Eccomi di nuovo, purtroppo non ho una ficcina di San Valentino, però a quella ci ha pensato mia moglie (aka harin) XD.
Quindi io mi limito a un nuovo capitolo, annunciando anche che la fict è finita e che ora cercherò di dedicarmi a qualcos'altro, così magari stavolta cambio un pò pairing... forse XD
Titolo: Bound to the Heart
Fandom: Arashi
Genere: AU, fantasy, fantascienza, yaoi, angst (un pò di tutto insomma XD)
Raiting: R
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: questa storia è pura invenzione fatti e personaggi sono del tutto casuali, eventuali riferimenti a persone esistenti sono deltutto involontarie *si come no XD*
Post precedenti:
Capitolo 1,
Capitolo 2,
Capitolo 3,
Capitolo 4,
Capitolo 5,
Capitolo 6,
Capitolo 7 Capitolo 8
-Finito!- esclamò felice, poi improvvisamente fece un sospiro afflitto.
-Cosa c’è?- chiese Satoshi cogliendo l’improvviso cambio di umore.
-Nulla, nulla di più- rispose Sho.
-Eh?- chiese Satoshi non capendo a cosa si riferisse.
-Vado a fare due passi- disse poi mettendosi il libro nella tasca della felpa uscendo, Satoshi lo guardò perplesso, ma lasciò stare pochi secondi dopo.
Quel pomeriggio, faceva ancora un pò freschetto, con la felpa che portava stava benissimo e poi poteva nascondere il libro nelle tasche senza dare nell’occhio; aveva anche saputo che il sovrano era andato a caccia e che sarebbe tornato solo verso sera, fortunatamente non sapendo cavalcare aveva declinato l’invito alla battuta di caccia.
I ragazzi sicuramente erano nelle loro stanze visto che il sovrano non li aveva portati con lui e anche se non era una buona idea andare a quell’ora dato che lo avrebbero potuto vedere tutti, voleva informarsi di come stesse Jun.
Ci mise un pò ad avere l’opportunità di entrare nella stanza senza essere visto e quando l’ebbe a portata di mano non se la fece sfuggire, ed entrò velocemente richiudendo la porta alle sue spalle.
-Sho!- esclamò Masaki sorpreso.
-Ciao- rispose Sho tranquillo.
-Che ci fai qui a quest’ora? E con tutta la gente che gira a palazzo!- lo riprese Masaki.
Era dalla sera prima che non facevano che strillarlo per le strane ore in cui si presentava.
-Tranquilli sono stato attento, non mi ha visto nessuno- rispose subito.
-Non fraintenderci, non è che siamo scocciati che tu venga, è solo che siamo preoccupati per te, se ti trovano qui rischi davvero tanto- spiegò Nino.
-Lo sò! Ho capito che rischi corro, ma volevo venire!- rispose con decisone al ragazzo, facendogli capire che quello per lui non era un gioco e che sapeva benissimo a cosa poteva andare incontro.
-Come mai?- chiese poi curioso Masaki.
-Volevo sapere come sta Jun- rispose Sho cercando poi il ragazzo nella stanza; era a letto, la schiena poggiata contro il cuscino, lo sguardo alla finestra come al solito.
-Sta meglio, la febbre è quasi passata; però non vuole mangiare- lo informò Masaki.
-Perchè non vuole mangiare?- chiese Sho.
-Non lo so, si rifiuta- rispose.
-Forse pensa che se sta male il vecchio non lo farà andare da lui- disse Nino con aria poco interessata.
-Posso provare a convincerlo?- chiese poi Sho ai due.
-Se riesci a far breccia in quel cervello bacato- rispose Nino.
-Nino piantala!- lo sgridò Masaki che evidentemente non sopportava che Nino parlasse in quel modo di Jun.
Sho si avvicinò al letto e si sedette sul materasso accanto a lui, sentiva lo sguardo degli altri ragazzi su di lui, ma cercò di non farci caso.
-Jun- lo chiamò e lentamente lo vide distogliere lo sguardo dalla finestra e portarlo al suo viso; il suo cuore perse un battito quando incontrò i suoi occhi.
-Ti… senti meglio oggi?- chiese cercando di riprendersi dal colpo appena ricevuto.
-E’ inutile- cantilenò Nino.
Sho fece finta di non sentirlo e tornò a rivolgersi a Jun.
-Ti va di mangiare un po’?- gli chiese prendendo il piatto sul comodino, dove la sera prima c’era stata l’acqua, porgendoglielo, ma Jun scostò subito il viso girandosi dall’altra parte.
-Fa sempre così- spiegò Masaki.
-Jun… Jun…- lo chiamò ancora Sho ma questa volta lui non si girò.
-Lascia perdere! Quando starà morendo di fame mangerà- disse Nino, sbuffando.
-Jun perché non vuoi mangiare?- continuò a chiedere imperterrito Sho non volendosi dare per vinto.
-Ci fai preoccupare così- disse ancora; quella frase, in qualche modo funzionò perché Jun tornò a guardarlo.
-Davvero…- continuò, -fai preoccupare Masaki e anche me-
Jun spostò lo sguardo prima su Masaki stante ai piedi del letto e poi di nuovo su Sho.
-Mangi un pochino? Lo fai per noi?- chiese ancora in tono gentile, Jun rimase immobile ancora per qualche istante, poi posò delicatamente le mani sul piatto e Sho glielo lasciò.
-Sho-chan sei grande!- esclamò Masaki con un sorriso quando vide Jun cominciare a mangiare.
Nino non fece commenti, ma era evidentemente sorpreso dal fatto che era riuscito a convincerlo a mangiare.
-Sei venuto qui solo per vedere come stava o anche per altro?- chiese poi Nino scocciato da tutta quell’attenzione che stavano rivolgendo a Jun.
-Effettivamente anche per altro- disse alzandosi dal letto e andandosi a sedere sul tappeto accanto a Nino, poco dopo li raggiunse anche Masaki.
-Ho finito di tradurre il libro- disse tirandolo fuori dalla tasca della felpa e posandolo sul tappeto davanti a loro.
-Cosa c’era scritto?- chiese subito Masaki.
-Non molto di più di quello che ha raccontato Nino- disse con un sospiro deluso; -è solo un po’ più dettagliato, ma la sostanza è quella- spiegò.
-E i dettagli quali sarebbero?- chiese Nino.
-Ma non ce ne sono poi molti, il più interessante diceva che dal cuore dipendono vari fenomeni atmosferici, la pioggia, il vento e quella che viene descritta come piccola pioggia bianca e fredda che rende tutto candido e gelido come lo era il cuore che l’ha creata- li informò; -all’inizio non avevo capito di che parlasse, poi ci sono arrivato, sul nostro pianete si chiama neve-
-Neve?- chiese Masaki.
-Si. L’avete mai vista?- chiese poi.
-Mi pare ci sia stata una cosa del genere tanti e tanti anni fa- rispose pensieroso Masaki.
-Si c’è stata una cosa simile a quella che hai descritto, i miei genitori non avevano mai visto una cosa del genere- rispose Nino.
-Si, nessuno nel mio villaggio l’aveva mai vista neanche gli anziani- confermò Masaki.
-Quanti anni fa è accaduto?- chiese Sho incuriosito, da quello strano fenomeno che sembrava molto raro.
-Quasi 7 anni fa mi pare- rispose Nino.
-Sette anni fa...- ripetè tra se Sho pensieroso, ma quei pensieri furono interrotti da Masaki.
-Jun torna a letto, prenderai freddo- disse Masaki alzandosi e portandosi vicino a Sho.
Mentre parlavano Jun sembrava essersi alzato e andato a sedersi in ginocchio vicino a Sho ed ora teneva tra le mani il piccolo libro guardandolo.
-Lo ha fatto di nuovo!- sclamò d’un tratto Sho
-Cosa?-chiese Nino.
-Il libro! Ogni volta che lo vede reagisce in qualche maniera, sembra che sappia cosa sia!- rispose con entusiasmo; poi si rivolse direttamente a Jun.
-Jun, conosci questo libro non è così?- chiese.
Jun continuava a guardare il libro tra le mani senza rispondere.
-Forse gli piace solamente- commentò Nino.
-No! Ne sa qualcosa! Me lo sento!- disse deciso.
-Sho forse è solo un caso- disse Masaki.
-Non può essere! Perchè proprio questo libro? Perchè non un altro meno rovinato e più bello?!- protesto; -No, lui sa qualcosa che noi non sappiamo!-
-Jun!- disse toccandogli le mani che stringevano il libro.
-Sai quacosa che non sappiamo vero? Perchè non me ne parli? Ti puoi fidare di me, io non voglio farti del male; voglio solo aiutarti- disse cercando di convincerlo, Jun alzò gli occhi a guardarlo, ma rimase in silenzio; Sho attese, poi improvvisamente porto le mani alle sue spalle e lo scosse leggermente.
-Jun parla! Di qualcosa! Cos’è questo libro? Di chi è?- cominciò alzando la voce.
-Sho basta! Basta!- gridò Masaki .
Jun aveva chiuso ermeticamente gli occhi abbassando il viso e mordendosi il labbro inferiore.
-Smettila! Non ne vuole parlare lascialo stare!- lo rimproverò dividendoli.
-Forse ne sa qualcosa, ma non puoi costringerlo a dirtelo, non parla da tanto ormai, forse non lo farà mai più, ma con tutto quello che ha subito nella sua vita, non mi meraviglio per questo! Quindi lascialo stare per favore!- disse Masaki con sguardo severo.
-Hai ragione, scusami ho esagerato, è solo che... Jun scusa!- disse poi inchinadosi quasi con la fronte a terra in segno di scuse.
Poco dopo sentì una mano sulla sua e tornando ad alzarsi, vide Jun guardarlo, sembrava averlo perdonato.
-Cos’è questo?- chiese improvvisamente Nino prendendo in mano il libro che era caduto a terra quando Masaki li aveva divisi, e dalla copertina che si era strappata ne uscì fuori un ciondolo con uno stemma.
-Uhm… che strano, avete mai visto una cosa del genere?- chiese Sho.
-Si, mi ricorda qualcosa…- disse Masaki.
Sho insieme ai due osservò meglio lo stemma, portava inciso un cuore sopra il quale vi era un albero.
-Lo stemma reale!- esclamò Nino improvvisamente.
-Lo stemma reale?- chiese Sho confuso.
-Si è vero! Nino ha ragione ora lo riconosco anch’io- proruppe Masaki.
-E’ lo stemma della famiglia reale- spiegò Nino.
-Quindi è questo il vero stemma reale?-
I due annuirono in risposta, Sho continuò ad osservarlo ora più curioso che mai e felice di avere qualcos’altro su cui indagare.
-Jun che hai!- sentì esclamare improvvisamente; si girò e vive Masaki in ginocchio vicino a Jun che aveva gli occhi sbarrati e una mano alla tempia.
-Forse è la febbre- disse Sho avvicinandosi ai due, anche Nino era lì vicino ma guardava senza dire nulla.
Jun non si muoveva rimaneva fermo immobile, con gli occhi fissi a terra.
-Rimettiamolo a letto- concluse poi Sho prendendolo immediatamente in braccio, la stessa sensazione della notte prima lo avvolse, era così strana non aveva mai provato una cosa del genere.
Lo distese sul letto e Masaki lo copri con le coperte, poi gli mise una mano sulla fronte per vedere se era caldo.
-Forse si è un po’ alzata la temperatura- disse agl’altri.
-Tenetelo d’occhio, se mi riesce passo anche stanotte- disse Sho poi dopo aver controllato che nel corridoio non c’era nessuno usci dalla stanza senza farsi vedere.