Ok eccomi con la seconda parte XD non sarei mai così cattiva da non metterla, anche se mi sono fermata nel momento più cruciale forse XD, ma è più forte di me vi devo far soffrire un pochino, così vi appassionate di più XDDDD
Titolo: Kurenai
Rating: R con parti NC-17
Autori: Vampiretta87 e Subaru87
Fandom: Arashi
Genere: AU e un tantino angst
Pairing: Sakumoto
Disclaimers: gli Arashi non ci appartengono ma ci sono apparsi in sogno chiedendoci di accoppiare Jun e Sho in una ff quindi li abbiamo accontentati XD
Post precedenti:
Capitolo 1,
Capitolo 2,
Capitolo 3,
Capitolo 4,
Capitolo 5,
Capitolo 6,
Capitolo 7,
Capitolo 8,
Capitolo 9,
Capitolo 10,
Capitolo 11,
Capitolo12,
Capitolo 13 parte I,
Capitolo 13 parte II,
Capitolo 14,
Capitolo 15 parte I Sho si prese ancora qualche secondo, pensando a quello che stava per fare e a quello che sarebbe successo dopo. Poi poggiò delicatamente la mano di Jun sul materasso.
“Spero che né io né te dovremmo mai pentirci di questo in futuro” disse infine.
Jun riaprì poco gli occhi, facendo segno di si con la testa e continuando a sorridergli.
“Ti conviene sbrigarti, non credo resisterà ancora a lungo in quello stato” fece notare Nino; “pensi di essere in grado di farlo da solo?” aggiunse Nino
“Posso farlo da solo, però rimani qui” disse Sho sentendosi più sicuro se Nino fosse rimasto, poi si alzò da terra e si sedette sul letto accanto a Jun, guardandolo con apprensione. “Ascolta, per trasformarti dovrò prima morderti, dopodichè dovrai essere tu a bere il mio sangue. Sentirai un po’ di dolore mentre avverrà la trasformazione, ma poi sarà finita e le tue ferite saranno rimarginate.”
Jun fece segno di assenso con la testa; sembrava preoccupato, ma poteva anche vedere la fiducia trasparire dai suoi occhi.
Si girò leggermente verso Nino, poi si rivolse di nuovo verso Jun. “Iniziamo”
Si abbassò su di lui alzandogli un poco la testa con una mano, poi avvicinò il viso al suo collo e lo morse, iniziando a succhiargli il sangue. Jun sussultò al contatto, e il suo respiro si fece affannoso; i battiti del suo cuore, che già erano lenti, si indebolirono ancora finchè si sentì quasi del tutto esausto.
Sho si staccò da lui, le labbra leggermente bagnate di sangue, le zanne appena visibili; Sho si portò un polso alle labbra e fece per morderlo, ma Nino si avvicinò e lo fermò afferrrandolo per il braccio.
“Cosa c’è?” chiese Sho tra il preoccupato e l’arrabbiato.
“Non così” furono le uniche parole di Nino, poi si avvicinò con il viso a Sho, portò la bocca al suo collo e lo morse perforando la pelle con le sue zanne.
Sho non si mosse capendo qual’era l’intenzione di Nino e quando si alzò da lui e si allontanò, prese Jun tra le braccia alzandolo dal letto, era talmente leggero che aveva paura di romperlo; Jun non aveva la forza di muovere un muscolo, era completamente svuotato e sentiva che stava per cedere; Sho gli passo una mano dietro la testa e gli porto il viso al suo collo.
“Ora devi bere Jun” disse in un sibilo; poi Sho gli fece posare le labbra sul suo collo, all’inizio sentì che Jun appena poggiava le labbra, poi come assaggio il suo sangue cominciò ad aprire le labbra e a leccare la ferita finchè lentamente non lo sentì succhiare il suo collo sempre più avidamente.
Jun si aggrappò a lui, con le forze che lentamente grazie al suo sangue stava riacquistando e Sho gli lasciò più spazio inclinando la testa da un lato, per Sho era piacevole, tanto che non voleva che smettesse, ma lentamente si sentiva diventare debole e chiuse gli occhi rilassandosi.
Improvvisamente sentì che Jun veniva staccato da lui e riaprì gli occhi di scatto; Nino era di fianco a lui e teneva Jun bloccato al letto con una mano.
“Cosa fai?” chiese Sho spaventato.
“Stava esagerando, gliene hai dato anche troppo, stavi per svenire” spiegò continuando a tenere fermo Jun che aveva cominciato ad ansimare pesantemente.
Vedere Jun in quello stato gli faceva quasi paura, si stava trasformando, e si vedeva dal fatto che aveva riacquistato le forze e ora si dimenava cercando di liberarsi dalla presa di Nino, Sho fece per avvicinarsi a Jun che gli tendeva la mano supplichevole, ma Nino lo spinse via con la mano libera.
“Lascialo!” urlò Sho, ma Nino non lo mollò.
“Ne vuole ancora, se lo lascio ti prenderà altro sangue, ed ora è più forte di quanto tu creda”
Sho ora era incerto Jun lo guardava con quei suoi grandi occhi ma allo stesso tempo si dimenava per liberarsi, dopo un pò però si calmò e Nino lo lasciò libero; in quel momento Sho si avvicinò di nuovo, ma Jun cominciò a raggommitolarsi su se stesso stringendo le ginocchia al petto.
“S..ho” lo sentì gemere, le lacrime agl’occhi; Sho non ricordava più la sensazione che provocava la trasformazione, ma sapeva solo che faceva male e tanto.
“Fa... male” disse continuando a rigirarsi nel letto.
“Lo sò” rispose Sho, “presto passerà” disse passandogli la mano sulla fronte sudata.
Era doloroso vedere Jun soffrire così, però vedeva anche che la ferita all’addome si stava lentamente rimarginando; non aveva mai visto qualcuno trasformarsi, ma ora capiva che non era poi una cosa facile da sopportare, vedere Jun così gli faceva male, voleva solo che finisse in fretta.
Poco dopo Jun cominciò a calmarsi, si distese supino e i suoi battiti rallentarono fino a fermarsi, per un istante perse la vita, morì il suo corpo, per rinascere a una nuova vita.
Aprì gli occhi di scatto, quasi spaventando Sho che però rimase estasiato dal fatto che sembrassero ancora più belli, solo che erano più scuri e ciò significava che aveva fame; Jun gli sorrise, poi lentamente si tirò su a sedere.
“Come ti senti?” chiese Sho.
“Bene, mi sento come rinato”
Era felice che stesse bene e che non fosse morto, ma allo stesso tempo era triste per quello che gli aveva fatto.
“Sho tutto bene?” chiese Jun preoccupato.
“Si, è solo che... mi spiace di averti fatto questo, di aveti fatto soffrire e stare male”
Jun lo abbracciò posando la testa sul suo petto:
“Sho è tutto a posto, ora sto bene ed è merito tuo, sei tu che mi hai salvato la vita” poi alzò la testa e lo baciò sulle labbra, un bacio dolce e casto.
“Per favore ora basta; Jun ha bevuto troppo sangue da te e devi nutrirti, ora dovrai fargli vedere come fare e poi dovrai cercare qualcuno per lui, perchè sarà inevitabile lo ucciderà” spiegò.
Sho annuì, si alzò dal letto e Jun fece lo stesso; a Sho sembrava ancora più bello ora, la sua pelle era bianca e candida, le sue labbra rosse e carnose, tanto che tratteneva a stento la voglia di baciarlo.
“Nino... grazie!” gli disse Sho, vergognandosi un pò del suo comportamento; lo aveva sempre trattato male, ma Nino in realtà non era cattivo.
“Sono uno stupido, ma... ti voglio bene e non sopporto di vederti infelice; avrei voluto che fossi rimasto con me, ma... hai scelto lui e ormai io non posso più intromettermi” disse Nino rimanendo di spalle; “ora me ne vado, prima o poi ci rivedremo, rimarrò in città” furono le sue ultime parole, poi uscì senza aspettare nessuna risposta.
Ora erano rimasti solo loro due e avevano entrambi la necessità di nutrirsi, Sho frugò nell’armadio e trovò alcuni vestiti lasciati lì da Jun, il quale si fece velocemente una doccia e si riviestì, poi uscirono di casa insieme.
POV/Jun
Tutto intorno a sé ora gli sembrava completamente diverso. Le sue percezioni erano come amplificate, il mondo gli sembrava tanto trasparente da poterne scorgere ogni dettaglio, e si sentiva leggero, come se potesse spiccare il volo da un momento all’altro su quella città che non dormiva mai. Si sentiva esattamente come doveva essere un vampiro: padrone della notte, al di sopra delle cose e delle altre persone. Ora capiva l’impressione che aveva avuto di Sho la prima volta che l’aveva visto, quella sensazione di distacco e superiorità. Ora era un vampiro, e avrebbe vissuto come tale.
Camminava lentamente affianco di Sho; sapeva che adesso avrebbe dovuto nutrirsi per la prima volta, e che avrebbe inevitabilmente ucciso qualcuno. Guardò di sottecchi il ragazzo vicino a lui, che volgeva lo sguardo altrove, chiedendosi cosa stesse pensando, e se fosse ancora preoccupato.
Mosse una mano verso quella di Sho e la strinse delicatamente. Questi si girò sorpreso guardando le loro dita intrecciate, e sorrise imbarazzato mentre stringeva più forte a sé la sua mano.
“Sei diventato ancora più bello…” affermò Sho impacciato.
Jun rise, “Grazie” rispose, “E grazie per averlo fatto” continuò guardandolo negli occhi.
Sho sospirò, spostando lo sguardo davanti a sé “Credo che mi sarei dannato per l’eternità se fossi rimasto sulla mia decisione iniziale. Non sapevo se stessi facendo la cosa giusta, e in realtà non lo so esattamente neanche adesso, ma so che tu sei accanto a me in questo momento, e che non ci saresti stato se prima fosse andata diversamente...”
Jun sentì una nota di tristezza nella sua voce, quindi si fermò trattenendolo per la mano per farlo fermare a sua volta. Sho si girò e si guardarono per un istante.
“Io non so bene cosa accadde quando tu venni trasformato, quindi non posso capire appieno quello che provavi e del perché ti rifiutavi con tanta insistenza a trasformarmi… però se è per stare con te io accetto volentieri questa vita. Non importa se soffrirò, perché se stiamo insieme tutto sarà più facile.”
Sho lo fissò intensamente mentre un leggero sorriso piegava le sue labbra, Jun poi si avvicinò e strinse anche l’altra mano di Sho nella sua.
“Insieme l’eternità sarà più sopportabile, no?” chiese sorridendogli.
Sho gli sorrise a sua volta e posò un delicato bacio sulle sue labbra, che Jun ricambiò con passione. Quando si separarono, Jun lo guardò serio negli occhi e continuò, “Non preoccupartene più quindi, va bene?”
Sho annuì, e ripresero a camminare lungo la strada. Dopo poco Sho si fermò all’angolo con una via secondaria, e si girò verso di lui.
“Ora ti farò vedere come nutrirti” esordì, “Sei pronto?”
Lui annuì, quindi si incamminò di fianco a Sho lungo la traversa, finché intravidero un uomo che avanzava verso di loro in direzione opposta.
“Quell’uomo fa al caso nostro” disse Sho, poi lo fece fermare e iniziò a spiegargli. “Assicurati sempre di non esser visto mentre ti nutri, di essere completamente al sicuro. Non farti notare nemmeno dalla tua vittima, non spaventarla, attaccala a sorpresa; non deve avere il tempo per riuscire ad urlare, o rischierai di essere scoperto. Quando la attaccherai, la devi mordere sul collo, all’altezza dell’arteria. Bevi quanto ti è necessario, poi allontanati il prima possibile.”
I passi dell’uomo si facevano più vicini, e Sho gli fece segno di stare da parte. Si confondevano benissimo tra le ombre della notte, e quell’uomo non si era accorto della loro presenza.
Quando fu il momento, Sho uscì velocemente allo scoperto, l’uomo sussultò, poi con un movimento invisibile a occhio umano lo accerchiò e lo morse con decisione alla gola. Jun sentì il forte odore del sangue diffondersi nell’aria, e la sua sete farsi più acuta; dopo pochi attimi Sho si staccò dall’uomo e lo fece ricadere a terra con delicatezza.
“Andiamo” gli disse avvicinandosi a lui e conducendolo di nuovo verso la via principale. Dopo essersi allontanati a sufficienza, Sho si rigirò a guardarlo.
“Si riprenderà tra pochi minuti, quindi non preoccuparti” disse, poi lo guardò più seriamente, “Hai capito come fare? Te la senti di provare adesso?”
Jun annuì lentamente, “Si. D’altronde, devo farlo in fretta; prima, sentendo l’odore del sangue, la fame è aumentata ancora di più.”
“È vero. Allora camminiamo un altro po’, troveremo qualcuno. Sei preoccupato?”
“Forse… un po’” rispose abbozzando un sorriso.
Sho lo guardò con dolcezza, quindi ripresero a camminare. “Ti starò vicino.”
“Grazie…”
Camminavano da qualche minuto quando Sho ruppe il silenzio domandandogli, “Non ci avevo ancora pensato, ma… come farai con Aiba e Ohno?”
Jun non rispose e continuò a guardare di fronte a sé; con tutto quello che era successo non aveva pensato a cosa avrebbe detto a Masaki e Satoshi. Senza dubbio adesso non poteva più restare a vivere con loro, e avrebbe potuto vederli molto poco, in quanto loro di notte avrebbero continuato a lavorare.
“Credo dovrò andare a parlargli e inventare qualcosa…” iniziò pensieroso, “Mi dispiace mentirgli, ma non posso certo dire la verità su quello che sono diventato. Potrei dire che resterò a vivere da te in seguito a quello che è successo al locale, altrimenti…”
Poi d’improvviso si bloccò, e un pensiero attraversò la sua mente. Sho si girò verso di lui vedendo che si era fermato. “Che succede?” chiese sorpreso.
Lo sguardo di Jun si fece serio, e un’espressione turbata si dipinse sul suo volto. “Sho… portami al locale. Ho trovato chi può essere la mia prima preda”
“Jun non sò se sia una buona idea” disse Sho preoccupato.
“Devo uccidere questa notte, e non voglio uccidere un innocente” disse Jun deciso.
“Jun lo stai facendo per vendetta e non deve esserlo; il tuo primo pasto non deve essere così” disse Sho cercando di convincerlo a cambiare idea.
“Sho tu sai cosa mi ha fatto! E non solo a me, io in fondo sono anche stato fortunato, ho avuto Masaki e Satoshi ad aiutarmi, si sono occupati di me. Ma per tanti altri ragazzi non è stato così; negl’ultimi giorni li ho visti, ogni tanto chiamava qualcuno da lui e ti assicuro, che anche se questo è il lavoro che fanno per sopravvivere, loro non volevano, non in quel modo” disse con rabbia, ma allo stesso tempo la sua voce trasmetteva la paura, l’angoscia che aveva provato in quei momenti.
Sho cominciò a capire, si Jun lo stava facendo per vedicarsi, ma non era una cosa solo strettamente personale; nei suoi occhi c’era odio per quell’uomo e non a torto, ma allo stesso tempo vedeva che il suo desiderio più grande era che nessuno più subisse quello che aveva subito lui e tanti altri come lui.
“Ok, ho capito, vieni” disse, poi lo prese per mano e lo guidò via dalla strada affollata entrando in un vicolo; continuarono a camminare per quelle piccole stradine fino a che non si ritrovarono nei pressi del locale.
“Non dobbiamo farci vedere, siccome è la prima volta ti aiuterò io a...”
“No” disse subito Jun; “no Sho, andrò da solo”
“Ma...” cercò di protestare Sho, ma Jun lo interruppe di nuovo.
“Sho, conosco bene quel posto non ti preoccupare, tu aspettami qui”
“Jun non posso lasciarti andare da solo, loro hanno tentato di ucciderti” disse stringendogli più forte la mano; Jun mise l’altra mano su quella che Sho gli stringeva, poi guardandolo negl’occhi con tono dolce disse:
“Sho ora non possono più farmi del male”
“Lo sò, però... ho passato mesi ad avere paura per te e non riesco a smettere di preoccuparmi; sò che non possono farti del male, che ora tu sei in grado di proteggerti da solo, ma... nonostante questo io sento di doverti proteggere, ma non dal male fisico, ma da chiunque possa ferirti in un qualsiasi altro modo” cercò di spiegarsi.
Jun posò le labbra contro quelle di Sho, in un bacio talmente dolce che Sho si tranquillizzò era come se gli avesse cercato di dire che non si doveva preoccupare e che non sarebbe successo nulla; poi Jun si allontanò leggermente da lui e Sho lo vide riaprire lentamente gli occhi.
“Sho io non voglio che tu smetta di proteggermi, io ne ho bisogno; però ora voglio andare da solo, è una cosa che riguarda me, voglio che il mio passato non mi tormenti e voglio affrontarlo da solo” gli disse.
“Rimarrò qui” disse in un sospiro, “però se non torni presto ti verrò a cercare” aggiunse infine.
Jun gli sorrise e lo abbracciò, per poi baciarlo, ma non come aveva fatto prima, era un bacio completamente diverso, era passionale e dolce allo stesso tempo erano i baci di Jun, erano quei baci che gli dava sempre, era il suo Jun, forse ora era diventato immortale ma rimaneva sempre il suo piccolo e dolce Jun.
“Torno presto te lo prometto” disse Jun poi lo lasciò e si allontanò nel buio.
Non fu difficile entrare, nessuno si era accorto di lui, era riuscito ad imitare perfettamente ciò che Sho gli aveva mostrato e le guardie alla porta sul retro non lo videro entrare. Salì le scale, davanti alla porta della stanza che quell’uomo usava come ufficio non c’erano guardie fortunatamente; la raggiunse e bussò:
“Avanti” gli rispose la sua voce.
Abbassò lentamente la maniglia e aprì la porta, facendo poi un passo all’interno della stanza e lasciando la porta richiudersi alla sue spalle; lo vide alzare gli occhi dalla scrivania per vedere chi fosse entrato e la sua espressione cambiare. Ora poteva sentire la paura in lui, i suoi sensi riuscivano ad avvertire il terrore che stava provando in quell’istante.
“Tu...tu... dovevi essere morto” balbettò alzandosi dalla sedia.
“Forse si potrebbe dire che lo sono stato” rispose.
“Cosa vuoi da me?” chiese; era strano vederlo tanto spaventato, fino al giorno prima era lui ad essere spaventato da quell’uomo, ora invece era lui a spaventarlo, non tanto perché adesso era più cattivo, anzi non era cambiato per nulla in quel senso e in realtà aveva anche lui un po’ paura comunque di quell’uomo, però doveva essere dovuto al suo cambiamento, evidentemente lui vedeva ciò che era anche se non lo capiva, come quell’uomo il giorno in cui incontrò Sho.
Fece qualche passo verso di lui, che indietreggio incontrando il muro dietro la scrivania.
“Voglio che tu la smetta di fare del male alla gente come ne hai fatta a me, per questo sono qui” disse; poi fece un respiro profondo, riuscendo quasi a sentire l’odore del sangue che scorreva nelle vene dell’uomo e in reazione a quell’odore le sue zanne si fecero leggermente visibili; “ed anche perché sono affamato” aggiunse infine dischiudendo leggermente le labbra da far scorgere le zanne.
L’uomo tentò di scappare aggirando la scrivania, ma Jun si mosse talmente veloce da bloccarlo in pochi istanti e morderlo senza dargli il tempo di urlare; come il sangue fiottò nella sua gola chiuse gli occhi, assaporando il sangue che scorreva dentro di lui, mentre sentiva i battiti del cuore dell’uomo da accelerati dalla paura farsi sempre più deboli mentre lui beveva avidamente prosciugandolo, solo quando sentì il cuore fermarsi dopo un ultimo battito si staccò da lui riaprendo improvvisamente gli occhi e lasciando cadere a terra il corpo senza vita. Ora che lo vedeva lì a terra esanime sentiva che il semplice contatto con quel corpo gli aveva dato fastidio.
Pulì le labbra dal sangue che le imperlava, poi uscì dalla stanza e chiuse la porta; non ebbe problemi ad uscire, e dopo pochi minuti raggiunse Sho che lo stava aspettando dove lo aveva lasciato,il quale quando lo vide gli venne immediatamente incontro.
“Se tra 2 minuti non eri tornato, sarei venuto io” confessò.
Jun gli sorrise e lo abbracciò; “Ora non farà più del male a nessuno” disse, ma la sua voce era comunque un po’ spaventata e Sho lo strinse a se; quando si lasciarono Sho lo prese per mano e disse:
“Che ne dici di andare a rassicurare i tuoi amici? Saranno sicuramente preoccupati”
Jun annui sorridendogli ora molto più tranquillo; poi si allontanarono insieme nell’oscurità, un oscurità che però adesso avrebbero condiviso insieme.
FINE