Diciamo che ho praticamente finito la fict manca solo un ultima cosa soero di aver fatto un lavoro per lo meno decente, io sono sempre pessimista su quello che scrivo e con il fatto che scrivevo sempre quando ero stanca e sfinita, potrebbe anche risultare uno schifo.
Titolo: Innocence
Genere: angst, au
Fandom: Arashi
Raiting: R (almeno per il momento)
Pairing: Sakumoto (perchè sono ossesionata XD)
Desclaimers: loro due non sono miei e se lo fossero forse Jun non sarebbe molto daccordo su quello che gli faccio sempre capitare quindi forse è meglio così, per la mia sopravivenza XD
Note: esigo che non vediate Jun nella vera versione 17enne, perchè il Jun di questa fict è come quello dell'avatar
Post precedenti:
Capitolo 1 ,
Capitolo 2 ,
Capitolo 3 ,
Capitolo 4 ,
Capitolo 5 ,
Capitolo 6 ,
Capitolo 7
Capitolo 8
“Umi? Cosa ci faceva lì?”
-Solo un secondo- disse, poi cominciò a guardarsi intorno.
-Jun nasconditi in bagno- sussurrò.
Jun si alzò dirigendosi, verso il bagno un pò confuso, poi Sho lo afferrò per un braccio.
-No aspetta, se poi mi chiede di andare in bagno come faccio? ... meglio nella mia stanza- disse, lo infilò dentro e chiuse la porta, ma la riaprì poco dopo.
-Dannazione, le pareti di carta sono quasi trasparenti; come faccio?- disse mettendosi le mani nei capelli, poi si girò verso l’armadio a muro; lo aprì e vide che di spazio ce ne era abbastanza.
-Jun entra qui! Cercherò di mandarla via il prima possibile- disse.
Jun di mala voglia si infilò dentro l’armadio sedendosi, poi Sho chiuse la porta lasciandone solo uno spiraglio aperto.
-Ciao!- disse Umi sorridendo.
-Cosa ci fai qui?- chiese Sho.
-Scusami ti ho seguito fino a casa; ma visto che non ti sentivi bene ho pensato che magari potevo venire a prepararti la cena-
-Non ce nè bisogno non ti preoccupare ci vediamo domani- e fece per richiudere la porta, ma lei si intrufolò dentrò prima che riuscisse a farlo.
-Di nulla mi fa piacere- disse togliendosi le scarpe.
Ormai non c’era nulla da fare era entrata poteva solo sperare di convincerla velocemente ad andarsene.
Si sederono al tavolo e Sho portò l’acqua del tè che probabilmente aveva fatto scaldare Jun in cucina, lo servi e si sedette anche lui; lei era seduta di spalle all’armadio e non sembrava essersi accorta di nulla, Sho poteva vedere Jun dallo spiraglio lasciato aperto.
-E’ da tanto che abiti qui?- chiese lei.
-No, non molto, da poco prima che iniziassi a lavorare a scuola- rispose.
-E’ una casa piccola ma carina- disse lei.
Era ovviamente una bugia, si notava perfettamente che non gli piaceva.
-Sho senti io...- cominciò a dire titubante.
Improvvisamente Sho vide la porta scorrevole dell’armadio cominciare ad aprirsi, era quasi terrorizzato, ma cercava di non darlo a vedere; Jun aprì quel che bastava a poter far capire a Sho qualcosa, infatti continuava a indicare qualcosa a terra poco lontano da lui.
Sho si girò verso il punto in cui indicava Jun e vide la giacca e la camicia della divisa di Jun a terra sul pavimento; nella fretta si era completamente scordato dei vestiti che Jun aveva lasciato lì, infatti il ragazzo era ancora a petto nudo.
Si alzò, facendo finta di dover prendere qualcosa, Umi stava dicendo qualcosa ma lui non la stava neanche ascoltando, annuiva solo ogni tanto per non farla insospettire; si avvicinò agli indumenti e li raccolse, poi si diresse verso l’armadio posizionandosi davanti alla porta, la fece scorrere e lasciò cadere i vestiti tra le braccia di Jun, poi richiuse di colpo la porta facendo sobbalzare Umi che si girò verso di lui.
-Ehm... che ne dici se andiamo a mangiare fuori?- propose non sapendo più cosa fare per farla andar via di lì.
-Ma non stavi male?-
-Mi sono preso un analgesico e ora sto meglio, mi andrebbe molto di uscire-
-Sei sicuro? Posso preparati qualcosa io se vuoi-
-No, no non ti preoccupare andiamo, andiamo- disse aiutandola ad alzarsi e guidandola verso la porta.
Dopo un pò che se ne furono andati, Jun fece scorrere lo sportello e uscì; infilò la camicia lasciandola sbottonata, poi si avvicinò alla finestra e affaccinadosi li vide che stavano ancora camminando per la via in direzione sicuramente di uno dei locali non molto lontani da lì. In quel momento mentre li vedeva insieme, provò una rabbia che non riusciva a spiegarsi, sapeva solo che faceva male, che gli dava fastidio vederli insieme.
Finito di cenare uscirono dal locale e Sho si offrì di accompagnarla almeno per un pezzò dato che doveva attraversare il parco da sola e a quell’ora di notte non era sicuro.
-Scusami ancora se ti sono piombata in casa- disse lei.
-Non fa nulla- mentì Sho mentre pensava che poteva essere stato un disastro, se avesse scoperto che Jun abitava da lui, non che ci fosse nulla di male lo stava solo ospitando, però era il suo professore e non era consono.
-Sho...- disse fermandosi e mettendosi di fronte a lui.
Il parco era vuoto e c’erano solo loro e la debole luce di un lampione a illuminarli; lei si avvicinò e lo baciò all’improvviso, lasciandolo paralizzato.
-Mi piaci- disse poi staccandosi da lui.
Sho era shoccato e gli si leggeva benissimo in faccia, lei arrossì poi aggiunse:
-Vorrei avere una risposta, sapere se anche tu... ma capisco che sono stata un pò impulsiva quindi aspetterò, pensaci pure con calma-
Detto questo corse via, lasciandolo lì, come una statua a guardare nel vuoto; poi furono i suoi piedi a muoversi senza controllo e a riportarlo sulla strada di casa.
Entrato in casa come uno zombi si diresse in camera sua e chiuse la porta alle sue spalle.
Jun aveva provato a dormire ma alla fine era finito per stare a letto con gli occhi chiusi ad aspettare il suo ritorno, quando lo sentì entrare e lo vide in quello stato capì subito che era successo qualcosa tra loro due, non sapeva cosa ma non riusciva a sopportarlo si sentiva come in qualche modo tradito, abbandonato.