Ho due capitoli da postare! Whoofhufhu! Ed è quasi finita.
E' venuta una schifezza, ma stendiamo un velo va. Continuo ad andare meglio sulle fanfiction, non ce n'è
TITOLO: ancora da definire
AUTRICE: Jinny
GENERE: angst (ma si, facciamo la sborona)
RATING: nc-17
WARNING: yaoi
NOTE: Storia e personaggi originali
GIA' POSTATI:
Uno Due Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto Nove Dieci Undici Dodici Tredici James sentì la porta del bagno chiudersi, con una certa violenza, e quando si girò si trovò a fronteggiare Alan, mentre Damian spostava il bidone della spazzatura sotto la maniglia, in maniera da bloccare la porta
<< Dobbiamo parlare.>> disse Alan, in tono secco << Dobbiamo parlare di noi due e di quello che è successo.>>
<< Sarebbe una cosa un po’ … privata …>> balbettò James, indicando Damian
<< Tu l’hai baciato, sei tu quello che l’ha coinvolto. Sai, siamo coglioni tutti e due, ci siamo innamorati di te, nonostante tu sia un cretino ed un idiota, ma quando tu hai iniziato ad interessarti a me, Damy s’è tirato indietro …>> parlando, Alan si avvicinava sempre di più al ragazzo più alto, fino a spingerlo con la schiena contro il muro. James aveva il fiato corto, e lo sguardo di Alan lo stava facendo impazzire, letteralmente. Era bellissimo, faceva paura, era sensuale, tutto insieme …
<< Non puoi averci tutti e due, perché … abbiamo anche dei punti caratteriali, in comune, e siamo gelosi, molto gelosi. Tutti e due. Dopotutto, siamo un errore di divisione di cellule, non puoi aspettarti molto di più … >>
James lanciò uno sguardo a Damian che, appoggiato con una spalla alla parete più vicina, osservava la scena con espressione divertita
<< Io … >>
<< Non ho finito, Harris.>> quasi abbaiò Alan. James si morse le labbra
<< Ci hai fatti litigare. Dam mi ha urlato contro, prima volta in vita nostra. Sono arrivato a difenderti, nella mia testa, tanto da farmi urlare contro da mio fratello, per dirti quanto io sia coglione … ma ho visto la scena. Ho visto che è stato lui ad allontanarti, e so quanto dev’essergli costato. Non hai fatto soffrire solo me, cosa su cui posso sorvolare perché porca puttana ti amo, ma hai fatto soffrire lui, e questa … nessuno può far soffrire Damian, mettitelo bene in testa. Nemmeno tu. La prossima volta ti spacco la faccia, sappilo.>>
James lo guardò. Ora non faceva più paura
<< Non ci sarà una prossima volta …>> mormorò. Che volevano quelle stupide lacrime?! Perché gli pizzicavano gli occhi? Si, ok, stava rischiando di perdere Alan, e la cosa lo stava … beh, non voleva, ecco …
<< Scusatemi, sono stato un imbecille … ho avuto un periodo di confusione e … finchè non ho rischiato di perderti non ho capito di amarti davvero … io …>>
Alan lo guardò, e James cercò di fargli capire che fosse sincero. Lo era. Lui amava Alan …
Alan sospirò ed abbassò il viso, annuendo
<< Ok …>> mormorò. Damian tolse il bidone della spazzatura dalla porta e guardò James negli occhi. Era ancora furioso con lui
<< Un altro passo falso, Harris, e ti lancio da una finestra.>> sibilò
<< Damy …>> lo richiamò Alan. Damian gli sorrise
<< Ci vediamo dopo. Dovrai pagarmela per avermi quasi fatto commuovere, fratellino.>> detto questo uscì, canticchiando. Alan rise, scuotendo la testa. Poi si girò di scatto dando un pugno a James, che finì a terra, con l’aria più confusa dell’universo, una mano premuta contro la mandibola colpita
<< E questo? …>> chiese
<< Per aver baciato mio fratello, stronzo! >> sbuffò Alan, chinandosi e baciando il ragazzo. Quando si staccarono, Alan sorrise, e lo aiutò ad alzarsi, per poi farsi abbracciare
<< Solo un attimo, poi andiamo a mettere del ghiaccio, promesso …>> mormorò.
Christopher guardò Damian entrare nella sua stanza e sedersi sul letto. Doveva rimanere a riposo per almeno due settimane, aveva detto il medico, e lui non trovava nulla da ridire in questo. Da quando l’avevano dimesso, si era fatto una cultura sui programmi della mattina. Tutti i pomeriggi, Damian gli portava i compiti, lo aiutava a farli … stavano passando un sacco di tempo insieme, quindi non poteva lamentarsi … gli portava anche da mangiare e da bere. La sera si univa anche Alan, a volte, e guardavano dei film, insieme. E anche Allison era molto più presente e premurosa, tanto che Christopher quasi stentava a riconoscere in lei la madre fredda e scostante a cui era abituato …
<< Hanno fatto pace …>> disse. Damian si limitò ad annuire. Poi si girò a guardarlo, sorridendo
<< Meglio.>> disse << Almeno adesso posso concentrarmi su noi due, senza dubbi. Senza pensare che magari lui potrebbe considerarmi. Solo tu. Posso provarci davvero.>>
Christopher trattenne per un attimo il fiato, poi sospirò
<< Damy … non funziona proprio così … non puoi decidere cosa provare …>>
Damian lo zittì con un bacio, ma Christopher lo allontanò leggermente, sospirando
<< Non sto decidendo cosa provare, Chris. Sto solo decidendo su quale persona, per cui provo sentimenti un po’ troppo forti per i miei gusti, concentrarmi …>> sbuffò Damian, distogliendo lo sguardo ed arrossendo. Christopher lo osservò per un tempo che gli sembrò lunghissimo. Damian fissava un punto subito accanto al televisore, e lo stava fissando molto intensamente, le lunghe ciglia ferme, dato che non batteva nemmeno le palpebre, la mascella leggermente contratta. Come poteva essere così bello? E come poteva avergli appena detto una cosa talmente … talmente poco da Damian Winters? Che stava succedendo a Damian? …
<< Un po’ troppo forti?>> si decise a chiedere. Damian si limitò a mordersi le labbra ed abbassare leggermente lo sguardo. Christopher osservò ancora qualche istante il suo profilo, poi gli prese una mano, stringendola tra le sue e portandosela al viso. Damian si girò a guardarlo, e sembrava un’altra persona. Nessuna sicurezza, in quello sguardo. Non era il Damian Winters dei film o delle riviste. Era solo Damy. Christopher sentì il proprio cuore accelerare i battiti
<< Provaci, ti scongiuro, concentrati su noi due …>> si trovò a supplicare. Damian sospirò e lo abbracciò, delicatamente, attento a non farli male e a non spaventarlo
<< Grazie …>> mormorò.
<< Adesso vorrei tanto fare l’amore con te, lo sai, Damy? E stringerti forte e dirti che andrà tutto bene … proprio come mi dicevi tu in ospedale … ma con la parte porca in aggiunta …>>
Damian ridacchiò, staccandosi leggermente da Christopher per poterlo guardare negli occhi
<< Però ho ancora un po’ paura … non di te, ma non riesco a controllarmi bene … e se ti stringessi forte mi farei male … e anche a fare l’amore … quindi dovrai aspettare un pochino, ok? Per adesso posso abbracciarti pianino e dirti che andrà bene … >>
Damian sorrise, mentre Christopher arrossiva in maniera adorabile, e lo baciò
<< Può bastare.>> disse, annuendo. Christopher sorrise a sua volta, poi si fece serio, staccandosi del tutto
<< Potrai aspettare che io non abbia più paura?>> chiese, con un filo di voce. Damian annuì, guardandolo negli occhi. Christopher sorrise e gli posò la testa sulla spalla
<< Si suppone che facciamo i compiti …>> gli fece notare Damian
<< Oh, non ne ho voglia, copierò i tuoi tra qualche giorno …>> borbottò Christopher. Damian rise
<< Non cambierai mai …>>
Alan scostò da se James, con violenza, reprimendo un lamento per l’improvvisa uscita di James da lui, e serrò la mandibola, fissando il soffitto, respirando velocemente, cercando di trattenere le lacrime.
<< Al … mi dispiace … io non so …>>
<< Non sono mio fratello! E per una volta ho osato sperare di uscire con qualcuno che fosse innamorato di me! Sono un coglione!>> gridò Alan, sedendosi e fissando James
<< Ma io amo te!>>
Alan alzò le sopracciglia, poi rise, isterico
<< Mi hai chiamato Damian! Mentre scopavamo mi hai chiamato col nome di mio fratello, credi che io sia deficiente?!>> gridò. James lo guardò, mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime
<< I … io …>> tentò di balbettare, mettendosi a sedere a sua volta e facendo per stringere a sé Alan, che però lo allontanò bruscamente, schiaffeggiandolo forte. James gli prese i polsi, fermandolo, e lo baciò con foga, ma si trovò piegato in due per una ginocchiata allo stomaco
<< Al …>> boccheggiò, mentre l’altro, che era riuscito a liberarsi, si rivestiva in silenzio
<< Ti dirò brevemente le condizioni.>> sibilò Alan, una volta rivestitosi. Ecco, ora faceva di nuovo paura, pensò James, annuendo leggermente
<< Non mi chiamerai più col nome di mio fratello. Mai più. Io sono Alan, sono una persona, non sono la copia accessibile di Damian, mettitelo bene in testa. Non osare mai più tentare di prendermi con la forza, perché finiresti per farti male. Mio fratello ha girato un paio di film d’azione, e mi ha fatto partecipare ai corsi di autodifesa e arti marziali che gli hanno fatto seguire per prepararsi,quindi fidati, stupido essere grande e grosso, sono in grado di difendermi e potrei farti molto male, cosa che non riuscirei mai a perdonarmi, quindi non osare costringermi a farlo. E soprattutto, mio fratello non dovrà mai, e sottolineo MAI, sapere cosa sia successo oggi. Ti ammazzerebbe, non sto scherzando.>>
<< Tanto sono uno stronzo, anche mi ammazzasse che te ne importerebbe?>> borbottò James, asciugandosi gli occhi con un gesto stizzito. Alan scosse la testa. L’espressione furiosa scomparve dal suo volto. Ora era solo ferito. Tremendamente fragile. James si chiese perché la terra non si fosse aperta sotto di lui inghiottendolo e salvandolo da quell’espressione che lo stava facendo sentire un perfetto imbecille
<< Io non lo reggerei, Jamie …>> mormorò Alan. Poi sospirò e scosse di nuovo la testa
<< E’ chiaro che tu sia ancora confuso e io molto suscettibile. Diamoci un po’ di tempo …>>
<< Non voglio lasciarti …>> singhiozzò James. Alan ridacchiò
<< Meno male, perché non reggerei nemmeno quello. Sono una persona strana, Jamie. Ma spero che tu voglia accettarmi lo stesso. Così come sono. Io, non mio fratello. Solo Alan …>>
James alzò il viso ed allungò le mani verso Alan, che glie le prese e si lasciò trascinare in un abbraccio
<< Scusami …>> mormorò il più alto << Cercherò di fare ordine in fretta nella mia testa,anche se non sono intelligente spero di riuscirci lo stesso …>>
Alan sospirò
<< Non centra molto la testa, Jamie, ma è il cuore, che devi ascoltare. O … lui se preferisci …>> mormorò Alan, indicando in basso. James arrossì violentemente
<< Diciamo il cuore? Ti va?>> chiese, al culmine dell’imbarazzo. Alan rise. Poi si sciolse dall’abbraccio e, di fronte a James, gli prese il viso tra le mani, baciandolo dolcemente
<< Io ora andrò a casa. Tu prenditi il tempo di cui hai bisogno. Non dobbiamo per forza riprovarci subito. Posso aspettare. Posso riuscirci davvero. Quindi rifletti bene. Per favore. Se mi vuoi almeno un po’ di bene, prenditi tempo e rifletti.>> detto questo, Alan uscì dalla camera da letto di James e da casa sua. Appena fuori, iniziò a piangere, ma smise quasi subito. Aveva fatto la cosa giusta. James avrebbe potuto scegliere suo fratello, alla fine, ma lui non gli avrebbe permesso di farlo soffrire. Quindi avrebbe dovuto essere una scelta consapevole fino in fondo. Lui poteva reggere una delusione d’amore. Ci era abituato, ed era capace di sfogarsi. Ma non avrebbe permesso che succedesse a suo fratello. Mai. Sospirò e chiamò un taxi. Si prese il viaggio fino a casa per recuperare completamente il controllo, e quando entrò, trovando Christopher in cucina, sorrise, come se non fosse successo nulla
<< Com’è andata con Harris?>> gli chiese quello. Il sorriso di Alan si allargò
<< Bene … si, direi bene …>> disse, guardando l’amico dritto negli occhi ed arrossendo pure leggermente. Christopher interpretò il rossore come leggero imbarazzo, non come menzogna, e sorrise di rimando. Era pallido, però, ed Alan si accigliò
<< Dovresti essere a letto!>> lo sgridò
<< Ma mi annoio …>> si lamentò Christopher << E avevo fame …>>
Alan lo fece sedere
<< Almeno non stare in piedi. Ti preparo qualcosa. Damy dov’è?>> chiese
<< S’è addormentato sul mio letto, abbracciato al cuscino … sembra stanco morto in questo periodo … non è che ha ancora gli incubi?>>
Alan si morse leggermente il labbro inferiore, mentre scrutava le scorte alimentari in frigorifero, cercando di farsi venire un’idea per del cibo veloce.
<< Damy ha sempre gli incubi …>> disse, adocchiando delle uova e della panna. Era burro, quello? Lo prese. Sciroppo al cioccolato … ok, si, forse aveva bisogno di qualcosa di tremendamente calorico e dolce anche lui …
<< Li ha sempre e probabilmente continuerà ad averli, perché sono ricordi, non sono incubi.>> disse, uscendo dall’enorme frigorifero dei Sullivan con le braccia cariche di ingredienti che posò sul tavolo. Chiuse la porta del frigorifero spingendola leggermente col fianco e passò alla dispensa. Prese farina e zucchero
<< Da quando parli come un adulto, Al?>> chiese Christopher, ed aveva il tono preoccupato. Alan alzò il viso, sorpreso, poi ridacchiò
<< Non me ne sono reso conto. Sennò non l’avrei mai fatto. Sono un ragazzino e voglio esserlo per sempre. Crescere non mi attira nemmeno un po’!>> disse. Christopher piegò leggermente la testa di lato
<< Eppure sembra che stia succedendo …>> disse. Alan lo guardò ancora, sorpreso
<< Oh …>> mormorò poi, iniziando a mescolare in una ciotola. Si fermò e si ri infilò nel frigorifero, uscendone con una confezione di latte
<< Può essere che sia successo, allora …>> concesse dopo un attimo di silenzio. Prese anche una padella e finì di preparare la pastella. Appena mise il primo pancake a cuocere, Damian si materializzò in cucina, con l’aria assonnata e leggermente confusa
<< Che ore sono?>> chiese
<< Ceniamo con i pancakes, ti va?>> disse Alan, girandosi a sorriderli, mentre Christopher lo attirava a sé e gli sistemava alla meno peggio i capelli arruffati
<< Che è successo? Fai i pancakes solo quando sei estremamente felice … è andata così bene con Harris?>>
Alan si fermò un momento. Estremamente felice? Ci pensò. La decisione di proteggere suo fratello lo aveva reso così felice? Beh, proprio felice no, in effetti, ma si sentiva molto meglio di quanto non si fosse sentito negli ultimi mesi, forse negli ultimi anni. Si girò e sorrise
<< Si.>> rispose, tornando a cuocere pancakes. Damian si sedette accanto a Christopher, sorridendo mentre osservava il fratello
<< Sono contento.>> sospirò
<< Si, ma tu non hai delle costole che si stanno aggiustando. Alza il culo e apparecchia.>> disse Alan, in tono acido. Damian rise e si affrettò ad obbedire. Solo Christopher vide il sorriso dolcissimo che per un attimo era aleggiato sul viso di Alan, al suono della risata di Damian.
“ Che sta succedendo?” si era trovato a chiedersi ancora, senza riuscire a reprimere del tutto la bruttissima sensazione che aveva da quando Alan era rientrato …