò i plantari sul materasso e rilassò le cosce, limitandosi a tenerle spalancate - come una puttana, sentì ripetergli quella vocina ormai sempre più fastidiosa, ma la ignorò.
Si concentrò invece su Castiel, tra le sue gambe, che spingeva e stringeva le sue anche, gli alzava una coscia, si arricciava su di lui, ansimando, arrossato e bollente, poggiandogli la fronte contro il petto, baciandoglielo a fior di labbra, mentre con i fianchi continuava a spingere e spingere, prendendosi tutto quello che lui voleva dargli - e forse anche qualcosina in più, ma, ehi, era Cas, no? Quindi andava bene. Andava benissimo.
Dean gli passò le dita tra i capelli, sogghignando al suo sguardo liquido e alle guance bollenti sotto le sue labbra, e gli agganciò una gamba al fianco, tirandolo con le braccia e invitandolo a stendersi su di lui.
-E' bello, vero?- riuscì a chiedergli, nonostante l'assoluta mancanza di fiato. Cristo, poteva venire una terza volta?
L'angelo rispose con un gemito assolutamente indecente e gli assaltò le labbra, serrando le spinte, facendogli morire in gola la risata che gli era scaturita spontaneamente. Insieme ad essa Castiel affogò anche ogni altro gemito, mordendo e succhiandogli la bocca con la stessa bramosia con cui continuava a spingersi in lui, fino a quando - finalmente - non venne, tremando tra le sue braccia.
Dean lo accolse sul suo petto, con un sorriso soddisfatto in viso, e il corpo ancora scosso dal piacere. Non era stato suo l'orgasmo, ma era stato comunque appagante, al diavolo.
-Tutto okay?- si informò, dopo un po', accarezzandogli - o forse arruffandogli ancora di più - i capelli per richiamare la sua attenzione. Castiel aprì gli occhi e prese un respiro profondo, sbattendo poi le palpebre un paio di volte, quasi a voler mettere a fuoco la vista. Sembrò soppesare con attenzione la risposta - neanche stesse facendo un esame completo di se stesso - prima di annuire con quel suo cipiglio serio, che faceva a cazzotti con l'aria sconvolta che aveva in quel momento, ma che Dean non riusciva a impedirsi di pensare che fosse anche maledettamente adorabile. -Bene.- rispose, cercando di distrarsi dai suoi stessi pensieri e vedendosi recapitare un bacio da quel paio di labbra che lo stavano facendo impazzire da settimane. Chiuse gli occhi e se ne godette la consistenza, il sapore e ogni più piccola piegolina che le componeva, come non aveva fatto fino a quel momento, troppo preso dalla foga di assaggiarlo tutto e subito. Era... wow.
Con un sospiro di dispiacere, si staccò da loro quando il bacio si concluse e lasciò ricadere la testa all'indietro, incastrandosi un cuscino sotto per comodità, mentre l'altro uomo si muoveva - uscendo da lui un po' troppo bruscamente, dopo quello che avevano fatto - e si sistemava più comodamente tra le sue braccia. Gli poggiò il mento sul petto e lo fissò, aggrottando poi le sopracciglia in un'espressione curiosa e confusa.
-Cosa c'è?- gli domandò il cacciatore, rilassato come non si sentiva da anni. Aveva persino ripreso a giocare con i suoi capelli.
-Si sta ritirando.- fu la risposta, che lo spiazzò non poco. Poi, quando lo vide agitarsi e gettare un'occhiata incerta in basso, capì. E rise, dandogli una blanda spinta sulla spalla per farlo spostare e occuparsi del problema.
-Vieni qui, moccioso.- lo prese in giro, liberandolo del preservativo e gettandolo nel cestino tra i due letti.
Tornò a stendersi e a tenerselo tra le braccia, beandosi della sensazione di quiete e calore che quel corpo steso sul suo gli regalava. C'era ancora una parte di lui che non era per nulla sicura di quello che aveva fatto - e che stava continuando a fare - ma il resto galleggiava placido nel mare del piacere e della pace. E con lui Castiel, da quel che poteva vedere. Aveva il viso sul suo petto, le palpebre abbassate sulle guance e le labbra socchiuse, da cui sentiva fuoriuscire brevi sbuffi di respiro.
Era piacevole.
Era più che piacevole, maledizione.
Era quello che voleva.
Lo realizzò in un istante che sembrò prolungarsi in un'infinita eco e gli fece mancare un battito - e okay, dopo tutto quello che era successo, dopo tutto quello che aveva fatto, forse avrebbe dovuto ammetterlo molto prima, ma non è facile fare i conti con i propri sentimenti quando si tenta di sfuggirgli da tutta una vita. Solo Sam riusciva a farglieli affrontare perché... beh, era Sammy. E non è che con lui le cose fossero più semplici, no? Di solito doveva insistere fino a quando non lo metteva spalle a muro - e in questo il suo fratellino sembrava essere diventato un maestro. Per il resto del tempo lui scappava come se avesse una muta di cerberi alle calcagna.
Eppure, adesso sembrava tutto molto più semplice, tutto molto meno da femminucce vista da un'altra prospettiva - prenderlo nel culo da un cavallo e continuare a sentirsi lo stesso, identico uomo vero di prima, ad esempio.
Abbassò lo sguardo sul viso dell'uomo che gli riposava sul petto e perse un altro battito, incontrando due iridi sveglie ed attente.
Giusto, gli angeli non dormono.
-Ehi.- disse, muovendo appena le dita tra i suoi capelli. L'angelo continuò a scrutarlo intensamente, facendogli scivolare un piccolo brivido d'inquietudine lungo la schiena. Sapeva quello a cui stava pensando? Sperò proprio di no, perché per quanto potesse - con estrema difficoltà - ammetterlo a se stesso, dire certe cose ad alta voce era tutto un altro paio di maniche. Del tipo che lui non amava particolarmente. In effetti non le amava e basta.
-Qualcosa non va, Cas?- provò, senza però sortire alcun effetto; l'altro uomo rimase in silenzio ad osservalo, con il mento sul suo petto e la testa leggermente reclinata di lato. Dean si chiese quanto ancora avrebbe dovuto sostenere lo sguardo - avrebbe dichiarato resa se avesse sbattuto le palpebre? Ma gli angeli sbattevano le palpebre, poi? -, quando quello aggrottò appena le sopracciglia e si allungò a posargli un bacio sulla bocca.
Ci fu un attimo di incertezza da parte sua - non che si lamentasse, eh. Un bacio era sempre benaccetto, soprattutto da un paio di labbra così appetitose, ma era tutto ancora troppo nuovo per lui, perché non si sorprendesse, almeno in parte, di ricevere certe attenzioni da un uomo. Anche se, a ben vedere, quello tra le sue braccia non era propriamente un uomo e quindi non giocava secondo le solite regole.
Ovviamente, come ormai capitava sempre quando c'erano di mezzo Castiel e una qualunque parte del suo corpo, la questione fu presto accantonata per dar spazio all'esplorazione - tattile e percettiva.
Dean fu ben lieto di concedergli tutta l'attenzione e mettere il suo corpo a disposizione di un alunno così ligio allo studio.
***Con un sospiro soddisfatto, Dean si rigirò, passando un braccio attorno alla figura accoccolata a lui e sentendosi ringraziare da una carezza lungo il fianco che lo fece sorridere. Aveva riposato per... quanto? Un’ora? Forse anche meno.
Aprì gli occhi già sapendo cosa avrebbe trovato e stirando le labbra ancora un po' - giusto un po', davvero - quando ne ebbe la conferma. Castiel lo guardava, la testa sul suo stesso cuscino, con le labbra arricciate appena all'insù. Aveva un'espressione rilassata e soddisfatta e Dean decise che gli donava parecchio - e che da quel momento in poi il suo compito sarebbe stato farla diventare quotidiana e naturale.
L'angelo scivolò ancora più vicino a lui e lo strinse, posandogli un bacio sulla spalla nuda. Un altro arrivò brevemente all'attaccatura del collo e un altro ancora sotto la mascella.
Dean ridacchiò, già consapevole di cosa sarebbe accaduto entro dieci secondi, e non oppose resistenza quando Castiel lo baciò e lo spinse sulla schiena, rotolando sopra di lui e premendogli, nel contempo, l'erezione rinata contro l'anca. Le lenzuola di cotone non minimizzarono per nulla la sensazione o il calore e, anzi, forse l'accentuarono anche, al punto tale che non ci volle che un nonnulla perché il bassoventre gli si accendesse e lui si ritrovasse nelle medesime condizioni, pronto a fare un nuovo ripasso della materia.
***Le braccia gli tremarono e lui si lasciò ricadere sul materasso, stendendo le gambe con un gemito esausto e soddisfatto.
-Oddio.- ansimò nel cuscino, lasciandosi ricadere sul materasso, il volto in fiamme e il corpo ancora scosso dal piacere, incurante della chiazza di sperma che imbrattava le lenzuola e, adesso, anche il suo stomaco. Rimase fermo in quella posizione per un tempo che gli parve eterno, mentre sentiva ancora nelle orecchie il respiro affaticato dell'angelo. Ci fu un po' di armeggiamento - probabilmente Castiel che si sfilava il preservativo e lo mandava a far compagnia agli altri -, e lui riaprì gli occhi giusto in tempo per godersi una visuale completa e gratuita di quel sedere angelico. Oh, sarebbe stato suo, prima o poi, altroché. Ma per ora non c’era fretta, davvero.
Sorrise ingolosito e tese i muscoli delle gambe e della schiena, rilassandoli poi e appallottolando il cuscino tra le braccia e la testa per osservare con comodità l'angelo accanto a lui. Castiel si stese, riprendendoselo tra le braccia - Dio, sembrava incapace di smettere di toccarlo, sesso o non sesso - e sospirò tra i suoi capelli. Il movimento però gli ricordò la sensazione di appiccicoso che governava un po' tutto il suo corpo e storse la bocca.
-Okay, doccia!- decretò, richiamando l’attenzione dell’altro con uno schiaffo - soddisfacente a livelli impressionanti - sulla natica e staccandoglisi repentinamente di dosso. L'angelo rimase interdetto a fissarlo mentre lui si alzava e si stiracchiava, massaggiandosi il collo e le reni, e incedendo poi verso il bagno.
-Perché?- domandò infine, alzandosi e seguendolo quando il cacciatore gli fece un cenno con il mento.
-Perché siamo appiccicosi.- disse lui, aprendo l'acqua della doccia e regolandone la temperatura. -Pure il letto lo è!- aggiunse, infilandosi sotto il getto e passandosi le mani tra i capelli e sul viso, scuotendo poi la testa con un ghigno -Sai cosa? Dopo usiamo l'altro, tanto non è che a Sam serva, no?-
Soffiò via le goccioline dal labbro e socchiuse gli occhi, guardando l'angelo che ancora sostava fuori il cubicolo e lo fissava - beh, più che fissarlo solamente, sembrava quasi volesse mangiarselo. Dean sogghignò ancora e lo afferrò per un polso, tirandolo dentro, sotto l'acqua e contro di lui.
Gli passò le mani sul petto e gli circondò la vita, stringendoselo vicino un po' di più, sorridendo quando notò come gli occhi continuassero a cadergli inevitabilmente sulle labbra e come sembrasse che tutto il corpo non potesse fare a meno di reagire alla sua presenza. Praticamente Castiel era messo come lui e, com'è che si dice? Mal comune, mezzo gaudio? Beh, in questo caso il gaudio era molto più che mezzo. Molto, molto di più.
-Allora,- cominciò, strofinando le labbra contro le altre ad ogni sillaba sussurrata -La tua prima doccia, eh?-
-Tecnicamente la prima è stata con Noè.- rispose però l'angelo, allungandosi in cerca del bacio e prendendoselo senza troppi complimenti, insieme alla risata divertita e sconcertata del cacciatore.
Castiel risalì con le mani lungo le braccia, stringendo appena la presa all'altezza delle spalle e continuando poi lungo il collo, fino ad accogliere nella loro coppa il viso e ravvivando il bacio quando stava per estinguersi. Dean lo strinse di più, infilandogli una mano tra i capelli e facendogli inclinare la testa, cosicché approfondisse il bacio. E, Dio, Castiel era sempre così ben disposto ad assecondarlo. Gli si concedeva con una tale calma e sicurezza da fargli infiammare il corpo come un adolescente in piena tempesta ormonale. Dean non si curò dell'acqua che pioveva sulle loro teste e scivolava in rivoli lungo i loro corpi, o di quella che si stava ammucchiando in una pozza appena fuori dalla doccia, a causa della tenda non tirata - avrebbe pensato poi a risistemare tutto. Forse. Se non avesse deciso che sarebbe stato più divertente vedere suo fratello ripulire e lamentarsi cercando, al contempo, di capire con chi era stato per tutta la notte. Ma adesso, con il corpo di Castiel premuto contro e le sue labbra che continuavano a fargli cose cattivecattivecattive, non poteva fregargliene di meno. Sarebbe potuta scoppiare l'Apocalisse e lui non avrebbe avuto altro pensiero se non quello di continuare a mangiare quei due pezzi di Torta Paradiso.
Cambiò radicalmente opinione e decise che avrebbe fatto altro, mentre il mondo fuori di lì andava a puttane, quando l'angelo fece un sottile gemito e lo morse, sbattendolo poi contro le piastrelle del muro e assalendogli la bocca con voracità.
Dio, sì!, pensò, abbracciandogli le spalle e strusciandosi contro di lui, sentendo l'eccitazione tornare e montare prepotente. Ebbe un'impennata quando i fianchi di Castiel scattarono un paio di volte contro i suoi, e poi ancora e ancora, mentre con le mani gli accarezzava la schiena e le natiche, strizzandogliele con forza e frustrazione. Era più che evidente cosa volesse e, sinceramente, era la stessa cosa che voleva lui, quindi c'era solo una cosa da fare.
-Credo sia meglio tornare di là, se vuoi...- le parole gli morirono in gola quando si sentì sollevare di peso da sotto le natiche e schiacciare contro il muro dal corpo dell'angelo. Si aggrappò a lui, allacciandogli le gambe attorno alla vita e le braccia al collo, e lo guardò sorpreso e - doveva ammetterlo - eccitato. -O forse no.- sussurrò, guardandolo a un soffio da lui, e fu l'ultima cosa coerente che riuscì a dire nella seguente mezzora.
***Quando riaprì gli occhi, l'unico rumore che spezzava il silenzio notturno era quello delle sporadiche auto che sfrecciavano sulla strada davanti al motel, dirette( per) chissà dove.
Non gli interessava.
Era quasi sul punto di riaddormentarsi - Cristo, era così stanco; non aveva mai avuto una tale consapevolezza di tutti i propri muscoli come in quel momento, in cui sembrava non ce ne fosse uno che non fosse indolenzito - quando qualcosa lo richiamò, almeno in parte, alla coscienza: un bacio.
Ne seguì un altro e poi un altro ancora, depositati sulla sua spalla da labbra gentili e asciutte.
Frullò le ciglia, ma non aprì gli occhi, limitandosi a un sospiro lamentoso, quando sentì l’altro spostarsi dietro di lui, continuando a far piovere bacetti sulla sua schiena e carezze sui suoi fianchi, spedendogli una serie di brividi giù nel basso ventre.
-Oddio, ancora?- ansò esausto nel cuscino. La risata di Castiel riverberò nelle sue reni, spedendogli un brivido, nonostante tutto piacevole, lungo la schiena e lui semplicemente sospirò. -Okay, ma fai piano. Ho bisogno di dormire, io.- borbottò, sistemandosi meglio tra le coltri e riportando tutta la sua attenzione al suo desiderio - e necessità; davvero, com’era possibile sentirsi così bene e contemporaneamente così male? - di dormire ancora qualche ora.
Castiel poteva fare di lui ciò che voleva, purché non lo disturbasse.
La fermezza del suo proposito durò però giusto il tempo di sentire il primo accenno di lingua scendere a esplorarlo, mentre, fuori dalla finestra, cominciava ad albeggiare.
Dean sospirò un po’ più partecipe, girando il volto per sfuggire a quell’infingardo raggio che filtrava dalle pesanti tende, colpendolo appena sopra la curva della guancia, e pregò che Sam si ricordasse di chiamare, prima di rientrare e beccarlo a farsi scopare dal loro - suo - angelo sfigato.
Non ebbe modo di pensare nient’altro però, che le carezze - di lingua, Cristo Santissimo - divennero più decise e profonde, facendogli girare la testa e ansare un -Cas!- pieno di desiderio. Si dimenticò di tutto, di Sam, delle orme d’acqua dal letto al bagno, dei vestiti sparpagliati e dei letti - entrambi - sfatti e sporchi di sperma e sudore, e di qualunque altra cosa non riguardasse l’uomo che lo stava letteralmente mangiando e l’estremo piacere che gli provocava.
E se questo significava qualcosa - qualunque cosa a livello sessuale e non - ‘fanculo, non gli interessava, se ne sarebbe occupato a tempo debito. Per ora tutto ciò che voleva era insegnare il più possibile al suo - non più - vergine angelo cazzone e che tutto il resto andasse all’Inferno.
Fine.