Rieccomi ^^
Allora dove eravamo rimasti? Ah si! Si sta per spalancare una porta, anzi per l'esattezza Jun sta per spalancare una porta, ma cosa troverà al suo interno?
Titolo: Ai wa Moumoku no
Fandom: Arashi
Genere: AU, Storica
Capitoli: 9 di 20
Raiting: Dal PG-15 all' NC-17
Pair: Sakumoto
Desclaimers: non sono miei perchè loro si ammmano<3<3
Ringraziamenti: A harin e Jinny che hanno aspettato che mi passasse la crisi durata quasi 1 mese per poterla finire di leggere.
Post Precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap,2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap.5,
Cap.6,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9 Capitolo 10
Dei gridolini di un paio di donne seguirono l'irruzione di Jun e subito dopo quella di Satoshi, Sho si alzò immediatamente in piedi irato.
-Jun cosa ci fai qui?!- lo rimproverò.
-Ti devo parlare- rispose subito Jun contrastandolo con lo stesso tono.
-Andate via- ordinò poi alle due donne sedute accanto a lui, queste obbedirono immediatamente e superarono Jun che era rimasto fermò sulla porta, quando queste furono uscite Jun fece qualche passo nella stanza avvicinandosi a Sho, Satoshi fece lo stesso e chiuse la porta alle sue spalle rimanendo davanti ad essa.
-Come ti è saltato in mente di piombare qui dentro- disse subito Sho, il tono severo e aspro; -Torna immediatamente nella tua stanza-
-No!- rispose a tono Jun.
-JUN!-
-Torna nella tua stanza perfavore- disse Ohno alle sue spalle in modo gentile.
-Satoshi cos'è quel tono! Ti avevo detto...- cominciò a riprendere l'uomo ma Jun lo interruppe.
-Gli ho detto io di usare un liguaggio più confidenziale, non ho nessun titolo per essere al tuo pari- rispose Jun.
-In tre anni sei diventato insolente!- rispose Sho sempre più arrabbiato.
-Forse hai ragione, ma ho avuto a che fare con la gente più disparata e se non ti sai difendere o non sai rispondere a quelli che tendono a essere i più prepotenti, non sopravvivi lì fuori- rispose Jun, guardava fisso Sho in viso, anche senza vederlo sapeva esattamente dove si trovava e Sho rinunciò, sedendosi per discuterne con calma, tanto ormai lo sapeva che Jun non se ne sarebbe andato, dopotutto era sempre stato testardo anche da bambino.
-Quindi io sarei quello prepotente- disse versandosi un altro bicchiere di sakè.
Jun rimase fermo dov'era e anche Satoshi non si mosse.
-Io non ti ho mai mancato di rispetto in tutta la mia vita, non ho avuto gioia più grande di saperti vivo dopo che per 3 anni ho pensato di averti perso, ma...-
-Ma?- chiese Sho incitandolo a continuare.
-Come devo interpretare ora il tuo comportamento? Sono forse un tuo prigioniero?- chiese Jun.
-Di cosa stai parlando?-
-Non sei forse stato tu a dare ordine che non uscissi da qui?- chiese Jun alzando di nuovo il tono della voce.
-E' solo per la tua sicurezza, qui per ora siamo al sicuro ma se succede qualcosa... beh non posso chiedere ai miei uomini di proteggerti, rimanendo qui dentro sarai al sicuro- disse Sho.
-Credi forse che non sappia difendermi da solo? Ho vagabbondato di villaggio in villaggio da solo per 3 anni so badare a me stesso- ribattè Jun furioso.
-Puoi essere stato fortunato, ma non mi interessa, adesso farai quello che ti dico- ordinò.
-No! Mi dispiace ti sbagli; se la pensi così allora me ne andrò domani stesso- annunciò Jun.
-Non andrai da nessuna parte!- urlò Sho, ma Jun lo ignorò si girò e sorpassò Satoshi uscendo dalla stanza, dopo poco Satoshi gli fu dietro seguendolo mentre tornava indietro per mettere insieme le sue cose e andarsene.
-Ti prego fa quello che ha detto-
-No! Me ne vado, non voglio vivere in una teca di vetro- rispose secco Jun entrando nella sua stanza.
-Se lo sta facendo è solo per te, ha sofferto quando ti ha creduto morto-
-Io comincio a dubitarne- rispose Jun.
-Sono stato io a portarlo al sicuro quel giorno di tre anni fa, era ferito gravemente è rimasto privo di sensi per giorni, ma... mentre soffriva per la febbre e la ferita, non faceva altro che continuare a chiamarti-
Jun si bloccò interrompendo quello che stava facendo.
-Fosse per lui sarebbe venuto a cercarti in quelle condizioni quando si è svegliato, ma non ce la faceva neanche a muoversi, mandaii io qualcuno ma non ti trovammo, ma lui era ostinato diceva che lo stavi aspettando e nonostante la ferita appena riusci ad essere in grado di cavalcare venne personalmente a cercarti-
Jun dopo quello che Satoshi aveva detto non aveva più la certezza di quello che stava per fare, non l'aveva avuta neanche prima, ma era arrabbiato con Sho, ed era propenso ad andarsene anche per questo.
-Ti prego cerca di capirlo se ti ha chiesto di rimanere qui è solo per il tuo bene- disse ancora Ohno.
Un attimo dopo Sho entrò nella stanza, Jun lo sentì ma non si mosse, mentre Satoshi si volto per non dargli le spalle.
-Lasciaci soli Satoshi- disse poi Sho.
Questo si inchinò e lascio la stanza.
-Ho saputo come hai sistemato le guardie per uscire, notevole- disse Sho, Jun non rispose neanche, ne si girò verso di lui.
-Le ho congedate, sei libero di andare dove vuoi, basta che non ti allontani dalla radura- aggiunse, poi si avvicinò a Jun e lo fece voltare verso di lui.
-Credimi se lo faccio è solo per te, non voglio che ti succeda niente di male-
-Spero che possa tornare tutto come una volta- disse infine, poi lo baciò.
Jun si lasciò baciare, ma non disse una parola per tutto il tempo, fecero l'amore e per un pò si concentrarono solo su di loro, ricordando il passato, infatti fu diverso dalla sera precedente, furono entrambi più delicati e tranquilli, non c'era bramosia, ma solo la voglia del contatto dell'altro, poi entrambi sfiniti giacquero uno di fianco all'altro.
Ma Jun non riusciva a dormire, continuava a pensare a cosa aveva detto Satoshi, alle parole di Sho, stava facendo la cosa giusta restando lì? Amava Sho era vero ma... era tutto così diverso, non erano più dei ragazzini, erano cambiati entrambi, avevano dovuto tutti e due lottare per andare avanti.
Quando però Jun nel bel mezzo della notte sentì Sho alzarsi dal letto e andarsene, capì così in quel momento che non era vero quello che Sho aveva detto, nulla sarebbe tornato come una volta.
La mattina dopo quando uscì dalla sua stanza, effettivamente non più sorvegliata, seppe da Satoshi che Sho era di nuovo uscito insieme ai suoi uomini, decise così di farsi un giro tra quella gente, voleva scorpire un pò di più di quello che era il piano di Sho per riprendersi ciò che dopotutto era suo di diritto.
Trovò presto Masaki che allegramente gli venne in contro, doveva dire che ormai si era abiutato a lui e non gli dava più sui nervi come prima, così si sedette accanto a lui nella radura, insieme agli altri uomini, tutti lo guardavano incuriositi, e Jun anche non vedendo poteva sentire i bisbigli che si sussurravano rivolti a lui.
-Sto attirando l'attenzione di tutti vero?- chiese d'un tratto a Masaki.
-Sono molto incuriositi dall'interesse del loro capo per te, non aveva mai parlato di te, in pochissimi avevano lavorato a palazzo già quando vi era suo padre a quanto ho capito e questi hanno raccontato agl'altri chi sei- spiegò Masaki.
-Uhm...- annuì Jun, ma non chiese altro e lasciò stare cambiando discorso; -Hai per caso capito qual'è il loro piano per attaccare Akimura?- chiese poi Jun a Masaki.
-Sakurai non ti ha detto nulla?- chiese Masa e nella sua voce c'era un punta di disprezzo.
-Sho non ti piace vero?-
-No non mi piace- rispose; -Non gli ho neanche rivolto la parola, però... quella sua altezzosità non la sopporto-
-E' sempre stato viziato da bambino, voleva mantenere la sua aurea superiore, ma è una persona dolce anche- ci fu una pausa ma subito dopo cambiò discorso; -Cos'è quindi che non mi ha detto?- chiese.
-Stanno cercando di trovare degli alleati, sono troppo pochi per riuscire a sconfiggere l'esercito di Akimura e questo in questi tre anni ha acquisito sempre più potere soggiogando tutti i daimyo e tenedoli in pugno con le minacce- spiegò Masaki.
-Quindi vogliono cercare di avere il supporto dei vari daimyo soggiogati per aumentare il loro numero esatto?-
-Esatto- rispose Masaki, -Molti di questi non apprezzano i modi dello Shogun ma hanno paura, hanno dovuto sotto minaccia stipulare una sorta di contratto che vincolava metà delle truppe di ognuno di loro al comando di Akimura, non sanno però esattamente quali di essi siano i daimyo che hanno stipulato questo accordo e... non lo riescono a scoprire perchè tutti per paura tacciono-
-Forse dovrebbero infiltrare qualcuno nel palazzo di Akimura- disse Jun.
-Sembra che lo abbiano fatto, sai il ragazzino di due notti fa?-
Jun annuì.
-Sta lavorando a palazzo per cercare informazioni-disse Masaki.
-E come hai fatto in due giorni ad avere tutte queste informazioni?- chiese Jun sorpreso.
-La sera qui si beve tanto, quindi...-
Jun scosse la testa rassegnato tra ubriaconi ci si intendendeva a quanto sembrava e diventavano pure piuttosto loquaci.
Più tardi degli uomini si avvicinarono ai due e cominciarono a chiedere qualcosa a Jun, erano effettivamente incuriositi dalla sua presenza e sopratutto dal legame che c'era tra lui e Sho. Naturalmente Jun non disse molto si limitò a raccontare che viveva a palazzo e che fin da piccoli erano stati compagni di giochi, poi alcuni di questi gli chiesero di suonare e Jun prese il suo shamisen e cominciò a suonare erano tutti piacevolmente sorpresi dalla sua bravura e quando cominciò a suonare una canzone popolare loro cominciarono a cantare; Jun sorrise e chiuse gli occhi mentre le voci di quegl'uomini gli trasmettevano allegria. Quei tre anni da solo, nonostante l'accoglienza ricevuta da molte persone, erano stati per lui i giorni più bui della sua vita, ed aveva conosciuto la sofferenza che stava regnando nei più remoti angoli di quel paese, tutto a causa dell'avidità di Akimura che sfruttava al massimo la gente per il suo beneficio.
L'arrivo di uomini a cavallo fermò le voci degli uomini e lo shamisen di Jun, che rimase in ascolto seduto dove si trovava, Masaki accanto a lui, mentre gli uomini si erano allontanati immediatamente per andare ad accogliere il loro capo.
-Bentornato signorino- disse la voce di Satoshi e nonstante il frastuono Jun riusci distintamente a riconoscerla, sentì anche ben distinti i passi di Sho avvicinarsi a Ohno dopo essere sceso da cavallo.
-Vedi!- disse d'un tratto Masaki e Jun alzo un sopraciglio.
-Ok, scusa ho usato il verbo sbagliato- disse subito Masaki, -Ma ecco Sakurai ha appena guardato da questa parte con quello sguardo di disprezzo e superiorità-
-Forse è semplicemente con me che ce l'ha Masa, non vorrebbe che vado in giro qui fuori- spiegò Jun.
-Sei forse suo prigioniero?!- esclamò sconcertato Masaki.
Jun sospirò ma non aggiunse altro e quando cominciarono ad accendere i fuochi salutò Masaki e ritornò verso la grotta e le sue stanze, dopotutto doveva per lo meno rispettare quello che Sho gli aveva concesso senza farlo arrabbiare e visto quello che aveva detto Masaki era meglio non punzecchiarlo ancora se voleva ottenere quello che aveva in mente, anche se conoscendolo sarebbe stato assolutamente contrario.