Dopo aver riletto questo capitolo un paio di volte ho deciso di ritoccarlo soltanto un pochino, quindi ci ho messo meno di quanto pensassi a sistemarlo, spero vi piaccia^^ buona lettura
Titolo: Bound to the Heart
Fandom: Arashi
Genere: AU, fantasy, fantascienza, yaoi, angst (un pò di tutto insomma XD)
Raiting: R, NC-17
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: questa storia è pura invenzione fatti e personaggi sono del tutto casuali, eventuali riferimenti a persone esistenti sono deltutto involontarie *si come no XD*
Post precedenti:
Capitolo 1,
Capitolo 2,
Capitolo 3,
Capitolo 4,
Capitolo 5,
Capitolo 6,
Capitolo 7,
Capitolo 8,
Capitolo 9,
Capitolo10 Capitolo 11
“Le grida di quella donna…. ce l’aveva con qualcuno… diceva di scappare, ma a chi lo stava dicendo? C’era un uomo davanti a lei, gli diceva di farsi da parte, ma… lei non si toglieva… stava proteggendo qualcosa… qualcuno, poi l’uomo… l’ha uccisa, c’era sangue… sangue sulle mani, sulla spada…la donna era morta”
Ecco se lo sentiva, era arrivato il momento della richiesta, erano passati troppi giorni di calma e di lusinghe da parte del re ed ora lo aveva fatto chiamare, voleva qualcosa ne era sicuro e non sapeva esattamente perché ma si sentiva che la richiesta in questione non gli sarebbe piaciuta.
Bussò alla porta della stanza del sovrano ed attese qualche istante…
-Avanti- rispose il re dall’interno.
Sho aprì la porta ed entrò richiudendola poi alle sue spalle, fece un inchino di saluto al sovrano poi chiese:
-Mi avete fatto chiamare maestà?-
-Oh, si Sakurai, volevo parlarle- esordì.
-Certo mi dica- continuò Sho in maniera diplomatica.
-I nostri rapporti stanno andando a meraviglia vedo e l’istruzione dei nostri studiosi procede bene non trova?- cominciò a dire il sovrano.
-Si, tutto procede per il meglio, i miei scienziati mi dicono che a volte partecipa anche lei maestà alle lezioni- rispose Sho.
-Si, le trovo molto interessanti, però…-
-Però?- domandò Sho che preferiva venire al sodo invece che girarci intorno come stava facendo il sovrano.
-Pensavo che si poteva fare un passo avanti con queste lezioni, qualche magari… dimostrazione pratica dell’uso di alcune delle vostre tecnologie- cominciò a spiegare il sovrano.
-Beh… qualcosa di semplice si può anche fare, magari possiamo illustrare le funzioni della nostra navicella- propose Sho.
-Oh… si anche, però pensavo a… qualcos’altro- disse il sovrano, Sho rimase un po’ perplesso, aspettava una richiesta del genere, ma sperava anche che la spiegazione del funzionamento della nave lo avrebbe soddisfatto, ma a quanto pareva voleva qualcos’altro.
-Se si tratta dei computer, le ho già spiegato che…-
-No no, nulla del genere- lo interruppe il sovrano, -ha ragione sarebbe troppo presto-
-E allora… cosa?- chiese infine.
-Sono molto curioso, di sapere come funzionano le vostre… armi- disse infine.
Sho spalancò gli occhi incredulo a quella richiesta, non aveva mai pensato che avrebbe potuto chiedere qualcosa del genere; era assurdo, pensava davvero che avrebbe detto di si? Le armi! Non era contemplato negli accordi, non era neanche autorizzato a farle vedere, quelle poche che avevano portato erano per semplice sicurezza.
-Mi dispiace ma non è possibile- rispose.
-E’ solo per curiosità, noi usiamo delle armi semplici, siamo solo curiosi di vedere come funzionano- cercò di convincerlo.
-Non posso mi dispiace, non abbiamo molte armi con noi e non sono autorizzato a mostrarle- rispose.
-Suvvia, faccia uno strappo alle regole, non lo saprebbe nessuno- disse il sovrano con un sorriso.
-Mi dispiace ma… no, non posso proprio- rispose.
-Uhm- sibilò il sovrano dispiaciuto per quella risposta negativa, poi si avvicinò a una cordicella vicino alla scrivania e la tirò.
Per un secondo Sho pensò che stesse chiamando le guardie, tanto che si spaventò, ma qualche secondo dopo entrò nella stanza uno dei servi.
-Ha chiamato maestà?- chiese l’uomo.
-Falli venire- disse soltanto il re.
-Subito maestà- rispose il servo con un inchino, poi riuscì dalla porta.
Sho riprese di nuovo a respirare regolarmente, sollevato che non fossero le guardie che venivano a prenderlo per buttarlo in qualche oscura segreta del palazzo.
-Sakurai!- esordì il sovrano riprendendo a parlare; -non c’è nessun modo in cui io la possa convincere?- chiese.
-Non credo- rispose.
-Ogni uomo desidera qualcosa, qualsiasi richiesta mi faccia la esaudirò- propose il sovrano.
-Le assicuro che non c’è nulla con cui mi possa convincere- ripeté Sho.
Mentre finiva quella frase la porta della stanza si aprì e ne entrarono Nino, Masaki e Jun.
-Eccovi finalmente!- esclamò il sovrano.
I ragazzi fecero un piccolo inchino, poi a un cennò del sovrano si avvicinarono.
-Non ho mai permesso a nessuno una cosa del genere, ma con lei farò un eccezione; ho visto un certo interesse. Scelga quello che preferisce- disse invitandolo con una mano a scegliere uno dei ragazzi.
Sho spalancò gli occhi senza parole, quello che gli stava proponendo era qualcosa di orribile, stava cercando di corromperlo offrendogli uno dei ragazzi, era una cosa abominevole.
-Se è indeciso posso darle un consiglio- ricominciò a parlare il re vedendo che Sho non rispondeva; -forse… penso che Masaki sarebbe adatto a lei, è docile e accondiscendente- disse accarezzandogli i capelli.
A Sho vennero i brividi, come se fosse stato lui ad essere toccato.
-Oppure, può scegliere Nino, è irriverente e un tipo tutt’altro che obbediente, devi fargli capire chi comanda- spiegò.
Tutto ciò era rivoltante, glieli stava offrendo come se fossero oggetti, merce di scambio.
-Però… ho notato che forse il suo interesse ricade su Jun, certo è bello…- disse carezzandogli il viso, -però non è un tipo divertente, è sempre così passivo. Sono molto geloso di lui, ma… potrei fare anche un eccezione, in cambio di quel piccolo piacere che le ho chiesto- concluse.
Sho rimase a guardarlo, fissò i ragazzi, Nino aveva un aria a dir poco funesta, Masaki fissava a terra e sembrava quasi non respirasse, Jun invece lo guardava con occhi assenti.
-Non posso accettare una cosa del genere mi dispiace- trovò finalmente la forza di rispondere; -non sono autorizzato a mostrare le nostre armi, quando riceverò ordini diversi in tale proposito non ci sarà nessun problema, ma per ora devo procedere come è stato deciso. Adesso torno nelle mie stanze, mi scusi- ed uscì dalla camera, si diresse velocemente verso la sua stanza, quello a cui aveva assistito era la cosa più orribile che potesse immaginare, offrirgli quei ragazzi per corromperlo, era davvero rivoltante.
-E’ successo qualcosa?- chiese Satoshi quando lo vide rientrare, evidentemente doveva avere un espressione sconvolta.
-Niente… non mi sento bene- mentì, -puoi lasciarmi solo per un po’?- chiese.
-Certo... vado a cena, vuoi che ti porti qualcosa?- chiese Satoshi preoccupato.
-No grazie, me ne andrò a letto- rispose, e quando Satoshi se ne andò si sdraiò sul letto fissando il soffitto del baldacchino… rimase lì a pensare, finché non crollò addormentato.
Sentiva il suo tocco delicato sulla pelle come se fosse vero, lo sognava da giorni sapeva che era solo illusione che se avesse aperto gli occhi si sarebbe trovato solo, eppure questa volta sembrava così reale, poi quelle labbra lo sfiorarono e aprì di scatto gli occhi.
-Jun!- quasi urlò per lo spavento.
Non era affatto un sogno questa volta, era vero, era lì davanti a lui, erano le sue labbra che si erano posate sulle sue qualche istante prima mentre dormiva.
-J…Jun che ci fai qui?- chiese mettendosi a sedere, Jun era in ginocchio sul letto e lo guardava senza rispondere.
Poi a Sho improvvisamente balenò la risposta nella testa, e il suo cuore fu come trafitto da mille aghi.
-Ti ha mandato il sovrano vero?- chiese; Jun non rispose naturalmente ma inclinò la testa a sinistra come se non avesse capito.
-Ti ha ordinato il sovrano di venire qui vero? Sta ancora cercando di convincermi!- disse con rabbia.
Jun sbatté leggermente le palpebre, poi chiuse gli occhi e si avvicinò a Sho per baciarlo di nuovo.
-No Jun, va via- disse Sho afferrandolo per le spalle e allontanandolo da se.
-Non voglio che tu lo faccia, non cederò così al re; anche se ti desidero tantissimo, non voglio che tu faccia questo, soprattutto perché è stato lui ad ordinartelo; quindi torna nella tua stanza ti prego- disse.
Jun lo guardò triste, provò a toccare il braccio di Sho, ma lui si scansò.
-Jun ti prego. Io… io mi sono innamorato di te, se fai così mi fai stare male-
Jun rimase fermò qualche istante, poi prese la mano di Sho e la posò sul suo petto all’altezza del cuore.
-Jun che stai facendo!- lo riprese Sho ritirando la mano, ma Jun la riprese di nuovo e se la posò ancora una volta sul cuore, tenendola poggiata a se con le mani, Sho fece per ritirarla di nuovo ma poi si fermò sentendo i battiti del cuore di Jun, erano accelerati, il suo cuore batteva forte, come batteva forte il suo in quel momento, possibile che provasse gli stessi sentimenti?
-Jun cosa mi stai cercando di dire?- chiese perplesso.
Jun senza lasciare la mano di Sho che si teneva premuta sul petto, si avvicinò a lui sfiorandogli le labbra, a quel tocco Sho sentì il cuore di Jun sussultare.
-Mi stai dicendo che non è stato il re a mandarti qui?- chiese.
Lo vide titubare per un istante poi fece un leggero “no” con la testa, Sho era sorpreso era la prima volta che rispondeva a una domanda, ma era anche tanto felice della risposta.
-Sei… venuto qui per… me?- chiese poi titubante e un po’ in imbarazzo.
In risposta Jun gli diede un altro leggero bacio.
-Quello era un si?- chiese poi Sho quando si allontanò.
Jun fece segno di si con la testa.
Ora era il cuore di Sho a battere all’impazzata, stavolta fu lui a baciarlo e vide Jun chiudere gli occhi e lasciarsi baciare, schiudendo poi le labbra permettendo a Sho di baciarlo con più passione, Sho forse in realtà credeva di stare ancora sognando, però sentiva il calore di Jun sul suo corpo, lo teneva stretto tra le braccia ed erano le sue labbra che incontrava in quei baci.
Lo fece delicatamente distendere sul letto mentre continuava a baciarlo, quando si divisero Jun riaprì gli occhi e guardò Sho in viso.
-Sei così bello- sospirò Sho, e con sua sorpresa vide Jun arrossire leggermente, -ora lo sei ancora di più- disse sorridendo, poi però vide Jun mettere il broncio, era molto comunicativo quella sera.
Tornò a baciarlo e dalle labbra scese lungo il collo procurando dei brividi di piacere a Jun sotto di lui, fece scivolare la veste dalla spalla e cominciò a baciare anche quella scendendo verso il petto, sentiva i sospiri di piacere di Jun, erano gli unici suoni che aveva mai sentito uscire da quelle labbra e li trovava magnifici.
Si alzò leggermente da sopra di lui, per sfilarsi la maglietta che portava addosso, gettandola in un angolo della stanza, poi guardò Jun i capelli neri che contrastavano con la federa bianca del cuscino, le labbra rosse e invitanti e quegl’occhi profondi come un pozzo.
Jun portò una mano al suo petto toccando lo stemma che portava legato al collo, Sho seguì la sua mano, poi credendolo infastidito dato lo sguardo incerto che aveva in viso, sciolse il cordino con cui lo teneva legato.
-Lo metto via- disse allungandosi verso il cassetto del comodino accanto al letto e chiudendocelo dentro, Jun lo seguì con gli occhi e poi tornarono a guardarsi.
Jun si alzò a sedere e senza che Sho neanche se ne accorgesse cominciò a baciargli il petto, brividi di piacere percorsero Sho, dalla cima dei capelli alla punta dei piedi, quando ritrovò il controllo di se e fece ridistendere Jun sul letto, era eccitato come non lo era mai stato.
Lo guardò per qualche istante, poi cominciò a sciogliere la cinta di raso viola della veste facendola scivolare via, quando anche la veste bianca che lo cingeva fu sparita da dosso a Jun, Sho lo osservò: bellissimo e nudo sotto di lui.
Ricominciò a baciarlo, voleva baciare ogni singola parte di Jun, voleva fargli capire quanto era grande il suo amore per lui, che non gli avrebbe mai fatto del male, che d’ora in poi lo avrebbe protetto in qualsiasi modo.
Quando non ce la fece più a malavoglia si separò per qualche istante da lui per eliminare gli ultimi vestiti che ancora portava addosso, tornarono a baciarsi stringendosi l’uno all’altro, poi con sorpresa di Sho fu Jun a chiedere di più, piegando le gambe verso di se.
-Jun io non voglio farti male- gli disse, Jun sembro non capire cosa volesse dire Sho, conoscendo ormai quell’uomo, Sho aveva capito che doveva essere stato sempre rude e violento con quei ragazzi.
Così Sho per rassicurarlo gli sorrise e tornò a baciarlo, mentre lo faceva lentamente cominciò a prepararlo; a quella leggera intrusione, Jun sussultò e sembrò sorpreso, ma poi lentamente si lasciò andare, quando Sho penso che fosse pronto lo liberò e si posizionò tra le sue gambe, quandò entrò dentro di lui, un gemito uscì dalle labbra di Jun, continuarono a tenersi abbarcciati mentre il piacere aumentava e godevano l’uno dell’altro continuando a baciarsi, era la cosa più bella che entrambi avevano mai provato i loro cuori sembrava dovessero esplodere, quando arrivarono entrambi al limite, Sho sussurrò un “Ti amo” sulle labbra di Jun prima che si chiusero in un ultimo bacio che seguiva l’estasi.
Quando Sho sfinito crollò al fianco di Jun, lui gli si rannicchiò contrò, Sho lo abbracciò e gli diede un ultimo bacio, poi entrambi crollarono addormentati in un sonno tranquillo.
Ora la stanza era nel completo silenzio e al buio, solo la luce delle stelle illuminava leggermente quel luogo e in un angolo vicino alla finestra una pianta mostrava il suo primo bocciolo.