Rieccomi qui, Jun ha fatto un primo incontro con un ragazzo un pò petulante che si è messo in testa di aiutarlo, cosa succederà adesso che sono arrivati al villaggio?
Titolo: Ai wa Moumoku no
Fandom: Arashi
Genere: AU, Storica
Capitoli: 6 di 20
Raiting: Dal PG-15 all' NC-17
Pair: Sakumoto
Desclaimers: non sono miei perchè loro si ammmano<3<3
Ringraziamenti: A harin e Jinny che hanno aspettato che mi passasse la crisi durata quasi 1 mese per poterla finire di leggere.
Post Precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap,2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap.5 Capitolo 6
Il capo vilaggio si mostrò essere proprio la persona gentile di cui Jun aveva sentito parlare, lo accolse con gioia e curiosità di sentirlo suonare, gli diede una stanza in casa sua e gli offrì cibo e un bagno caldo. Jun fu felice finalmente di potersi rilassare dentro un vero bagno, lavarsi i capelli, vestirsi di stoffe che profumavano di bucato. Vivere così tanto a palazzo lo aveva viziato lo sapeva bene, ma dopotutto lui era il figlio di un contadino e nulla di più.
Finito il bagno e rivestitosi con gli abiti puliti che gli aveva gentilmente offerto il padrone di casa tornò in quella che era la sua stanza, ma quando entrò capì che c'era qualcun altro lì dentro...
-Chi c'è?- chiese confuso, la persona nella stanza si mosse e Jun la riconobbe subito.
-Che ci fai qui? Vattene- disse.
-Sono ospite del padrone di casa- rispose Masaki.
-Eh?!- esclamò confuso Jun.
-Essendo tuo cugino, mi ha gentilmente ospitato- disse Masaki.
-Cugino?!-
-Certo. Ci somigliamo molto non credi?- chiese Masaki avvicinandosi.
-Non credo proprio!- proruppe Jun piuttosto arrabbiato.
-Come puoi dirlo se non mi vedi!- disse Masaki con la voce offesa di un bambino.
-Non ho bisogno di vederti, siamo due persone completamente opposte- replicò Jun.
-Forse hai ragione. Però adesso siamo cugini-
-No che non lo siamo! Adesso vai dal padrone, ti scusi e te ne vai!- lo riprese Jun alzando la voce.
-Non posso- disse Masaki abbassando la testa.
-Perchè non puoi...?- chiese Jun, aveva intuito che era successo qualcosa che non gli sarebbe piaciuto.
-Gli ho chiesto in prestito dei soldi e li ho già usati- confessò Masaki.
-Cosa?!!!!!!!!-
-La mia spada si è scheggiata e... non avevo i soldi per ripararla- rispose Masaki con tono mortificato.
Jun sbuffò contrariato, quel ragazzo era troppo rumoroso e appiccicoso per i suoi gusti, solo che adesso avrebbero cacciato anche lui se nessuno avesse ripagato il signore di quella casa e volente o nolente sarebbe toccato a lui farlo.
-Vedi di stare zitto e non infastidirmi- disse infine Jun rassegnato.
-Yatta!!!!!!!- esultò Masaki, ma poi si mise le mani sulla bocca e in silenzio fece segno di vittoria.
Quella sera Jun suonò per il capo e i suoi invitati, fu piacevole e la sua musica venne apprezzata, così a fine serata si ritirò nella sua stanza, si sedette in un angolo vicino alla finestra e chiuse gli occhi ascoltando il rumore del vento che leggero gli scompigliava i capelli.
Un ora più tardi Masaki entrò nella stanza cercando di non fare rumore, ma battè inavertitamente contro lo stipide della porta inprecando a bassa voce.
-Che stai combinando?- chiese Jun che non si era mosso da dove era da quando era tornato nella stanza.
-Ma sei sveglio? Pensavo dormissi! Perchè stai con la luce spenta?- chiese accendendo una piccola lampada nella stanza.
-Non ho bisogno della luce- rispose Jun alzandosi.
-Oh, scusami hai ragione- disse l'altro ricordandosi che era ovvio che Jun non ne aveva bisogno dato che non vedeva.
Jun fece qualche passo nella stanza finchè non trovo la stoffa morbida del futon sotto il suo bastone, e si sedette su di esso poggiando il bastone al suo fianco e poi coprendosi con le coperte.
-Buonanotte- disse Masaki accingendosi a mettersi a dormire anche lui, ma non ebbe risposta da parte di Jun.
La mattina seguente quando Masaki si svegliò Jun non c'era, chiese a qualcuno della casa e gli dissero che lo avevano visto uscire molto presto quella mattina e che non era ancora tornato.
Così Masaki prese le sue cose ed uscì a cercarlo, sapeva che Jun preferiva stare da solo, ma non riusciva a fare a meno di andarlo a cercare, sentiva in qualche modo che Jun aveva qualcosa di strano e che era estremamente solo.
Lo trovò poco dopo che girava per il mercato del villaggio, era fermo vicino un banco e sembrava turbato da qualcosa...
-Jun perchè sei uscito così presto?- chiese Masaki raggiungendolo.
-Sta zitto!!- lo riprese subito Jun con tono freddo e Masaki fece silenzio osservandolo.
Sembrava che Jun stesse ascoltando la conversazione di alcuni uomini, qualche banco più in là; si mise in ascolto anche lui, ma erano troppo lontani e riusciva a percepire pochissimo, mentre Jun più ascoltava più sembrava assumere un aria turbata.
Quando questi si mossero, anche Jun si mosse seguendoli e Masaki fece lo stesso seguendo Jun, era una cosa davvero strana quella che stava accadendo, come mai Jun sembrava tanto interessato a quello che dicevano quegl'uomini?
Poi Jun cominciò ad accellerare il passo diminuendo la distanza dal gruppo e Masaki fece lo stesso standogli dietro, finchè non li raggiunsero e anche lui potè sentire di che stavano parlando.
Sembrava che uno degli uomini era stato attaccato da qualche ladro mentre tornava da un villaggio ad est, sembrava che non fosse una cosa occasionale e che ci fosse una vera e propria adunanza di briganti e ladri in quei boschi.
-Tu credi davvero che il loro capo sia il figlio del vecchio shogun?- chiese poi uno degli uomini.
-Te l'ho già detto! Alcune donne hanno detto di averlo visto- disse questo scocciato per l'ennesima volta.
-Scusate...- disse Jun d'un tratto interrompendoli, questi si fecero silenziosi scrutando quel cieco che li aveva interrotti.
-Avete detto che ci sono dei ladri ad est... potreste dirmi dove esattamente?- chiese Jun.
-Perchè un cieco vorrebbe saperlo?- chiese uno degl'uomini.
Masaki fu infastidito da quel tono sgradevole e fece istintivamente un passo avanti per intervenire, ma Jun mosse il suo bastone indietro fermandolo e si rivolse di nuovo agl'uomini.
-Vorrei saperlo per evitare quella zona, dovrò andare ad est molto presto- mentì Jun.
-Sono all'inizio della foresta che porta al villaggio più ad est, se usi il sentiero di destra appena fuori città ci finirai nel mezzo- rispose l'uomo che aveva probabilmente ricevuto l'agressione.
-Vi ringrazio- disse Jun chinando il capo, -Cercherò di evitare quella strada- aggiunse poi e si girò per tornare indietro.
Masaki lo seguì confuso, non stava capendo cosa era successo, Jun procedeva velocemente verso la casa del capo villaggio, e appena fu arrivato si diresse nella sua stanza recuperando le sue cose.
-Cosa stai facendo?- chiese Masaki.
-Vado ad est- rispose Jun.
-Ma hai sentito che hanno detto ci sono dei ladri! Vuoi essere ucciso?- lo riprese Masaki.
-E se anche fosse? Fatti gli affari tuoi!- rispose acido Jun, continuando a mettere insieme le poche cose che aveva.
Poi qualcuno busso alla porta.
-Avanti- disse Jun e uno dei servi entrò con un inchino.
-Il padrone vorrebbe parlarvi- disse questo.
Jun si alzò e lo segui insieme a Masaki, anche se aveva fretta di partire avrebbe dovuto comunque parlare con l'uomo prima di lasciare quella casa.
-Mio signore- disse Jun entrando nella sala e chinado la testa in segno di rispetto.
-Prego accomodatevi pure- disse l'uomo facendo segno di sedersi, Masaki si avvicinò a Jun per aiutarlo, ma questo si stava già sedendo e Masaki fece altrettanto.
-E' successo qualcosa? Siete tornati in tutta fretta- disse l'uomo pacato, era una persona davvero gentile ed educata.
-Nulla di importante, solo... devo andare via questo pomeriggio- disse Jun tagliando corto.
-Come mai? Qualcosa di serio?- chiese ancora l'uomo, adesso piuttosto preoccupato.
-No, non si preoccupi, devo trovare una persona- rispose Jun.
Masaki davvero non ci stava capendo più nulla, ma stette in silenzio.
-Dovete proprio andare?- chiese poi una donna, era la moglie del capo e a quanto sembrava era rimasta in silenzio ad ascoltare dietro una delle porte scorrevoli.
-Avevo detto di non intervenire- la rimproverò il marito pacatamente.
-Scusate- disse poi rivolto ai due.
-In realtà... volevamo chiedervi di rimanere, noi siamo anziani e non abbiamo figli, mia moglie avrebbe voluto adottarti- disse poi rivolto a Jun.
Rimase in silenzio per qualche secondo, evidentemente Jun non si aspettava nulla del genere, poi si inchinò poggiando quasi a terra la fronte.
-Mi dispiace- disse.
-Apprezzo molto la vostra gentilezza, sono anni che nessuno mi tratta in questo modo, e vi ringrazio davvero di tutto, però... mi dispiace ma non posso- disse inchinandosi di nuovo.
-Capisco- rispose semplicemente l'uomo.
-Per lo meno vi prego, pranzate con noi e... prendete delle provviste e accettate del denaro che vi offro- disse l'uomo.
-La ringrazio mio signore- disse Jun inchinandosi di nuovo.