Iris

Oct 15, 2008 13:04

Ok allora qui c'è un pò da spiegare, questo capitolo contiene la parte scritta da harin  che ha dato inizio a questa storia, per semplificare la cosa cambierò il colore del testo, per vedidenziare quella scritta da lei.
Questo è anche il penutlimo capitolo quindi buona lettura; speriamo entrambe che vi piaccia ^_^

Titolo: Iris
Autore: vampiretta e harin (per questo capitolo)
Fandom: Arashi
Genere: angst (ma solo per il passato)
Raiting: R
Pairing: Sakumoto
Desclaimers: gli Arashi non sono miei, ciò che ho scritto si ma lo è anche di harin, quindi non è solo colpa mia XD
Post precedenti: Prologo , Capitolo1, Capitolo 2 , Capitolo 3, Capitolo 4 , Capitolo 5


Capitolo 6

Dopo quella sera, Sho non provò più a spingersi più in là con Jun, aveva paura di farlo, perché se già aveva avuto difficoltà a fermarsi, non avrebbe mai voluto fargli del male; avrebbe aspettato che fosse Jun a essere pronto e che si concedesse a lui; capiva cosa aveva passato e ora non si meravigliava più delle sue reazioni, quando gli si allontanava gli sorrideva tranquillizzandolo.

Fu per caso che un giorno, mentre era uscito per comprare un paio di nuovi cd, mentre era nel negozio, come sempre in incognito per non farsi riconoscere; sentì negl’altoparlanti una canzone, ne rimase un po’ colpito, non era una canzone nuova, l’aveva già sentita prima; però solo ora notava veramente il senso delle parole, forse prima non ci badava, era in inglese, ma ora lo aveva colpito; perché quasi sembrava raccontasse qualcosa di personale, il suo stato d’animo in quel momento, quello che sentiva e stava provando; non era forse tutto il testo ma quella parte e quelle frasi in particolare l’avevano resa quasi sua in quel momento.

Così finì per comprare quel cd, il cd in cui era presente quella canzone.

Era tardi erano andati via tutti, però Sho non si era visto e la sua roba era ancora in camerino; uscì e cominciò a percorrere i corridoi alla sua ricerca, infine decise di chiedere a qualcuno e gli dissero che doveva essere in sala registrazione, aveva chiesto se gliela lasciavano per un pò.

Percorse il corridoio che portava a quella stanza, aprì la porta nella sala di registrazione non c’era nessuno, poi avvertì una melodia e delle parole...

“And I give up forever to touch you… ‘cause I know that you feel me somehow…”

Le parole suonavano chiare al di là del vetro, nella grande sala di registrazione.

Era un inglese fluido, perfetto. Era una voce roca ma dolce e gli occhi chiusi trasmettevano un sentimento profondo. Jun lo sentiva. Sentiva la canzone che diveniva preda delle labbra di Sho, della sua pronuncia, del suo cuore… sentiva il suo ragazzo cantare e guardava stregato il vetro, al di là del vetro, i dolci movimenti della bocca di Sho mentre cantava…

“And I don’t want the world to see me… ‘cause I don’t think they’d understand…”

Sho allontanò il viso dal microfono mentre la base continuava sull’assolo di chitarra. Guardò sicuro Jun, fece un breve movimento levando le cuffie dalle orecchie. Lo sguardo intenso e scuro incontrò quello del ragazzo più giovane e resistette in un palpitante attimo in cui ci fu forse un dialogo silenzioso.

Riprese la canzone.

“And I don’t want the world to see me… ‘cause I don’t think they’d understand… when everything’s made to be broken… I just want you to know who I am…

I just want you to know who I am…

I just want you to know who I am”

La base si fermò con un click sulla console.

Sho rimase ancora un po’ in sala, lo sguardo basso sul testo della canzone. Sentì la porta della stanza aprirsi e vide con la coda dell’occhio Jun che gli sorrideva.

-Bravo- sussurrò il kohai mentre si sedeva sul tavolo al di sotto del vetro scuro delle registrazioni. Sho accettò quella provocazione volentieri: si diresse verso il ragazzo e fermò i fianchi fra le gambe di Jun -Hai cambiato idea?-.

Jun non rispose, si abbassò soltanto e baciò il sempai. Sho si lasciò trasportare, rispose ai baci accarezzando con la lingua le labbra morbide di Jun, strinse forte a sé il corpo del ragazzo mentre sentiva che le sue gambe gli si chiudevano attorno.

-Jun… non voglio farti male…-

-Non mi farai male… non puoi farmi male-

Rispose piano il ragazzo, mentre Sho gli baciava dolcemente il collo. Decise che allora avrebbe potuto azzardare una mossa in più: allungò la mano giù per lo stomaco del kohai, slacciò il bottone dei jeans mentre con l’altra mano gli alzava la maglietta sulla schiena, infilò la mano fra la pelle calda e l’elastico bianco dei boxer… il tocco fece sussultare Jun, che affondò le mani fra i capelli di Sho e chiuse gli occhi, respirando sempre più affannosamente.

-Sho…- lo chiamò piano. Il sempai non alzò lo sguardo, continuò abbassando la testa.

-Yamet…- le parole furono spezzate da un respiro improvviso, Jun piegò la testa all’indietro: pregava che smettesse, pregava che si accorgesse… -Yamete…- i respiri si trasformarono in singhiozzi.

-Jun?- chiese Sho alzando lo sguardo verso il kohai, che si era divincolato con tutte le sue forze -Stai piangendo?- chiese -Stai piangendo, vero?- -Scusa…- rispose il ragazzo riaprendo gli occhi, arrossati e tristi -Non ci riesco…- -Scusami tu- disse Sho, poi prese Jun fra le sue braccia tentando di farlo calmare -Io… non ho bisogno di atti di coraggio da parte tua… so che sei una persona fragile, e io amo anche questo di te. Lo faremo quando sarai pronto a farlo. Posso aspettare- -Ma…- -Non mi serve averti fisicamente per darti tutto l’amore che ho, non credi?- disse Sho guardando gli occhi di Jun asciugarsi dalle lacrime -Andiamo a casa…-.
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Aspettiamo i vostri commenti ^^

g: arashi, p: sakumoto, r: r

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