Love Revenge

Aug 30, 2016 20:11

Sera tutti!!! Chi non muore si rivede XD ed eccomi qui a postare.
Mi sembrava giusto postare almeno qualcosina oggi per festeggiare il compleanno di Jun.
AUGURI JUN-CHAN!!!!!!!!!
Ma non avendo propriamente una cosa a tema, ho deciso di postare un nuovo capitolo, ormai siamo in dirittura di arrivo, sto scrivendo l'ultimo capitolo che verrà parecchio lungo quindi ho ancora un bel po' da scrivere, ma ce la sto mettendo tutta a non mollare.
In questo e nel prossimo capitolo c'è un crossover con una vecchia fict critta da harin91 (per chi non la ricorda e vuole dargli un occhiata per capire meglio il capitolo è Reach e la potete trovare nel suo masterpost), infatti volutamente le nostre due storie vanno leggermente intrecciandosi, ma se volete saperne di più non vi resta da fare altro che leggere.
Buona lettura ^__^

Titolo: Love Revenge
Gruppo: Arashi + Kanjani
Genere: AU, Storico (vagamente fantasy)
Rating: R
Pairing: Sakumoto, Ohmiya accennato
Desclaimers: Non sono di mia proprietà, lo è solo la storia di cui mi fanno da protagonisti contro la loro volontà XD
Ringraziamenti: A Harin e Jinny che si sorbiscono i capitoli per mail e che mi aiutano con le ricerche XD
Note: Per una migliore lettura scaricare la MAPPA
Capitoli precedenti: Intro, Cap.1, Cap.2, Cap.3, Cap.4, Cap. 5, Cap.6, Cap.7, Cap.8, Cap.9, Cap.10, Cap.11, Cap.12, Cap.13, Cap.14, Cap.15, Cap.16, Cap.17, Cap.18, Cap.19, Cap.20, Cap.21, Cap.22, Cap.23, Cap.24, Cap.25, Cap.26, Cap.27

Capitolo 28
Jun entrò nella tenda del principe cercando di non fare rumore, dopo la cerimonia il suo popolo volle festeggiare come tradizione e non ebbe molto tempo a disposizione, inoltre parlò con alcuni haris per organizzare la partenza il giorno successivo, parlò anche con il Nino e chiese a Satoshi di occuparsi anche dei loro feriti, ma non riuscì a parlare un solo istante con Sho e quando lo vide ritirarsi nella sua tenda temette di averlo fatto arrabbiare.
Sho però sembrava profondamente addormentato nel suo letto e Jun non fu sicuro di volerlo disturbare, ma quando fece per andarsene si sentì chiamare.
-Ti ho svegliato?- domandò dispiaciuto.
-Non dormivo, troppi pensieri per la testa- disse alzandosi a sedere per poterlo vedere in viso.
-Per via della battaglia?- domandò Jun.
-Anche- rispose, poi gli fece cenno di avvicinarsi -Sta un po’ qui accanto a me- disse per poi sdraiarsi di nuovo, poggiando la testa sul cuscino. Jun si sedette sul letto, poi si sdraiò accanto a Sho, un attimo dopo Sho con un braccio lo cinse per la vita e lo avvicinò di più a se.
-Ero così in ansia prima- confessò poggiando la fronte contro quella di Jun; -Eri solo e disarmato e quegl’uomini volevano ucciderti-
-Era…-
-Lo so, lo so- lo interruppe subito, -È una regola lo so, ma… non potevo far a meno di essere in pena, sei in grado di proteggerti e non avevo dubbi sul fatto che potessi sconfiggerli, sei in grado di difenderti da solo, molto meglio di quanto sia in grado di farlo io, su questo non c’è dubbio e se avessi dovuto affrontare io quegl’uomini adesso sarei pronto per la fossa- fece una pausa e guardò Jun negl’occhi, -Anche se so queste cose, non riesco a non aver paura che ti succeda qualcosa-
Jun rimase in silenzio, guardando Sho negl’occhi ma senza dire una parola.
-Non mi farò uccidere, te lo prometto- disse alla fine, -Non morirò in battaglia, ma anche tu devi farmi la stessa promessa, perché se non lo prometti, se non puoi promettermelo, io… non posso non cercare di proteggerti- confessò Jun che in cuor suo aveva la stessa preoccupazione nei confronti di Sho, magari lui pensava che fosse un abitudine, un riflesso che lo portava a cercare di proteggerlo sempre, però… forse lo era stato, ma adesso per Jun era diverso, voleva tenere al sicuro Sho, lo voleva con tutto se stesso.
Sho fu forse in quel momento che capì cosa voleva dirgli Nino quella mattina, lui non doveva rischiare la vita inutilmente, non doveva farlo, non solo perché era il simbolo e il motivo per cui affrontavano quella battaglia, ma… anche per Jun, perché se fosse stato in pericolo Jun avrebbe dovuto salvarlo, avrebbe dovuto rischiare la sua stessa vita per salvare la sua.
-Te lo prometto- rispose semplicemente chiudendo gli occhi e arrendendosi a dover dimostrare di essere all’altezza di essere re.

Il mattino dopo quando Masaki venne a svegliarlo, Jun non c’era, ma per la prima volta non sentì quell’ansia assalirlo, temendo di averlo perso di nuovo; era tranquillo e riposato, si preparò in fretta e entrò nel villaggio per vedere come andavano i preparativi. Jun era lì, fiero e bellissimo che dirigeva i preparativi alla partenza, parlava con gli uomini e con alcune donne che avevano scelto di combattere. Per la prima volta Sho lo vide per quello che era, un capo, non aveva esitazioni, sapeva esattamente cosa dire e cosa fare, come se fosse quello che aveva fatto in tutta la sua vita e lo ammirava.
Lo vide dopo un po’ congedare gli uomini, ma trattenerne uno, Ryo, ci parlò per un po’, con molta più confidenza di come aveva parlato con gli altri, sembrava discutessero all’inizio, ma poi alla fine li vide abbracciarsi, quando si divisero incrociò lo sguardo di Ryo, severo e indagatore come al solito, ma poi distolse lo sguardo e si allontanò. Jun lo raggiunse e si fermò al suo fianco.
-Tra 1 ora saremo pronti a partire- gli annunciò Jun.
-Ok, lo riferirò a Nino, anche i suoi uomini si stanno preparando- rispose.
-Questa volta però… non viaggeremo insieme- gli comunicò poi Jun, -Dovrò guidare gli altri haris, viaggeremo in velocità, ma vi staremo sempre accanto- cercò di spiegare.
-Non ti preoccupare Jun, lo immaginavo- rispose Sho.
-Saremo sempre…-
-Jun non mi devi nessuna spiegazione, non sono arrabbiato, davvero- disse ancora Sho, voltandosi verso di lui sorridendogli, facendogli capire che era tranquillo e capiva benissimo qual era il suo ruolo ora, doveva accettarlo e ne era anche fiero, aveva restituito a Jun il suo ruolo di capo e il suo popolo.
-Ho parlato con Ryo- disse poi d’un tratto Jun.
-Uhm- rispose semplicemente Sho fingendo indifferenza.
-Ho visto che ci stavi osservando- gli fece notare Jun, -Non riesce ad accettarti… ma ho cercato di spiegargli e… credo abbia capito, gli ci vorrà un po’ per accettarlo, ma non cercherà più di…-
-Uccidermi?!- si intromise Sho.
-Non ti avrebbe ucciso, è solo difficile per lui accettare che io sia dalla tua parte-
-Non è solo quello e lo sai, me lo ha fatto ben capire- si accigliò Sho.
-Lo so, per questo ho voluto parlargli, col tempo capirà e per ora non si intrometterà più- lo rassicurò.
Sho era geloso, doveva ammetterlo almeno con se stesso, il rapporto così semplice che aveva Jun con l’altro haris lo rendeva geloso, ma allo stesso tempo adesso si sentiva più tranquillo perché qualcun altro oltre lui si preoccupava per Jun.

-Maru-chan! Maru-chan!- corse Masaki per tutto l’accampamento cercando il consigliere, -Un messaggio!- disse raggiungendolo e porgendogli immediatamente il messaggio che era appena stato recapitato da una delle spie del re.
Il consigliere lesse con attenzione, tornò un paio di volte su alcuni punti, poi arrotolò il messaggio.
-Cosa dice? Hanno liberato gli haris?- chiese a raffica Masaki.
-Tutto è andato secondo i piani, gli haris sono liberi e sono dalla nostra parte- disse felice e sollevato del buon esito raggiunto.
-Quindi ora partiamo?- chiese ancora Masaki.
-Sì, tra qualche ora ci mettiamo in marcia verso Saka, ci riuniremo ai piedi del castello, la città non dovrà essere toccata- disse Maru seguendo attentamente le indicazioni di Nino.
-Forse… dovremmo mandare anche noi un messaggio giusto? Per far sapere che i Sabaku sono al castello…- propose Masaki.
-Hai ragione, ma… hanno intensificato le difese… se dovessero scoprire il nostro piano sarebbe in pericolo tutta la tua famiglia, quindi attenderemo, quando ci riuniremo con il re e il principe li informeremo di quello che è accaduto nel tuo villaggio- decise Maru, poi aiutato da Masaki cominciò a seguire i preparativi per la marcia verso la capitale.

In perfetto orario furono tutti pronti per partire, sia gli haris che gli uomini di Nino, i cavalli furono guidati sul sentiero che portava al villaggio e in breve tempo erano tutti pronti a partire. Come Jun gli aveva detto il viaggio cominciò separati, la strada da percorrere era tanta e per sicurezza per stare più coperti essendo in esiguo numero sarebbero passati attraverso la foresta di hashira. Satoshi gli aveva detto che potevano accamparsi vicino alla sua casa quella notte, non era troppo lontana ed era un posto sicuro. Viaggiarono velocemente, ma dovettero fare diverse pause per far riposare i cavalli. Gli haris invece riuscivano a mantenere il loro stesso passo, ma viaggiavano in alto tra gl’alberi e sembravano quasi fantasmi, solo leggeri fruscii testimoniavano la loro presenza.
Satoshi li guidò attentamente nella foresta ed arrivarono presso la sua casa, gli haris li avevano preceduti guidati da Jun e avevano già cominciato ad allestire le tende per la notte. Satoshi dopo molte insistenze riuscì a convincere Sho ad alloggiare nella sua casa, era molto modesta, ma il principe la trovò accogliente e fu molto grato a Satoshi per la sua ospitalità, ma nonostante insistette per convincerlo a condividere il tetto che gli era stato offerto, Satoshi rifiutò.
Dopo essersi tolto la pesante armatura uscì all’esterno e guardò il cielo, ogni anno quella stessa notte nei cieli di Ghaliya si poteva vedere un altro mondo, un enorme sfera di colore prevalentemente azzurro, con quelle che sembravano macchie di colore marrone e una leggera foschia che lo circondava, era meraviglioso e ogni anno Sho si incantava a guardarlo, si chiedeva se c’era qualcuno su quel mondo e se anche loro potevano vederli.
-Myrthas- disse la voce di Jun al suo fianco.
-Cosa?- domandò Sho.
-Myrthas è il nome che il mio popolo dà a quel mondo- rispose Jun.
-Perché Myrthas?- domandò Sho.
-Non lo so, quel nome ci è stato tramandato dagli antenati, i vecchi saggi del villaggio da bambini ci raccontavano la storia di Myrthas, della sua gente dai poteri dell’acqua, del fuoco, della luce, dai poteri derivanti dalla natura e dalla terra- cercò di spiegare Jun.
-Secondo te quelle storie sono vere?- chiese Sho che in cuor suo desiderava davvero che esistesse un popolo del genere.
-Non lo so, ma per la mia gente sono importanti e ogni anno nel giorno di Myrthas si festeggia sotto la sua luce- raccontò Jun.
-E allora festeggiamo!- disse Sho girandosi a guardare Jun.

Con grande sorpresa del principe, gli haris su ordine di Jun avevano procurato selvaggina a volontà per tirar su un vero banchetto in pochissimo tempo, il clima allegro alleggeriva le menti occupate dal pensiero della battaglia, per gli Haris la festa di Myrthas era davvero qualcosa di importante, avevano coinvolto tutti in danze e piccole sfide di lotta a cui parteciparono con piacere anche i soldati di Nino.
C’era però qualcuno che sembrava turbato e non riusciva a divertirsi come gl’altri.
-Hai aspettato anche troppo- gli disse severamente Nino al suo fianco.
-Lo so, ma…-
-Niente MA Satoshi! Se non glielo dirai tu lo farò io- disse categorico.
-Finalmente è felice, non si tormenta più ed è concentrato su quella che sarà la battaglia se io ora gli dicessi la verità…- lasciò la frase in sospeso, osservando il principe sorridere felice, seduto vicino a Jun si godeva la festa per la prima volta senza nessun pensiero.
-La verità è che tu hai paura che ti odi, ma quello che è successo non è colpa tua ed hai anche pagato abbastanza direi- cercò di rassicurarlo Nino, -Vai ora, devi dirglielo- lo incitò spingendolo ad alzarsi, quando vide Sho e Jun alzarsi insieme e allontanarsi.

Sho si sentiva immensamente bene quella sera, finalmente per la prima volta era tranquillo, anche se il pensiero per la battaglia ormai imminente lo rendeva nervoso, quella sera era riuscito totalmente a non pensarci, si era goduto la serata e voleva continuarla nello stesso modo.
Anche Jun sembrava essere allegro, forse per la prima volta Sho riusciva a vederlo completamente rilassato e quando Sho maliziosamente gli propose di ritirarsi Jun accettò subito e lo seguì; ancor prima che potessero chiudersi la porta alle spalle si stavano già baciando, quel desiderio da così tanto represso diventava sempre più grande, ogni volta che erano vicini, ogni volta che si baciavano sentivano il desiderio di un nuovo contatto, di un contatto che durasse di più.
Sho guidò Jun fino al letto, lo fece sedere, poi sdraiare, sempre continuando a baciarlo.
-Sho…- cercò di chiamarlo tra un bacio e l’altro, ma il principe non gli dava tregua, -Sho aspetta!- lo fermò un istante.
-Che c’è?- domandò.
-Questo… è il letto di Satoshi- rispose Jun; conosceva bene quella casa, Satoshi lo aveva curato lì e lui stesso aveva dormito per giorni in quel letto.
-E quindi?- domandò Sho senza capire.
-Cosa penserà Satoshi di noi- disse arrossendo, riferendosi a quello che stavano per fare in quel letto.
-Non si offenderà vedrai- disse semplicemente Sho riprendendo a baciarlo e cominciando a cercare di spogliarlo, quando però qualcuno bussò alla porta.
-Altezza posso parlarvi?- arrivò la voce di Satoshi da dietro la porta.
I due si fermarono e rimasero in silenzio per qualche istante guardandosi.
-Sho che fai non…-
-Shhhh- fece Sho posando l’indice sulle labbra di Jun, -Se pensa che dormo se ne andrà- sussurrò.
-Ma…- aggrottò la fronte Jun trovando la cosa molto scorretta.
-Altezza vi prego è importante- disse ancora Satoshi.
-Su apri- disse Jun in piedi che si risistemava i vestiti.
-EH!? Come diavolo…- esclamò Sho che un istante prima aveva Jun sotto di lui a soli pochi centimetri, ma non finì nemmeno la frase, era un haris e ormai non c’era poi molto per cui meravigliarsi, quindi si alzò anche lui ed andò ad aprire la porta.
-Scusate altezza se vi ho disturbato- disse subito Satoshi appena gli fu aperta la porta.
-Nessun disturbo, entra pure- disse anche se la sua espressione scocciata per l’interruzione lasciava trasparire la bugia appena detta, ma Satoshi sembrò non notarlo.
-Di cosa mi volevi parlare?- chiese.
-Io…- Satoshi sembrava esitare per qualche motivo.
-Forse è meglio che vi lasci soli- disse Jun, pensando che magari era lui il motivo dell’esitazione di Satoshi.
-No Jun, rimani, vorrei che ascoltassi anche tu, penso che sia molto meglio se anche tu sei presente- lo fermò subito Satoshi.
Passò ancora qualche secondo in cui regnò il silenzio più assoluto.
-Satoshi se c’è qualcosa che vuoi dirmi non esitare- disse Sho cercando di fare coraggio all’altro, ormai erano entrati abbastanza in confidenza, non doveva sentirsi in soggezione, soprattutto perché Satoshi riusciva tranquillamente a parlare con Nino e lui si riteneva molto meno spaventoso.
-Sì, devo dirvi qualcosa Altezza, ma…-
-Ma…- lo incitò Sho voltandosi direttamente a guardarlo.
-Dopo che ve l’avrò detta probabilmente vorrete uccidermi-

g: arashi, p: sakumoto, g: kanjani8, p: ohmiya, gnr: au, r: r, gnr: storica, gnr: fantasy

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