Rieccomi alla fine ieri sera non ho postato =____= ma ora rimedio subito.
Titolo: Ai wa Moumoku no
Fandom: Arashi
Genere: AU, Storica
Capitoli: 12 di 20
Raiting: Dal PG-15 all' NC-17
Pair: Sakumoto
Desclaimers: non sono miei perchè loro si ammmano<3<3
Ringraziamenti: A harin e Jinny che hanno aspettato che mi passasse la crisi durata quasi 1 mese per poterla finire di leggere.
Post Precedenti:
Intro,
Cap.1,
Cap,2,
Cap.3,
Cap.4,
Cap.5,
Cap.6,
Cap.7,
Cap.8,
Cap.9,
Cap.10,
Cap.11 Capitolo 12
Quella mattina partirono molto presto, Jun aveva indossato di nuovo i suoi vecchi vestiti, ma non aveva portato armi con se, Masaki sarebbe stato armato ma lui no, non potevano rischiare di essere scoperti.
-Va tutto bene?- chiese d'un tratto Masaki mentre accompagnati da alcuni uomini raggiungevano i margini della foresta.
-Si è tutto apposto- rispose Jun continuando a camminare.
Arrivati quasi ai margini della foresta e sul giusto sentiero gli uomini si fermarono.
-Vi dobbiamo lasciare qui- disse Satoshi; -Seguite il sentiero e arriverete in città-
Masaki annuì e prese dell'acqua e qualcosa da mangiare che gli uomini gli avevano portato per il viaggio; mentre Satoshi si avvicinò a Jun un istante.
-Jun te la senti sul serio?- chiese preoccupato.
-Si sta tranquillo- rispose, Satoshi era veramente preoccupato.
-Lo so che lo stai facendo per noi e... sopratutto per Sho, ma è rischioso, fai ancora in tempo a ripensarci nessuno ti biasimerà se hai cambiato idea- cercò di convincerlo.
-Andrà tutto bene, tornerò con quei documenti te lo prometto- disse Jun cercando di tranquillizzarlo, dopotutto ci sarebbe riuscito ne era sicuro.
Satoshi sospirò arrendendosi, aveva capito ormai che Jun non avrebbe cambiato idea.
-Nino vi starà aspettando, ovviamente farà finta di non conoscervi, ma se ce ne sarà bisogno vi aiuterà ad entrare- li informò.
Si prepararono ad andare quando Satoshi li fermò di nuovo...
-Mi raccomando fate attenzione, quei documenti non devono costarvi la vita-
-Torneremo sani e salvi con i documenti e... poi tornerà anche Nino- disse Jun.
Masaki vide Satoshi arrossire e si chiese cosa Jun aveva capito che invece lui non aveva compreso.
Camminavano in silenzio già da più di un ora quando Jun ruppe finalmente il silenzio.
-Mi dispiace di averti coinvolto in questa storia, se vuoi puoi tornare indietro-
-Eh?! Non se ne parla!- esclamò Masaki.
-Non voglio che rischi la vita per colpa mia- disse Jun.
-E io non voglio lasciarti solo e disarmato in quel posto!- ribattè Masaki; -E se anche non avessi detto che sarei venuto con te... beh ti avrei seguito uguale-
-Grazie- disse Jun sorprendendo Masaki.
-Posso chiederti una cosa?- chiese poi Masaki mentre ricominciavano a camminare.
-Certo-
-Lo stai facendo per lui?- domandò.
Jun sospirò e Masaki capì immediatamente che era un si.
-Perchè rischi la vita così, nonostante come ti tratta?- chiese.
-Sei mai stato innamorato Masaki?- chiese semplicemente Jun.
-Una volta- rispose Masaki ma il suo tono si fece triste e malinconico.
-E' successo qualcosa di brutto?- chiese poi Jun pentendosi immediatamente di aver fatto quella domanda.
-E' stata uccisa da alcuni soldati durante una sommossa avvenuta nel mio villaggio circa un anno e mezzo fa- rispose Masaki.
-Mi dispiace, io... non pensavo che...- balbettò Jun.
-Non ti preoccupare non importa, e poi credo che tu mi possa capire meglio di chiunque altro- rispose.
-Ma io l'ho ritrovato- disse Jun.
-Si, ma per quando hai creduto di averlo perso? Hai sofferto quanto me, se non forse molto di più, io almeno avevo una famiglia-
Tornò il silenzio, Jun si sentiva in colpa di aver fatto quella domanda a Masaki, ma a quanto sembrava lui non se l'era presa e tornò a fare domande.
-Lo ami così tanto?-
Jun sospirò, -E' l'unica persona che mi è rimasta al mondo, e... si lo amo con tutto il cuore e se è per lui non mi importa di rischiare la vita-
-Torneremo indietro insieme!- disse poi d'un tratto Masaki; -E gli sbatteremo in faccia quei documenti, e se anche dopo questo continuerà a trattarti in quel modo io gli...-
Jun rise divertito, Masaki era un tipo strano ma gli faceva ritrovare il buon umore e anche se andavano in contro a qualcosa di molto pericoloso si sentiva molto meno solo adesso.
Si sistemarono non molto lontano dal palazzo di Akimura, non potevano andare a bussare alla porta del palazzo come se nulla fosse, dopotutto non si trattava di un piccolo capo villaggio, ma dello Shogun, non li avrebbero mai fatti entrare, ma a questo avrebbe pensato Nino, loro dovevano far notare la loro presenza, così trovarono la piazza più affollata e Jun cominciò a suonare attirando un sacco di gente, mentre Masaki passava a raccogliere le offerte della gente, avevano notato Nino aggirarsi tra la folla e qualche ora dopo un servo mandato da palazzo gli si avvicinò.
-Signori, il mio signore ha sentito parlare di voi e vorrebbe che veniste a suonare per lui e i suoi ospiti questa sera- disse l'uomo chinado il capo il segno di rispetto.
-Chi è il tuo signore?- chiese Masaki.
-E' lo Shogun di questo paese signori- rispose il servo.
-Sarò onorato di poter suonare per il tuo signore- disse Jun alzandosi in piedi fingendo di cercare l'appoggio di Masaki per camminare posandogli una mano sulla spalla.
-Lasciate che vi guidi fino a palazzo- disse questo cominciando a fare strada ai due.
Arrivarono molto presto a palazzo e vennero guidati in alcune stanze dove sarebbero stati fatti vestire adeguatamente, tra la servitù c'era anche Nino, non gli rivolse mai la parola, fece solo quello che era suo compito fare, portò loro dei vestiti puliti ed aiutò Jun a vestirsi.
-Non ho mai indossato vestiti del genere- disse Masaki accarezzando la seta della veste.
-Non ci fare l'abitudine- bisbigliò tra se Nino, ma solo Jun lo sentì e sorrise divertito.
-Il tuo kimono è davvero bello però Jun- disse poi d'un tratto Masaki.
-Sul serio?- chiese Jun.
-Si-
-Me lo descriveresti?- chiese.
-E' una seta viola, si sfuma sul bianco e l'obi è nero. Ti sta davvero bene-
Jun accarezzò la stoffa, non poter avere la minima idea di quale fosse l'aspetto di quel tessuto, anche non poter avere un idea dei colori, poteva solo immaginarlo e nient'altro.
-Gli ospiti sono arrivati- disse una donna facendo capolino nella stanza.
-Faccio strada- disse Nino guidandoli.
Jun si fece ancora guidare da Masaki lungo i corridoi finchè non arrivarono alla stanza, lo aiutò a sedersi e si sedette anche lui poco lontano dietro a Jun; qualche istante dopo le porte scorrevoli della piccola stanzetta che li separava dalla grande sala furono aperte e il chicchiericcio che prima arrivava sommesso ora divenne alto, calò il silenzio solo quando Jun cominciò a suonare, tenne lo sguardo basso come al solito per non infastidire gli ospiti e suonò come non aveva mai suonato, anche Masaki ne fu sorpreso e rimase a guardarlo, rapito dalla musica e da quella sorta di aurea che Jun stava emanando intorno a se, era come se con quella musica stesse esprimendo tutto quello che provava in quel momento, un misto di sentimenti così intensi che lasciò tutti ammutoliti, nessuno in quella stanza si era più mosso da quando Jun aveva iniziato a suonare, erano tutti concentrati su di lui e su quei suoni meravigliosi.
Durante il banchetto era successo qualcosa di strano, Masaki fu invitato a mangiare con loro e Jun rimase a suonare, quando improvvisamente nella gran confusione dopo aver smesso di intrattenere gli ospiti, due servitori avevano preso Jun e nonostante le sue proteste allontanato dalla sala lungo un corridio e fino a una stanza.
-Il nostro signore vorrebbe parlarle, ha detto di attenderlo nel suo studio- disse uno dei servi aprendo la porta di una stanza e chiudendola subito dopo senza dar modo a Jun di protestare.
-Non sapeva perchè era lì e sentiva che doveva andare via, ma... i documenti erano proprio in quella stanza, doveva prima trovarli, in silenzio cominciò a cercare, sapeva che erano in un cilindro in legno intarsiato, non potevano poi essercene molti, cominciò a cercare facendo meno rumore possibile e continuando ad ascoltare ogni singolo rumore che proveniva dall'esterno, la stanza era grande vi era anche un letto in una stanza attigua aperta sullo studio, alla fine trovò la grande scrivania cominciò a frugare nei cassetti, finchè non trovò un astuccio in legno, lo aprì e sentì la carta al suo interno, non poteva essere sicuro al 100% ma doveva essere quello, fece per prenderlo ma dei rumori all'esterno annunciavano l'arrivo di qualcuno, richiuse il cassetto e velocemente tornò in piedi davanti alla porta esattamente dove lo avevano lasciato i servi.
La voce di un uomo congedò le guardie che erano alla porta e Jun non ebbe dubbi quando udì quella voce, la ricordava bene anche se allora era molto piccolo, era la voce di Akimura ne era sicuro.
Lo sentì entrare senza dire nulla, camminava sul tatami studiandolo, Jun rimase immobile lo sguardo alto incurante del fastidio che i suoi occhi fissi e vuoti potevano creare.
-Sei un ottimo musicista- disse improvvisamente fermandosi proprio di fronte a lui.
-La ringrazio mio signore- rispose Jun.
-E sei anche molto bello- osservò sfiorandogli con le dita una guancia.
Jun tremò al solo contatto ma cercò di controllarsi e non darlo a vedere.
-Hai qualcosa di familiare, sei già stato in questa città?- chiese poi.
-No mio signore- rispose subito.
-Mi sarei ricordato di un tipino come te in effetti- disse ridendo e avvicinandosi ancora di più facendo arretrare Jun di un passo.
-Peccato che tu sia cieco- commentò poi prima di contringerlo tra le sue braccia e forzarlo in un bacio.
Jun cercò di ribbellarsi e riuscì a scansarlo per poco però.
-Non fare così, ti pagherò bene, ti darò dell'oro sta buono- disse mentre gli bloccava le mani, Jun cominciò ad urlare, era terrorizzato e voleva che la smettesse che non lo toccasse, gli stava strappando via i vestiti, gli stava facendo male e lui non riusciva a pensare ad altro che a farlo smettere, gridava e si divincolava, finchè non riuscì a morderlo, ma un istante dopo fu colpito da uno schiaffo che gli fece quasi perdere i sensi per quanto fu violento.
-Stai buono ragazzino, oppure farai una brutta fine- disse sollevandolo leggermente da terra e poi facendolo ricadere violentemente.
Jun smise di gridare, riprese il controllo di se, era andato lì per prendere i documenti, tutti si fidavano di lui, speravano e pregavano nella loro riuscita e lui non poteva mandare tutto all'aria così; chiuse gli occhi e nonostante le lacrime che spingevano per uscire cercò di trattenerle, rinunciando a lottare.
Aveva sentito le grida di Jun mentre lo cercava per tutto il palazzo, si diresse immediatamente nella direzione in cui era sicuro di aver sentito gridare quando, si sentì improvvisamente tirare all'interno di una stanza, quando ormai era sicuro di aver trovato il luogo in cui era Jun, ormai lo sentiva gridare distintamente e doveva intervenire, lottò con la persona che lo aveva tirato via e gli aveva tappato la bocca.
-Sta fermo sono io!- esclamò questo sottovoce.
-Ninomiya?!-
-Non urlare!- lo rimproverò.
-Devo andare a salvare Jun- disse poi cercando di uscire ma Nino lo trattenne di nuovo.
-Non puoi!-
-Sta urlando e...-
-Lo so... lo so bene cosa gli sta facendo, ma ti prego rimani qui- disse pregandolo con il semplice sguardo.
-Ma... io non posso!- cercò di protestare Masaki che ogni volta che sentiva la voce di Jun gridare di lasciarlo stringeva sempre più forte l'ansa della spada.
-Se ora irrompi lì dentro morirete, non solo tu, ma anche Jun- disse Nino; -Jun sapeva a cosa andava incontro, sapeva che era pericoloso- in quel momento le grida tacquero.
-Jun sa qual'è il suo compito in questo momento, non fare che il motivo per cui ora sta soffrendo diventi inutile- disse infine Nino.
Masaki si lasciò scivolare lungo il muro, aveva capito le parole di Kazunari ma... sapere cosa stava succedendo a Jun in quel momento faceva stare male anche lui.
Improvvisamente sentì una mano di Nino sulla sua spalla e rialzò la testa a guardarlo.
-Aspettiamo insieme- disse, Masaki annuì e rimasero lì insieme ad aspettare e pregare che finisse tutto in fretta.