Se sta piovendo e diluviando sappiate che è colpa mia visto che sono 2 giorni di seguito che scrivo, e ora posto pure quindi, tirate fuori piumini e giacche a vento XD
Riassumo, abbiamo lasciato Sho, Nino e i suoi soldati alle mura del villaggio degl'Haris, Jun ha ritrovato il suo amico d'infanzia e lo ha convinto ad aiutare a intervenire. Ora comincerà lo scontro per liberare il villaggio.
Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi + Kanjani
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la
MAPPACapitoli precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap.2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap. 5,
Cap.6,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9,
Cap.10,
Cap.11,
Cap.12,
Cap.13,
Cap.14,
Cap.15,
Cap.16,
Cap.17,
Cap.18,
Cap.19,
Cap.20,
Cap.21,
Cap.22 Capitolo 23
Regnava il silenzio intorno al villaggio, il recinto che correva tutto intorno sembrava deserto, ma sentinelle di guardia facevano la ronda per controllare attentamente che nessuno degl’haris potesse fuggire. All’interno del villaggio, in silenzio otto haris, tra cui Jun, avrebbero ucciso quelle sentinelle per dar modo agl’uomini di Ab di entrare senza troppi ostacoli.
Jun sapeva da che parte sarebbero entrati, quindi si diresse verso la porta ovest del villaggio, dove cominciava il sentiero. Solo due guardie erano di sentinella, si appostò nell’ombra in alto rispetto ai due uomini ed attese il momento giusto, entrambe le guardie sembravano piuttosto tranquille, ma comunque erano ben armate e lui doveva far in modo che nemmeno si accorgessero di quello che stava per succedere, si spostò lungo le mura in legno costruite dai soldati per tenere sotto controllo il villaggio, erano alte circa 5 metri e da lì poteva controllare i due uomini senza che loro si accorgessero di lui, quando i due furono abbastanza vicini da poter sferrare un unico attacco, si lasciò cadere alle loro spalle, senza fare il minimo rumore e con rapidità li colpì spezzando ad entrambi l’osso del collo con estrema semplicità, afferrando poi entrambi i corpi senza vita prima che potessero cadere a terra facendo rumore.
Spostò i corpi in un angolo buio dove non potevano essere visti, poi si avvicinò alla porta tirando via le assi che la tenevano serrata ed aprendo il pesante portone.
Tra le rocce e gli alberi che circondavano il villaggio, Sho, Nino e i suoi uomini si nascondevano attendendo che gli Haris aprissero le porte per farli entrare, la tensione era grande, ma la voglia di combattere aumentava l’adrenalina nei soldati. Sho era in prima fila, attendeva con ansia, quando vide le porte cominciare ad aprirsi portò immediatamente la mano sull’impugnatura della sua spada, ma quando distinse sulla soglia del grande portone la figura di Jun sentì il cuore riempirsi di gioia, stava bene e finalmente avrebbe potuto parlargli. Non attese nemmeno che Nino desse l’ordine di uscire allo scoperto e si precipitò verso di Jun, costringendo anche Nino a dare l’ordine ai suoi uomini di attaccare. Ma mentre Sho e gli altri uomini avanzavano, Jun si faceva indietro per farli passare e ancor prima che gli uomini potessero raggiungere la porta con un salto fu sulla cima di essa scrutando dall’alto il villaggio.
-Jun!- ulrò Sho una volta raggiunte le mura, Jun si voltò a guardarlo e per un istante i loro occhi si incrociarono, quegl’occhi così pieni di cose da dire ma che però rimanevano sempre silenziosi, fu un contatto breve perché Jun sparì un attimo dopo e Sho potè a malapena vederlo allontanarsi all’interno del villaggio.
-Jun!- urlò ancora Sho, mentre ormai tutti gli uomini lo superavano e venne raggiunto da Satoshi in coda al gruppo.
-Principe non è il momento, avrete modo di parlarci quando tutto sarà finito- disse mentre lo tirava all’interno delle mura, dove la battaglia già era cominciata.
Le parole di Satoshi lo risvegliarono e affiancò il re nel combattimento con le guardie, come previsto li avevano presi alla sprovvista nel sonno e gli haris avevano già attaccato buona parte delle guardie addormentate, l’allarme non era stato quindi dato, gli uomini erano completamente allo sbaraglio, attaccati da ogni lato sia dagli uomini di Nino che dagl’haris, la battaglia era quindi destinata a durare ancora pochissimo. Sho combatteva, mentre con lo sguardo cercava ancora Jun tra gli Haris che con le loro vesti di colore viola intenso combattevano al loro fianco, quando però improvvisamente sentì un rumore alle sue spalle, lieve come quando si muoveva Jun, d’un tratto pensò fosse lui e si girò, ma fece appena in tempo che dovette difendersi dall’attacco di uno degl’haris, pensava che forse si fosse sbagliato e che lo aveva scambiato per una delle guardie, ma questo continuò ad attaccarlo con violenza, Sho sapeva di non essere alla sua altezza, ma cercò di difendersi come Jun gli aveva insegnato, cercò di concentrarsi sui movimenti dell’haris cercando di studiare quello che poteva essere il suo prossimo attacco.
-Sono qui per liberarvi- cercò di dire per fermarlo, ma l’altro sembrava ignorare le sue parole e per cercare di difendersi continuava ad indietreggiare per tenere una certa distanza dall’haris che con un contatto troppo ravvicinato sarebbe stato letale, -Io sono…-
-So chi sei!- affermò l’haris smettendo per un attimo di attaccarlo, lasciando a Sho modo di allontanarsi ancora di più da lui.
-Se sai chi sono perché mi attacchi? Sai che siamo qui per liberare tutti gli haris-
-Io non so perché Jun non ti abbia ancora ucciso, ma la tua famiglia è l’origine di tutto quello che è successo alla nostra gente, della strage che avete fatto, lasciando le donne vedove e i bambini orfani dei genitori e creando una popolazione di bambini soli, ma ora se Jun non è stato in grado di vendicare la nostra gente, sarò io a farlo al posto suo- decretò un istante prima di attaccarlo di nuovo ma con più violenza, la sua intenzione era ucciderlo e non si sarebbe fermato.
Sho reagì appena in tempo parando il colpo come meglio poteva mentre continuava ad indietreggiare, non capiva perché quell’haris lo stesse attaccando con tanta violenza, sì era vero suo padre aveva fatto uccidere quella gente e tutta la famiglia di Jun, ma ora lui era lì per espiare le colpe di suo padre e per dare la libertà a quella gente, probabilmente non sarebbe stato mai abbastanza, ma desiderava fare del suo meglio sia ora che in futuro per rendere di nuovo felici quelle persone. Nonostante questa era la sua intenzione, il rancore che gli haris provavano probabilmente era troppo forte e poteva anche capirli, ma lui davvero voleva fare del suo meglio, era la promessa che aveva fatto a Jun dopotutto e l’avrebbe mantenuta, sempre che fosse riuscito a sopravvivere a quell’haris che lo stava mettendo all’angolo.
Ormai era convinto che sarebbe morto per mano di quel ragazzo, si stava sfinendo ad evitarlo e a tenersi a distanza, quando improvvisamente qualcuno si mise davanti a lui e con una forza incredibile scaglio l’haris che lo attaccava a qualche metro da lui usando solo le mani, ma l’altro con grande abilità atterrò in piedi senza la minima difficoltà.
-Jun…- sussurrò Sho quando riconobbe l’altro che ancora di spalle si frapponeva tra lui e l’altro Haris.
-Ora basta Ryo!- lo riprese arrabbiato.
I due si conoscevano bene e Sho fu molto sorpreso di vedere Jun parlare con così tanta confidenza con quell’haris.
-Togliti Jun! Se non riesci tu a vendicare la nostra gente, sarò io a farlo al posto tuo!- gridò l’altro, lo sguardo arrabbiato e pieno d’odio.
-Non è lui il responsabile di quello che successo, non è lui come non lo era suo padre!-
Le parole di Jun colpirono Sho e lo lasciarono confuso, cosa voleva dire che non era suo padre il colpevole di quello che era successo agl’haris? Cosa sapeva Jun che lui ignorava?
-Gli uomini che hanno ucciso la nostra gente erano uomini del re, la famiglia reale li ha mandati a sterminare ogni uomo e donna che ritenevano pericolosi, hanno ucciso i nostri genitori, i nostri fratelli, hanno sterminato la tua famiglia davanti all’intero villaggio e davanti ai tuoi stessi occhi, come puoi difenderlo, dopotutto quello che ci hanno fatto?!- gridò l’haris e dei bisbigli si alzarono intorno a loro.
Solo in quel momento Sho si accorse che la battaglia era finita e che l’attenzione di tutti gli Haris e degl’uomini di Ab ora era tutta verso di loro e quello che stava accadendo, gli haris si erano radunati dietro il ragazzo che stava fronteggiando Jun, mentre Nino e i suoi uomini osservavano lo svolgersi degli eventi in disparte, tenendosi lontano dall’assumere una posizione, quella era una faccenda che non li riguardava e il re non era intenzionato a intromettersi.
-Mi spiace Ryo ma… io credo in Sho e se vuoi uccidere il principe dovrai prima uccidere me, perché lo proteggerò a costo della mia stessa vita se necessario- annunciò risoluto.
Nonostante Sho odiasse che Jun continuasse a ritenere di doverlo proteggere, per la prima volta Sho percepì le sue parole in modo diverso, stava fronteggiando la sua gente, il suo popolo perché credeva in lui, non per il suo semplice senso del dovere, ma perché credeva in lui e per Sho quelle parole furono davvero importanti.
-Io davvero non ti capisco Jun- dichiarò Ryo, mentre abbassava la guardia arrendendosi all’amico a cui non avrebbe mai fatto del male.
-Ryo se mi darai modo di spiegarti capirai che quello che sto facendo è la cosa giusta- disse rivolto all’amico, poi guardò il resto degl’haris che in silenzio avevano osservato tutto, -Datemi modo di spiegare-
Gli haris rimasero in silenzio, guardavano quello che da quello che gli era stato detto doveva essere quel bambino che tanti anni fa era stato portato via dal villaggio e che tutti ormai credevano morto, l’erede del capovillaggio Matsumoto, ma come potevano credere che fosse veramente lui quello che stava proteggendo ad ogni costo l’erede di colui che li aveva ridotti in schiavitù?
La tensione tra loro era forte, quando però improvvisamente una figura anziana che camminava reggendosi a un bastone, si fece largo tra la folla a passo lento mentre gli haris la facevano passare facendosi da parte con rispetto.
-Piccolo Jun sei proprio tu, assomigli sempre di più a tua madre- disse la donna sorridendogli.
-Tetsuko-san…- disse sorpreso Jun di rivedere la donna che si era occupata di lui dopo quello che era successo al villaggio.
-Vieni piccolo Jun, vieni con noi e raccontaci cosa è successo in tutti questi anni- disse la donna facendo segno di raggiungerla.
Jun esitò un momento, sorpreso nel vedere che tutti gli altri haris accettavano la decisione della donna senza dire una parola, persino Ryo sembrava essersi calmato e stava accettando la decisione presa da Tetsuko-san.
-Jun…- lo chiamò Sho quando questo fece un passo per raggiungere la donna, Jun si girò verso Sho e si guardarono negl’occhi, Sho aveva un disperato bisogno di parlargli, ma nonostante anche Jun sapeva di dover parlare con Sho, ora non poteva proprio, la sua gente gli stava dando una possibilità, si era fidata di lui portando a termine quell’attacco, gli doveva delle spiegazioni a cui non poteva sottrarsi.
-Scusa… ora devo andare- disse soltanto per poi allontanarsi insieme agl’altri haris.