Sta volta c'è voluta un po' più di una settimana e mi scuso, ma a quanto sembra scrivere capitoli di 2 pag. mi fa impiegare più tempo che scriverne 5 XD, o forse sarà per via della scena che sto scrivendo *fufu*.
Riassumendo... è stata catturata la spia di Nakagawa e ora la marcia verso Zamìn riprende, ma con un clima molto diverso... cosa succederà una volta sconfinati?
Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi + Kanjani
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la
MAPPACapitoli precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap. 5,
Cap.6,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9,
Cap.10,
Cap.11,
Cap.12,
Cap.13,
Cap.14,
Cap.15,
Cap.16 Capitolo 17
Dopo aver concluso nel dettaglio il nuovo piano di battaglia si rimettono in marcia verso il confine, la tensione dei soldati è a mille, soprattutto dopo che la voce del tradimento di Nakagawa si era sparsa tra i soldati, erano preoccupati di subire un imboscata e per questo erano stati rivisti attentamente i piani. La marcia continuò nell’estremo silenzio, la tensione era visibile e quando cominciarono a scorgere il Sekai-sen aumentò ancora di più. Il piano originale prevedeva che si sarebbero accampati sulle sponde del fiume prima di entrare a Zamìn, ma visto che la situazione era cambiata il contingente si spostò immediatamente sulla sponda opposta, tutto era estremamente tranquillo, non sembravano esserci soldati ad attenderli, ma questo appariva addirittura molto più preoccupante che se fossero stati attaccati nell’istante in cui fossero apparsi sulla sponda del fiume.
Nino ordinò subito ai suoi generali di tenere compatto il contingente, ed anche se sarebbe stato saggio mandare qualcuno in perlustrazione decise di procedere compatti, era infatti molto meno pericoloso procedere insieme che mandare un piccolo gruppo in avan scoperta e attendere.
Sho fu felice di essere di nuovo a Zamìn anche se la tensione cresceva sempre di più dentro di lui, voleva rendersi utile, voleva aiutare il suo popolo e riprendere quello che gli spettava di diritto, non solo per se stesso, ma anche per tutte le ingiustizie che il suo popolo aveva subito da parte di suo zio, mentre pazientemente aspettava che lui avesse raggiunto l’età per diventare re. Come prima cosa quindi decise di occuparsi delle persone di cui era responsabile in quel momento, chiese quindi a Masaki e Satoshi di tenersi sempre nel gruppo di inservienti e servitù che era al seguito del contingente e di aiutare i feriti nel caso di battaglia. Avrebbe voluto dire qualcosa anche a Jun, ma non sapeva che dire, qualsiasi cosa sarebbe stata superflua, non sarebbe stato lui a proteggere Jun, e sicuramente era quello a cui servivano meno raccomandazioni di tutti.
Regnava agitazione tra le truppe perché entrare a Zamìn era stato fin troppo facile e sembrava regnare un silenzio surreale, Nino diede subito l’ordine di spostarsi nella boscaglia che costeggiava il Sekai-sen come stabilito, in modo da tenere le truppe più riparate possibile, quindi tutto il contingente si mosse come ordinato.
Sho osservò Jun per gran parte del tempo mentre le operazioni di passaggio del fiume procedevano, lo vedeva allerta come se stesse studiando la situazione, ma non sembrava nervoso, aveva piuttosto l’aria concentrata.
-Jun… tutto…-
-Sta per succedere qualcosa- lo interruppe Jun prima che potesse fare qualsiasi altra domanda, poi si allontanò guidando il cavallo oltre il fiume fino a dove si trovava Maruyama, parlò con lui qualche istante e poi attese Sho dall’altra parte della riva affiancandosi di nuovo a lui.
Sho non fece domande, probabilmente Jun aveva solo avvertito di stare attenti, eppure vedere Jun allontanarsi da lui per andare a parlare con Maruyama lo aveva infastidito, era come se fosse geloso del fatto che Jun sembrava vedere il consigliere come una figura a cui far riferimento quando aveva qualcosa di importante da dire, quando invece Sho voleva che si rivolgesse a lui quando aveva qualcosa che lo preoccupava. Per questo alla fine rimase in silenzio e non chiese altro a Jun, lo seguì nella boscaglia procedendo lentamente insieme al resto dell’esercito, continuando a pensare al perché nonostante Jun aveva deciso di seguirlo delle volte sembrava tornare a quando erano ancora semplicemente il principe e la sua guardia del corpo.
Fu proprio mentre Sho era distratto da tutti questi suoi pensieri che qualcosa improvvisamente accadde, Jun ovviamente fu il primo ad accorgersene un istante prima che succedesse e quando improvvisamente una serie di frecce fu scoccata dall’alto mentre il contingente procedeva lentamente, Sho lo vide muoversi con una rapidità mai vista, con un salto facendo leva sulla sella del proprio cavallo, Jun era riuscito a neutralizzare le frecce che li stavano per colpire proteggendolo, poi atterrò vicino al cavallo di Sho, il tutto avvenne in un istante, poi il caos scattò tra le truppe pronte immediatamente a difendersi dall’attacco e a soccorrere i feriti.
-Scendi da cavallo!- gli ordinò subito Jun, -Scendi o sarai un facile bersaglio- lo incitò ancora Jun vedendo che Sho non aveva ancora realizzato bene del tutto quello che stava accadendo. Sho obbedì immediatamente e ripresosi estrasse la spada preparandosi alla battaglia.
-Mi occupo di quelli sugl’alberi- lo informò Jun, poi in un istante scomparve veloce come si era mosso poco prima, percepì soltanto che si era mosso verso i rami degl’alberi con dei balzi.
Sho fece subito il punto della situazione, erano stati attaccati dall’alto, quindi probabilmente si trattava semplicemente di un imboscata, non era un esercito ma semplicemente un gruppo di soldati per questo avevano scelto l’elemento sorpresa. Non poteva però quantificarne il numero, di certo suo zio aveva delle grandi risorse militari, ma non potevano farsi sconfiggere in quel modo.
Motivato più di prima cominciò a combattere i soldati, cercando di respingerli soprattutto per mettere al sicuro chi era stato ferito dall’attacco. Era la sua prima vera battaglia e voleva farsi valere, mise in pratica ciò che gli era stato insegnato, sia dai suoi insegnanti che da Jun, anche se trovò il tutto molto diverso da come quando aveva combattuto in allenamento, non era facile concentrarsi con la confusione della battaglia, ma notò che se la stava cavando piuttosto bene nonostante tutto, parava i colpi dei suoi avversari con facilità, infliggendone lui stesso di precisi e letali, cominciava a sentirsi sicuro di se e delle sue capacità, ma proprio questo fu l’errore più grande, perché nel momento di sicurezza si trovò spalle al muro, o per l’esattezza spalle a terra, quando per evitare un attaccò finì a terra perdendo la spada ed il soldato davanti a lui vide l’occasione giusta, era pronto a colpire e anche se avesse tentato Sho sapeva che non sarebbe riuscito a difendersi da quell’attacco, ma prima che la sua spada potesse colpire vide l’uomo sussultare per poi cadere a terra a poco più di un centimetro da lui, un coltello piantato nella schiena con precisione.
Non aveva bisogno di sapere chi lo aveva salvato, già lo sapeva, un istante dopo Jun era accanto a lui, lo stava difendendo da altri attacchi, come aveva sempre fatto, lo aveva salvato come aveva sempre fatto e Sho sentì ancora quella sensazione spiacevole che si portava sempre dentro.
La battaglia non durò ancora molto, erano in numero maggiore e riuscirono presto a respingere i nemici facendoli ritirare in fretta, tornò la calma e Nino ordinò di allestire un campo per la notte per far riposare i soldati e medicare i feriti. Satoshi si era subito messo a lavoro per aiutare i feriti, mentre Masaki si era prodigato per far in modo che la tenda di Sho venisse montata alla svelta.
Quando tornò la calma e i preparativi erano in corso Sho e Jun vennero fatti chiamare e si unirono al re e ai generali per fare il punto della situazione.
-Era chiaro che ci avrebbero attaccato, saremmo dovuti rimanere allo scoperto, per lo meno li avremmo visti arrivare, forse sarebbe meglio lasciar stare l’idea di dividere le truppe- disse uno dei generali, visibilmente preoccupato per la situazione.
-Credo che ora più che mai sia chiaro che il contributo degl’haris è fondamentale per la nostra vittoria!- protestò subito Sho, non poteva più starsene in silenzio come aveva fatto fino a quel momento, ora erano nel suo regno e avrebbe detto anche la sua.
-Questo era un attacco ben mirato, avevano un obiettivo ed è chiaro qual’era questo obiettivo!- ribatte l’uomo fronteggiando il principe senza il minimo timore.
-Cosa state…-
-Ora basta!- si intromise Nino prima che Sho potesse ribattere di nuovo; -È inutile rinvangare le scelte che abbiamo fatto-
-Sono stati catturati un paio di uomini e abbiamo appurato qual’era l’obiettivo di Nobuyoshi- annuncio Maru -Come pensavamo l’obiettivo era il principe-.
-Cosa?!- esclamò Sho sconcertato, non poteva credere che suo zio stesse ancora cercando di ucciderlo.
-Sembra che nonostante tutto sia ancora intenzionato a toglierti di mezzo- rispose Nino, -Ma era abbastanza chiaro vista la modalità dell’attacco, erano pochi uomini e hanno atteso che lentamente l’esercito passasse per colpire solo il punto interessato, per fortuna la principessa è stata un ottima guardia del corpo e i danni sono stati limitati notevolmente- spiegò tranquillamente come se fosse una cosa ovvia quello che era successo e a quanto sembrava solo Sho non aveva capito di essere il bersaglio principale di quell’attacco.
-Dovreste cominciare a far meno affidamento sulla vostra principessa- lo punse nel vivo Nino.
-Io non sto facendo affidamento su Jun! Lui non è più la mia guardia del corpo!- proruppe Sho irritato.
-Oh tu dici? Eppure se sei ancora qui non credo proprio che sia merito tuo, finché sei tra le mie truppe non sarà affar mio come o da chi decidi di farti proteggere, ma dovrai essere tu a guidare gli haris e per ora non sembra che tu ci stia riuscendo granchè bene nemmeno con uno solo- ribattè Nino zittendo completamente Sho che rimase paralizzato difronte alla verità, pensava di sentirsi sicuro di se stesso a Zamìn, ma la verità era che si sentiva al sicuro perché Jun era accanto a lui, ma cosa avrebbe fatto se Jun non ci fosse stato? Probabilmente sarebbe morto in quell’attacco in breve tempo. Era giunto il momento di prendere in mano sul serio la situazione, di rendersi conto di quello che doveva fare veramente non solo con se stesso ma anche con Jun.
PS: il prossimo capitolo sarà quello che tanto state attendendo, sò che ve l'ho mensionato migliaia di volte e ci ho messo ben 17 capitoli prima di farcela, ma vi assicuro che l'attesa non sarà stata invana e sopratutto sarà ben ricompensata, perchè credo di essere riuscita a scrivere proprio quello che volevo e ne vado abbastanza fiera. Ma non aggiungo altro, spero di postarlo presto, abbiate ancora un pochina di pazienza.