Eccomi a postare finalmente!
Scusate se sono settimane che non mi faccio viva nonostante avrei detto che mi sarei impegnata, purtroppo però ho avuto varie cose a cui pensare e non sono riuscita a scrivere molto.
Però ora eccomi qui, riassumendo abbiamo Jun in latitanza, Sho complessato e l'esercito è in marcia.
Non aggiungo altro e vi lascio leggere.
Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi + Kanjani
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la
MAPPACapitoli precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap. 5,
Cap.6,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9,
Cap.10,
Cap.11,
Cap.12,
Cap.13,
Cap.14,
Cap.15,
Cap.16,
Cap.17,
Cap.18,
Cap.19 Capitolo 20
Il mattino presto la marcia ricominciò, mancava un solo giorno prima che il contingente si dividesse, erano stati decisi con attenzione i membri della spedizione che avrebbe raggiunto Haris, vi erano gli uomini più forti e con più esperienza che facevano parte dell’esercito. Di selezionarli se ne era occupato Maruyama in persona quando era stato deciso di liberare gli haris con solo una piccola parte dell’esercito.
A questi si sarebbe aggiunto il re e insieme a loro sarebbe andato anche Satoshi, l’unico medico che avrebbe seguito la spedizione, infatti era rischioso portare la servitù o chiunque non avesse molta esperienza in battaglia, nonostante tutto però, Satoshi conosceva molto bene la foresta ed aveva vissuto da tempo da solo, quindi sapeva difendersi abbastanza bene per riuscire a badare a se stesso.
Dall’altra parte Maruyama insieme al resto dell’esercito si sarebbe diretto a Sunar guidato da Masaki che sarebbe stato il portavoce del principe e l’intermediario tra i Sabaku e l’esercito di Ᾱb, Masaki si sentiva agitato per il ruolo che gli era stato affidato, ma Sho sapeva che ne era in grado, si fidava di Masaki e sapeva che avrebbe fatto un ottimo lavoro. La preoccupazione più grande sarebbe stata quella di essere attaccati lungo il tragitto, ovviamente erano preparati a questa evenienza, ma per un ulteriore sicurezza sia dell’esercito che dei Sabaku fu deciso che arrivati al limitare della foresta sarebbero andati solo Maruyama e Masaki a parlare con i Sabaku e a decidere la strategia di attacco, che in parte era stata già decisa con gli altri generali e il re, sperando che i Sabaku accettassero senza problemi; era una mossa azzardata, ma gli avrebbe dato un ulteriore vantaggio, anche se inizialmente sarebbero stati svantaggiati se fossero stati attaccati durante il tragitto per il palazzo reale di Saka.
Intanto nel palazzo di Saka, un soldato malridotto attendeva di essere ricevuto dal consigliere Songa, portava cattive notizie e sapeva che questo non sarebbe piaciuto all’uomo.
Quando il consigliere entrò, tutta la sua disapprovazione gli si leggeva già sul volto.
-E quindi?- chiese con sguardo accigliato, già intuendo quale sarebbe stata la risposta.
-Mi spiace davvero tanto signore, ma… l’attacco a sorpresa non ha funzionato, l’haris che è con loro ci ha scoperti ed ha eliminato tutti i nostri arcieri e gli uomini non hanno potuto fare molto visto il nostro esiguo numero- cercò di spiegarsi, mentre l’uomo gli si avvicinava.
-Il vostro obbiettivo era uno solo!- sibilò afferrando il soldato per le vesti, -Non mi interessa di quanti eravate, avevate un solo compito, uccidere quel dannato ragazzo viziato e nient’altro!-
-Mi dispiace… noi… non potevamo… fare altro che…- la voce gli tremava mentre cercava di spiegare ma fu interrotto e lasciato andare bruscamente dalla mano dell’uomo.
-Portatelo via!- ordinò ad alcune guardie che lo presero sottobraccio alzandolo da terra dove era finito, -E… fatelo sparire- aggiunse poi mentre lasciava la stanza con le proteste e le suppliche dell’uomo che rimbombavano nella sala inutilmente.
Si diresse verso le stanze interne del palazzo e entrò delle camere di Nobuyoshi.
-Altezza, mi spiace ma è come temevamo- gli comunicò il consigliere.
-Quel maledetto…- imprecò tra i denti l’uomo.
-Sembra che l’haris sia con lui- comunicò inoltre il consigliere.
-Abbiamo fatto male a fidarci dell’haris, dovevamo ucciderlo quando ci ha traditi- disse pentito di non aver ucciso il ragazzo quando ne aveva avuto l’opportunità.
-Come procediamo ora?- chiese poi Songa.
-Come avevamo deciso, chiamate i Sabaku a raccolta- rispose.
-E per quanto riguarda gli haris?-
-Raddoppiate la sorveglianza al villaggio, devono rimanere isolati, non possiamo permetterci il rischio che l’haris raggiunga il villaggio, chiunque venga avvistato sulla montagna deve essere eliminato e qualsiasi segno di indisciplina degl’haris punito con la morte- ordinò.
L’accampamento era silenzioso, si respirava la tensione che avrebbe portato il mattino seguente, quando l’esercito si sarebbe diviso e soprattutto il suo re lo avrebbe abbandonato. Ma sembrava che Nino fosse irremovibile a riguardo, si sarebbe occupato personalmente della cosa, non sarebbe rimasto al sicuro tra le fila del suo esercito, ma piuttosto si sarebbe assicurato che il piano andasse come doveva.
Sho aveva parlato a lungo con Masaki che sembrava nervoso, lo aveva rassicurato e aveva cercato di infondergli un po’ di fiducia.
-Altezza e… per quanto riguarda Jun?- trovò il coraggio di chiedere Masaki, dopo tanto che probabilmente ci stava pensando.
-Eviterei di parlare di Jun con i Sabaku è…-
-Non intendevo questo- lo interruppe Masaki, -Dove pensate sia andato? Ho sentito quello che dicono gli uomini, pensano che ci abbia tradito e sia andato da vostro zio-
-Non è così- rispose Sho, il suo sguardo si fece di nuovo cupo.
-Lo penso anch’io, Jun non ci tradirebbe mai, lui vi ha salvato è quasi morto per voi- Masaki non poteva credere a quello che dicevano i soldati.
-Mi ha salvato sì, ma solo per dovere- rispose freddamente Sho.
-Io non credo altezza, so che Jun non esterna molto quello che pensa, ma a suo modo vi vuole bene, forse non sa come esprimerlo ma secondo me è molto legato a voi-
Le parole di Masaki lo sorpresero, possibile che Masaki avesse visto qualcosa che lui non riusciva a cogliere in Jun? Aveva continuato a sentirsi in colpa per quello che aveva fatto, ma lo avevano fatto in due, Jun aveva partecipato quella notte tanto quanto lui, aveva corrisposto i suoi baci, gli aveva dato e si era preso ciò che desiderava. Ci doveva essere qualcosa, forse poteva sperare davvero che Jun potesse capire quello che provava, ma perché se ne era andato?
Il mattino arrivò e Sho affrontò tutto da un altro punto di vista, aveva ritrovato la sua determinazione e quello che voleva adesso era arrivare ad Haris il più velocemente possibile, avrebbe mantenuto la promessa che aveva fatto a Jun e sperava che sarebbe riuscito a ritrovarlo.
Tutto era pronto, i loro uomini ammontavano a poco più di 50 compreso lui, Nino e Satoshi, avrebbero proceduto a cavallo fino alla montagna, poi avrebbero deciso come procedere se non avessero trovato un sentiero adatto, ovviamente la presenza di Jun sarebbe stata utile, lui conosceva bene la montagna e sapeva come arrivare al proprio villaggio senza usare il sentiero principale.
Nino decise di portare alcune spie con loro, per trovare il sentiero migliore e raccogliere informazioni sugli uomini che sorvegliavano il villaggio. Sho approvò in pieno questa scelta, sapeva che Nino aveva le migliori spie e non immaginava nemmeno quante ne avesse a Zamìn anche prima di arrivare lì, sicuro non si era mai mancato di tenere sotto controllo il regno, soprattutto considerando che a differenza di Zamìn, loro non erano una popolazione di guerrieri, quanto più che altro di artigiani e agricoltori, il loro esercito era molto limitato e serviva solo per la loro sicurezza contro possibili attacchi proprio da Zamìn.
-L’esercito è pronto- venì a riferire Maruyama al re.
-Mi raccomando è fondamentale la riuscita di quest’accordo- si raccomandò Nino.
-Non è di questo accordo che mi preoccupo- lo ammonì Maru.
-Maru ti ho già detto di non preoccuparti so quello che faccio- lo rimproverò Nino.
-Le circostanze…-
-Le circostanze, le circostanze!- lo interruppe il re, -Io non credo che siano cambiate come pensi, anzi se sono cambiate sento che sono cambiate in meglio, quindi non ti preoccupare andrà tutto bene-
-Spero che tu abbia ragione- disse l’amico, era solo preoccupato, ma aveva anche fiducia in Nino, perché molto spesso riusciva a vedere oltre quello che invece vedevano gli altri.
-Ci vediamo a Saka- lo salutò poi il re.
L’esercito cominciò la sua lunga marcia, mentre il loro gruppo li guardava allontanarsi lentamente, rimasero ancora per qualche minuto assicurandosi che la partenza avvenisse senza nessun ostacolo, quando furono sicuri che tutto era tranquillo, il re diede il comando di partire, si sarebbero mossi con velocità, dovevano coprire una lunga distanza nel più breve tempo possibile e non avrebbero risparmiato i cavalli finchè non avrebbero raggiunto le pendici della montagna.