TITOLO: La principessa della luna
AUTORE: Jinny
GENERE: Drammatico /angst
FANDOM: Arashi (e chi l'avrebbe mai detto?)
PAIRING: Sakumoto, ma molto soft
RATINGS: pg-13
DISCLAIMERS: Gli Arashi non mi appartengono, e sono sicura che ringrazino tutti i giorni gli dei per questo...
GIA' "PUBBLICATE":
Prologo Capitolo1 Capitolo2 Capitolo3 Capitolo4 Capitolo5 Capitolo6 Capitolo7 Capitolo8 Capiolo9 Capitolo10 Capitolo11 Capitolo12
<< Papà, possiamo parlare un po’?>>
Masaki si girò a guardarla, sorridendole
<< Certo, amore piccolo…>> disse, facendole segno di sedersi sul grande letto che c’era nella stanza. Shizuka obbedì, poi rimase per un po’ a guardare Masaki che finiva di prepararsi per la notte. Più di una volta aveva sentito le sue compagne di classe parlare di come le loro madri si preparavano per andare a dormire, e Shizuka si rese conto che suo padre probabilmente impiegava più tempo e cura di una donna nei preparativi. Sapeva che per il lavoro che faceva doveva essere sempre perfetto, ma per come la pensava lei, suo padre era perfetto…
<< Di cosa volevi parlare, cucciola?>> chiese Masaki, sedendosi sul letto, accanto a lei. Shizuka sospirò
<< Prima ho detto che non voglio più andare a scuola, ma… la scuola mi piace, sono i compagni che non… non è corretto dire che non mi piacciano, ma… io non piaccio a loro… e ho paura…>> mentre parlava, gli si era aggrappata forte alla mano. Masaki le passò un braccio attorno alle spalle e la strinse a sé
<< Se vuoi, domani puoi stare a casa… vorrei evitare che ti venisse un altro attacco di panico…>> disse Masaki.
Shizuka scosse la testa
<< Mentre Hayashi sensei ti scaricava, ho parlato un po’ con lo zio Sho e lo zio Jun, e mi hanno fatto capire che non devo dargliela vinta… lo zio Jun era particolarmente infervorato mentre lo diceva… lo zio Sho ha detto che se voglio mi insegna a fare a botte “perché tuo padre ormai fa a pugni come una ragazzina”…>>
<< Ah, ha detto così…>> disse Masaki, alzando un sopracciglio. Shizuka rise, vedendo la sua espressione
<< Beh, però, senza offesa, lo zio Sho non mi sembra abbastanza agile da riuscire a fare a pugni… comunque… davvero, non arrenderti con Hayashi sensei, ma… non intestardirti su di lei. Ci sono molte donne, in giro, e tante farebbero carte false per uscire con te… non mi piaci, adesso. Sei sempre triste… invece oggi quando sei andato da Hayashi sensei e l’hai chiamata per nome… eri carino! Non come quando fai i concerti, ma quasi… sai… lo dice anche lo zio Ogura che adesso non sei più come una volta… che dopo che la mamma è morta sei cambiato… credo che sia normale, ma… non mi va bene! Io rivoglio il mio papà, accidenti! Quello che rideva un sacco. Un po’ scemo, magari, ma… ero davvero piccola, ma mi ricordo un sacco di cose. Soprattutto un sacco di espressioni, che adesso non hai più… e questo mi fa un po’ paura… ogni tanto hai lo sguardo della mamma…>>
<< Sono successe un sacco di cose…>> iniziò Masaki
<< Io mi sono ammalata e sono guarita, la mamma è morta. Non sono un sacco di cose! Sono due! E una si è risolta bene! Adesso tu non vai a dormire. Domani mattina mi faccio venire a prendere da un’auto, lo zio Johnny ha detto che posso farlo, quando voglio, e se non devi portarmi a scuola, domani puoi dormire. Quindi vestiti ed esci!>>
<< Ma…>>
<< Niente ma! Non vuoi lasciarmi a casa da sola? Tranquillo, ho nove anni. E’ notte, lo so… adesso chiamo lo zio Sho e mi faccio tenere compagnia da lui e dalla sorellona! >>
Masaki guardò la figlia, poi l’ultima parte della frase prese forma nella sua mente ed iniziò a ridere
<< Sarebbe Jun la sorellona?>> riuscì a balbettare tra una risata e l’altra
<< Beh, si…>> disse Shizuka, con un ghigno abbastanza cattivo. Masaki riprese a ridere.
<< Basta ridere, vestiti ed esci.>> ordinò Shizuka. Masaki annuì, e la bambina sparì col telefono. Masaki si vestì, mentre un’idea iniziava a frullargli in testa. Suonarono alla porta ed andò ad aprire.
<< Tua figlia mi ha chiamato sorellona.>> ringhiò Jun. Masaki alzò un sopracciglio, poi scoppiò a ridere
<< Ok… no dai, non guardarmi così che mi fai paura… però.. Jun nee-chan… suona così bene…>>
<< Ti faccio secco, Aiba-chan?>> si informò Jun, brandendo minaccioso una scarpa
<< Jun nee-chan!!>> disse Shizuka, ridendo, correndo incontro a Jun, che le sorrise e la prese in braccio al volo
<< Lei non la minacci?>> chiese Masaki, con espressione smarrita
<< Lei no. Lei può chiamarmi come vuole. E adesso fuori di qui. Se torni prima dell’una ti picchio.>> disse Jun.
<< Si.>> cantilenò Masaki. Baciò Shizuka sulla fronte
<< Non far dannare Jun-Jun che poi se la prende con me. Buonanotte amore piccolo…>> disse, ed uscì. Shizuka guardò Jun
<< Non so bene dove andrà…>> disse
<< Ah, ma io lo so.>> disse Jun, con un ghigno abbastanza malefico.
Masaki sbuffò di nuovo, si ricontrollò nella vetrina, guardò di nuovo i fiori, si avvicinò per la sesta volta al portone, avvicinò il dito al campanello, ma la sua mano si fermò ancora.
<< Al diavolo!>> sibilò. Era un uomo, no? Poteva farcela, no? Forse no, dopotutto. Aveva paura. Non tanto della storia in se, ma… aveva paura di dimenticarsi di Ayako. E soprattutto, aveva il terrore che il fantasma di Ayako venisse a perseguitarlo. Era irrazionale, lo sapeva, ma…
<< Beh, se hai intenzione di perseguitarmi, mi spiace, ma dovevi pensarci cinque anni fa…>>
<< Parla da solo, Aiba san?>> chiese una voce alle sue spalle
Masaki quasi urlò e quasi lasciò cadere i fiori, ma riuscì a controllarsi, cavandosela con un semplice sussulto. Si girò per trovarsi faccia a faccia con Haine e… un uomo…
<< Buona sera Hayashi sensei… ero venuto per parlarle, ma… temo di dover andare adesso…>> disse Masaki. Sapeva di essere arrossito tantissimo. Sapeva anche di avere le mani che gli tremavano, essere vestito “da figo”, per citare le parole di Shizuka, e di avere un mazzo di rose rosa in mano…
<< Nee-chan, allora dico alla mamma che passi domani pomeriggio, così almeno si mette tranquilla e non mi stressa, ok?>> disse l’uomo, per poi salire su un’auto parcheggiata li davanti ed andarsene. Masaki rimase bloccato dov’era, perfettamente consapevole della propria espressione impietrita. Haine lo guardò, poi non riuscì a reprimere una risata. Masaki arrossì di nuovo
<< Era suo… suo fratello?>> chiese. La ragazza annuì
<< Mio fratello minore, anche se sembra il contrario… di cosa voleva parlarmi?>> chiese Haine. Aveva visto benissimo i fiori, ma stava cercando di ignorarli
<< Shizu sta meglio… non ha più paura… è un po’ triste per la situazione, ma saprà gestirla, la conosco… ma… come avrà già capito non è quello l’argomento principale… io… beh, non intendo tirarmi indietro… lo so, lei è l’insegnante di mia figlia, ma… non sarà così per sempre. Shizuka un giorno andrà alle medie… ma non credo che resisterò fino ad allora per un appuntamento, quindi glie lo chiedo adesso. Le andrebbe di uscire con me? >>
Haine lo guardò. Fece una mezza smorfia. Poi prese i fiori
<< dieci minuti, Aiba san.>> disse, ed entrò nel palazzo. Masaki rimase bloccato un attimo, poi realizzò
<< Eh? A… adesso?… Eh?.. Oh… Yay!!>>