Ci siamo

Jun 02, 2009 08:13

Eccoci giunte alla fine ... salutiamo Masa, Shocchi, Toshi, Nino e Junji, tanto li rivedremo nella prossima avventura (appena deciderò che postare...). Bene, per ora, the final!! E occhio al diabete!

TITOLO: Academy
AUTORE: Jinny
GENERE: AU, angst
FANDOM Obviously Arashi! Nessuno aveva dubbi (che gli altri johnnini non me ne vogliano, ma gli arabimbi mi vegono meglio... l'ossessione aiuta molto in questo...), ma qui dentro in effetti c'è un po' di tutto (evviva le AU!)
PAIRINGS:  Principalmente Sakuraiba, Ohmiya, e poi... di tutto un po' ^^'
RATING: R, con parti nc-17 (si, parti, plurale... *si vergognissimerrima*)
NOTE E COMMENTI SPARSI: I 23 numeri d Hanakimi qui in italia hanno impiegato davero troppissimo tempo ad uscire e questo ha provocato nella mia mente tuttta una serie di bacazioni mentali allucinanti (che già non ne avevo eh?).
RINGRAZIAMENTI:ad Harin e Vampiretta, che si sono sorbite tuuuuuuutto il malloppo XD A Vampiretta che mi ha aiutata con il titolo (veramente è venuto a lei...) e con i rating (che mi mandano sempre nel panico)... basta, mi spengo e posto
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Masaki sbuffò, rischiando di abbattere la pila di fogli davanti a lui. Quelli in cima tentarono di svolazzare, ma li fermò con una mano. Si stiracchiò. Era stanco, visto che erano le undici di sera ed era in quell’ufficio dalle otto della mattina… guardò l’ufficio del presidente. La luce era ancora accesa. Masaki si alzò e, con uno sguardo alla scrivania vuota della segretaria, andò a fare capolino dalla porta. Suo padre era ancora seduto alla scrivania, la testa chinata in avanti, e russava. Non riuscì a trattenere una risatina. Il signor Aiba si svegliò di soprassalto e guardò leggermente scocciato il figlio

<< Non è meglio se chiudiamo tutto ed andiamo a casa?>> chiese Masaki, sorridendo dolcemente. Il signor Aiba guardò l’orologio. Poi si guardò intorno

<< Sono già andati via tutti?>>

Masaki annuì

<< E il nostro vice?>>

<< Dovrebbe essere già tornato…>> disse Masaki, non riuscendo a nascondere una certa urgenza nella voce. Il signor Aiba sospirò

<< Bene, andiamo. E’ stato in viaggio di lavoro per due settimane, ho idea che se ti faccio restare qui ancora, esploderesti…>>

Masaki rise. Spensero tutti i computer e tutte le luci, poi entrarono nell’ascensore. Masaki salutò il padre al piano terra, per poi proseguire verso il parcheggio, al piano interrato. Le porte dell’ascensore si aprirono, lui si avviò verso la propria auto. Stanco morto guidò fino al proprio appartamento. Probabilmente Sho era andato dai suoi, per quella notte. Però voleva chiamarlo assolutamente prima di andare a dormire. Aprì la porta ed entrò, senza accendere la luce. Praticamente non notò la luce accesa in soggiorno. Poteva benissimo averla lasciata accesa prima di uscire… sentì dei passi di corsa, poi due braccia forti lo strinsero

<< Okaeri!!>> disse Sho, in tono dolce, nel suo orecchio. Masaki lo guardò, poi sorrise e ricambiò l’abbraccio, in silenzio. Dopo qualche istante, Sho si rese conto che Masaki si era addormentato. Sho lo sollevò tra le braccia ed andò in camera. Masaki aprì gli occhi e gli passò le braccia attorno al collo

<< Scusa, non volevo addormentarmi così…>> mormorò, mentre Sho lo deponeva sul letto

<< Tranquillo, piccolo… sei esausto, si vede… da che ora eri in ufficio?>>

Masaki prese un’aria pensosa

<< Dalle otto di stamattina… però ho fatto pausa lunga a pranzo…>> disse, sulla difensiva. Sho gli sorrise, anche se sembrava preoccupato

<< Davvero!>> disse Masaki, facendolo ridere.

<< Ma non sei andato dai tuoi?>> chiese poi Masaki, stiracchiandosi ed iniziando a rotolarsi leggermente sul letto, senza nessun riguardo per il costoso completo che indossava

<< Sono passato, ma poi… volevo tornare a casa… a casa nostra…>> gli faceva ancora uno strano effetto chiamare quell’appartamento la loro casa. Si erano trasferiti li un anno prima, ormai, e lavoravano insieme da quando, due anni prima, Masaki si era laureato. Il signor Aiba aveva assunto Sho senza la minima esitazione nel momento stesso in cui era uscito dalla cerimonia di consegna dell’attestato di laurea, e nel giro di sei mesi l’aveva fatto diventare l’assistente personale del vicepresidente. Poi, il vecchio vicepresidente era andato in pensione e Masaki, seppur controvoglia, era subentrato. Sho l’aveva visto impegnarsi al massimo, come sempre. L’aveva sentito piangere perché non si sentiva all’altezza. Aveva sentito i colleghi parlare di Masaki, dicendo che anche se non aveva fatto “gavetta” era comunque competente, bravo nel suo lavoro “e poi mette di buonumore!” commentavano gli uomini. I commenti delle donne non li ascoltava. Era troppo geloso… Masaki però, anche dopo due anni, non riusciva a fidarsi completamente dei commenti positivi. Sho vedeva che si sentiva ancora insicuro. Ed ora, suo padre voleva andare in pensione e godersi la sua nuova casa (ed il suo nuovo compagno). Da un lato Masaki era contento per questo, ma dall’altro era spaventato, perché suo padre stava lasciando tutto in mano sua…

<< Mi starai vicino, vero?>> aveva chiesto a Sho. Lui aveva sorriso ed aveva annuito. A Masaki era bastato.

<< Ancora due mesi e sarai al mio posto…>> disse Masaki ad un tratto, smettendo di rotolarsi. Sho lo guardò, alzando un sopracciglio.

<< Ho sempre fatto solo l’assistente, io non…>> iniziò a dire

<< Smettila! Sei più bravo di me… in realtà dovresti prendere direttamente il posto di mio padre, ma lui non vuole… e poi la tua vice è pronta per fare lo scalino successivo… siete tutti più bravi di me, quindi… dovrai starmi dietro, controllare che non mandi a puttane l’azienda… ho paura!>>

Sho si sedette sul letto ed iniziò ad accarezzare la fronte di Masaki

<< Non avere paura, piccolo.>> disse. Poi si abbassò a parlargli nell’orecchio

<< E poi pensa al vantaggio di avere un ufficio tutto per te… se davvero pensi che sarò un vicepresidente tanto bravo, dovrai ricompensarmi, no?>> detto questo si rimise a sedere dritto, guardando divertito il viso di Masaki diventare rosso. Ridendo si abbassò a baciarlo dolcemente. Masaki gli si aggrappò

<< Come ho fatto a sopravvivere per due settimane?>> chiese

<< Sei stato bravo, piccolo. Davvero. Ma adesso sono tornato, quindi non preoccuparti più di niente. Sono qui. >>

Masaki sorrise e lo strinse forte, addormentandosi felice.

Tutte le persone presenti nel ristorante guardarono leggermente interdette il giovane uomo con il completo grigio scuro, riconoscibile come il nuovo presidente della “Aiba Corporation”, che era entrato correndo e si era fiondato ad abbracciare il padrone del ristorante

<< Fratellone, mi stai stritolando. E poi ti guardano malissimo…>> disse Yusuke, alzando un sopracciglio e cercando di liberarsi

<< Ma è un sacco che non ci vediamo! Mi sei mancato così tanto! Papà è venuto a salutarti prima di partire?>>

<< Si, è passato. E’ stato molto formale e commosso… non sapevo più che fare per farlo andare via… ed il suo ragazzo era appoggiato al muro perché rideva troppo per riuscire a stare in piedi… perché dovete sempre mettermi in imbarazzo?>> chiese Yusuke, ma si arrese all’abbraccio e strinse a sé il fratello, ignorando le occhiate sconcertate della gente

<< Vai di la, che ti aspettano… sei in ritardo…>>

<< Stavo lavorando!>> si giustificò Masaki, poi si staccò, sorrise ancora al fratello e si avviò verso la saletta privata. Yusuke aveva comprato quel ristorante un anno prima. Aveva abbandonato gli studi e si era messo a cucinare, e la cosa gli stava fruttando decisamente bene…

<< Eccolo!>> esclamò una voce dal tono tagliente, mentre entrava. Masaki sorrise a Jun, per poi abbracciarlo

<< Quanto tempo Jun-Jun!>> disse

<< Senpai, non siamo un po’ cresciuti per i nomignoli?>> si informò Jun, ma Masaki scosse la testa, deciso.

<< Ciao senpai!>> disse Tomohisa, allegro. Masaki gli sorrise e lo abbracciò

<< State ancora insieme, vero?>> chiese poi. Jun arrossì, timido, mentre Tomohisa annuiva deciso, intrecciando la propria mano a quella di Jun

<< Siamo anche andati a vivere insieme>> disse, orgoglioso, facendo arrossire ancora di più Jun.

<< No, ma tranquillo, ignoraci pure…>> disse Satoshi, alzandosi ed avvicinandosi. Masaki gli gettò le braccia al collo

<< O-chan!>> urlò, felice

<< E dolce metà…>> disse Kazunari, avvicinandosi, e mettendo in mostra una sottile fede. Masaki guardò prima il dito di Kazunari, poi guardò Satoshi

<< Si, siamo andati a sposarci dove si può…>> disse Satoshi, vago. Masaki sorrise e li abbracciò insieme

<< Senpai, mi soffochi!>> protestò Kazunari, ridendo.

<< Sho, hai visto? Si sono sposati! Sposati! Oh…>>

<< Appena deciderai che possiamo fare delle ferie insieme, possiamo farlo anche noi…>> disse Sho.

<< Davvero?>> chiese Masaki, spalancando gli occhi per la felicità. Sho annuì, mentre gli altri ridevano. Poi passarono ai brindisi per il nuovo presidente. Rimasero fin dopo l’orario di chiusura e Yusuke si unì a loro

<< Yu-chan!!! Nino e O-chan si sono sposati! E Sho ha detto che mi sposa!>>

Yusuke rise e scompigliò i capelli al fratello maggiore che, completamente ubriaco continuava ad alzare le braccia e gioire, non si capiva nemmeno bene per cosa

<< Sarà pure rumoroso, ma… è così carino…>> disse Sho, con aria sognante. Yusuke lo guardò, poi chinò leggermente il capo

<< Grazie, Sakurai-san.>> disse. Sho lo guardò, mentre gli altri cinque uomini ubriachi che cantavano e ricordavano aneddoti del collegio passavano in secondo piano

<< E per cosa?>> chiese, stupito

<< Ti prendi cura di mio fratello. Gli sei stato vicino nei momenti in cui ne aveva più bisogno. Gli sei sempre accanto, a sostenerlo ed aiutarlo… adesso non solo nella vita, ma anche nel lavoro… c’è stato un periodo in cui ho davvero temuto di perderlo, ma negli ultimi tre anni è tornato ad essere il fratello a cui tenevo tanto… rumoroso, fastidioso, allegro, affettuoso in maniera imbarazzante, ma… è la sua natura… quando sei arrivato era spento… triste, confuso e spaventato… >>

<< Anche adesso è spaventato… ha solo imparato a gestire meglio quello che prova…>> disse Sho. Yusuke scosse la testa

<< E’ spaventato per quello che sta succedendo, perché diventare presidente di un’azienda così grande fa paura… ma… quello che vedo nei suoi occhi è… beh, felicità. Tu sei accanto a lui, e lui è felice… e… beh, ti conviene fare in modo che le cose non cambino, perché tendo a picchiare forte…>> detto questo, Yusuke sorrise, si alzò ed uscì dalla stanza. Sho guardò Masaki. Davvero era felice? Davvero lui era capace di renderlo felice? Gli si avvicinò e lo abbracciò. Masaki si girò a guardarlo, sorridendogli

<< Ti amo, Ma-chan…>> sussurrò Sho. Gli occhi di Masaki si riempirono di lacrime di commozione… ah, già… era ubriaco… e le sue emozioni tendevano ad uscire ancora più amplificate, quand’era così ubriaco…

<< Anch’io ti amo, Sho-chan…>> disse Masaki, baciandolo. Poi sospirò

<< Sono felice che tu sia con me… perché finchè sei qui, può succedere tutto, ma io sarò comunque felice.>> disse. Sho sorrise, stringendolo a sé, poi si unì al coro, senza lasciare andare Masaki. E non l’avrebbe mai lasciato andare.

gnr: angst, g: arashi, gnr: au

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