Visto che stamani mi sono presa una mezza giornata libera (devo fare i compiti che oggi ho lezione) direi che approfitto per postare ha!!
TITOLO: Esp
AUORE: Jinny
GENERE: AU. Direi ...venato di angst (con brio, ovviamente), malinconico, con una spruzzata di polpettone scolastico e di action qui e li ...
FANDOM: Principalmente Arashi, ma non ci sono solo loro (muhahahahaha)
PAIRINGS: per ora l'unica traballante coppietta è Aimiya XD
RATINGS: Ma facciamo pg-17
DISCLAIMERS: Nessun Johnny mi appartiene. E la cosa mi porterà al suicidio, un giorno (ma non oggi)
NOTE: Nata dalla solita sclerata notturna per cercare di addormentarmi ...
THANKS: a Vampiretta e Harin che, come sempre, si sono sorbite tuuuutto il malloppo. A Vampiretta perchè c'è una sua frase XD A Harin perchè ... credo lo si scoprirà, muhahahahaha (io inizio a postare, mod, fai un paio di calcoli ... si, insomma, hai tempo XDDDD)
GIA' POSTATE:
Prologo 1 2 3 4 5 Era chiaro, fin dai primi istanti, che Jin Akanishi, il nuovo arrivato, aveva preso in antipatia Jun. Continuava ad usare i propri poteri prendendolo come bersaglio. Inaspettatamente, Sho lo difese, tutte le volte. Dopo due settimane, Jun rispondeva a tono, anche se non riusciva ad evitare gli attacchi
<< Akanishi… per caso leggi anche nella mente?>> chiese un giorno Tomoya, in tono casuale.
<< Si.>> rispose Jin, guardando in cagnesco Jun
<< E’ per quello che mi odi?>> chiese Jun, seduto accanto a Sho. Erano passate due settimane, e a Kazunari pareva che i due si fossero molto avvicinati. Forse erano riusciti a parlare…
<< Si… non sopporto i mediocri.>> disse Jin. Jun serrò la mandibola e lanciò la carica, ma si dissolse
<< Masa!>> protestò Jun
<< Sta buono.>> gli intimò Masaki
<< Mediocri?>> si informò Satoshi, uscendo per un istante dal proprio mondo. Jin fece un sorriso superiore. Kazunari sentì l’istinto di picchiarlo. Una vera, sana scazzottata vecchio stile…
<< Mediocri.>> disse Jin << Matsumoto, qui, sa leggere la mente solo di chi glie lo lascia fare… i sempliciotti, come Ninomiya, o come Sakurai… vedo anche dentro di te, Matsumoto… solo due persone… mediocre in tutto… Ohno… vedo anche te… nascosto dietro ai tuoi disegni… spostare le fondamenta del condominio dove vivevi per la paura che tuo padre, dopo aver ucciso tua madre, sparasse anche a te… che cosa triste…>>
Trattennero tutti il fiato. Un banco volò velocissimo verso Jin, ma cadde a terra, corroso dall’acido. Satoshi si alzò, tremando, sentendo tutti gli occhi su di sé
<< C’erano anche dei vecchietti, no? E dei bambini… e comunque tutte persone indifese, che non ti avevano fatto niente… famiglie intere…>>
<< Basta così!>> sibilò Tomoya. L’aria divenne molto pesante. Kazunari si sentì come schiacciare da più parti in contemporanea, e cercò la mano di Masaki. Pian piano la pressione diminuì.
<< Aiba, non ti ho mai dato il permesso di bloccare me.>> disse Tomoya, alterato.
<< Mi scusi… ma mi è sembrato il caso di farlo…>> disse Masaki, indicando con un gesto della mano i ragazzi che, semi accasciati sui banchi, riprendevano a respirare. Tomoya sospirò
<< Andate. Per oggi abbiamo finito… Akanishi, tu resta, vorrei parlare con te.>> disse. Jin serrò la mandibola, mentre gli altri cinque uscivano dall’aula
<< Matsumoto, tranquillo, non sei tu il mio vero obiettivo…>> canticchiò Jin, subito prima che la porta si chiudesse
<< Io lo ammazzo!>> urlò Jun. Kazunari lo schiaffeggiò, facendolo tornare in se. Si girarono tutti verso Satoshi, che tremava ancora ed aveva le lacrime agli occhi
<< Saccho…>> lo chiamò Kazunari. Satoshi lo guardò, poi abbassò il viso
<< Vado in camera… vorrei rimanere da solo…>> mormorò
<< Non se ne parla. Vieni con noi!>> disse Masaki, passandogli un braccio attorno alle spalle. Ma Satoshi se lo spostò violentemente di dosso. Senza muovere un muscolo. Masaki, preso alla sprovvista, sbatté con la schiena contro il muro
<< Itai!>> protestò
<< Non toccarmi quando sono così, Aiba!>> abbaiò Satoshi. Era furioso. Kazunari guardò con angoscia il viso di Masaki contrarsi per cercare di scacciare le lacrime che si stavano formando nei suoi occhi. Satoshi corse via, e Kazunari si lanciò all’inseguimento. Lo raggiunse nel corridoio del dormitorio
<< O-chan…>> lo chiamò. Satoshi si girò a guardarlo
<< Scusa, ma devo dirtelo! Non mi sembra giusto che tu abbia trattato Aiba-chan in quel modo! Non se lo merita! Stava tentando di tirarti su di morale…>>
<< Quando sono così mordo. Non avvicinatevi. Devo calmarmi, prima!>>
<< L’hai fatto piangere!>> urlò Kazunari. Si rese conto di risultare tremendamente infantile, ad urlare una cosa del genere, ma ignorò questa consapevolezza. Satoshi si prese il viso tra le mani
<< Quello che ha detto Akanishi è vero, Nino… c’erano intere famiglie la dentro…>>
<< Nessuna di quelle persone ha perso i suoi figli, sono rimasti tutti insieme!>> disse Kazunari << Io sono stato al funerale dei miei compagni… quelli a cui ho dato fuoco! Ho visto delle famiglie distrutte! Da me! Quindi non venire a tirare in ballo le famiglie con me, Ohno!>>
<< State facendo a gara di “chi soffre di più”?>> si informò Sho, raggiungendoli. Kazunari si girò a guardarlo
<< Tranquillo. C’è Jun con Masa… Satoshi-chan… dovresti chiedergli scusa, dopo. C’è rimasto malissimo.. lo sai che ragiona come un bambino, e che tu sia arrabbiato con lui è più o meno la prova generale della fine del mondo… Adesso vai a riposarti, ok?>>
Satoshi annuì. Si girò verso Kazunari
<< Ho ucciso i miei genitori.>> disse, guardandolo negli occhi << Pensa a questo, prima di parlare di famiglie con me.>> detto questo, si chiuse nella propria stanza. Kazunari crollò a terra. Le gambe non lo reggevano più. Sho lo aiutò ad alzarsi. Aveva l’espressione preoccupata
<< Non ne sapevo nulla… povero Toshi…>> mormorò Kazunari.
<< Non sapevamo niente nemmeno noi… spero che non si senta troppo solo…>>
<< Adesso andiamo a prendergli da mangiare? C’è il katsudon, stasera… a Saccho piace…>> disse Kazunari. Sho si illuminò
<< Ottima idea, Nino-chan!>> disse. Si avviarono verso la mensa. Masaki si sbracciò dal tavolo a cui era seduto con Jun. Kazunari gli diede un rapido bacio e gli si sedette accanto. Come sempre Masaki ricambiò appena, e gli rivolse un piccolo sorriso colpevole
<< Tranquillo, Masa. Un passo alla volta.>> gli disse Kazunari, sorridendogli. Poi contò le porzioni
<< Ne abbiamo presa una anche per O-chan… mangiamo poi glie la portiamo, ok?>> disse Masaki. Sho scoppiò a ridere
<< Che c’è? Che ho detto?>> chiese subito Masaki. Anche Jun, leggendo nella mente di Sho, iniziò a ridere
<< Che dolci…>> commentò. Kazunari arrossì
<< Cinque minuti fa ho proposto la stessa cosa a Sho…>> disse, abbassando il viso. Masaki sorrise
<< Voi due passate troppo tempo insieme.>> sentenziò Sho, sorridendo
<< Se lo dici tu, papà…>> disse Masaki, in tono accondiscendente
<< Perché sono papà?>> chiese Sho, in tono lamentoso.
<< Perché sei serio e maturo. E perché metti sempre a posto tutto.>> disse Masaki, serio. Sho lo guardò, interdetto.
<< Dai, non fare quella faccia! Ma perché vi deprimete sempre tutti quando dico le cose?!>> protestò Masaki, ridacchiando. Sho gli prese le mani e lo guardò negli occhi
<< Sei di una dolcezza disarmante, quando non sei fastidiosamente rumoroso.>> gli disse. Masaki sorrise
<< Grazie Sho-chan!>>
<< Si, ok, siete amici. Adesso però vi mollereste?>> chiese Kazunari. Sho si staccò immediatamente. Masaki abbracciò Kazunari, ridendo.
Dieci minuti dopo andarono tutti a bussare alla porta della stanza di Satoshi, che non rispose. Masaki bussò di nuovo, a più riprese, ma di nuovo non ci fu risposta. Sho e Jun erano andati nelle proprie stanze, ma Kazunari era rimasto con Masaki
<< O-chan, scusami per prima… non volevo forzarti…>> disse Masaki. Di nuovo nulla. Masaki serrò la mandibola, preoccupato.
<< O-chan, noi entriamo…>> disse Kazunari.