Scusate il ritardo, ma eccomi. Ora andiamo a scoprire chi è il misterioso capo...
Titolo: Ai wa Moumoku no
Fandom: Arashi
Genere: AU, Storica
Capitoli: 8 di 20
Raiting: Dal PG-15 all' NC-17
Pair: Sakumoto
Desclaimers: non sono miei perchè loro si ammmano<3<3
Ringraziamenti: A harin e Jinny che hanno aspettato che mi passasse la crisi durata quasi 1 mese per poterla finire di leggere.
Post Precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap,2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap.5,
Cap.6,
Cap.7 Capitolo 8
Camminarono abbastanza da essere molto lontani e soprattutto molto all'interno della foresta, Jun sentiva il rumore dell'acqua non molto lontano e anche odore di fuochi accesi e di cibo, non dovevano essere ormai molto lontani dal loro accampamento e infatti dopo poco le voci si fecero concrete e reali, e un boato si alzò da molti uomini all'arrivo dei loro compagni.
-Nino perchè ci avete messo tanto?- chiese un uomo.
-Abbiamo avuto un contrattempo- disse facendo segno con la testa ai due che si portavano dietro.
-Chi sono?- chiese l'altro.
-Non lo so, hanno fatto restitenza nel darci qualche spiegazione, ma vogliono vedere il capo- spiegò Nino.
L'altro lo sorpassò e osservò i due studiandoli da vicino.
-Il ragazzo è cieco?- chiese.
-Si sono cieco- rispose Jun in tono secco.
-Hai un aria familiare... Perchè siete voluti venire fino qui?- chiese poi questo.
-Voglio parlare con il vostro capo- ripetè Jun per l'ennesima volta, ed era stufo di continuare con quella storia, era stufo di avere quella fiebile speranza, voleva scoprire la verità, così senza perder tempo ritirò fuori lo stemma che Sho gli aveva dato quella notte mostrandolo alla persona davanti a lui.
-Ma questo... possibile che... Chiamate il signorino!!!!- ordinò alzando la voce e voltando loro le spalle dirigendosi verso un palco rialzato dove si trovava una sottospecie di trono, a cui vennero portati davanti entrambi i ragazzi.
-Satoshi perchè mi hai fatto chiamare ero occupato!- disse mentre teneva stretta per la vita una giovane donna che ridacchiava abbracciandolo.
Quando sentì quella voce il cuore di Jun fece un sussulto, era diversa, era più roca e profonda, ma era la sua, non poteva essere altro che la voce di Sho, ne era sicuro.
Sentiva i bisbigli della voce dell'altro ragazzo che parlava a Sho, ma la confusione che gli uomini facevano intorno a lui era troppo forte per capire cosa si stavano dicendo, un attimo dopo però Sho salì sul palco e intorno cadde il silenzio.
Gli unici rumori erano quelli della leggera brezza di vento che soffiava nella radura e dei fuochi ancora accesi, nessun altro suono reganava in quel momento, Jun cominciava ad essere confuso, nessuno parlava più e lui non capiva cosa stesse succedendo.
Sho era sorpreso invece, poteva essere veramente Jun quel ragazzo che aveva davanti? Non riusciva a crederci, lo aveva pensato morto per anni, lo aveva dimenticato, concentrando tutto se stesso nella sua vendetta. Ma ora c'era un ragazzo cieco davanti a lui, che ha detta dei suoi uomini portava al collo il simbolo della sua casata.
-Chi siete?- chiese poi rompendo il silenzio.
Jun non ebbe più dubbi ormai ne era sicuro, quella era la voce di Sho era per forza la sua voce.
-Sho?- chiese in un sussurrò di speranza.
Dei bisbigli sconcertati sembrarono confermare la risposta, tutti si stavano chiedendo perchè quel ragazzo cieco stava chiamando il loro capo per nome usando tanta confidenza.
Sho si mosse, era turbato, non sapeva cosa fare in quel momento.
-J...Jun?- chiese poi titubante, Jun annui sorridendo, ma sentì Sho fare qualche passo indietro, come quando da bambino veniva sgridato e capì subito che qualcosa non andava, poi però sembrò riprendersi quando si rivolse direttamente ai suoi uomini.
-Questi due giovani sono nostri ospiti, che gli venga offerto da bere e da mangiare!-
Seguì un boato di consenso poi gli uomini li lasciarono andare, gli restituirono le proprie armi, e furono trascinati via da alcuni di questi verso i fuochi, Jun provò a chiamare Sho più volte ma questo si allontanò senza dire nient'altro.
Jun era confuso e non riusciva a capire la freddezza ricevuta da Sho, ma era vivo e questo gli procurava un immensa gioia.
Qualche ora dopo l'uomo che aveva fatto chiamare Sho si avvicinò a Jun, Masaki rideva e scherzava con gli altri uomini e indubbiamente era parecchio alticcio ormai, mentre Jun era rimasto in disparte a riflettere.
-Il signorino vorrebbe vederti- gli disse questo in un breve sussurrò.
Jun si alzò immediatamente e Satoshi gli porse una mano per guidarlo.
-Non serve- rispose Jun notando l'attesa dell'uomo, Satoshi annuì e fece strada mentre Jun lo seguiva.
Quando il bastone di Jun si posò sulla dura roccia, capì che erano entrati all'interno di quella che doveva essere una grotta, arrivarono fino ad una stanza e Satoshi bussò, Jun pensò subito che l'interno di quella grotta doveva essere stato arredato e sistemato proprio come fosse un palazzo.
-Signorino il ragazzo è qui- disse Satoshi senza entrare.
-Fallo entrare- rispose Sho dall'interno e Satoshi aprì la porta.
Uscì qualcuno, probabilmente delle donne, poi Satoshi invitò Jun ad entrare e poco dopo chiuse la porta alle sue spalle.
Jun rimase immobile a pochi passi dalla porta, cercando di capire dove si trovava in quel momento, i posti nuovi gli mettevano sempre un pò di confusione e si sentiva spaesato, sentì qualcuno muoversi e sedersi a terra, Jun fece qualche passo incerto nella stanza cercando di avvicinarsi alla persona che aveva davanti.
-Sho?- chiese cercando una risposta.
-Sei davvero tu Jun?-
La voce di Sho avvolse Jun come un miracolo, come se solo in quel momento riuscì veramente a credere di averla sentita, delle lacrime di gioia gli rigarono le guance tanta era la felicità di saperlo vivo.
Annuì mentre si portava una mano sulla bocca cercando di frenare i singhiozzi che lo scuotevano, si tolse dal collo lo stemma che Sho gli aveva dato 3 anni prima e glielo mostrò porgendoglielo.
Lo sentì alzarsi e avvicinarglisi lentamente, prese tra le mani lo stemma osservandolo, ora non aveva davvero più dubbi, era veramente Jun, il suo piccolo Jun.
Jun si senti prendere per mano e guidare fino a dove era seduto Sho poco prima, facendolo sedere accanto a lui.
-Ti credevo morto- singhiozzò Jun.
-Anch'io lo credevo di te- rispose Sho.
-Cosa è successo? Ti ho aspettato a lungo, ma non sei mai arrivato, quando sono arrivato in città era tutto distrutto la gente scappava e diceva che sia tu che tuo padre eravate morti-
-La battaglia è stata inutile, ci hanno costretto con le spalle al muro, mio padre è stato ucciso e io ferito gravemente. E' stato Satoshi a portarmi in salvo, ma quando mi sono ripreso abbastanza da potermi muovere sono venuto a cercarti ma... non c'eri più, avevano bruciato tutto, intorno a noi c'era solo morte e credetti che fossi morto anche tu- spiegò Sho.
Calò il silenzio, dopo tanto tempo si sentivano quasi in imbarazzo, Jun abbassò lo sguardo temendo che a Sho desse fastidio, ma Sho sembrò interpretarlo come della tristezza e subito disse:
-Scusami, ti avevo promesso che sarei tornato e non l'ho fatto-
Jun rialzò lo sguardo voltandosi verso dove sapeva era Sho poi disse:
-L'importante è che sei vivo, ti ho creduto morto per così tanto che... non riesco ancora a credere che tu sia davvero qui ora- disse Jun.
Sho lo guardò per un pò, Jun portava addosso le vesti che usava per il viaggio, non che avesse molto con se ma certo erano vestiti modesti e consumati, i capelli che portava lunghi fin da quando erano piccoli ora erano corti e gli toccavano leggermente le spalle solo dietro, ma per il resto cosa poteva dire se non che fosse bello come allora se non molto di più.
-Come... come hai vissuto in questi 3 anni?- chiese poi Sho.
-Ho girovagato, suono per la gente che ha il piacere di ascoltarmi- disse Jun.
-Da solo?- chiese Sho.
-Si- rispose Jun.
-E quel ragazzo che era con te?-
-L'ho incontrato solo qualche giorno fa, mi ha aiutato con della gente fastidiosa, ma non mi si è più scollato di dosso- rispose Jun con stizza, e sentì Sho ridacchiare.
-Sei sempre lo stesso- disse poi.
-Tu invece? E' vero che stai radunando un esercito per affrontare Akimura?- chiese Jun, una leggera preoccupazione nella voce.
-Si! Voglio riprendermi quello che era di mio padre e far finire l'assurda tirannia di quell'uomo!- rispose con decisione, Jun non lo aveva mai visto così determinato, era sempre stato il ragazzino viziato, quello che mai avrebbe creduto che qualcuno potesse avere il coraggio di affrontare suo padre, fino a quella notte di 3 anni prima. Ma ora Jun si rese conto di non avere più davanti a se quel ragazzino, Sho era cresciuto ed era diventato un uomo ormai.
-Posso suonare per te?- chiese poi Jun tirando fuori dalle vesti il flauto.
-Lo hai ancora?- chiese Sho meravigliato.
-E' la cosa più preziosa che ho- confessò Jun arrossendo.
-Lo hai più suonato?- chiese poi Sho, ricordando la promessa che Jun aveva fatto quando erano bambini, il giorno che gli aveva regalato quel flauto dopo averlo lui stesso intagliato dal vecchio bastone che Jun usava da bambino.
-Solo quando ero solo, facevo finta che tu fossi lì ad ascoltarmi, ma non l'ho mai suonato per nessun altro- rispose.
Tornò il silenzio, Jun attendeva che Sho gli desse il permesso di suonare.
-Suona per me Jun- disse pochi istanti dopo.
Jun portò il flauto alle labbra e cominciò a soffiare dolcemente producendo un suono dolce e perfetto, Sho sentì una certa nostalgia impadronirsi di lui, ricordi... quando da ragazzi Jun suonava per lui nelle sere d'estate mentre il leggero venticello della sera li rinfrescava dopo una lunga giornata di sole; come quando si baciavano seduti sulla veranda che dava sul giardino, come quando facevano l'amore.
Lo lasciò finire, poi quando Jun abbassò lo strumento si avvicinò di più a lui, gli scostò una ciocca di capelli da davanti agl'occhi. Jun rimase immobile tremando leggermente quando Sho sfiorò la sua pelle, poi le loro labbra si unirono in un bacio dolce un semplice tocco che ben presto divenne però un bacio sempre più intenso e passionale, finchè Jun non si lasciò del tutto andare lasciandosi baciare.
Sho condusse Jun verso il letto, facendolo distendere tra le lenzuola di seta, continuando a baciarlo ed accarezzarlo, Jun tremava ad ogni tocco, fremendo e desiderando sempre di più quel contatto, Sho gli slacciò le vesti scoprendogli il petto, poi Jun sollevò le mani cercando il viso di Sho, voleva vederlo. Sho lo lasciò fare mentre con le dita leggere Jun scopriva il suo viso, ogni lineamento; poi abbassò le mani e sorrise.
-Che c'è?- chiese Sho.
-Nulla, solo... un ricordo- rispose Jun.
Sho tornò a baciarlo sulle labbra, poi si abbassò su di lui baciandogli il petto, succhiando e leccando ogni centimetro di quel corpo facendogli innarcare la schiena e gemere sommessamente, sapeva come Jun percepiva ogni tocco, quanto fosse sensibile, ma non riusciva ad essere delicato tanto era il desiderio in quel momento.
Jun sentiva quei tocchi sul suo corpo, così irruenti come se Sho non riuscisse a controllarsi, erano dei tocchi diversi da quelli del ragazzo che era 3 anni prima, erano più esperti, più passionali, si sentì quasi in imbarazzo per la sua inesperienza, voleva anche lui dare piacere a Sho come ne stava ricevendo, poi quando Sho si alzò da lui togliendogli gli ultimi vestiti e spogliandosi a sua volta, Jun tentò di prendere l'inziativa e si mise seduto mentre Sho in ginocchio sul letto si stava slacciando le vesti e gli posò le mani sul petto. Sho rimase confuso e si immobilizzò, poi Jun portò le labbra al petto di Sho baciandolo, cercando di imitare quello che Sho aveva appena fatto con lui, con la differenza che le sue mani scorrevano leggere sul corpo di Sho, timide nella loro esplorazione come lo erano le sue labbra, notò sull'addome di Sho una cicatrice indugiò con le dita ma poi la percorse delicatamente, Sho si lasciò sfuggire un sospiro di piacere, stringendo poi le braccia intorno alla schiena di Jun e in un abbracciò riportarlo a sdraiarsi sul letto, catturando di nuovo le sue labbra in un bacio, facendo scivolare una mano lungo il petto, sui fianchi, sulle cosce, fino a fargli separare le gambe.
Quando Sho cominciò a prepararlo, Jun gemette forte tremando a quell'intrusione, era così eccitato che quasi se ne vergognava, arrossì quando Sho lo penetrò con un altro dito facendolo gemere sempre più forte.
Quando Sho lo liberò Jun fece un gemito di protesta, ma Sho non aspettò oltre posizionandosi tra le sue gambe e spingendosi piano dentro di lui, mozzandogli quasi il fiato, per poi cominciare immediatamente a muoveri facendolo gridare di piacere ad ogni spinta ad ogni tentativo di un contatto sempre più profondo, era diverso da quando erano ragazzi Sho era più irruento, gli stava dando tutto quel piacere dandone altrettanto a se stesso e Jun si lasciò guidare verso il piacere sperimentando cose che non aveva mai fatto, lasciandosi indicare da Sho, facendo quello che gli chiedeva, prolungando come potevano il momento in cui avrebbero raggiunto il limite, finchè Sho non capì che era arrivato il momento, aiutando Jun a raggiungere il piacere, occupandosi di lui prima di se stesso, finchè non furono entrambi soddisfatti e non si addormentarono esausti uno accanto all'altro.