Eccovi accontentate e sta volta ho postato presto, anche perchè ho scritto più velocemente del solito finalmente. E questo capitolo è anche lunghetto e spero ne sarete contente^___^
In oltre chiariremo cosa è successo esattamente a Jun e vedremo anche finalmente chi si innamorerà per primo XD
Titolo: You love my...blood?
Fandom: Arashi
Genere: AU, angst con brio (gentilmente suggerito da Jinny XD)
Raiting: Pg-13
Pairing: Aimoto (ebbene si ancora niente sakumoto)
Desclaimer: non sono miei ma si prestano "volentieri" a lavorare per me XD
Capitoli precedenti:
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap.5,
Cap.6,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9,
Cap.10,
Cap.11 Capitolo 12
Nonostante la notte insonne del giorno prima, per tutto il viaggio non era riuscito a chiudere occhio, mentre Jun sembrava essersi addormentato con gran facilità, il fatto che non ricordasse cosa era successo la sera precedente lo confortava da una parte, mentre dall’altra avrebbe preferito che si ricordasse in qualche modo quello che era successo.
Quando il pulmino si fermò Jun si svegliò.
-Siamo arrivati?- chiese, ma era più una domanda retorica che una vera e propria domanda.
Scesi dal pulmino Masaki si guardò intorno, era davanti a un albergo, piccolo ma grazioso, era stato riservato apposta per tutto lo staff durante quei giorni di riprese, era in realtà tutto diverso da come lo ricordava, ma allo stesso tempo tutto tanto famigliare, anche l’aria sentiva che era quella di casa, però nonostante tutto sarebbe voluto scappare via correndo.
-Qualcosa non va?- gli chiese Jun d’un tratto.
-Eh? No tutto ok!- disse sorridendogli.
Jun alzò un sopraciglio perplesso, poi si avviò verso l’entrata dell’albergo.
Le camere furono assegnate ma ci fu un errore con il conteggio delle persone e Masaki non fu calcolato ed ora si trovava senza una stanza dove dormire; mentre il responsabile dello staff per l’alloggio discuteva con il proprietario per trovare una sistemazione anche a Masaki d’un tratto Jun disse:
-Se si può aggiungere un futon nella mia stanza può dormire con me non ci sono problemi-
-Ma… Matsumoto-san lei di solito vuole sempre una singola, noi…-
-Non c’è problema- disse interrompendo l’uomo; -dopotutto è il mio assistente- disse.
Il proprietario disse che non c’era problema ad aggiungere un futon nella stanza e che dopo cena avrebbero trovato tutto sistemato, quindi salirono in camera e posarono le loro cose, poi Jun decise di farsi la doccia prima di cena e Masaki rimase nella stanza da solo.
Sentiva l’acqua della doccia scorrere e i rumori che Jun provocava in bagno, rimase praticamente fermo immobile a pensare, ormai che era lì non poteva dire a Jun che sarebbe tornato a Tokyo, anche perché dalla sera prima sentiva la necessità in qualche modo di non lasciarlo solo, come se avesse qualche strano presentimento che lasciandolo solo gli sarebbe successo qualcosa; però se doveva rimanere doveva anche stare attento e soprattutto tenersi lontano da…
-Masa stai bene?- chiese Jun avvicinandoglisi.
Non si era neanche accorto che era uscito dal bagno tanto era perso nei suoi pensieri.
-Si, si sto bene- rispose.
-Mi sembri distratto sei sicuro di star bene? Hai bisogno di nutrirti per caso?- chiese preoccupato.
-No, no sto apposto- disse subito, doveva smetterla di pensare troppo, Jun si doveva essere accorto che c’era qualcosa che non andava.
-Ho fame andiamo a cena?!- disse balzando in piedi e tornando apparentemente del suo solito umore; Jun annuì ma non sembrava molto convinto.
Jun tornò presto in stanza, sembrava non voler stare molto in compagnia degl’altri dello staff, sembrava come a disagio in mezzo a tanta gente che si divertiva, dopo un po’ anche Masaki però salutò e tornò in camera, quando entrò Jun stava sul letto e leggeva il copione.
-Ti annoiavi?- gli chiese Masaki sedendosi sul futon che avevano preparato per lui.
-Non mi piace stare in mezzo a così tanta gente, per lavoro non è un problema ma in queste occasioni, mi sento a disagio- rispose.
Era proprio come Masaki immaginava, ormai credeva di conoscere abbastanza bene Jun, anche se era ancora relativamente poco che lo conosceva.
Masaki si sdraiò sul suo futon e si mise a guardare il soffitto, in quel momento si sentiva molto più rilassato di qualche ora prima.
-Posso farti una domanda?- chiese poi Jun continuando a leggere il copione.
-Uhm- annuì.
-Ieri sera…ti ho per caso… baciato?- chiese Jun con lo sguardo basso e il viso leggermente rosso.
Che si ricordasse effettivamente qualcosa? Masaki titubava, che doveva fare mentire ancora o dirgli che si, si erano baciati?
-Se l’ho fatto scusami, non volevo crearti disagio, mi dispiace davvero- disse Jun, sembrava dispiaciuto e Masaki si sentì in colpa, perché in fondo era lui ad essersi approfittato della situazione, facendo anche dire a Jun cose che non avrebbe mai detto.
-No, non è colpa tua, anzi sono io a dovermi scusare me ne sono in qualche modo approfittato- disse Masaki arrossendo a sua volta.
Jun si girò a guardarlo, sta volta anche un po’ spaventato.
-Abbiamo anche…-
-No, no, no- disse subito Masaki sulla difensiva, -è stato solo un bacio, poi ti sei messo a piangere e hai cominciato a dire che avevi paura che succedesse di nuovo e…- si tappò immediatamente la bocca con le mani, possibile che non riuscisse a starsi mai zitto? Jun lo guardava pietrificato, sembrava quasi sotto shock.
-Jun… Jun scusami-
-L’ho fatto di nuovo- disse Jun in un sussurrò; -quando mi ubriaco parlo sempre troppo sono un deficiente, ho fatto la stessa cosa anche con Sho- disse.
Quindi Sho era venuto a sapere della cosa nella stessa maniera…
-Alla fine forse è meglio così- disse Jun, almeno ho la possibilità di parlarne, l’unica persona con cui ne ho parlato è stato Nino, ma perché è stato lui ad accogliermi il giorno che è successo- disse Jun questa volta tornando a distogliere lo sguardo.
-Jun non sei obbligato, io non voglio metterti a disagio, se non ne vuoi parlare a me non importa, è normale dopotutto, ricordare non deve essere facile-
-Ma come?! E’ una cosa che vogliono sapere tutti! Tutti desiderano sapere che mi è successo quando improvvisamente ho licienziato il mio manager e sono finito quasi senza più un soldo, perchè nessuno voleva più me ne come attore, ne come modello in qualche servizio fotografico- lo disse con rabbia sembrava si volesse sfogare; -hanno mandato anche Sho a chiedermelo e lui lo sa bene cosa è successo!-
Masaki rimase in silenzio si sentiva in colpa ora per non essere davvero stato zitto, si sarebbe punito volentieri da solo per quello che aveva detto poco prima; Jun però sembrò accorgersene e si girò verso di lui a guardarlo.
-Scusami, non volevo urlarti contro, tu non centri nulla. Però a questo punto meglio che ti dica come stanno le cose- fece una pausa, Masaki aveva pensato anche di fermarlo di dirgli non importa che non aveva bisogno di dire a lui delle cose tanto personali e dolorose, ma alla fine non lo aveva fatto, era rimasto in silenzio guardandolo.
-Tre anni fa il mio manager ha tentato di... violentarmi- gli tremava la voce mentre parlava e Masaki se ne accorse subito.
-Avevo iniziato da poco a lavorare, ma avevo subito avuto un grande successo, oltretutto il fatto di conoscere Nino fin da quando eravamo piccoli mi aveva aiutato, il mio manager era piuttosto importante in questo campo e in un batter d’occhio mi trovò tantissimi ingaggi, ma una sera di 3 anni fa durante l’ultimo giorno di riprese in esterna, un pò in un posto come questo, lui entrò nella mia stanza con la scusa di parlare di lavoro, poi dopo un pò cominciò a toccarmi, finchè non si impose con forza nonostante io cercassi di togliermelo di dosso lui continuava a toccarmi e io...- Jun non riuscì a trattenere le lacrime come Masa non riuscì più a stare fermo, e si alzò ad abbracciarlo, Jun tremava e si irrigidì al solo contatto, ma Masaki non lo lasciò lo tenne stretto a se.
-Alla fine non so neanche come, ne fin dove è andato avanti ma sono riuscito a scappare, ho afferrato qualcosa sul comodino e l’ho colpito, poi sono scappato, sono andato da Nino e lui ha capito quasi subito cosa era successo, avevo i vestiti strappati, più di un livido, ero tanto spaventato che non mi ero neanche accorto che mi avesse colpito- continuò a parlare mentre piangeva, Masaki sentiva che si stava sfogando quindi lo lascio parlare senza dire niente si limitò semplicemente a tenerlo stretto tra le braccia per infondergli un pò di sicurezza, perchè in quel momento lo sentiva davvero fragile.
-Dopo quello che era successo però nessuno voleva più offrirmi lavoro, lui aveva contatti in alto, molto in alto, mi disse che mi dava un altra possibilità, ma la sola idea mi faceva venire da vomitare; così decisi che ce la potevo fare da solo, che non avevo bisogno di nessuno; ma cominciai a dover chiedere quasi in ginocchio per un lavoro e nessuno sembrava che avesse bisogno di me, ero arrivato addirittura a chiedere ruoli da comparsa pur di fare qualcosa, ma nulla; poi un giorno mi telefonarono dicendomi che mi proponevano un ruolo, fui talmente felice che mi presentai subito per parlarne di persona, ma quando arrivai capii quasi subito di cosa si trattava. Mi dissero che forse era l’unica cosa che ormai avevo la possibilità di fare come attore e che a mettersi con i pezzi grossi si finisce così, ma quando mi dissero dandomi la certezza che si trattava di nient’altro che un porno me ne andai. Ormai ero distrutto non avevo davvero più niente, tornai a casa o almeno quella che sarebbe stata la mia casa ancora per poco se non trovavo i soldi per pagare l’affitto, e vi trovai Nino; fu l’unico ad aiutarmi, fortunatamente con il suo lavoro aveva ottenuto agganci molto importanti e con un pò di influenza dall’alto e qualche promessa da parte sua mi trovò qualcosa da fare, all’inizio nulla di importante, ma mi impegnai affondo per qualsiasi cosa e in sei mesi cominciai ad essere chiamato per qualche ingaggio ed ho continuato così fino ad ora-
Aveva detto tutto senza fermarsi un momento come se volesse togliersi questo peso il più velocemente possibile.
Masaki si staccò leggermente da lui lasciandolo andare, lo guardò negl’occhi sembrava così fragile in quel momento, gli asciugò le lacrime che gli rigavano le guance con le mani.
-Sei la persona più forte che io abbia mai conosciuto, sei stato in grado di andare avanti da solo nonostante quello che ti è successo, ti ammiro davvero tanto, io non credo ce l’avrei mai fatta- gli disse accarezzandogli il viso mentre asciugava le ultime lacrime che continuavano a scendere.
Jun chiuse gli occhi e posò le labbra contro quelle di Masaki, fu come la notte precedente, un tocco morbido e caldo, Masaki chiuse gli occhi e si lasciò andare alle sensazioni che quel dolce e semplice tocco gli dava, ma fu solo quello, quando Jun si staccò da lui e riaprì gli occhi.
-Rimani qui con me per un pò?- gli chiese Jun. Masaki annuì. Poi si sdraiarono entrambi sul letto di Jun, che gli si fece più vicino, Masaki poteva come sentire la sua necessità di un contatto umano in quel momento, sicuramente era solo per quello che lo aveva baciato, ma di certo anche se il motivo era solo quello non gli avrebbe mai negato quel bisogno, lo tenne così tra le braccia finchè non si addormentò poi uscì dalla stanza in silenzio lasciandolo dormire tranquillo.
Ritornò in stanza quasi all’alba, aveva girovagato per i dintorni del locale quasi tutta la notte, quando era arrivato aveva visto le luci accese, ma non si era avvicinato più di tanto, aveva continuato ad osservare da lontano, poi aveva continuato a vagare pensando, sia a quanto voleva che le riprese finissero presto e potessero tornare a Tokyo, sia a Jun, perchè adesso stava veramente diventando un pensiero fisso, e aveva paura che non fosse semplicemente perchè per lui era ormai un amico, perchè ora desiderava ardentemente baciarlo di nuovo e questa non era una cosa che un amico desiderava in genere.
-Dove sei stato?- chiese Jun senza aprire gli occhi.
-Non riuscivo a dormire- rispose sdraiandosi sul futon.
-Uhm- rispose e un attimo dopo aggiunse; -scusami di nuovo per prima, non avrei dovuto-
A quelle parole Masaki sentì il suo cuore stringersi come in una morsa, e in quel momento capì che aveva sul serio una cotta per Jun.