Allora adesso che harin è riuscita a recuperare tutti i post che si era persa, non posso più trattenermi e posto il capitolo 10
Titolo: Innocence
Genere: angst, au
Fandom: Arashi
Raiting: R (almeno per il momento)
Pairing: Sakumoto (perchè sono ossesionata XD)
Desclaimers: loro due non sono miei e se lo fossero forse Jun non sarebbe molto daccordo su quello che gli faccio sempre capitare quindi forse è meglio così, per la mia sopravivenza XD
Note: esigo che non vediate Jun nella vera versione 17enne, perchè il Jun di questa fict è come quello dell'avatar
Post precedenti:
Capitolo 1 ,
Capitolo 2 ,
Capitolo 3 ,
Capitolo 4 ,
Capitolo 5 ,
Capitolo 6 ,
Capitolo 7 ,
Capitolo 8 Capitolo 9
Capitolo 10
Erano già le 9 ma Jun non era ancora tornato, non era normale; cominciò a camminare avanti e indietro nervoso continuando a sbirciare fuori dalla finestra per controllare se lo vedeva arrivare; passati altri venti minuti prese le chiavi e usci di casa.
Quando fu in strada inboccò la via da cui Jun sarebbe dovuto arrivare ma dopo pochi passi lo vide dietro un angolo, seduto a terra con le ginoccia piegate verso il petto e la testa bassa; si fermò a guardarlo non capendo il perchè si trovasse lì.
-Jun- sussurrò, con tono sorpreso.
Lo vide alzare lentamente la testa verso di lui con sguardo triste; lo prese subito per le braccia aiutandolo ad alzarsi, poi disse:
-Vieni andiamo a casa-
Una volta nell’appartamento lo fece sedere, Jun non aveva ancora detto una parola.
-Jun cosa è successo? Forse qualcosa con tua madre?- chiese preoccupato.
-No va tutto bene, anzi mia madre ha deciso di divorziare- disse con un mezzo sorriso, ma quello non bastava a convincere Sho che andasse tutto bene, dopotutto anche quando l’aveva vista andare via, era rimasto fuori non avendo il coraggio di entrare e continuando a pensare a cosa stesse succedendo dentro di lui che lo rendeva così strano.
-E non sei contento?- chiese.
-Si, certo- rispose.
Sho rimase ad osservarlo, c’era qualcosa che non andava perchè se fosse stato davvero felice non sarebbe sembrato così triste.
-Jun perchè sei rimasto fuori e non sei tornato a casa?-
-Ah... tornando ho visto che stavi parlando con Kitayama-sensei e visto che l’hai fatta salire, ho pensato che fosse meglio aspettare che se ne andasse- spiegò facendo finta di nulla.
-Mi spiace che sei rimasto fuori. Però... perchè quando se n’è andata non sei tornato?- chiese.
Jun si morse un labbro poi rispose:
-Ero soprappensiero, l’ho vista andare via, però stavo riflettendo e il tempo è trascorso senza accorgermene-
-Mi hai fatto preoccupare!- disse in tono severo.
-Mi spiace, forse non dovrei più rimanere qui e disturbarti-
-Cosa stai dicendo?- disse Sho stupito da quella frase.
-Beh... mi spiace esserti sempre tra i piedi, devi mentire per non far scoprire che abito qui e non puoi vederti neanche con la tua ragazza-
-Ragazza? Ma di che parli?- chiese Sho confuso.
-Di Kitayama-sensei, vedrai cercherò un posto dove stare finche mia madre non avrà finito le pratiche per il divorsio; me ne andrò domani così non ti darò più fastidio- il tono di Jun da calmo, diventò quasi acido.
-Non hai bisogno di andartene, tra me e lei non c’è nulla- spiegò.
-Non devi mentirmi, non lo dirò a nessuno non ti preoccupare-
Sho cominciò a perdere la pazienza, non capiva perchè si stesse comportando improvvisamente in quel modo, non era da lui; lo afferrò piano per le spalle, sapendo che una presa forte lo avrebbe spaventato.
-Jun ora smettila, cosa ti prende?- lo sgridò.
In realtà neanche lui lo sapeva bene cosa gli stava succedendo, sentiva solo una cosa che voleva fare; alzò gli occhi a guardarlo per quello che a Sho sembro un eternità, poi li chiuse e si avvicinò posando le labbra sulle sue.
Sho rimase paralizzato, gli occhi spalancati, quandò in qualche modo il suo cervello cominciò a realizzare cosa stesse accadendo, si scanso interrompendo quel bacio.
-Jun che fai?- chiese sconvolto portandosi una mano alle labbra.
Quello che successe in seguito si svolse in pochi istanti; vide Jun spaventato da se stesso e gli occchi farglisi lucidi, poi in una frazione di secondo lo vide alzarsi dirigersi verso la porta dell’appartamento e fuggire via senza neanche infilarsi le scarpe.
Sho rimase qualche secondo immobile cercando di capire cosa fosse accaduto, poi si alzò di scatto e infilatosi le scarpe lo inseguì. Corse più veloce che potè continuando a cercarlo con lo sguardo però sebrava svanito nel nulla; dopo quasi 2 ore di ricerca notò un figura su un ponte, intenta a guardare l’acqua scorrere sotto di esso, si rese conto subito che era Jun e si avvicnò piano, quando fu a pochi passi lo chiamò; lo vide alzare lo sguardò, era in lacrime, gli occhi rossi e le guance rigate.
-Jun...-
-Mi spiace, non volevo, scusami- disse tra i singhiozzi; -è solo che... sono giorni che mi sento strano; non mi capivo, non riuscivo proprio a comprendermi, ero... come geloso di te; io ho capito che... mi piaci, sei l’unica persona che dopo tanto tempo si è occupata di me, che mi ha voluto bene; ma ora ti farò schifo- disse continuando a piangere.
Sho si avvicinò e gli porse un fazzoletto che Jun prese dalle sue mani, ma serviva a poco perchè le sue lacrime continuavano a scendere incontrollate.
-Jun non mi fai schifo ed è ovvio che ti voglia bene; forse adesso sei confuso, con tutto quello che ti è successo confondi quello che provi, vedrai che appena si risolverà tutto, capirai di esserti sbagliato e rideremo sopra a questa cosa insieme-
Sho non capiva, Jun ora non si sentiva affatto confuso, dopo quel bacio gli era veramente tutto più chiaro e la sua voglia di dargliene un altro ne era la testimonianza; ma come faceva sempre con qualsiasi cosa sapeva che lo avrebbe fatto soffrire, la chiuse dentro di se, fece finta che le parole di Sho fossero vere, anche se sapeva che non era così, smise di piangere e si fece guidare fino a casa da Sho rimanendo in silenzio. Avrebbe fatto finta che non fosse mai accaduto, si sarebbe imposto di dimenticare quel tocco, quel calore e quell’emozione che aveva provato semplicemente posando le labbra contro le sue.