ecco, ecco, spammo

May 12, 2009 22:32

TITOLO: Academy
AUTORE: Jinny
GENERE: AU, angst
FANDOM Obviously Arashi! Nessuno aveva dubbi (che gli altri johnnini non me ne vogliano, ma gli arabimbi mi vegono meglio... l'ossessione aiuta molto in questo...), ma qui dentro in effetti c'è un po' di tutto (evviva le AU!)
PAIRINGS:  Principalmente Sakuraiba, Ohmiya, e poi... di tutto un po' ^^'
RATING: R, con parti nc-17 (si, parti, plurale... *si vergognissimerrima*)
NOTE E COMMENTI SPARSI: I 23 numeri d Hanakimi qui in italia hanno impiegato davero troppissimo tempo ad uscire e questo ha provocato nella mia mente tuttta una serie di bacazioni mentali allucinanti (che già non ne avevo eh?).
RINGRAZIAMENTI:ad Harin e Vampiretta, che si sono sorbite tuuuuuuutto il malloppo XD A Vampiretta che mi ha aiutata con il titolo (veramente è venuto a lei...) e con i rating (che mi mandano sempre nel panico)... basta, mi spengo e posto
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Che il signor Aiba ogni tanto si vedesse a scuola non era una novità, essendo uno dei maggiori finanziatori dell’istituto, ma mai nessuno l’aveva visto con un’espressione di rabbia simile sul volto. Era quasi Natale, ormai, e tutti si stavano preparando per tornare a casa. Masaki era stato invitato dai genitori di Sho a passare le vacanze da loro, visto che gli Aiba avevano ancora qualche problema a relazionarsi tra di loro. Ma il signor Aiba l’aveva saputo, e sembrava intenzionato ad impedirlo con ogni mezzo. Fu così che, in un freddo pomeriggio di Dicembre, irruppe nella stanza di Masaki e Sho, mentre i due si ripetevano a vicenda le lezioni (con grande fatica di Masaki, che non riusciva a seguire le materie del secondo anno, figuriamoci il terzo). Masaki chiuse il quaderno degli appunti, su cui stava leggendo, con uno scatto secco, e si alzò in piedi. Sho lo imitò, ma con calma e circospezione

<< Sakurai, ho saputo che la tua famiglia ha invitato mio figlio per le vacanze.>> disse il signor Aiba, senza degnare di uno sguardo il figlio.

<< Si, è così. A casa sono curiosi di conoscerlo…>>

<< Mi sembra oltremodo sconveniente che passi le vacanze da te.>> disse il signor Aiba, in tono secco. Sho vide Masaki agitarsi, ma gli fece capire di stare calmo. Masaki abbassò il viso, mentre Sho guardò negli occhi il signor Aiba.

<< Io non ci vedo nulla di sconveniente, nell’invitare il mio migliore amico con i genitori che stanno divorziando, a casa mia per le vacanze. >>

Il signor Aiba rimase un attimo interdetto. Serrò leggermente la mandibola

<< Attento a te, ragazzino. Se esce uno scandalo, ti sogni l’università! Non sono solo i miei uomini a tenere sotto controllo mio figlio. I giornali sono sempre all’erta. Tu non hai idea del mondo in cui ti trovi adesso…>>

Sho non abbassò lo sguardo

<< Può suonare assurdo, ma io mi sono innamorato di suo figlio. E se questo vuol dire scordarmi l’università, allora non ci vado, in università. Preferisco fare l’operaio, che rinunciare a suo figlio.>>

Il signor Aiba impallidì, ed alzò la mano. Ma invece di colpire Sho, prese in pieno il viso di Masaki, che rimase fermo in piedi a guardarlo. Il signor Aiba non aveva mai visto un’espressione più furiosa in vita sua, ed ebbe paura. Per la prima volta in vita sua ebbe paura di qualcuno, e quella persona era il suo primogenito, una delle persone più dolci che avesse mai conosciuto

<< Non t’azzardare mai più a provare a toccarlo.>> disse Masaki, in tono calmo e controllato. Sho sentì un brivido corrergli lungo la schiena e ringraziò di non aver mai fatto arrabbiare così tanto Masaki. Vide il signor Aiba impallidire ed arretrare un attimo di fronte al figlio

<< Perché ti sei messo in mezzo?>> chiese il signor Aiba, dopo il momento di smarrimento. Masaki lo guardò, poi scosse la testa

<< Davvero non ci arrivi? Se il nonno avesse tentato di picchiare Ninomiya san, non avresti fatto lo stesso?>>

<< Quello è passato. Smettila di rinfacciarmelo. E’ stato un errore di gioventù, come lo è il vostro. E se non la smettete, dovrò prendere seri provvedimenti!>>  disse il signor Aiba. Sho fu sicuro di vedere Masaki alzarsi di almeno dieci centimetri

<< L’unico provvedimento che puoi prendere è uscire immediatamente di qui e non rompere più! Questa è la mia vita, che tu lo voglia o no. Studierò quello che vuoi, prenderò in mano l’azienda se ce ne sarà bisogno, ma i miei doveri nei tuoi confronti si fermano qui! Sono stato zitto troppo tempo, sempre a cercare di compiacere te e la mamma, non ti ho mai nemmeno dato del tu prima di oggi, non ho mai osato disobbedirti, perché cercavo un minimo d’attenzione, ma per te come persona io non esisto minimamente, è chiaro. Nel privato non sarò mai all’altezza delle tue aspettative, ma sai una cosa? Non voglio più esserlo! Mi sono rotto di continuare a sbattere contro la tua schiena, senza ricevere una risposta, senza avere mai un riscontro! Sono sempre il primo nella graduatoria dei voti di tutto l’istituto, da quando avevo sei anni, ho sempre avuto una condotta ottima, a casa non ho mai combinato casini, che cazzo vuoi ancora?! Perché io non riesco a darti altro! Sono così, prendimi come sono, fattene una ragione. Però se devi venire qui solo per ignorarmi o farmi sentire inadeguato, smettila di venire. Preferisco non sentire più la tua voce e non vederti più!>> Masaki si fermò ed inspirò. Sho gli posò una mano sulla spalla, vedendo l’espressione del signor Aiba cambiare completamente

<< Masaki… io…>>

<< Non dire niente e vattene. Le vacanze le passo da Sho. Dal mio ragazzo. E che i giornali scrivano quello che vogliono, non mi importa. E se a te importa, vuol dire che sei davvero molto peggio di quello che ho sempre creduto.>>

Sho strinse un po’ la presa. L’espressione del signor Aiba, che per un attimo si era addolcita, era tornata dura

<< Bene. Me ne vado. Ti manterrò fino alla fine degli studi, poi dovrai cavartela da solo. Verserò soldi sul tuo conto tutti i mesi, ma per il resto per quanto mi riguarda non esisterai più.>> detto questo, il signor Aiba si girò ed uscì. Masaki si svincolò da Sho ed andò a sedersi sul letto, in silenzio. Sembrava che si fosse spento. Sho serrò la mandibola e corse fuori. Fermò il signor Aiba prendendolo per un braccio. L’uomo non si girò a guardarlo. Rimase fermo, dandogli le spalle. Sho gli girò attorno fino a fronteggiarlo

<< Perché ha detto una cosa tanto crudele? Masaki è a pezzi, e io… io non riesco a vederlo così! Se lo vedo così distrutto, mi viene voglia di picchiarla, Aiba san…>>

Il signor Aiba alzò il viso rigato di lacrime e guardò Sho dritto negli occhi

<< Prenditi cura di lui. Io non sono un buon padre. Non so prendermi cura dei miei figli. Nemmeno mia moglie sa prendersi cura di loro. Ti prego, proteggi Masaki.>> disse. Poi riprese il controllo e se ne andò. Sho rimase interdetto. Masaki era fermo in corridoio, e si vedeva che aveva sentito tutto. Sho lo guardò lanciarsi all’inseguimento del padre, lo vide fermarlo, abbracciandolo da dietro. Vide il signor Aiba girarsi ad asciugargli le lacrime ed abbracciarlo a sua volta. Però non sentì cosa si dicevano, perché parlavano a bassa voce e si erano allontanati troppo. Vide il signor Aiba allontanarsi, e vide Masaki tornare indietro. Quando gli arrivò vicino, Sho piegò leggermente la testa di lato. Masaki gli passò le braccia dietro la schiena, all’altezza della vita, e gli nascose il viso nell’incavo tra spalla e collo

<< Ha detto che non si rimangia nulla di quello che ha detto… ho detto ha detto?>>

<< Se usi ancora il verbo dire, ti picchio.>> rise Sho. Masaki alzò il viso e gli sorrise. Le lacrime erano scomparse.

<< Abbiamo vinto, Sho-chan. Per ora abbiamo vinto!>> disse, e lo baciò, sotto gli occhi attoniti delle persone che passavano in corridoio.

gnr: angst, g: arashi, gnr: au

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